Grazie mille per le recensioni, non me le apsettavo!
Spero continuiate a seguire questa storia, un bacio
Rose...
2.
Arrivò il giorno della partenza.
La sera prima io e Cassie preparammo le valige, e dentro
mettemmo tutto quello che comprammo quella mattina, infatti
Cassie mi portò a fare shopping, oddio fare shopping con lei era
divertentissimo, faceva letteralmente impazzire le commesse, quella ragazza
l’adoro troppo, è un mito!
-Bee, che ne dici, lo porto questo top?-
-direi di si, si intona bene al
pantalone bianco di lino- rispondo
-hai ragione- disse mettendolo in valigia –ci pensi? Due
settimane a goderci la vita!!- disse fin troppo
entusiasta –spero di conoscere qualche ragazzo carino!-
-lo sapevo!- risi
-e tu ci pensi che finalmente potrai farti avanti con Hale?-
-ma dai, pensi davvero che possa farmi avanti con un tipo come
lui? Fa parte della classe dei “superiori”- cantai sospirando
-davvero dai retta alle cazzate di quel idiota di mio fratello?-
-ma non c’era bisogno che me lo dicesse
tuo fratello, per sapere che non posso mai piacere ad una persona come lui-
-cosa hai tu che non va?-
-fin troppo semplice per un tipo come Hale-
-ed è questa la tua vera bellezza, la semplicità-
-non metterti a fare la poeta, adesso-
sorrisi imbarazzata
-parlo sul serio, poi se non ti nota, è un idiota!-
Bussarono alla porta, ed era la signora Wood,
ci disse che Aretha era appena arrivata e ci
aspettava giù, Cassie ed io prendemmo le nostre valige e le scendemmo al
piano di sotto.
Salutammo la signora Wood e salimmo
nella loro Merced Benz,
davanti stavano seduti Lise e alla guida Hale, Dio,
era da tempo che non lo vedevo, ma lui era sempre bellissimo,
capelli neri un po’ mossi, che porta sempre corti, occhi castani,
ma così chiari che a volte sembrano dorati e quel sorriso
angelico…
-ciao Bee- disse non appena salii in
auto, sempre con quel suo sorriso bellissimo
-ciao Hale, Lise-
sorrisi anche a lei per educazione, lei non mi degnò nemmeno di
uno sguardo, come al solito
-Aretha!!!-
l’abbracciai, era seduta accanto a me in auto, erano due settimane che
non la vedevo, esattamente da quando era finita la scuola –grazie
dell’invito!- la ringraziai
-pensi che mi sarei mai divertita senza
di voi?- disse sorridendoci
-ed Allie?- chiese Cassie
-ci raggiunge tra due giorni, oggi ha un matrimonio- rispose
-allora ragazze, promosse quest’anno?- chiese Hale, che ormai si era messo in guida
-come minimo, dopo aver passato l’anno a sgobbare dietro i
libri- lui si voltò dietro da me e mi sorrise, oddio quel sorriso, stavo
per sentire caldo io o lo faceva realmente? Probabilmente tutte e due le cose,
non pensavo riuscisse a farmi ancora questo effetto quel ragazzo, ad un tratto
sentii qualcosa sussurrata al mio orecchio
-se devi sbavare, almeno fallo lontano da me, sai che schifo?-
mi voltai e vidi Faron, mi ero dimenticata che fosse seduto alla mia destra
-sta zitto, deficiente!- dissi alzando la voce
-vedo che vi state sempre simpatici, voi due- disse ridendo Hale
-beh si, ogni giorno di più!- disse Faron
– come tu stai molto simpatico a Bee!- ma che
diavolo gli era preso? Ma era impazzito? Aveva intenzione davvero di farmi fare
qualche figuraccia? Sentii il sangue salirmi in testa, arrossii, sia di rabbia,
ma anche perché vidi Hale guardarmi attraverso
lo specchio dell’auto, mi limitai a dare un pestone a Faron
–Ahi!- strillò
-ben ti sta- dissi a denti stretti
Arrivammo dopo circa un’ora e mezza d’auto,
un’ora e mezza di paradiso e d’inferno, di paradiso grazie ai
sorrisi angelici di Hale, d’inferno per le
offese gratuite e le frecciatine di Faron. Hale ci aiutò a
prendere le nostre valige, mentre quello scansafatiche si limitò a
prendere la sua ed entrare nello yacht insieme a Lise, ero sempre più
convinta che quei due erano fatti per stare insieme.
Salimmo sopra lo yacht e sistemammo le nostre cose dentro, io,
Cassie, Aretha e Lise, dormivamo nella prima stanza,
mentre nella seconda, Hale e Faron.
Lo yacht era semplicemente stupendo, il padre di Aretha dirige una catena di hotel, questo spiega il
perché di tutto quel ben di Dio, non era un mistero la ricchezza di Aretha, ma non se ne era mai vantata, anzi, la condivideva
con noi, senza mai lodarsi di niente, al contrario della sorella, che ci ha
sempre disprezzate per questo, più me ed Allie , che Cassie, lei economicamente se la passa bene, certo
non come Aretha, ma non si può lamentare.
Indossammo i costumi, avevamo deciso di fare un
bagno prima che faccesse buio, indossai il
costume che avevo comprato il giorno prima, insieme a quella matta di Cassie,
sorrisi al pensiero di ieri con lei a fare shopping, era semplice, color verde
mela, con i laccetti, e nel pezzo di sopra
c’era disegnato un piccolo pesciolino, attaccai in una coda di cavallo, i
miei lunghi capelli neri, e misi un pareo, provavo vergogna a camminare
soltanto in costume.
Raggiunsi le mie amiche, che erano sdraiate in delle poltrone a
prendere quel poco di sole che era rimasto
-pensavo dovessimo fare un bagno-
-non posso- disse Cassie – devo abbronzarmi-
-amica, lo sai che in acqua ti abbronzi di più-
-sciocchezze- disse continuando a prendere il sole, guardai Aretha
-non dirmi che la pensi come lei-
-ehm, veramente-
-voi due siete da ricovero- dissi scuotendo la testa e
allontanandomi, ma erano davvero convinte che se si fossero tuffate non si
sarebbero abbronzate?
Decidi di fare quel bagno lo stesso, sentivo davvero caldo e non
ce la facevo più, dovevo rinfrescarmi, senza pensarci due volte mi tuffai
in acqua, che sensazione piacevole, sentire l’acqua fredda avvolgerti
d’un botto.
-hey!-mi voltai e vidi che Hale
era dietro di me, stava facendo anche lui un bagno, sarò
scontata come dice quel cretino di Faron, ma era
bellissimo, la luce del sole illuminava i suoi occhi che li rendeva quasi
dorati, poi quel suo sorriso angelico, per tutta risposta mi limitai a
sorridere come un’ebete.
-come mai fai il bagno da sola?- mi chiese
-perché devono abbronzarsi-
dissi scocciata
-capisco, beh anche qui in acqua avrebbero potuto farlo- quel
ragazzo era davvero proprio brillante, anche lui la pensava come me.
-vallo a chiedere a loro!-
-comunque, come va?-
-bene, grazie e te?-
-non mi posso lamentare, il primo anno di università
è andato bene- su questo non avevo dubbi, è stato sempre uno dei
migliori studenti del nostro istituto, si è diplomato con 100 e lode,
oltre ad essere bellissimo è anche un ragazzo molto intelligente.
-mi fa piacere- risposi
-e tu cosa mi racconti?-
-mah, la solita vita a dire il vero-
-quindi niente ragazzo?-
-no no- e adesso che razza di domande fa? Avrei tanto voluto
fargli la stessa domanda, ma lo so che non avrei mai trovato il coraggio di farlo
-beh, neanche io- ma cosa fa, mi legge nel pensiero? Non dissi
nulla, si creò un silenzio imbarazzante, quando a spezzarlo fu lui
-che ne dici se rientriamo, tra un po’ si fa buio-
-hai ragione- e nuotando, raggiungemmo lo yacht.