Crossover
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Autore: Justice Gundam    12/01/2014    2 recensioni
Crossover Bleach / Yes! Pretty Cure 5 / Rosario Plus Vampire / Princess Resurrection. Mentre nemici insidiosi e crudeli tramano nell'ombra per conquistare il potere, eroi vecchi e nuovi si trovano a combattere una difficile lotta per la sopravvivenza, con in palio il futuro della Terra e forse dell'intero universo. Nozomi Yumehara, Ichigo Kurosaki, Tsukune Aono e Hiro Hiyorimi saranno presto costretti ad unire le forze, e a combattere assieme una guerra terribile...
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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YBRPV-006

Yes! Bleach Resurrection Plus Vampire

Una fanfiction crossover (Bleach - Yes! Pretty Cure 5 - Rosario Plus Vampire - Princess Resurrection) scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 6 - Verso la Soul Society

Non era certo tutti i giorni che Aizen Sousuke, il nuovo signore di Hueco Mundo, riceveva qualcuno che desiderava servirlo di sua spontanea volontà. Certo, poteva vantarsi che praticamente tutti i territori al di fuori della giurisdizione delle Tredici Divisioni e della Soul Society fossero nelle sue mani, e grazie alla sua rapida e decisa azione, aveva accumulato un immenso esercito di Hollow, Arrancar e creature similari, per non parlare degli insoddisfatti che si erano uniti a lui nella convinzione - o meglio, nell'illusione - che lo shinigami traditore fosse un signore più benevolo del "tirannico" Genryusai Shigekuni Yamamoto e, per estensione, del misterioso Re degli Spiriti. Ma questa volta era diverso - raramente si presentava qualcuno a lui personalmente, chiedendogli l'onore di poter diventare uno dei suoi sottoposti. E in quel momento, era Tousen Kaname, una volta capitano della Nona Divisione e ora congedato con disonore, a fare gli onori di casa al nuovo arrivato, standogli vicino in maniera minacciosa. Fanaticamente devoto ad Aizen com'era, non avrebbe permesso a nessuno di costituire una minaccia per il suo nuovo signore, e non si fidava certo del primo misterioso individuo che passava.

"Il nobile Aizen-sama vi riceverà non appena possibile." affermò lo shinigami dalla pelle scura, rivolto al nuovo individuo. Per quanto Tousen fosse non vedente, l'uomo che si era presentato a Las Noches, dimostrando il coraggio di affrontare le orde di mostri ed abominii che infestavano quel luogo orribile, sentiva comunque il suo sguardo su di lui. "Dunque, voi dite di volervi unire alla sua causa. Il nostro scopo è rovesciare il tirannico Shigekuni Yamamoto, comandante delle Tredici Divisioni, in modo che il nobile Aizen possa estendere il suo dominio benevolo su entrambi i mondi. Siete disposto a combattere per questo?"

"Altrimenti non sarei qui." rispose l'individuo con tono formale ma deciso. Aveva un aspetto che sicuramente sarebbe svettato in una folla, visto che i cui capelli a caschetto lunghi fino alle spalle erano di due colori - verdi smeraldini sulla parte destra del capo, e un biondo molto sbiadito sulla sinistra. Anche i suoi vestiti erano particolari, trattandosi di una sorta di ampia tunica gialla con una sorta di cappuccio che copriva interamente la nuca, un paio di guanti e una sorta di bastone da passeggio. Per certi versi, ricordava molto lo stravagante abbigliamento di Mayuri Kurotsuchi, il crudele quanto geniale capitano della Dodicesima Divisione. I due individui entrarono lentamente nella grande sala, bianca, asettica ed immacolata, che ospitava il trono sul quale sedeva il nuovo dominatore di Hueco Mundo, e subito, gli sguardi di altre tre persone che si trovavano lì in quel momento, in attesa di ordini da parte del loro signore, si spostarono sull'individuo in tunica: erano tre figure minacciose, vestite della bianca uniforme degli Espada, i dieci diretti servitori di Aizen che formavano, assieme a Gin Ichimaru, Tousen Kaname e allo stesso Aizen, una sorta di versione oscura delle Tredici Divisioni.

Il più vicino all'ingresso, e forse il meno minaccioso dei tre, era Szayel Apollo Granz, il disumano scienziato dai capelli rosa che presiedeva a tutti gli esperimenti condotti all'interno di Las Noches, e che aveva tenuto d'occhio le Pretty Cure durante la loro battaglia con gli Hollow. Una luce maligna scintillò sulle lenti dei suoi occhiali mentre il suo sguardo acuto si posava sull'uomo dai capelli bicolore.

Un po' più vicino al trono si trovava Ulquiorra Cifer, la Cuarta Espada. Malgrado non fosse certo una figura imponente, e non superasse il metro e settanta di altezza, c'era qualcosa in lui che metteva paura - snello ma abbastanza muscoloso, aveva una strana espressione, gelida e al tempo stesso malinconica: c'era una strana dissonanza tra la sua espressione completamente indifferente e stoica, e i segni azzurrini che scendevano dai suoi occhi lungo le guance, come delle lacrime che non smettevano mai di scorrere. Aveva i capelli neri, con uno strano copricapo bianco che proteggeva solo la metà sinistra del capo, ipnotici occhi verdi, e la pelle mortalmente pallida, ma sicuramente ancora più notevole era il buco nero di forma perfettamente circolare che svettava sulla base del suo collo.

Infine, in piedi vicino al muro con espressione ringhiante, si trovava la Decima Espada, Yammy Llargo. Il prototipo del bruto tutto muscoli e niente cervello, Yammy superava i due metri di altezza, con muscoli ipersviluppati che quasi lo deformavano e sembravano dover lacerare da un momento all'altro la sua pelle scura. La sua espressione era feroce e sanguinaria, resa ancora più terribile dai segni sanguigni che aveva sugli zigomi, e la sua giacca bianca era aperta sul davanti, in modo che i suoi impressionanti muscoli fossero continuamente visibili. Tousen e il nuovo arrivato passarono vicino ai tre Espada, che non batterono ciglio, e si fermarono vicino al trono in quel momento vuoto di Aizen.

"Il nobile Aizen ascolterà la vostra petizione molto presto." disse Tousen. "Tuttavia, mi sento in dovere di avvertirvi. Tenete le vostre armi nel fodero in presenza del nostro signore. Il suo potere eclissa quello dei principi demoniaci, e persino quello dei Tre Signori Oscuri. Se siete un assassino, allora siete estremamente avventato, e la vostra morte sarà di esempio a tutti coloro che si oppongono al nobile Aizen."

"Di questo non dovete avere timore, capitano Tousen Kaname." affermò l'uomo. "Le mie intenzioni sono sincere. Per quanto io abbia i miei obiettivi personali che mi spingono a compiere questo passo, ho tutta l'intenzione di offrire al nobile Aizen la mia fedeltà incondizionata."

"E' quanto stabiliremo." tagliò corto Tousen, in tutta calma. Si ritirò di qualche passo, lasciando il misterioso individuo solo, in piedi sotto il trono di marmo bianco... e un attimo dopo, alcuni passi annunciarono l'arrivo del nuovo signore di Hueco Mundo e del suo braccio destro, facendo sì che tutti i presenti si mettessero su un ginocchio e chinassero la testa in segno di rispetto e sottomissione. Saggiamente, anche lo straniero fece la stessa cosa... e un attimo dopo, Aizen e Gin entrarono nella sala e raggiunsero il trono. Gin si inchinò a sua volta e si mise in piedi a fianco del saggio del potere, mentre Aizen si sedeva su di esso e guardava con attenzione l'uomo che era venuto a rivolgergli una petizione.

"Non era una visita che mi aspettavo, se devo essere sincero." affermò il signore di Hueco Mundo, una volta prese le misure del misterioso individuo. "Cosa spinga una persona come voi, Kageroza Inaba, ex-membro della Dodicesima Divisione, a chiedermi di unirsi al mio esercito?"

L'uomo dai capelli bicolore di nome Kageroza Inaba sorrise velatamente. Non lo stupiva il fatto che Aizen sapesse già di lui e della sua identità - diverso tempo prima, i suoi esperimenti con le Mod Soul avevano provocato un certo polverone nei ranghi delle Tredici Divisioni.

"Immagino che voi lo sappiate già, nobile Aizen. Me lo state chiedendo soltanto perchè volete sentirlo da me." affermò. "Tuttavia, visto che siete voi a chiedermelo, sarò più che felice di rispondervi. Novantasei anni fa, come membro della Dodicesima Divisione, io fui a capo di un importante progetto, il Progetto Punta Di Diamante, che consisteva nel trovare un modo per piazzare delle Mod Soul nei corpi di esseri umani deceduti da poco tempo, in modo da poterle utilizzare come armi nella lotta contro gli Hollow. In questo modo, non ci sarebbero stati rischi di perdere validi soldati, e le Tredici Divisioni avrebbero potuto facilmente ovviare alla loro inferiorità numerica nei confronti dei loro nemici di sempre. Un'idea semplice ma valida, secondo il mio modesto parere."

"Sì. Ricordo i dettagli del Progetto Punta Di Diamante." rispose Aizen, senza perdere il suo sorriso apparentemente affabile. "La Centrale 46 terminò il progetto per... quelli che vennero definiti "problemi morali", sono nel vero?"

Ad Inaba non sfuggì una certa sprezzante ironia nel modo in cui Aizen aveva pronunciato il nome della scusa che i superiori avevano addotto per scartare il progetto. "Sì... esattamente, questa era stata la scusa che hanno addotto per mandare all'aria il mio progetto." disse con evidente rancore. "Ma... la verità è che quei vecchi macilenti avevano paura. Erano convinti che, con l'abilità di controllare le Mod Soul, io avrei potuto creare un esercito personale con il quale attaccarli e mettere sottosopra l'ordine costituito. Così, mi hanno costretto ad annullare tutto e a distruggere i frutti del mio lavoro... ma io ho perseverato, e dopo aver messo al sicuro le informazioni che mi servivano per riprendere da dove avevo lasciato, ho ripreso i miei esperimenti. Ma non posso completarli da solo. Avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a raccogliere gli ultimi pezzi che mi servono per completare il puzzle... e per fare questo, sono disposto a sottomettermi a voi e a mettere il mio sapere al servizio della vostra causa."

"Ma davvero?" chiese retoricamente Aizen, appoggiando la testa sulle nocche della mano destra in uno sfoggio di potere ed arroganza. Inaba attese una risposta, che non arrivò per diversi secondi, almeno finchè il signore di Hueco Mundo non si mise di nuovo ben eretto e non proseguì. "Tutto questo è molto interessante. Molto bene, sono disposti a darvi una possibilità. Ulquiorra, scorta il signor Inaba nella sua temporanea dimora. Mi occuperò poi personalmente di controllare la veridicità delle sue richieste."

Ulquiorra fece un inchino. "Come desidera, grande Aizen." disse lo Espada che rappresentava il Nichilismo, con una voce atona e distaccata che lo faceva assomigliare ancora di più ad un cadavere vivente. Con un cenno della testa, fece cenno all'ex-scienziato della Dodicesima Divisione di seguirlo, e i due si allontanarono nel silenzio generale verso un'altra sezione della grande fortezza, lasciando il resto dei presenti a discutere del recente, inaspettato sviluppo.

"Però. Devo ammettere che non me l'aspettavo." disse Gin, senza mai perdere il suo sorriso inquietante. L'ex-capitano dai capelli argentati e dagli occhi perennemente chiusi aveva ascoltato la conversazione tra Inaba e il suo signore con estrema attenzione, e si era già fatto un'idea di quali potessero essere i veri scopi del nuovo arrivato.

Aizen volse leggermente lo sguardo verso il suo sottoposto. "In che senso, Gin?" chiese, senza sembrare troppo preoccupato della risposta che avrebbe ricevuto.

"Oh, niente di speciale." rispose Gin, alzando le spalle. "Volevo solo dire che mi è sembrato un po' strano che abbiate accettato così in fretta la proposta di quell'uomo. Mi aspettavo che voi non vi sareste fidato di lui."

"In parte mi fido, in parte non ne ho bisogno." affermò Aizen, chiaramente in controllo della situazione. "Inaba sa bene di essere in una posizione di minoranza, almeno per il momento. Sa bene che tra le Tredici Divisioni e Las Noches, questo è l'unico luogo in cui può sperare di continuare i suoi progetti, e che io sono l'unico in grado di fornirgli le risorse che gli servono. Per il momento, non tenterà nulla. Ovviamente, quello di cui dobbiamo assicurarci è che le cose restino così."

"Nobile Aizen." disse Tousen, inchinandosi ai piedi della scalinata che conduceva al trono. "Vorrei umilmente chiedervi di concedere a me, Tousen Kaname, di tenere d'occhio le attività di Kageroza Inaba, e di avvertirvi nel caso dovessi scoprire qualcosa di pericoloso per noi."

"Molto bene, Tousen, concesso." rispose Aizen senza esitazione. "So che farai un ottimo lavoro, come sempre. Per quanto riguarda il resto... Szayel, come stanno procedendo le ricerche?"

"Molto bene, grande Aizen." rispose lo scienziato dai capelli rosati, mentre Yammy si voltava verso il suo signore con un grugnito. "Abbiamo avuto modo di scoprire che ci sono diverse fazioni che si preparano a fare la loro mossa, e ognuna di queste potrebbe rivelarsi un'utile pedina per i nostri scopi. In particolare, l'organizzazione conosciuta come Fairy Tale. Sappiamo che stanno cominciando le loro operazioni per attaccare il mondo umano, e che il loro scopo è catturare una degli eredi della famiglia Shuzen per motivi che al momento ci sfuggono. Hanno inoltre preso contatto con alcuni membri della famiglia della Fenice, la famiglia reale degli Youkai."

"Interessante. Sembra che i prossimi giorni saranno fitti di avvenimenti." affermò Aizen. "In ogni caso, al momento c'è un elemento che mi interessa con maggiore priorità. Tra i compagni di Ichigo Kurosaki, ce n'è una il cui potere è particolarmente grande, e che potrebbe rappresentare una minaccia se dovesse averne pieno accesso. Sto parlando di quella ragazza di nome Orihime Inoue."

"Bene, bene... immagino che questo significhi, una bella incursione nel mondo umano, e un rapimento in gran stile!" affermò Gin. "E... chi si occuperà di questa missione?"

"Non hobisogno di particolare sottigliezza per questo." affermò Aizen di rimando. "Yammy... tu ed Ulquiorra vi occuperete di catturare Orihime Inoue e portarla a Hueco Mundo. E prestate molta attenzione. Mi serve viva e in buona salute."

Il mastodontico Espada grugnì per il disappunto. "Merda. E io che speravo di andare da solo... e di potermi sfogare su quelle nullità!" ringhiò.

Aizen sorrise crudelmente. "Ovviamente, Yammy, nulla ti vieta di fare quello che desideri agli altri amici di Ichigo Kurosaki. Non sono un fattore determinante per il mio progetto." rispose. Il gigantesco Espada ghignò sinistramente e fece rumore con le nocche delle mani, contento di sapere che avrebbe avuto la possibilità dispargere un po' di sangue... e Aizen si alzò lentamente dal suo trono, richiamando a sè Gin e Tousen. "Per adesso, questo è sufficiente. La situazione è relativamente sotto controllo. Noi inizieremo a fare i dovuti progetti per la parte successiva del nostro piano. Il momento decisivo si sta avvicinando, e molto presto, la porta per il trono supremo si aprirà a noi."

Il sorriso di Gin si fece più obliquo. I piani di Aizen erano senza dubbio ambiziosi. Ora, tutto stava nel vedere quanto vicino sarebbe arrivato alla sua meta...

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"Yaaaaawn... okay, principessina, adesso qualcuno mi può spiegare cosa ci facciamo di ritorno nel mondo umano? E con questo gruppo di sgangherati, per di più?" chiese Riza Wildman, stiracchiandosi pigramente mentre, assieme ad un piccolo gruppo composto dalla Principessa, da Hiro, Tsukune, Moka, Kurumu e Yukari, si incamminava lungo una via di un quartiere residenziale di Tokyo. Per qualche motivo, il gruppetto era lì invece che alla Youkai Academy...

"Hey! Chi sarebbero gli sgangherati, di grazia?" scattò Kurumu, piazzandosi rapidamente a fianco della ragazza mezza-licantropo.

La Principessa, calma e controllata come al solito, alzò le spalle. "In realtà, non è per un motivo particolarmente importante. Tuttavia, ci sono degli elementi a cui è il caso di prestare attenzione." disse. "So che Fairy Tale ha contatti con diverse organizzazioni, sia nel mondo umano che fuori da esso, e in questa città si sono verificati parecchi eventi soprannaturali. Immagino che il club di giornalismo della Youkai Academy possa darmene conferma."

Yukari disse di sì con la testa. "Sì, posso confermarlo!" rispose. "La prima volta che siamo arrivati nel mondo umano, durante le vacanze, abbiamo dovuto vedercela con una strega che voleva vendicarsi degli esseri umani per tutti i danni che avevano fatto alla natura. E' stato allora che abbiamo conosciuto Ruby."

"Già, me lo ricordo anche troppo bene..." affermò Kurumu sfregandosi la fronte. "Diavolo, se non vedrò mai più quei suoi schifosi mostri vegetali, sarà ancora troppo presto. Se non altro, però, la cosa si è conclusa bene."

"Un giorno me la dovrai raccontare..." disse Riza con tono vagamente interessato. "Ma per adesso, concentriamoci sul motivo per cui siamo qui. Quali sarebbero questi fenomeni soprannaturali di cui parla, Principessa?"

Fu Hiro a rispondere per lei, dando un'occhiata ad un taccuino su cui si era preso delle annotazioni. "E da un po' di tempo che da queste parti si verificano delle apparizioni di hollow... per l'esattezza, di strane creature nate dalle anime di persone morte che restano in qualche modo ancorate al mondo materiale." dissse il giovane guerriero del sangue della Principessa. "E allo stesso tempo, sappiamo che esistono diverse persone che riescono a vedere queste terribili creature, normalmente invisibili agli esseri umani, in grado di affrontare gli Hollow e distruggerli. Sicuramente, Fairy Tale non si lascerà scappare questa occasione. Persone come quelle potrebbero essere molto pericolose per il loro piano, quindi sono convinta che cercheranno di eliminarle."

"E il nostro scopo, immagino, sia quello di tenerli d'occhio e fare in modo che Fairy Tale non giunga a loro." affermò Tsukune, che ormai era abbastanza esperto di questioni simili. Essere continuamente nel bel mezzo di complotti e trabocchetti aveva fatto in modo che il giovane ragazzo mezzo-vampiro avesse un po' di esperienza in merito. "Stiamo in pratica anticipando le loro mosse."

"Esatto. Bene, vedo che avete colto in pieno il mio pensiero." disse la Principessa degli Youkai. "Purtroppo, non ho idea di come o quando colpiranno. Fairy Tale ha un grosso vantaggio su di noi, il fatto che io non conosco veramente la composizione dellorganizzazione se non il nome delle persone più altolocate." Si astenne dal fare il nome di Gyokuro Shuzen, ben sapendo che la cosa avrebbe inutilmente messo in agitazione Moka. "Comunque, essere nel punto in cui più probabilmente colpiranno, e tenerci pronti a riceverli sarà sicuramente un vantaggio per noi."

"Chi stiamo cercando, per l'esattezza?" chiese Moka, guardando con aria distratta verso i tetti degli edifici. La graziosa vampira dai capelli rosa cercava di non pensare a Fairy Tale e ai problemi ad essa correlati... ma era evidente a tutti, in particolare a Tsukune, che in realtà la cosa la inquietava molto, e il ragazzo si avvicinò alla sua fidanzata e le mise una mano attorno alle spalle, per dirle che in ogni caso c'era sempre lui a darle man forte. "Grazie, Tsukune-kun, sei sempre così gentile..."

"Di niente..." disse timidamente il ragazzo, mentre Kurumu si voltava dall'altra parte borbottando che non stava vedendo nulla. Per un attimo, Tsukune e Moka si guardarono teneramente negli occhi...

"Ehm... scu... scusa se lo faccio così, all'improvviso, Tsukune-kun..." disse improvvisamente Moka, avvicinandosi a Tsukune come se volesse dargli un bacio. Arrossendo per un attimo, Tsukune sbattè gli occhi, si avvicinò un pochino alla sua fidanzata...

KAP-CHUUUU!

E finì per essere morso sul collo!

Una comica espressione di disappunto apparve di colpo sul volto di Tsukune, che strabuzzò gli occhi e si sentì improvviamente debole nel momento in cui la simpatica vampira dai capelli rosa iniziò a succhiare il suo sangue, il cibo che Moka preferiva in assoluto! Un'espressione vagamente sorpresa apparve sul volto della Princessa e di Hiro, mentre Riza si limitò a voltare la testa dall'altra parte con aria disgustata - non era un segreto che la ragazza mezza-licantropo mal sopportasse i "succhiasangue", o almeno così lei diceva.

"Non vi preoccupate di questo..." mormorò Kurumu forzando un sorriso ironico. "Succede sempre, quando lei cerca di avvicinarsi a Tsukune... e non posso dire che la cosa mi dispiaccia troppo, se devo essere sincera."

"Hmm? Beh, che hai da ridire su Tsukune e Moka?" la rimbeccò immediatamente Yukari, armeggiando con espressione dolce come il fiele con la sua bacchetta magica! "Se vogliono stare un po' assieme, che facciano, no? O sei gelosa?"

Kurumu rispose con un'espressione altrettanto falsamente sorridente. "Oh, immagino che tu stia dicendo tutto questo per motivi puramente disinteressati, vero, tavola da stiro?" chiese, riferendosi al petto ben poco sviluppato della piccola strega.

"Che c'è che non va nel fatto di essere piatte? Io ne vado fiera!" esclamò Yukari, andando dritta in faccia a Kurumu. "Piuttosto, pensa per te, vacca da latte, con quei due balconi che ti trovi davanti!"

"Questi balconi sono l'orgoglio e la gioia di ogni succube, carina!" ribattè Kurumu senza alcuna esitazione, facendo ballonzolare il prosperoso seno davanti agli occhi della streghetta!

"D'accordo..." mormorò Hiro massaggiandosi la nuca con un sorriso imbarazzato. Mentalmente, paragonò la sua posizione a quella di Tsukune, trovando quantomeno ironico che, mentre lui doveva ricevere sangue una volta al giorno dalla Principessa per non morire di nuovo, Tsukune si trovava invece a dare il suo sangue alla sua fidanzata ogni volta che questa ne aveva voglia! E per quanto anche lui fosse circondato da ragazze belle e potenti, non gli era mai capitato di finire in mezzo ad un triangolo amoroso - Riza lo considerava un semplice amico, Reiri sembrava più interessata alle ragazze che ai ragazzi, e la Principessa... beh, la Principessa era un po' un enigma anche per lui. A volte, pur essendo il suo guerriero del sangue, faceva fatica anche lui a comprenderla, e la cosa non gli faceva certo piacere. Gli sarebbe piaciuto poterla comprendere un po' meglio, poterla aiutare e rendersi conto di quali fossero i suoi sentimenti e le difficoltà che incontrava... a giudicare dalle sue esperienze precedenti con la piccola Sherwod, la famiglia della Principessa non era quello che si dice una famiglia amorevole...

"Hmm, delizioso!" esclamò Moka come in estasi, staccandosi finalmente dal collo del ragazzo ghoul, che si massaggiò il punto in cui era stato morso e barcollò per un istante prima di rimettersi in piedi e ridacchiare nervosamente. "Scusa, Tsukune, ma non riesco proprio a farne a meno... il tuo sangue è così squisito!"

"Hehehee... grazie, Moka-san... anche se in momenti come questo non mi sembra che sia un granchè come lode!" mormorò Tsukune. "Ogni volta che mi mordi, ho come la sensazione di soffrire di un caso di anemia galoppante! Anche se per te sono dispostissimo a farlo!"

"Grazie, Tsukune-kun, sei davvero troppo gentile..." affermò Moka, per poi riportarsi alla realtà e rivolgersi alla Principessa. "Ehm... comunque, Principessa, si era detto che da queste parti si stanno verificando molti fenomeni legati alle apparizioni di questi... Hollow, giusto? E Fairy Tale potrebbe avere qualche interesse in questi eventi?"

"Precisamente." rispose la bionda nobildonna. "Dobbiamo tenere d'occhio per un po' i dintorni del quartiere di Karakura, dove si sono verificati la maggior parte di questi incidenti. Sono sicura che non si tratta di un caso. Molti di questi Hollow sono stati diretti dalla mano di qualcun altro, e le Tredici Divisioni che normalmente si occupano di tenerli sotto controllo non riescono a dare una risposta a questo problema, per motivi che al momento ignoro, ma che hanno a che fare con delle lotte interne."

"Tredici Divisioni?" chiese Kurumu, che aveva già da un po' smesso di litigare con Yukari, e stava ascoltando con attenzione quello che stava dicendo la Principessa degli Youkai. "Questa non l'ho mai sentita, di che si tratta, esattamente?"

"Nemmeno io..." disse Moka, e a giudicare dalll'espressione incuriosita di Yukari, lo stesso valeva per lei.

La Principessa diede una risposta alquanto rapida ed affrettata. "Tutto a suo tempo. Adesso non è il momento di fermarci per rispondere alle vostre domande sulle Tredici Divisioni. Mi basti dire che la mia famiglia ha qualche contatto di tanto in tanto con quella gente. Anche se non di recente... sono tutti troppo occupati nella lotta per la successione perchè gli importi qualcosa dei problemi della Soul Society."

"Ma guarda... certo che si impara qualcosa di nuovo ogni giorno..." affermò Hiro con un pizzico di sarcasmo. Poi, vedendo Tsukune che si massaggiava ancora il collo, sul quale si vedevano ancora i due piccoli buchi, grandi come capocchie di chiodo, che Moka gli aveva fatto con il suo morso, si preoccupò un po'. "Tsukune-san, va tutto bene? Mi sembravi un po' pallido..."

"Tranquillo, Hiro-kun, è una cosa a cui ormai sono abituato..." disse Tsukune, spostando la mano dai due buchetti tondi che aveva sul collo. In pochi istanti, le due minuscole ferite si richiusero, senza lasciare neanche una cicatrice. "Ecco. Adesso è già passato. Ho la fortuna di avere un fattore di guarigione abbastanza efficiente."

"Hmm, interessante." disse Hiro, la cui curiosità era stata solleticata da quello che aveva visto. Lui e Tsukune si assomigliavano ancora più di quanto sembrasse a prima vista. "In effetti, anch'io avrei un fattore rigenerante simile al tuo... anche se il mio funziona soltanto se bevo il sangue della principessa o di un altro membro della famiglia reale. Devo berlo ogni giorno, per evitare di perdere questo potere e... beh... morire di nuovo."

"In che senso?" chiese Tsukune, trovando sempre più simile alla propria la situazione di Hiro.

"Beh, è un po' lunga da spiegare... io sono diventato un guerriero del sangue quando la Principessa mi ha trovato... dopo che ho perso la vita per essere stato investito da un'auto." affermò il ragazzo, tornando con la mente agli eventi di pochi mesi prima. "Beh... è stato, a quanto pare, un semplice capriccio della Principessa, ma... quanto meno, ho potuto tornare in vita, e da quel giorno sono diventato un membro dell'entourage della principessa, e mi occupo di scortarla ovunque lei vada. Insomma... non posso dire che sia quello che mi ero immaginato di fare quando mi sono trasferito a Tokyo... però non posso dire che la cosa mi dispiaccia, dico sul serio!"

"Più o meno la stessa cosa che è successa a me... se sono qui, adesso, in questo momento, è stato grazie a Moka-san che mi ha donato parte del suo sangue quando ero stato ferito mortalmente da uno Youkai che non tollerava la presenza di esseri umani nell'accademia." affermò il ragazzo mezzo-vampiro. "Adesso... beh, adesso diciamo che non sono più tanto fuori luogo in un'accademia popolata da youkai! E devo dire che... anche se all'inizio non ero troppo contento di essermi trasformato in un mezzo vampiro, adesso sono grato a Moka-san per i miei poteri. Mi hanno consentito di proteggere lei e i miei amici in molte occasioni!"

Hiro sorrise e annuì, apprezzando l'idea di aver trovato qualcun altro che avesse passato la sua stessa esperienza. "Certo... immagino che ti abbia fatto piacere! Io... purtroppo temo di non essere molto utile, e temo di essere più un peso per la Principessa che un aiuto, però... spero ardentemente di poter migliorare e di diventare un guerriero del sangue in grado di proteggerla ed aiutarla." affermò.

"E' vero, noi due siamo davvero molto simili..." pensò tra sè Tsukune, fermandosi poi di colpo quando la Principessa si fermò davanti a quello che sembrava essere un innocuo negozietto, che sicuramente però doveva avere la sua importanza, se lei lo considerava un posto in cui fermarsi. "Hm? Che succede, principessa? Come mai ci fermiamo qui?"

"L'uomo che vive da queste parti, tale Kisuke Urahara, potrà apparire come un semplice negoziante." spiegò la Principessa. "Ma, stando a quanto ho sentito dai miei contatti, è una persona che ha una certa conoscenza della Soul Society, delle Tredici Divisioni, degli Hollow, e di tutto ciò di cui noi stiamo cercando informazioni. Se ci rivolgiamo a lui, credo che potrà darci delle utili spiegazioni."

"Ammesso e non concesso che ci sia qualcuno qui." affermò Riza, guardando con un certo disappunto la porta del negozio, che sembrava chiusa. "A me sembra che non ci sia anima viva da queste parti... scusate la battuta fin troppo facile."

"Sembra strano anche a me..." rispose Kurumu, arrivando fino alla porta e bussando un paio di volte. "Hey? Del negozio? C'è qualcuno, qui?"

Una piccola figura con i codini si avvicinò alla porta e la aprì con un gesto del braccio, rivelando il viso dell'espressione triste di una graziosa bambina dai capelli neri legati in due codini laterali, le cui guance sembravano perennemente arrossate come se avesse sempre caldo o si sentisse continuamente in imbarazzo. Indossava una maglietta bianca a maniche corte, e una gonna rosa a pois bianchi, e guardava il gruppetto che si era radunato davanti al negozio con aria quasi melensa, come se si chiedesse cosa ci stessero facendo lì.

Accanto a lei, arrivò un altro ragazzino - un maschietto dai corti capelli rossi pettinati in maniera strana, come se fossero stati una sorta di fiamma, e dall'espressione perennemente arrabbiata, con addoso una maglietta bianca uguale a quella della bambina e dei pantaloncini corti arrotolati verso la fine. Scrutò con attenzione la Principessa, Tsukune e i loro amici, e spalancò del tutto la porta, parandosi davanti a loro come se volesse impedirgli di entrare nel negozio. "Un momento, voialtri! Chi siete, e cosa credete di fare, qui? Ci sono già stati alcuni scrocconi da queste parti, e non abbiamo voglia di riceverne altri! Soprattutto ora che Urahara-san è assente!"

"Per... per favore, Jinta, non credo sia il caso di essere così scortesi nei confronti di questi stranieri..." mormorò la bambina, cercando di tenere a freno il carattere infiammabile del suo amichetto. Quando il bambino dai capelli rossi incrociò le braccia e si voltò dall'altra parte con un grugnito, la bambina si inchinò davanti al gruppo della Principessa, come a volersi scusare di quello che stava per dire. "Purtroppo, Urahara-san non è presente, al momento. Siamo spiacenti, ma... ehm... problemi molto importanti... hanno richiesto la sua presenza altrove... posso... er... sapere chi desiderava parlare con lui?"

La Principessa apparve un po' sopresa da quella risposta, anche se lo diede a vedere soltanto con una minima variazione della sua espressione distaccata. "Non è presente?" chiese, un po' insospettita. "E... cosa potrebbe essere tanto urgente da richiedere la sua presenza altrove? Tra l'altro... chi sarebbero gli altri scrocconi di cui parla questo marmocchio?"

"Hey! Chi sarebbe il marmocchio? Bada a come parli, biondina!" esclamò il ragazzino dai capelli rossi di nome Jinta. "E anche tu, Ururu-chan! Perchè non ti mostri un po' più decisa quando pari a questa gente! Non vedi che ti stanno mettendo i piedi in testa?"

"S-scusa, Jinta-kun..." mormorò la bambina, intimorita dal modo di porsi del suo amichetto.

Jinta scosse la testa e rispose ai nuovi arrivati. "Non so come a voi possa interessare, ma... ha ricevuto una chiamata ed è dovuto partire. Sì, tutto qui. Ora, se dovete comprare qualcosa, possiamo aiutarvi noi, altrimenti... smammate. Non possiamo dirvi niente."

Ururu annuì di mala voglia... e il gruppo di Tsukune e della Principessa capì immediatamente che c'era qualcosa che i due bambini nob volevano dire, per un motivo o per l'altro. Tuttavia, insistere in quel momento non sarebbe stato utile, quindi la Principessa decise di togliere il disturbo. "Capisco... va bene, ragazzi, voi riferite ad Urahara-san che la Principessa è venuta a fargli visita. Sono sicura che capirà."

"Hmph..." disse Jinta, annuendo mentre continuava a guardare con sospetto il gruppo di amici. Alcuni di loro sembravano sorpresi del fatto che la Principessa avesse deciso di lasciar perdere così facilmente, ma non dissero niente, almeno finchè Jinta ed Ururu non si furono chiusi la porta dietro, lasciando il gruppetto davanti al negozio con espressioni stupite.

"Beh, non è andata esattamente come pensavo. Ma ora so che Urahara ne sa più di quanto io pensassi, e potrebbe essere coinvolto personalmente in tutto questo." affermò la nobildonna. "Quanto meno, potrebbe rivelarci qualcosa di importante, quindi... per il momento ci basta sapere questo. Più avanti, torneremo per vedere cosa stesse facendo Urahara-san."

"Aspetti un momento, Principessa!" esclamò Kurumu. "Come facciamo ad essere sicuri che questo... ehm... Kisuke Urahara, ha detto? Sì, che questo Urahara non sia a sua volta uno che ha degli scheletri nell'armadio? Siamo sicuri che sia prudente aspettare fino a che lui non sarà tornato al suo negozio?"

"Personalmente, sono d'accordo con Kurumu." disse Riza. "Non mi piace l'idea di restare qua ad aspettare la prossima mossa di Fairy Tale, o di qualsiasi altra organizzazione criminale che sta cercando di mettere le mani sul mondo umano... che diamine, vorrei prenderli in contropiede, quel branco di smidollati che si nascondono nell'ombra!"

"Beh, adesso non dico di gettarci a capofitto..." mormorò Kurumu, che pur non essendo certo una combattente scarsa, non ci teneva molto a gettarsi a testa bassa in un conflitto se c'era una soluzione un po' più conveniente.

"Riza... ti devo ricordare che stiamo cercando di attirare la loro attenzione il meno possibile? Quando avremo messo le mani sulle menti dietro a questo complotto, allora potrai sfogarti quanto vorrai." disse la Principessa, non dando adito ad alcun fraintendimento. "Per quanto riguarda il resto... se non altro, avremo il tempo di cercare qualche informazione in più su Kisuke Urahara e sugli Hollow che hanno attaccato Karakura. Vediamo di usarlo al meglio."

"Come preferite..." disse Riza alzando le spalle. Moka sospirò e si sfregò la fronte, pensando che la situazione si stava facendo improvvisamente molto più complicata... e venne colta di sorpresa quando la voce della sua alter ego, proveniente dal rosario che serviva a tenere i suoi poteri sotto controllo.

"L'hai notato anche tu, vero?" disse la voce della Moka alternativa, cogliendo di sorpresa la sua personalità più gentile.

"C-cosa?" chiese lei, non capendo a cosa si riferisse la sua alter ego, che rispose con una risata a mezza bocca, in parte divertita e in parte infastidita.

"Non essere ingenua. Parlavo dell'energia spirituale che scorreva attorno a quei due bambini." disse. "Stiamo parlando di una persona che ha qualcosa a che fare con le apparizioni degli Hollow nel mondo umano. Gli Hollow sono bestie senza cervello che non offrono certo una degna sfida per una come me... ma proprio perchè non sono capaci di organizzarsi da soli, hanno bisogno di essere guidati da una mente che sia in grado di coordinarli e fare in modo che combattano contro un nemico comune anzichè uno contro l'altro."

"Pensi... che questo Urahara-san sia la persona che guida questi... Hollow?" chiese Moka, provando una sensazione di timore ed ansia. Se davvero fosse stato così, allora voleva dire che si erano andati a ficcare nella tana del lupo con le loro stesse mani?

"Questo non posso dirlo per certo. Non abbiamo nessun elemento per dirlo." affermò l'altra sua personalità. "Tuttavia, è sicuramente una persona a cui dobbiamo stare attenti. Non mi stupirebbe se fosse almeno in parte responsabile per il casino che sta succedendo."

Moka annuì, sperando che quello non fosse il caso...

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Un Senkaimon, un cancello che metteva in connessione il mondo umano con la Soul Society, si spalancò con un suono di risucchio, e da esso uscirono diverse figure che atterrarono senza problemi su un costone di roccia che dava su un deserto immenso ed apparentemente sconfinato, che si estendeva a perdita d'occhio e veniva interrotto soltanto dalla vista di una grande città in stile Tokyo antica che si profilava in lontananza, a circa una giornata di cammino dal punto in cui il passaggio dimensionale si era aperto. Tuttavia, anche guardandola da quella distanza, la città appariva immensa, molto più della maggior partedelle metropoli terrestri, e si vedeva un grande castello svettare da quello che doveva essere il centro della città.

"Wow... bello, il viaggio dimensionale. Non scorderò mai i mostri che mi ululano attorno o il panorama desertico." dissse con sarcasmo Rin Natsuki, sgranchendosi un po' le braccia nel momento in cui l'ultima persona del gruppo formato dalle Pretty Cure e da Ichigo e i suoi compagni arrivò nell'altra dimensione. "E così... questa sarebbe la Soul Society, eh? Dove vanno le anime di tutti coloro che tirano le cuoia sulla Terra? Bel posticino davvero. Perchè non mi ricordo di essere mai stata qui, eh?"

"I ricordi di tutti coloro che si reincarnano vengono cancellati. O almeno, questo è quello che mi è stato detto." affermò Ichigo, dando una rapida spiegazione. Le reazioni delle ragazze e dei loro compagni nel vedere la desolazione di quel luogo erano state un po' discordanti: Nozomi si guardava attorno spaesata, impressionata dal paesaggio sterile e desolato. Urara sembrava più incuriosita ed elettrizzata all'idea di essere in un nuovo mondo... mentre Komachi restava silenziosa e un po' intimorita, e Karen e Kurumi non davano l'impressione di essere particolarmente impaurite o eccitate, ma mantenevano un mirabile sangue freddo. Anche Coco, Natsu e Syrup sembravano abbastanza calmi, data la situazione... ma Coco riusciva comunque a sentire minacce tutt'attorno a loro, a causa delle anime perse che sciamavano tutt'attorno, e gli Hollow in cerca di preda... "Comunque, questa è la Soul Society, se ve lo chiedete. E quella che vedete in lontananza è Rokungai, la città dove le Tredici Divisioni hanno il loro quartier generale."

"Mi sembra ancora ieri che ci siamo infiltrati là dentro!" esclamò Orihime, sorridendo con aria un po' svagata mentre guardava in lontananza. Ishida sospirò, visibilmente irritato dal pensiero, ma non disse nulla.

"Bene, signori..." disse Urahara, dopo aver controllato che ci fossero tutti. "Se siamo sicuri che non manchi nessuno, allora possiamo avviarci verso Rokungai. Credo che... i miei ex-superiori abbiano un certo interesse a parlare con voi."

"Ricevuto!" esclamò Nozomi, il suo entusiasmo che superava l'iniziale titubanza. "Syrup, puoi portarci fin lì? Scusa se te lo chiedo?"

"Non dovresti nemmeno farla, una richiesta del genere!" rispose Syrup, per poi svanire in una nube di fumo, e riapparire sotto forma di un gigantesco piccione viaggiatore, con grande srpresa del gruppo di Ichigo - a parte Orihime, che passata la sorpresa iniziale si era subito messa ad esclamare quanto Syrup fosse adorabile anche nella sua forma gigante!

"In carrozza, signori!" disse Syrup. "Prossima fermata, Rokungai!"

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CONTINUA...

  
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