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Autore: Ari Youngstairs    13/01/2014    5 recensioni
Vi siete mai chiesti se tra Nutts e Komachi sia mai successo qualcosa?
Bè, io come persona malvagia e crudele che sono, per convincerli a dichiararsi gliene ho fatte passare di tutti i colori...
Non sembrava un giorno diverso dagli altri, finchè lo Scrigno della Rosa non ha richiamato le sei paladine, trasportandole in un mondo a loro sconosciuto, ma che si rivelerà il luogo della loro avventura più pericolosa.
Il loro cuori affronteranno prove difficilissime...tra cui la più ardua in assoluto: l'amore.
Ma Komachi si renderà conto che amare è un sinonimo di distruggere.
Distruggere se stessi.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Komachi Akimoto/Cure Mint, Nuovo personaggio, Nuts/Nattsu, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio tutti coloro che hanno recensito, letto e messo nelle preferite/ricordate/seguite. Non sarei nulla senza di voi ❤️





Dopo averlo liberato dalle pesanti catene, cercarono di capire che cosa gli fosse successo, ma Nutts continuava a farfugliare parole incomprensibili.
Dalle macchie sui vestiti e i segni sui polsi, sembrava aver perso molto sangue e Kokoda non tardò a soccorrerlo aiutandolo ad alzarsi.
-Nutts che ti è successo? Chi ti ha messo qua?-
Lui non rispose, ma riuscì ad aprire gli occhi: due pozze di inchiostro nero, decisamente più scuri e inquietanti di quando Komachi li aveva visti l'ultima volta, ma non ci diede troppo peso, vederlo respirare significava già molto.
-Alya...- il biondo riuscì a trovare la forza di mormorare parole di senso compiuto - Lei...lei c'è ancora, non è morta-
A quelle parole l'intero gruppo sbiancò, terrorizzato all'idea di un possibile scontro con quel demonio, anche se sapevano che sarebbe stato inevitabile.
Nonostante il terrore, però, dovevano farsi forza e pregare per tornare a casa. In fondo, era l'unico modo.
Avrebbe voluto partecipare alla conversazione agitata degli amici, abbracciare Nutts e stringerlo forte, ma non ci riuscì.
Il sonno la stava divorando lentamente da dentro, togliendole tutta quella poca energia che le rimaneva in corpo.
Appoggiò la schiena al muro e lasciò che le gambe le cedessero sotto il suo stesso peso, finché non si ritrovò seduta con le gambe strette al petto.
Si chiese che ora fosse, ma l'orologio che portava al polso era scomparso con i suoi vecchi abiti.
Cavoli se gli mancavano: il nastro intorno alla vita si era rotto, lasciando che la gonna volasse ovunque intranciandole il cammino, reso già difficoltoso dai tacchi alti. I jeans, le converse e il giubbetto erano come un oasi nel deserto. Un miraggio piacevole quanto impossibile.
Il sonno la strappò via da quei pensieri, facendole sperare in almeno cinque miseri minuti di riposo.

"Il gelo fu la prima cosa che sentì.
Le penetrava nelle vertebre e nelle ossa, tanto che avrebbe potuto spezzarle come polistirolo.
I polmoni al contrario bruciavano come braci, ma quando aprì la bocca questa si riempi di acqua gelida e amara costringendola a sbracciare nell'oscurità alla ricerca d'aria.
Raggiunse la superficie e inspirò a pieni polmoni: l'aria era densa di una nebbia oscura e sinistra. Sapeva di sangue.
Come c'era finita in mezzo all'oceano? Poco importava. Adesso doveva cercare della terra ferma in cui approdare.
Tentò di orientarsi con le stelle alzando gli occhi al cielo: c'erano troppe nuvole nere e sinistre per poter intravedere anche una sola scintilla di speranza.
"Bene" pensò. Era in mezzo all'oceano, senza stelle per orientarsi o un' isola su cui approdare. Per non parlare dell'acqua gelida che le penetrava nella carne. Sarebbe morta di freddo nel giro di pochi minuti.
Doveva fare qualcosa, perciò decise di nuotare per scaldarsi, senza farsi scoraggiare dalla densa foschia che le impediva di vedere dove stesse andando.
La nebbia nera era nettamente aumentata, ma doveva andare avanti a colpi di braccia ignorando il dolore atroce in tutto il corpo.
L'unico rumore era causato dalle increspature delle onde e...rintocchi di campana.
Pensò che stesse davvero per morire, soprattutto dopo aver visto la luce chec comparve tra la foschia. Una luce verde, macabra. Come i rintocchi sinistri delle campane che scandivano ogni secondo come un metronomo.
Solo dopo si rese conto di cosa stesse succedendo: stava arrivando un enorme veliero.
Possente, con alghe e molluschi che si arrampicavano per il legno scuro e consumato. Le vele strappate  che dondolavano meste dagli alberi maestri, più simili ad enormi lapidi che a quello che erano in realtà.
Non sembravano esserci passeggeri a bordo, eppure dal ponte venne gettata una vecchia scaletta. Non le restava altro che salire.
Non erano altro che assi di legno legate tra loro con una vecchia corda. Non si sarebbe mai aspettata che una vecchia scala del genere le salvasse la vita.
Arrivò sul ponte: c'erano casse di legno accatastate ovunque, e la puzza insopportabile del pesce andato a male le annebbiava i pensieri.
Notò che sulla prua c'era una figura dalle fattezza umane, l'unica cosa vivente che sembrava essere sul veliero.
Gli si avvicinò e poté metterne a fuoco i particolari, come il mantello rosso e le ciocche bionde dei capelli che sfuggivano al cappello nero. Doveva essere il capitano.
-Grazie...per avermi salvata-
Vide i muscoli dell'uomo irrigidirsi all'improvviso. Forse se avesse tenuto la bocca chiusa...no! Non avrebbe potuto restare lì per sempre.
-Komachi...-
Sentì la bocca dello stomaco serrarsi e bloccarle il respiro. La conosceva fin troppo bene quella voce.
Il ragazzo si voltò liberando la chioma bionda dal cappello, e i loro sguardi si incatenarono: oro contro smeraldo.
-Nutts...-
-Vattene Komachi. Puoi salvarti.-
-Salvarmi da cosa? Perché sei qui? Perché SIAMO qui? Cos'è questo posto...-
Troppe domande senza risposta. Era tutto così lontano e impossibile...per la milionesima volta si chiese il perché di tutto questo.
-Siamo stati scelti. Altri come noi hanno viaggiato qua-prese un lungo respiro- Quello che vedete voi non sono io. O meglio. Dentro il mio corpo ora c'è una delle creature di Alya.-
Cominciò a camminare avanti e indietro per il ponte torturandosi le mani.
-Altri hanno subito quello che abbiamo subito noi. Ma noi ci siamo ribellati e pagheremo di più. Molto di più. Ma io e Alya siamo scesi ad un patto. Potete salvarvi.-
-Non me ne vado senza di te.- Contestò lei decisa più che mai - E poi, cos'è questa storia della barca?-
In quel preciso istante, la nave si riempì di anime umane e urlanti, che si trascinavano come spettri martoriati da chissà quali torture. 
Komachi lanciò un urlo nel sentire i lamenti dei fantasmi. Le fecero accapponare la pelle come mai nessuno aveva fatto. Le vennero in mente gli scherzi di Halloween, in confronto a quelli così stupidi e strappa risate.
Uno degli spettri l'afferrò per una caviglia con la mano effervescente, ma bastò un calcio da parte di Nutts per farlo sparire in una nuvola di fumo.
-Lui è uno dei prescelti- sussurrò il biondo -come noi-
Basta, era stanca di tutti quegli orrori e di tutte quelle scoperte terrificanti. Una donna che uccideva i giovani per garantirsi l'immortalità era una cosa tipica dei libri. Non della realtà.
-Benvenuta nella nave dei Decimati- "







Angolo del mostro
VI PREGO PERDONATEMMIIII !!!!!
La scuola e tutto il resto non mi hanno dato tregua, vi prego perdonatemi!
Purtroppo a causa degli impegni e dei blocchi da scrittrice, non riesco più ad aggiornare in un arco di tempo decente. Perdonatemi, davvero. 
Cosa ne pensate di questo capitolo? Non siete obbligati a recensire.....ma se foste così gentili....naturalmente, se avrò sopra le 6 recensioni potrei anche aggiornare prima....😈😈😈Muahahahaha😈😈😈 
Sono ben accette le critiche, perciò ditemi se c'è qualcosa che non va senza vergognarvi U.U
Il capitolo è tremendamente corto, perciò vi prego di perdonarmi di nuovo. Non sapete quanto mi dispiace, in questa storia (la mia prima in assoluto) ci metto tutta me stessa e faccio del mio meglio. Grazie a tutti!

IPER IMPORTANTE!
Sono svampita, lo so.
Comuque, volevo avvertire che per svariati motivi di comodità (sia mia, sia vostra), i prossimi capitoli verrano scritti in 1ª persona al presente. Perciò, la storia verrà raccontata direttamente dal punto di vista di Komachi. Grazie ancora!


Bacioni,
Cure Ari
   
 
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