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Autore: drummatic    13/01/2014    2 recensioni
"infondo, cosa importa oltre a queste lenzuola bianche che condividiamo io e te?"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lenzuola bianche
 
La loro era stata una di quelle storie che cominciano per caso, così, da un giorno all’altro.
E le loro mani quando camminavano si sfioravano, sempre, ma le loro dita non si intrecciavano, mai.
Lui timido, le mani in tasca la prima volta che l’aveva vista, un sorriso un po’ tirato e forse un po’ impacciato.
Le fossette agli angoli della bocca.
La ragazza aveva appoggiato il piccolo bicchiere col cappuccino sopra il bancone in marmo del bar, e semplicemente, aveva detto: “sono due sterline”, poi aveva sorriso.
Lui di rimando aveva frugato fra le tasche dei jeans e ne aveva tirato fuori due monetine, che aveva poi fatto tintinnare sul bancone, e se n’era andato.
Lei aveva sospirato e poi sorriso di nuovo.

Non si sa bene come, non si sa bene quando, lui le aveva chiesto di uscire, lei aveva accettato e poi, una cosa tira l’altra, quest’ultima si fa trascinare, e c’è tutto un vorticare di circostanze, e parole, e sussurri, e baci, e mani che si sfiorano, labbra che sorridono, labbra che si incontrano, qualche lacrima che scende, ma poi di nuovo mani, e labbra e corpi che si sfiorano e si toccano e forse, impazziscono.

Loro erano così, semplici, diversi, magari anche un po’ incasinati, ma, nonostante tutto, a loro piaceva.

L’appartamento non molto grande, ma luminoso, con la porta a vetri che a lei piaceva tanto. A lui non interessava, perché diceva che, infondo, bastavano loro due, e la casa sarebbe potuta essere anche senza porte e finestre, e loro dentro, e a lui sarebbe piaciuto ugualmente, perché si, perché c’era lei, perché si.
Capita alle volte che lei si alzi, di mattina presto, infili una maglia di lui, quelle belle e grandi, e profumate, che hanno il suo profumo, ma che sanno anche un po’ di chi le indossa, e quindi sanno di un “noi”, che a tutti piace un po’ troppo.
E con la maglietta che le arriva sopra le ginocchia sguscia fuori dal letto, via da lui, dalle sue braccia, e va in salotto, per guardare il giorno nascere. E sorride.
Lui si rigira nelle coperte, e tasta la parte sinistra di quelle lenzuola bianche e stropicciate, e sente solo uno spazio vuoto, e freddo, e troppo bianco.
Allora si alza, percorre a passi lenti e misurati il corridoio, affacciandosi in salotto.
E, come ogni volta, la vede, lì, che contempla i tetti, e i palazzi, e le case, e il cielo.
Così si avvicina e  da dietro la stringe a se, circondando la sua vita con le braccia calde, e con le mani, grandi e ruvide, le accarezza la schiena, e poi il ventre.
Lei chiude gli occhi, appoggiando la testa alla sua spalla.
Poi si volta, e gli sorride. Uno di quei sorrisi che sanno di “ti prego non lasciarmi” o “con te sto bene, ma shh”.
Lui la stringe di più, poi la prende per mano, e questa volta si, le loro dita sono intrecciate, ritorna verso il letto sfatto.
Si infilano sotto le coperte, lei accanto a lui, lui accanto a lei.
Le braccia di lui strette una attorno alle sue spalle e l’altra attorno al suo corpo.
Lei rannicchiata, le gambe intrecciate con le sue.
E così si addormentano nuovamente, e magari si svegliano a mezzogiorno, o anche più tardi. Ma non importa.
“Infondo, cosa importa oltre a queste lenzuola bianche che condividiamo io e te?” aveva sussurrato lui, un giorno. Una di quelle frasi che avrebbero voluto dire tanto di più, ma che poi, alla fine, restano bloccate. Lui non era mai stato bravo con le parole, lei lo sapeva, e per questo non lo biasimava, anzi, amava quel suo tono impacciato e nervoso, la piega delle sue labbra e l'espressione dei suoi occhi. Tutto un altro paio di maniche, in realtà, era il sorriso timido che compariva in seguito sul suo volto. 
Così lei lo aveva guardato con tutto l’amore possibile, certa che il cuore, un giorno o l'altro, sarebbe esploso e vaffanculo, e aveva sussurrato di rimando: “Importiamo io e te, Ashton Irwin, io, e te.” 

~
 

Grande ritorno?!
Nahh. 
Era passato troppo tempo dall'ultima volta che ho pubblicato qualcosa, non ne sentivo il bisogno, non avevo idee..niente di niente. 
Ho deciso di pubblicare questa os soprattutto perché riguarda Ashton, che è la persona più dolorosa/schifosamente stupenda che abbia mai visto. 
Sono masochista ok?!?!?!
Comunque fatemi sapere che ne pensate :)
Ci terrei a precisare che mi sono inspirata un po' allo stile di un'altra ragazza, quindi se pensate che sia una copia ditemelo subito che la cancello! Premetto che non era mia intenzione, io mi sono, appunto, inspirata, ma se da qualcuno dovesse essere presto come un ricopiatura, ditemelo, grazie! :-)
Ciàààà. 
drummatic. 

la ragazza alla quale non ho dato un nome:
 
ashton: 

 
  
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