13/01/2014
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Battiti accelerati.Quella era stata la sua colazione quella mattina, qualche biscotto e una tazza di tè, accompagnata dalla tachicardia sfacciata che la coglieva ogni qualvolta Anna avesse un impegno da affrontare.
Ogni singolo battito le faceva ripercorrere mentalmente le tappe della sua vita, aveva un più che nitido ricordo di quando era una bambina esile con i capelli biondi in procinto di eseguire qualche elementare operazione matematica davanti ad una lavagna, fino ad arrivare all'immagine di lei di fronte ai professori del liceo, per non parlare poi degli esami universitari.
Sapeva di essere un tantino esagerata nel pensare che avrebbe preferito affrontare una guerra in quei momenti, ma niente, assolutamente niente le impediva di formulare mentalmente la richiesta di un teletrasporto in un campo di battaglia.
L'impegno di quella mattina però era ben diverso da quelli che il suo cuoricino impazzito le ricordava, stavolta, e per la prima volta si trattava un colloquio di lavoro, un posto sicuro, ben pagato, insomma, quell'occasione che tutti vorrebbero e a cui nessuno rinuncerebbe.
Mentre si lavava i denti, come sempre ben attenta a non bagnare la manica del pigiama, Anna però aveva notato nello specchio un'espressione sul suo viso che l'aveva turbata, c'era qualcosa dentro di lei che non riusciva ad esprimersi, non proprio una preoccupazione, nemmeno l'agitazione, quella la riconosceva fin troppo bene e ne riusciva quasi a sentirne l'odore, qualcosa di più eccitante ma che allo stesso tempo la intimoriva.
La sensazione che da tutta la notte le risuonava dentro come una fastidiosa vocina, persino un po' saccente, non aveva nessuna intenzione di palesarsi nè di farsi comprendere.
Sia nel sonno che durante la veglia.
In ogni caso Anna non aveva più molto tempo da perdere interrogandosi sulla questione, quindi uscì dal portone e dopo i consueti tre giri di chiave scese le scale, diretta al suo primo colloquio di lavoro.