Trace in maze
Konoha.
Quando i suoi occhi si sono posati su di lui, quel nome è stato il primo ad affollarle la testa e ad essere pronunciato dalle sua voce meccanica che trema appena. Ma no, non è lui. Gli guarda i capelli, guarda gli occhi, quel sorriso malato e pensa che è impossibile che sia Konoha – che sia ciò che resta di Haruka. Ene poggia le mani sullo schermo freddo del telefono, spinge come se volesse romperlo in mille pezzi e graffia come se volesse raggiungerlo in qualche modo, per accettarsi che davvero non ci sia alcuna traccia di Konoha – Haruka – dentro di lui, ma sa che no, non può farlo.
Non riesce a capire bene cosa succede dopo, sente solo le dita del Master stringere forte la presa sul telefono e il suo viso sconvolto e spaventato. Cosa succede, cosa sono quei rumori simili a spari? Lei non riesce a vedere! Cosa sta facendo quello strano ragazzo che tanto somiglia a Konoha? Perché sente Kido gridare? Perché la sorella del Master sta piangendo? Perché sente qualcuno ridere? Ene non vede, ma ha paura – ha paura perché dentro di sé ha capito che qualcosa di brutto è successo, lo capisce dagli occhi terrorizzati del Master.
Grida quando sente dita sconosciute che si avvolgono intorno all'apparecchio e la stringono forte. Adesso vede, adesso riesce a vedere quell'essere che ride – perché, perché ride così felice con quell'espressione maligna? – , piange quando stringe sempre di più e quando quello stesso schermo che poco prima voleva rompere con le sue stesse mani inizia a scheggiarsi, fino a produrre crepe sempre più grandi che le arrivano fino al cuore.
Kon– no, Haruka!
Perché grida quel nome? Lo sta gridando con tutto il fiato che aveva in corpo e piange lacrime cristalline che bagnano i pezzi di vetro che le si infrangono sul viso. Quel nome che sta urlando però non scalfisce minimamente quell'essere – allora no, non è Haruka, è totalmente impossibile che sia lui o qualcuno che, come è successo a lei, lui si è tramutato. Haruka non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Haruka non avrebbe fatto del male nemmeno ad un fiore – non l'avrebbe mai uccisa così!
Quando il telefono va in frantumi insieme a lei, l'ultima cosa che sente è la sua stessa voce tagliata a metà mentre pronuncia il nome della persona che spera non sia la stessa che ha visto per l'ultima volta.
«Rilassato come sempre, vero Master?».
Chissà perché, ma quel giorno Ene non riesce ad essere rilassata come lui.