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Autore: LadyAgnesFreiheit    14/01/2014    2 recensioni
- Arrivano oggi!-, urlò ancora Hellen.
- Diventeranno i miei fratelli!-.
- I tuoi. Non i miei, cara!-.
- Oh Hellen, magari sono dei cessi!-, rise Agnes.
- Beh….-, continuò Sofie. - Giudicando Gordon avrei SERI dubbi!-.
- Oh, perché siete tutte fissate col mio patrigno?-.
- Perché è figo!-, risposero in coro le tre.
- Okay, ammetto che se fosse vent’anni più giovane e non fosse il mio patrigno un pensierino ce lo farei, ma… Dio! Rimane il fatto che i vostri sogni erotici non mi riguardano minimamente!-.
- Fammi capire! Tu non hai MAI conosciuto i figli di Gordon?-, chiese stupita Sarah.
- Nah…-, alzò le spalle lei guardando i tipi della squadra di basket che entravano nell’aula. - E ad essere sincera non m’interessa minimamente conoscerli.-.
- Ancora questa storia!-, girò gli occhi Sofie.
- Saranno due intellettualoni del cazzo. Insomma, Gordon poteva lasciarli a Magdeburgo no?-.
- Sì, certo!-, girò gli occhi Hellen. - Quale padre lascerebbe i figli in provincia, quando ha la possibilità di sposare la più famosa stilista di Berlino, vivere in un Megavillone nel Mitte e mandare i figli a studiare al Graues Kloster? Sarebbe un pazzo!-.
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Terzo Capitolo
 
<< Ma assolutamente NO!>>, la guardò dallo specchio. << E’ assolutamente fuori discussione!>>, pettinò con forza i capelli lisci e lunghi.
<< Bill e Tom devono ambientarsi e tu, signorinella, li porterai con te!>>, Sabine, appoggiata allo stipite della porta, guardò la figlia dall’alto dei suoi tacchi tredici sorridendo beffarda.
<< Mamma….>>, Agnes sospirò aggiustano i capelli in una coda alta. Andò dalla madre e le poggiò una mano sulla spalla. << Ho già accettato di portarmeli dietro questa sera, non voglio una cosa lamentosa e irritante dietro anche mentre faccio Shopping con le mie amiche.>>, schioccò la lingua ed uscì dal bagno scendendo velocemente le scale; prese il guinzaglio della sua cagnetta ed inforcò gli occhiali. << Cassie!>>.
La cagnetta corse dalla padrona e scodinzolò alzandosi sulle zampe posteriori poggiando quelle anteriori sulle gambe di Agnes. << CASSIE! I MIEI JEANS ARMANI NO!>>, la prese in braccio e le mise il guinzaglio color fuxia tempestato di strass.
<< Dove credi di andare, signorina?? Non ho ancora finito!>>, Sabine le sbarrò la strada mettendosi davanti la porta d’ingresso. << Tu porterai i tuoi fratelli con te alla Fayette e al KDW senza fare storie, mi sono spiegata? A meno che tu non voglia rinunciare alla sfilata sotto la porta di Brandeburgo.>>.
<< MAMMA QUESTO NON E’ LEALE!>>, Agnes sgranò gli occhi.
Quella sfilata era il suo sogno più profondo. Aveva fatto sfilate a New York, Los Angeles, Milano, Parigi, a Berlino stesso, ma mai era riuscita a conquistare quel monumento che tanto la affascinava. C’era qualcosa di magico lì, sotto quelle colonne, sotto quella Quadriga, in quella piazza meravigliosa. C’era qualcosa che l’affascinava e le metteva i brividi ogni qual volta passava con la macchina per andare a scuola, le sere tranquille passeggiando, quando si sentiva triste e si rifugiava tra le colonne di quella porta.
Era solo un fottuto monumento, ma lei ne era innamorata. Totalmente.
E il suo sogno ultimo era quello di fare una sfilata, una grande sfilata di Alta Moda proprio lì, con tutta Berlino che ammirava le sue creazioni e le luci che si riflettevano sulle colonne della porta.
E sua madre non poteva assolutamente ricattarla in quel modo!
Lei sapeva quanto fosse importante per lei.
<< Porta i tuoi fratelli in giro con te, Agnes!>>.
<< Ma perché?!>>, strillò.
<< Perché…>>, sospirò. << Agnes, amore mio, voglio che vi vediate come dei punti di riferimento, come una spalla a cui appoggiarsi più in là nel tempo.>>.
<< Io non voglio che Voldemort mi porga una spalla su cui piangere, io voglio solo andare a fare shopping!>>, guardò l’orologio a pendolo sul muro. << E sono fottutamente in ritardo! Le altre mi aspettano a Pariser Platz!>>.
<< Smettila di appellare Bill! Tu non lo conosci ancora….>>.
<< Spiacente, non è nelle mie priorità!>>, fece un sorriso splendente e prese le chiavi della Mercedes.
<< Agnes, tu uscirai con tuo fratello, che ti piaccia o no!>>, Sabine le prese dalle mani le chiavi dell’auto e salì le scale. << Bill, sei pronto, tesoro?>>.
Bill si guardò un’ultima volta allo specchio e scese le scale. << Tom non viene! Odia lo shopping ed io spero vivamente che la strega del male non mi rovini la giornata!>>.
Sabine rise e posò un bacio sulla guancia del figlioccio porgendogli le chiavi.<< Guida tu. Mi fido di te, Agnes deve imparare!>>.
Bill guardò le chiavi della Mercedes e poi la donna, mentre i suoi occhi si illuminavano e le sue labbra si allargavano in un sorriso trionfante. << Io…. La Mercedes….?>>.
Sabine le schiacciò l’occhio e ridacchiò salendo le scale.
<< Allora? Ti muovi?>>, Agnes sbuffò ed aprì la porta uscendo. << Voglio le mie chiavi!>>, fece entrare la cagnetta nell’auto dal lato del passeggero e sbuffò allungando una mano verso Bill che la raggiungeva con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
<< Il tuo peluche dovrebbe stare sul tappetino, non sui sedili di pelle, questi jeans costano un sacco!>>,Bill ammiccò guardando la sorellastra.
<< La mia Cassie non starà mai sui tappetini, primo. Secondo, è dieci volte più importante di te, quindi merita lei di stare avanti, terzo, pff! Sicuramente li avrai presi da un negozietto delle pulci!>>, Agnes ridacchiò allungando di più la mano verso di lui. << Chiavi, prego!>>.
<< Mi dispiace, ma oggi guido io, ordini dall’alto!>>, il ragazzo salì al volante e mise in moto. << Allora? Ti muovi?>>.
<< COSA???>>, Agnes salì al suo fianco prendendo Cassie fra le braccia. << ESCI IMMEDIATAMENTE DALLA MIA AUTO O IO… IO… IO TI MORDO!>>.
<< Spiacente. >>, Bill abbassò gli occhiali sugli occhi facendo retromarcia ed uscendo dalla villa. << Ma non ho interesse per le tue prestazioni sessuali!>>.
<< Nessuno ha interesse nel dartele, Wihlelmina!>>, Agnes incrociò le braccia al petto e guardò Cassie seduta comodamente sulle sue gambe. << Sai dov’è il KaDeWe, almeno?>>.
Bill si accese una sigaretta mentre svoltava verso il centro. << No.>>, ammise facendo il primo tiro. << Sto andando a La Fayette, se non l’hai capito.>>.
<< Ma le mie amiche mi stanno aspettando al KaDeWe!!>>, urlò rubandogli la sigaretta dalle dita. << E non ti ho dato il permesso di fumare nella MIA auto!>>, si portò la sigaretta alle labbra facendo un lungo tiro.
<< E poi, DIO, WILHELM!>>, rise guardando il filtro unto. << Metti davvero il lucidalabbra?>>, rise forte guardando il fratellastro. << Sei così fottutamente checca!>>
Bill si sporse stizzito e le rubò la sigaretta dalle labbra. << E tu devi per forza mettere queste etichette del cazzo a tutto ciò che non sia fottutamente mascolino e non abbia dei muscoli unti e un cazzo ben esposto?>>, girò gli occhi cercando un parcheggio in Friedrischstraße. << E poi è un burrocacao!>>.
Agnes accavallò le gambe e scrollò le spalle. << Non sono etichette. Sei tu che ti metti addosso l’etichetta della checca lamentosa; lo sai che puoi essere gay anche senza farlo notare a mezza Sassonia?>>.
Bill parcheggiò e piantò gli occhi nei suoi. << Primo: non sono gay. Secondo: che male c’è nel mettere il burrocacao? Terzo: guarda che un ragazzo che si trucca non è necessariamente gay. Gli stereotipi li fai tu e tutti quelli che credono come te che tutti i ragazzi un po’ più eleganti e con il trucco agli occhi siano per forza delle checche isteriche che non vedono l’ora di essere sbattute su un qualsiasi piano per urlare e farsi sentire da tutta la Germania. Ops, quella sei tu. >>, ammiccò prendendo la sua borsa di pelle.
Agnes lo guardò negli occhi sconvolta mentre Bill slacciava la cintura e scendeva dall’auto. << Allora, vieni?>>.
La ragazza prese la sua borsa e Cassie fra le braccia scendendo dalla propria auto per poi urlargli: << Come scusa?!>>.
Bill continuò a fumare ancheggiando tranquillamente sul marciapiede opposto alla Fayette, ammirando i negozi delle grandi firme; Agnes lo rincorse sui suoi tacchi e prese il suo polso facendolo voltare. << Come… come OSI?>>, urlò sconvolta.
Bill se la scrollò da dosso e continuò a camminare da solo.
<< WILHELM!>>, urlò ancora facendo voltare un gruppo di ragazzi vicino a Gucci e una vecchietta col carrello della spesa stracolmo. Bill di canto suo girò gli occhi al cielo e gettò il filtro sul marciapiede e si bloccò senza voltarsi; Agnes lo raggiunse e guardò il suo profilo attentamente. Poteva giurare di non aver mai, MAI nella sua vita, visto un profilo così perfetto come quello di Bill. I lineamenti erano femminili sì, ma bellissimi: il naso dritto con l’attaccatura alta, gli occhi truccatissimi e le ciglia lunghe, le labbra carnose così belle e delicate, la mandibola tesa era forse l’unico elemento che tradiva quel viso apparentemente femminile e delicato del suo fratellastro. Scosse il capo da quei pensieri ed imbronciò le labbra stringendo Cassie con una mano. << Primo punto: tu non mi lasci sola in quel modo, okay? Secondo punto: IO non sono una troia che ama farsi sentire da tutta la Germania! Terzo punto: COME SAREBBE A DIRE CHE NON SEI GAY?!>>, spalancò la bocca guardando Bill scoppiare in una fragorosa risata.
<< Perché eri così sicura sul fatto che fossi gay? Lo vedi che stereotipizzi tutto?>>, Bill la guardò entrando nel grande centro commerciale.
<< Beh…>>, Agnes si accorse che non aveva una risposta valida e presto si sentì una stupida davanti alla grande gaffe che aveva fatto. Arrossì mordendosi un labbro e lo seguì nell’area dei cosmetici.
Strano, si disse, di solito a lei non fregava molto di fare brutte figure; di solito lei NON FACEVA brutte figure!
Quel fottuto ragazzino egocentrico e megalomane aveva quella fottutissima capacità di farla andare in tilt e per questo Agnes sentì una strana sensazione nello stomaco: una grandissima voglia di picchiarlo, lì, davanti a tutti!
<< Ascolta, Bill… a me non importa un tubo della tua sessualità!>>, concluse.
Bill rise mentre frugava fra i profumi da uomo. << Non sai rispondermi, giusto?>>.
Agnes abbassò il viso e posò a terra Cassie mettendole il guinzaglio al collare. << No…>>, ammise.
Bill si sedette sulle caviglie e prese una boccettina quadrata ricoperta da un legno chiaro. << Wood.>>, sussurrò a se stesso spruzzandosene un po’ su un polso e poi su un tester.
Agnes posò la mano sul fianco e lo guardò dall’alto. << E’ di Dsquared. È in vendita da pochi mesi e hanno diverse varianti. Dean e Dan sono miei amici.>>, ammiccò guardandolo.
<< Adoro Dsquared.>>, sussurrò ancora annusando appena il tester.
<< Fa’ sentire!>>, Agnes gli levò il tester dalle mani e lo annusò facendo una smorfia. << Sì, mia piace, ma ora va abbastanza di moda, insieme al One Million.>>, ammise alzando le spalle. << Lo hanno tutti i ragazzi. Almeno…>>, si leccò le labbra. << Tutti quelli che conosco IO.>>.
Bill scosse il capo e mise il tester nel portafogli lasciando la boccettina al suo posto. << Immagino che siano anche i più belli e ricchi della scuola, non è così?>>, fece una smorfia canzonatoria.
<< OVVIO.>>.
Bill rise e si avviò verso le scale mobili.
<< Hey, non lo compri?>>, Agnes riprese Cassie fra le braccia e lo seguì.
<< Costa troppo e poi non voglio “mescolarmi” con i tipi che ti sei portata a letto. Sai, non vorrei che riconoscessi le tue vittime da immolare sniffandole, non vorrei essere fra di loro.>>, ammiccò.
Agnes rise ironica e girò gli occhi. << Spiacente, non amo il fetish.>>.

<< Ragazze, vi chiedo umilmente perdono!!>>, strillò al ricevitore all’ennesimo “ci hai dato buca, traditrice!” di Hellen, mentre aggiustava i fiocchetti di seta fuxia sulla coda di Cassie. << Non ho assolutamente guardato il telefono!>>.
<< Non dirmi che sei riuscita a portarti a letto quel gran figo di tuo fratello!>>, Hellen strillò ancora così forte da doverle far allontanare il telefono dall’orecchio.
<< No!>>, ridacchiò guardando Bill al suo fianco guidare verso casa. << Non ancora…>>.
<< Che stavi facendo, allora?>>, la voce di Sofia prevalse su quella di Hellen.
<< Ve l’ho detto, facevo shopping!>>, ammise facendo dei cuoricini con l’aria condensata sul finestrino.
<< Sì, ma con chi?>>, strillarono tutte e tre le amiche facendola ulteriormente trasalire.
Si schiarì la voce e guardò la villetta avvicinarsi. << Mia mamma mi ha costretta ad uscire con il gemello cattivo!>>, roteò gli occhi.
<< Con Wihlelmina?>>.
<< Con la checca?>>.
<< Con Bill?>>.
Bill sentendo le tre ragazze sbuffò spazientito e parcheggiò davanti al cancello. Erano venti minuti buoni che quelle quattro streghe straviziate stavano urlando cose senza senso come oche giulive, esattamente da quando erano usciti dal centro commerciale e Madama Oscura lo aveva costretto a portare le sue quattro buste che contenevano una pochette Burberry, un vestito Chanel e delle scarpe Louboutin, senza contare poi tutti i completini intimi e gli oggetti da troia di lusso e la giacca Alexander Mcqueen.
DIO, QUANTO LA ODIAVA.
<< Sì con lui, purtroppo. Hey, devo lasciarvi.>>, sorrise sinceramente prendendo la cagnetta fra le braccia scendendo dall’auto. << Ci vediamo alle dieci e mezzo all’Adagio, mh?>>, prese le chiavi.
Bill inarcò il sopracciglio guardando la sorellastra e prese le sue buste.
Quando furono nel vialetto di casa Bill si schiarì la voce catturando l’attenzione della ragazza che riponeva il cellulare nella borsa. << Prego?>>.
<< Adagio?>>.
Agnes girò gli occhi prendendo il mazzo di chiavi. << Tu non sai niente!>>.
<< Agnes!>>.
<< Sfigato?>>.
<< Non eravamo al 40Seconds? >>.
<< QUESTO è quello che deve sapere mia madre.>>, ammiccò entrando in casa. Lasciò libera la cagnetta e gettò la borsa sul tavolino. << Siamo a casa!>>.
<< Se mi metti nei casini…>>.
Agnes si voltò e lo fissò negli occhi. << Osa dire una sola parola a mia madre….>>, si avvicino a lui posando la mano sulla cintura del ragazzo. << …ed io ti stacco le palle a mani nude.>>, sussurrò guardandolo negli occhi con un falso sorriso amorevole.
Bill deglutì terrorizzato e gli prese il polso alzandolo con disgusto ad altezza del suo viso. << O-okay…>>.
La ragazza inarcò il sopracciglio ed inclinò il viso verso il polso del ragazzo strusciandoci piano il naso contro. << Mmh…>>, sussurrò odorando il suo polso. << E questo profumo…?>>.
Bill la guardò come se fosse un’animale da circo ed inarcò il sopracciglio. << E’ il wood, l’ho messo quando tu eri vicino a me…>>.
Agnes scosse la testa ed afferrò il suo polso premendoselo contro la guancia. << No…>>, sussurrò annusando ancora quell’essenza così diversa da tutte le altre. << Non è come… come tutti…>>.
<< Ho solo quello addosso!>>, protestò ancora il ragazzo.
La ragazza chiuse gli occhi godendosi quel profumo inebriante. << A contatto con la pelle della gente… cambia. Credo sia questo…>>, sussurrò. << Hai davvero un buon profumo, Wilhelmina!>>.
<< MI STAI PRENDENDO PER IL CULO?!>>.
<< No.>>, sussurrò seria e riaprì gli occhi. << Questa volta sono seria… è buonissimo sulla tua pelle.>>.
Bill la guardò e sbatté le palpebre senza capire. << Grazie…>>, arrossì piacevolmente sorpreso.
<< Heeey, voi due!!>>, Tom scese le scale di corsa e cinse le spalle al fratello e un fianco ad Agnes, premendo poi irruentemente le labbra sulle sue in un bacio tutto fuorché casto.
Bill ritirò subito il polso dalle mani della sorellastra e si spostò in cucina prendendo Cassie fra le braccia.
<< Mi sei mancata.>>, ammiccò Tom leccando le labbra della ragazza.
<< Non ci credo!>>, Agnes lo spinse piano ridendo. << Allora? Sei pronto per stasera?>>.
<< Sì, che hai comprato?>>, chiese non molto interessato alla risposta, quanto al decolleté di Agnes che dava poco spazio alla fantasia.
<< Dei completini intimi che vedrai a tempo debito, mio caro fratellino.>>, ammiccò lei posandogli un bacio sul lobo. << Me li porti su vicino la mia camera? Io faccio una doccia e mi preparo.>>.
<< Posso sbirciare?>>, sussurrò lui stringendole il sedere fra le mani.
<< Non ci pensare neanche!>>, Agnes rise e lo spinse via correndo su in bagno.

Dopo mezz’ora fu pronta e scese le scale sui suoi tacchi sedici, prese la sua giacca blu elettrico ed andò a salutare la madre che era comodamente accoccolata su Gordon mentre guardavano un film strappalacrime.
Posò un dolce bacio sulla guancia della madre e uno su quella di Gordon, salutò Cassie con una carezza sul musino e prese la sua grande borsa uscendo da casa, seguita dalle raccomandazioni della madre che ormai conosceva a memoria.
Non fare tardi, non fumare, non bere, stai attenta…. E bla bla bla.
Quante cose non sai di me, mamma.
Salì in auto sentendo lo sguardo infuocato di rabbia di Bill addosso e quello arrapato di Tom sulle cosce scoperte. << Cinque minuti, eh?>>, borbottò Bill dal sedile posteriore.
<< Quante storie!>>, roteò gli occhi mentre guidava velocemente per il centro.
Berlino dopo le dieci di sera era isolata: tutti si ritrovavano in locali, pizzerie, discoteche, teatri e cinema e lasciavano alle coppiette la meraviglia e la magia delle piazze vuote.
Tom la guardava famelicamente, le squadrava le cosce scoperte, il minidress blu notte che le fasciava il corpo, le labbra che si muovevano velocemente mentre litigava col fratello…. Dio, quanto lo avrebbe torturato ancora?
Posò istintivamente la mano sulla sua coscia e l’accarezzò sentendola sussultare e poi ridacchiare.
<< Non ora, Thomas.>>, mormorò mentre superava Potsdamen Platz e parcheggiava davanti ad un palazzo di circa nove piani. L’ingresso era gremito di gente che aspettava per entrare.
Agnes scese dall’auto e prese la sua borsa lucida andando verso un’Audi bianca. << Heeey, dive!>>.
Dall’auto scesero tre ragazze vestite altrettanto sexy con tacchi vertiginosi.
<< Non ci credo, ti sei portata dietro i fratellini!>>, ammiccò Sofie guardando i due ragazzi dietro di loro.
<< Ho dovuto! Mia madre rompe con la storia della famigliola felice!>>, ridacchiò e si fece spazio fra le gente mostrando un pass che aveva fra le mani. Guardò il bodyguard e ammiccò. << Hey, Adam, i due tipi strani là stanno con me, fai il modo di avere entro oggi due altri pass, grazie!>>.
Il ragazzo le sorrise ammiccante e fece entrare prima le ragazze che lo salutarono cordialmente e poi anche i gemelli.
Bill lo guardò a bocca aperta: nonostante lui fosse un metro e novanta quell’uomo era VERAMENTE enorme! Il petto era nudo e gli addominali scolpiti, ai polsi aveva dei polsini da camicia, al collo un colletto con un papillon, delle bretelle poi terminavano su dei pantaloni di pelle aderenti.
Quando furono tutti dentro l’ascensore, Agnes pigiò il cerchio in oro col numero otto inciso.
<< Non dirmi che ti sei fatto anche lui!>>, Sarah la affiancò guardandola sconvolta mentre l’ascensore saliva verso il piano della discoteca.
<< Aprile dell’anno scorso, era fuori servizio.>>, ammiccò quando furono arrivate all’ottavo piano; salutò il barista e il deejay.
<< Dio, sei davvero una troia senza… senza…>>, Sofie si bloccò.
<< Senza pudore, lo so.>>, Agnes sorrise freddamente guardando le amiche. << Ma non importa. Non MI importa. L’unica persona di cui m’importerà, l’unica persona che mi imbarazzerà, l’unica persona per cui piangerò… beh, quella sarà la persona che amo.>>, sorrise dolcemente alle amiche mordendosi il labbro. << Ancora non esiste quella persona, per cui, lo so, sono una troia senza pudore, e va bene così.>>, annuì stringendosi nelle spalle.
Le sue amiche sapevano che non era così. Non era AFFATTO così.
<< Non perdete di vista i due sfigati, mh? Se no mamma chi la sente.>>, ridacchiò e le salutò andando verso una porta chiara.
<< Hey, ma dove va?>>, Tom affiancò Hellen guardando la sorellastra sparire tra la folla.
Hellen alzò lo sguardo verso di lui e gli pattò la spalla. << A lavorare, Thomas, a lavorare.>>.

<< E allora Dieter Bohlen mi disse: Hey, quando canti è come se mi avessero dato del veleno! Per me però è un sì.>>, Sofie rise sorseggiando il suo drink mentre Bill la ascoltava con gli occhioni da cucciolo, come se avesse davanti Nena. << Cioè, hai capito? Fa di tutto per smontarti però poi è così tenero!>>.
<< Adoro quell’uomo, totalmente!>>.
La musica li sovrastava e l’alcool stava iniziando a prendere il controllo del loro corpo. Tom ballava avvinghiato ad Hellen e Sarah ballava con un tipo che aveva da poco conosciuto e che sin da subito aveva categorizzato come “passabile”. Aveva gli occhi a mandorla scuri, i capelli neri e i lineamenti un po’ mediorientali.
Il deejay mixò due canzoni ed annunciò l’entrata delle “Adagio Cats”, mentre al centro della pista si alzavano due cubi con una gabbia e due pali da lap dance. Due ragazze ballavano nella gabbia fra parrucche rosa e blu e i bikini borchiati. Ai lati della gabbia due altre ragazze ballavano la lap dance in modo sensuale: le parrucche erano argentate o platinate, il bikini superiore era borchiato di argento od oro ed intonato allo slip. Gli stivali argento a mezza coscia facevano risaltare le cosce lunghe ed abili.
Bill si voltò a bocca aperta verso le ragazze e Sofie schioccò le dita davanti ai suoi occhi. << Hey, sveglia! Hai la bavetta alla bocca!>>.
<< Sono… vere?>>, balbettò in estasi.
<< Se ti riferisci alle tette, beh, so per certo che quelle della tipa con il bikini argento che balla la lap dance sono verissime!>>, ridacchiò mandando un bacio alla ragazza che volteggiava intorno al palo.
<< La… conosci?>>.
Sofie rise forte guardando l’espressione beata del ragazzo. << Bill, Dio, ti stai venendo nelle mutande!>>.
<< Non è vero!!!>>, Bill arrossì e si alzo di scatto andando verso la folla; raggiunse Tom che aveva la sua stessa espressione.
<< Bill….>>.
<< ….>>.
Tom ammiccò guardando le ragazze e si leccò famelicamente il labbro avvicinandosi ancora un po’ al cubo. Guardò bene la ragazza col bikini in argento e fu piacevolmente sorpreso notando che il tattoo sul fianco gli era alquanto famigliare, insieme all’hip surface e il secondo tattoo sulla bassa schiena. Tirò il fratello a sé dal braccio ed ammiccò. << Questa ha il tattoo simile al tuo, Freiheit.>>, gli sussurrò facendogli notare la bassa schiena della ragazza tatuata: era vero! Il tattoo che Bill aveva al braccio e che aveva tatuato per i suoi diciotto anni era molto simile a quello che aveva tatuato la ragazza fra i baci di venere. Entrambi avevano linee morbide e fluide come nastri, entrambi il soggetto era uno: la libertà. Quello della ragazza era femminilizzato da alcune stelle circondate da nastri d’inchiostro e da una chiave di violino e da una di basso che formavano un cuore all’estremità del tattoo.
<< E’ bellissima.>>, ammise leccandosi le labbra in modo poco casto.
Tom ridacchiò insieme al fratello e guardò la ragazza intensamente: e brava Agnes!
<< Dai, scatenati un po’ anche tu, pappamolla!>>, rise Tom dando una gomitata nello stomaco del fratello che rise di gusto ed iniziò a ballare con lui.
 
La spinse velocemente al muro mentre le sue labbra cercavano con foga le sue e le mani stringevano le sue cosce piegate sui suoi fianchi.
<< Come… come hai fatto…?>>, Agnes si lasciò sfuggire un ansito sentendo la lingua del ragazzo percorrerle il collo.
<< A riconoscerti?>>, Tom premette il bacino sul suo stringendo di più la coscia attorno la sua vita. << Il tattoo, i piercing… Dio sono così…>>.
La ragazza premette le labbra sulle sue famelicamente baciandolo con foga e mordendo il suo labret, scese la mano fra le sue gambe e strattonò i jeans abbassandoglieli fino alla ginocchia. << Sei sicuro… qui..?>>.
 << Qui!>>, annuì Tom adagiandola su una panca. << In questo fottuto camerino!>>, si leccò famelicamente la bocca e le levò la parrucca color argento lasciando che i lunghi capelli neri coprissero la panca.
 Agnes lo guardò maliziosamente ed insinuò la mano nei suoi boxer sentendo il calore del suo membro semieretto. << Spogliami, Tom.>>, sussurrò con la mano che si muoveva nei suoi boxer facendolo gemere.
Il ragazzo la guardò eccitato; sganciò il bikini e lo lanciò a terra sentendolo fare un rumore sordo, le sfilò famelicamente gli slip lanciando anch’essi per terra.
<< Dio, Ag!>>.
Agnes lo fissò a lungo negli occhi sentendo il suo membro crescere nella propria mano; sfilò i suoi boxer e si strusciò con lentezza contro di lui.
<< Sì, Tomi?>>.
Tom lanciò un ansito e sollevò la sua coscia portandosela attorno alla vita.
<< Voglio…>>.
<< Fallo!>>, ansimò lei. << Ora! Non aspetto altro, fratellino!>>.
Quel gioco poco casto ed immorale che gli faceva vivere Agnes lo stava eccitando e non poco, così premette la bocca aperta sulla sua baciandola fra un gemito e l’altro.
 << Senza preliminari?>>.
<< Fanculo i preliminari, Tom, ti voglio!>>, gemette lei e si spinse verso l’alto sentendo il membro del ragazzo entrare appena.
<< Entra!>>, gemette. Tom strinse forte i suoi fianchi e ansimò sulla sua bocca spingendosi in lei con un colpo di reni facendola urlare di dolore misto al piacere. Restò fermo in lei per pochi secondi per farla abituare e dopo il suo “okay” visivo iniziò a muoversi in lei con lentezza ed intensità. Agnes si aggrappò alla sua schiena e posò una mano sul suo sedere per aiutarlo nei movimenti incitandolo; inarcò il collo e Tom scese a leccarlo con foga lasciando di tanto in tanto qualche succhiotto. La musica era ancora alta e veniva ovattata dalla porta chiusa a chiave di quel camerino dove le “Adagio Cats” si cambiavano, l’orologio a muro segnava le due e mezzo del mattino e l’alcool che Tom aveva assunto durante la serata gli faceva sembrare tutto molto più fantastico di quanto sembrasse. Agnes lo sentiva affondare dentro di sé con spinte decise e secche e premeva sempre più spesso le unghie nella sua schiena nuda incitandolo di fare più veloce. Lo spinse con la schiena contro la panca e si sedette sul suo bacino strusciandosi lentamente contro il suo membro eretto e, guardandolo con un sorriso malizioso sulle labbra, si fece penetrare ancora muovendosi intensamente su e giù. Tom lanciò un gemito appagato stringendo i suoi fianchi fra le mani e fremette quando la ragazza strinse i muscoli attorno al suo membro baciando le sue labbra con foga e succhiando il piercing al lato della sua bocca. Sentiva l’orgasmo sempre più vicino, così si inarcò in lei sentendola muoversi su di sé.
 << Ag, io… io…>>.
 << Fa niente!>>, ansimò lei continuando a muoversi sul suo membro. << Ho le pillole!>>, gemette sulla sua bocca leccandolo sul mento e poi sul collo.
<< Vieni, Tomi…>>, ansò con la bocca premuta sotto il suo orecchio.
Tom strinse forte i fianchi della sorellastra fra le mani e gemette riversandosi in lei scosso dal piacere.
<< Dio!>>, ansò in fine, quando la ragazza si accasciò stremata sul suo petto, i capelli appiccicati al viso sconvolto dal piacere.
<< Dimmi che lo rifaremo, Tomi.>>, ansimò lei. << Sei il mio fratellino, pretendo il meglio da te.>>.
   
 
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