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Autore: proudhufflepuff    14/01/2014    2 recensioni
Percy Jackson e la battaglia del labirinto.
Revisione del bacio tra Percy e Annabeth,che nel libro mi appare freddo,e poco dettagliato,orribile insomma per una fangirl.
Prima storia da me scritta.
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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«Dobbbiamo andarcene da qui...» Era con poco più di un sussurro che la voce di Annabeth era uscita dalla sua bocca.Un sussuro controllato,che non lasciava trasparire alcuna emozione,nonostante fossero in una situazione a cui non vedeva soluzione,nonostante la testa le fremesse di pensieri. Dovevano scappare.Subito.Allontanarsi da quell'inferno di fuoco prima che tutto esplodesse.Ed era l'ultima cosa che voleva al momento. L'idea di morire circondata da telchini non le appariva gradevole. Telchini che erano appena sbucati da una qualche porta là attorno,guardandoli con i loro piccoli occhietti feroci. «Rimettiti il berretto.Scappa.» Apparve risoluto,irrimovibile,gli occhi scintillanti,con una punta di pazzia e di fremente orgoglio. Lo ammirava,nulla da dire. Aveva un carattere,una determinazione,una sicurezza,che mai avrebbe pensato possibile in una persona. E lo odiava. Quella sfacciataggine,quella spensieratezza,quell'aria da 'uomo vissuto',avventuriero,come se a lui non importasse di nulla,come se lui fosse impenetrabile,superiore a tutto. Eppure l'idea di abbandonarlo lì la angosciava. «Cosa?No!Io non ti lascio.» Quello era uno strillo vero e proprio. La voce le era crollata a metà frase. La calma che la caratterizzava la stava abbandonando.Non voleva andarsene Cioè,voleva andarsene. Ma non da sola. Forse non lo avrebbe mai ammesso,ma a lui ci teneva. «Ho un piano. Li distrarrò.Tu puoi usare il ragno magico..forse ti ricondurrà da Efesto.Devi dirgli quello che sta succedendo.» Di nuovo quella determinatezza.Determinatezza che per poco non sfociava in disperazione. «Ma ti ucciderrano!» Annabeth si rigirava il cappello tra le mani,nervosa,con una smorfia di disapprovazione sul volto. «Me la caverò.E comunque non abbiamo scelta.» Annabeth lo fissò a lungo. Oppure lo fissò per poco. Lei stessa non era lucida,consigliata da fretta e paura.Brividi le scorrevano le mani. Il caldo le appiccicava la maglietta interseca di sudore alla pella. La testa le scotteva,per non parlava degli occhi.O delle orecchie.O delle ginocchia.O dei capelli,che sentiva appiccicarsi a ogni centimetro di pelle libera sul collo. Eppure non pareva minimamente turbata dalla situazione.Appariva calma,determinata,coraggiosa,decisa,pronta ad agire. Ma Annabeth soffriva in silenzio,da gueriera. E poi c'era Percy,altero e determinato,con un sorriso sghembo sul volto,e gli occhi lucidi,sia per il calore,sia perché ,pensò Annabeth con un briciolo di orgoglio che nascose abilmente,era spaventato dalla loro separazione. Vedeva il suo sorriso. Ne vedeva i denti candidi,ne vedeva gli occhi verdi,ne osservava i capelli castani,osservava quella gocciolina di sudore che gli stava attraversando il viso,mettendone in risalto gli zigomi perfetti. Lasciava trasparire solo un'aria di disapprovazione e uno sguardo canzonatorio. E nel frattempo,in forte contrapposizione,pensava a quanto fosse bello,a quanto sembrasse un vero Eroe. E poi la situazione le crollò di mano. Mollò la maschera di indifferenza per qualche secondo. E lo baciò. Fù con un certo sollievo che sentì le sue labbra sulle proprio,sollevata che lui fosse li,che lei fosse li,che loro fossero lì,in quell'istante,senza pensare all'ansia di tutto.E fu come se tutto sparisse,se ci fossero solo loro. Lei e Percy. Fu con rammarico che staccò le braccia che aveva appoggiato con dolcezza al suo petto in un gesto semi-involontario,per tornare con una certa disapprovazione alla realtà,ma dovevano fuggire. «Stai attento,Testa D'alghe.» E poi,con un gesto deciso,si calò il cappello sulla fronte e scomparve Rimase solo qualche secondo a fissare la sua faccia imbambolata,prima di scoppiare in una risatina nervosa che frenò rapidamente poggiando la mano con decisione sulla bocca. Si allontanò inseguendo il ragno di Efesto in un tunnel.E a un tunnel ne seguì un altro,e un altro ancora. Tunnel nei quali entrava di corsa,euforica. Un sorriso da ebete aveva stampato in faccia.Era felice del suo coraggio, Del loro primo bacio,al quale non aveva mai pensato come una frivola ragazza pizzi e merletti.Semplicemente,quando il pensiero le attraversava la mente,pensava che lui avrebbe,non so,fatto il primo passo.Ma,pensava,era stato meglio così. I passi rallentarono,inseguiti dall'eco. Percy era ancora là. Percy era ancora dentro. Quello fu il primo momento in cui pensò che non lo avrebbe rivisto per tanto,ma tanto tempo. Che lei poteva sopravvivere,che lei era lì,al sicuro,e lui dentro,a combattere deciso,forse già a terra,ferito o peggio,morto. Il sorriso le abbandonò il volto. Non avrebbe mai dovuto lasciarlo. Un attimo dopo veniva sospinta in alto,nel fragore di un'esplosione,cercando di tapparsi le orecchie,la bocca spalancata in un grido senza fine.
  
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