PROLOGO
Quel
giorno di fine luglio Elena si sentiva distrutta, aveva passato tutta la vita in
quella cittadina di provincia dove tutto era fin troppo tranquillo e non credeva
di poter provare un dolore così devastante. Aveva appena visto la sua migliore
amica con il ragazzo che amava da più di due anni, non che c fosse mai stato
niente tra loro ma Elena era persa per lui e Marina lo sapeva
benissimo.
Purtroppo
per lei Elena aveva un carattere molto riservato e quindi non aveva avuto il
coraggio di dire niente,si era tenuta tutto dentro forse perché in cuor suo era
convinta che la colpa fosse sua; si sentiva brutta impacciata e sapeva che non
poteva competere con la bellezza prorompente di Marina.
Così,
quando le si presentò l’occasione di partire per Parigi con l’università,la
prese al volo non disse niente a nessuno tranne i suoi genitori e alla sua cara
amica Anna…voleva staccare da tutto e da tutti.
Arrivata
nella grande metropoli si sentì subito un po’ meglio, percepì immediatamente la
libertà che si respira in un ambiente così grande, persino l’indifferenza della
gente non le dispiaceva;in tutti quegli anni aveva imparato a chiudersi a riccio
in se stessa per via delle sue insicurezze e a cercare d essere invisibile,
perciò il fatto che le persone lì tendessero a preoccuparsi solo d se stessi la
faceva sentire più tranquilla, niente avrebbe potuto scalfire la sua
corazza.
CAPITOLO 1
Ecco,
a Parigi c’era arrivata, non era stato poi così difficile; aveva dovuto solo
prendere un treno,per prima cosa ora doveva trovare una sistemazione. La prima cosa
che le venne in mente fu di andare all’università per leggere un po’ di annunci
per studenti. Elena scese alla
fermata della metro che la guida indicava, dopo una mezz’oretta circa che
camminava però non ne era ancora venuta a capo, vedeva tanti ragazzi in giro
quindi capiva d essere nella zona giusta ma non riusciva a trovare l’entrata
dell’università. Non male,pensò,sei a Parigi da due ore e t sei già
persa, forse facevi meglio a startene a casa dove facevi ogni giorno la stessa
strada la sua mente volò rapidamente a quel pomeriggio in cui aveva sorpreso
Marina e Luca avvinghiati..il suo Luca, quanto avrebbe voluto vederlo. Il flusso
dei pensieri della ragazza furono interrotti dal suono di due chitarre e da una
voce maschile profonda e ammaliante, Elena
si girò d scatto e vide su un muretto dall’altro lato della strada due
ragazzi con la chitarra e uno che cantava:
I
send an sos to the world
I
send an sos to the world
I
hope that someone get my
message
in a bottle, message in a bottle..
Elena
adorava quella canzone , si ritrovava spesso ad ascoltarla nel suo ipod e in
quel momento,stanca a sperduta in una città enorme, avrebbe avuto proprio
bisogno che qualcuno ricevesse il suo messaggio di aiuto in una
bottiglia.
Guardò
con attenzione i due musicisti,voleva capire perché intorno a loro si era
fermato un gruppetto di ragazze in fibrillazione,appena si fu avvicinata capì il
motivo.. erano davvero carini: il chitarrista era biondo con i capelli corti e
aveva un’espressione cordiale in viso,sorrideva a chiunque passasse mentre il
cantante era totalmente immerso nella canzone,sembrava si fosse dimenticato di
essere lì in mezzo a tanta gente e non si curava per niente dei complimenti
delle sue “fans”. Dio che visione non poté fare a meno di pensare Elena;
era il ragazzo più bello che si ricordava di aver visto, le sembrava piuttosto
alto e prestante,anche se era seduto,ma ciò che la colpì di più fu il suo viso;
aveva dei lineamenti delicati, dei profondi occhi marrone scuro e labbra carnose
e invitanti. Ogni tanto soffiava
via dal viso una ciocca di capelli
scuri e lievemente ricci che evidentemente lo disturbava, e ad Elena
sembrò che il bel sconosciuto sapesse essere
affascinante anche nel compiere un gesto apparentemente
insignificante come questo. Elena
avrebbe tanto voluto che fosse proprio lui a rispondere al suo messaggio d’aiuto
ma sicuramente non avrebbe mai avuto il coraggio di avvicinarsi; era troppa la
paura di sentirsi respinta e presa in giro... l’approccio con il genere
maschile l’aveva sempre intimorita
, specialmente se il ragazzo in questione era in gruppo e aveva l’aria da
“sciupa femmine”.
Provò
a chiedere delle informazioni ai passanti ma il suo francese era veramente molto
zoppicante (aveva seguito un corso per principianti di pochi giorni prima di
partire e basta) e i parigini non si dimostravano molto disponibili. Elena era
veramente esasperata, possibile che non si potesse comunicare neanche con
l’inglese? D’un tratto però sentì i due musicisti che finita la canzone
salutavano e ringraziavano delle turiste
che gli stavano lasciando una cospicua mancia, in inglese. I ragazzi sembravano molto gentili con
loro quindi,dopo che le donne se ne erano andate,si fece coraggio e si avvicinò,
era ancora troppo lontana però per sentire la conversazione che si scambiarono
i due mentre smontavano gli
strumenti..
il
biondino fece all’altro: “ehi amico non t riconosco più! Sei stato tutto
zucchero con le tipe,non erano neanche un gran ché, dove sono finiti i tuoi modi
da bello e impossibile, ti stai rammollendo?”
“ma
falla finita!quelle ci hanno lasciato un sacco di soldi non potevo mica
trattarle male, io sono sempre lo stesso vedrai che alla prossima occasione te
lo dimostrerò”
“mah
sarà..”
Lo
scambio di battute venne interrotto dalla voce incerta di
Elena:
“ragazzi
scusate sapete come faccio ad arrivare a Rue de Pantheon per
favore?”
il
biondino non fece in tempo a rispondere perché l’altro attaccò:
“certo!
è un po’ lontana però, devi percorrere tutta questa strada fino in fondo, ci
vorranno 20 minuti, quando arrivi a una piazza con la fontana centrale chiedi di
“rue Charles De Gaulle”. Elena tirò un sospiro di sollievo, la visione
non era soltanto bello ma si
era dimostrato veramente adorabile, incapace di staccargli gli occhi di dosso
gli sorrise e li salutò incamminandosi nella direzione
indicata
Quando
la ragazza si fu allontanata i due scoppiarono in una fragorosa
risata..
“eccoti
tornato, il solito stronzo! poverina però mi sembrava spaesata in più dovrà
camminare tanto per niente” disse il biondo, e l’altro
rispose:
“eh
che colpa ne ho io se abbiamo beccato una rincoglionita che non sa leggere
neanche in che via si trova..” poi fermò un passante per chiedergli in che via
si trovassero “Rue de pantheon” si sentì rispondere, e allora continuò:”
visto?lo sanno tutti, basta leggere!e poi
non le ho mica sparato era solo
uno scherzo innocente” “ok,ok ora però andiamo a casa, viene il
proprietario a prendere l’affitto e se non
c facciamo trovare anche sto mese c sarà poco da
scherzare..”
I
ragazzi si avviarono in direzione opposta a Elena che intanto camminava a un
metro da terra.
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