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Autore: DiDiGlee    14/01/2014    0 recensioni
Un anno dopo la loro rottura, finalmente Blaine parte per NY, sperando in una riappacificazione, ma scopre presto che Kurt ha un altro perfetto fidanzato.Tutto questo fino a che non capisce che Kurt è caduto in una relazione abusiva..
OOC!Kurt
Canon fino alla 4x06
Genere: Angst, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ehy there, I'm back! 
Innanzi tutto, vorrei ringraziare le otto persone  che seguono, quella che preferisce e quella che ha recinsito. Capisco bene che leggendo solo il prologo non ci si possa esprimere. Spero solo che andrete avanti per darmi un parere! Grazie a tutti!
Enjoy the chapter c:

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Blaine era seduto nella caffetteria, sorseggiando il suo, ormai freddo, caffè e passando dal fissare l’orologio al fissare fuori della finestre e scorrere le

facce dei passanti.

Era arrivato alle tre e mezza, in caso Kurt fosse arrivato presto. Ma in quel momento erano le quattro e mezza, e Blaine aveva smesso di sperare che

Kurt si sarebbe fatto vedere. Non era arrabbiato con lui. Solo incredibilmente triste.

Non sapeva neanche che cosa si fosse aspettato. Aveva davvero sperato che Kurt entrasse e si innamorasse di nuovo di lui?! Sì, giusto.

Blaine sapeva di aver mandato tutto all’aria; voleva soltanto finalmente una possibilità di riconciliarsi con Kurt. Anche se non lo avesse mai perdonato

e non fossero mai tornati insieme, Blaine sperava in un posto come amico. Gli era mancato Kurt nella sua vita, durante l’anno passato, e ora che era

a New York non voleva perdersi la possibilità di tornare in contatto con lui.

Con un ultimo sospiro, era pronto ad alzarsi e lasciare la caffetteria, quando la porta si aprì ed entrò un nuovo cliente. Blaine si abbassò di nuovo al

suo posto alla vista del suo ex ragazzo.

Kurt era meraviglioso. Era sempre stato bello, ma adesso era perfetto. I suoi capelli erano acconciati in modo elaborato, a testimonianza della sua

devozione per lo stile, e pieni di così tanti prodotti che avrebbero facilmente sfidato il forte vento che soffiava intorno agli alti edifici delle strade di New

York. Le sue guance erano arrossate per la corsa e i suoi occhi spalancati mentre si guardava intorno.

Un sorriso apparve sulle sue labbra quando finalmente vide Blaine al tavolo vicino alla finestra.

Kurt attraversò il negozio a passi veloci, i suoi occhi che mai lasciavano quelli di Blaine, facendo sentire quest’ultimo tutto a un tratto estremamente

cosciente. Non poté fare a meno di portarsi una mano tra i capelli pieni di gel e assicurarsi che fossero ancora lisci e in ordine.

“Ciao”, lo salutò allegramente mentre si sedeva di fronte a lui, come se si fossero incontrati proprio in quel posto tutti i giorni.

Come se non fosse passato più di un anno dall’ultima volta che si erano visti.

“Scusami, hai aspettato molto?” disse Kurt, controllando l’orologio. “Non ho potuto uscire prima. L’ufficio è un delirio!” Kurt roteò gli occhi e posò la

giacca sulla sedia vuota accanto a lui. Stava indossando un dolcevita blu, che risaltava il colore dei suoi occhi perfettamente.

“Penso che prenderò un espresso. Ho bisogno di qualcosa di forte”, proseguì subito e si alzò per prendere il suo ordine dalla cassa. Blaine non

aveva ancora detto una parola; aveva solo guardato il suo ex ragazzo e resistito all’urgenza di abbracciarlo, e baciarlo, e ringraziarlo per essere così

meraviglioso, per comportarsi come se tutto fosse normale quando assolutamente non lo era.

Tuttavia, Blaine sapeva di non poter continuare a giocare a lungo questa sciarada. Non poteva comportarsi come se l’anno passato non fosse mai

esistito. Non poteva comportarsi come se fossero dei normali compagni di scuola che per caso si erano ritrovati a vivere nella stessa città.

Kurt tornò con la sua tazza di espresso e un grande biscotto al cioccolato.

“Speravo lo dividessi con me.” Spezzò il biscotto in due metà e ne spinse una con un tovagliolo sul tavolo, verso di lui.

“Grazie”, disse Blaine, schiarendosi la voce. Era difficile pensare a qualcosa di coerente da dire quando le uniche parole che gli ruotavano in testa

erano ‘Ti amo, per favore, prendimi indietro, voglio stare con te, per favore, perché non mi perdoni?’

“Quindi, come ti sembra New York, finora?” chiese Kurt, guardandolo.

Blaine provò a controllare il suo cuore, che stava andando come un pazzo nel suo petto e arrangiò un sorriso. “E’ un po’ opprimente. Tutto è così

grande e rumoroso..”

Kurt annuì e morse il suo biscotto. “Presto la amerai”, promise.

“Sì, Rachel mi ha detto la stessa cosa”, disse Blaine. Tolse il coperchio dalla sua tazza e inzuppò buona parte del biscotto nel suo, ormai freddo,

caffè.

“Dovresti rimanere attaccato a Rachel”, lo avvisò Kurt. “Conosce tutti i posti e tutte le feste a cui andare. Sono sicuro che potrebbe già presentarti a

qualche celebrità di Broadway. È una star, alla NYADA e ho sentito che ha anche ammiratori alla Juilliard.”

“Che mi dici di te?” chiese Blaine. “Pensavo che Vogue fosse solo temporaneo, per te.”

“Sì, beh, Broadway non è per me”, scosse la testa. “Era solo un sogno infantile. Devo essere più realista. La moda è il mio mondo, adesso.”

Blaine era sconcertato da queste asciutte affermazioni. “Quindi hai davvero rinunciato ai tuoi sogni?” chiese incredulo. “Ma Kurt, tu sei un meraviglioso

talento! Ho sempre amato sentirti cantare e guardarti mentre ti esibivi.”

“Quello era il liceo, Blaine.” Kurt alzò un sopracciglio. “La vita non è un grande sogno che si realizza per tutti.”

Rimasero zitti per un momento, entrambi mescolando i loro caffè e mangiucchiando i loro biscotti.

Blaine si schiarì la gola, preparandosi per un altro grande argomento.

“Rachel mi ha detto che stai vedendo qualcuno.”

“Uh, sì”, rispose dopo qualche secondo di esitazione. “Si chiama Andrew. È un vero Principe Azzurro. Mi tiene sempre la porta, mi dice che sono bello

almeno dieci volte al giorno.. sai, cose così.”

Kurt fece spallucce, come se non fosse un poi così grande affare.

“Sono felice per te”, disse Blaine, intendendolo davvero, ma con il cuore dolorante perché continuava a volere essere l’unico a rendere Kurt felice. La

cosa peggiore era che Kurt non sembrava realmente felice; perlomeno, mancava il bagliore nei suoi occhi. Blaine pensò che questo fosse

probabilmente perché la sua presenza stava riportando a galla brutti ricordi.

“Quindi, da quanto vi frequentate?” Blaine non poté fare a meno di chiedere, anche se aveva già saputo la risposta da Rachel.

“Più o meno tre mesi, adesso.” Kurt si portò il bicchiere alle labbra. “Che mi dici di te? Stai vedendo qualcuno?”

Blaine scosse la testa. “No, non da quando..” si schiarì la gola di nuovo. “No, non sono mai stato con nessun altro, dopo.”

Kurt non disse una parola per che intendesse che aveva capito. Solo fissò fuori dalla finestra, come se fosse interessato nel guardare le persone che

passavano.

“Quindi, questo Andrew”, Blaine riprese la conversazione e non aveva ancora capito perché si stesse torturando in quella maniera. “Ho sentito che è

un sogno che si avvera in ogni tipo di aspetto.”

Sapeva che non avrebbe dovuto dire quello che aveva detto con un tono così provocante. In effetti, stava solo imitando Rachel, perché le sue parole

continuavano a bruciare. Tuttavia, realizzò il suo errore quando Kurt si voltò a guardarlo con gli occhi spalancati.

“Che cosa vuoi dire?!” chiese Kurt.

“Io… uhm…” Blaine balbettò, sapendo che aveva oltrepassato il limite, e forse fatto sfumare le sue possibilità, parlandogli così.

“Ti ho appena detto che sto uscendo con Andrew da tre mesi e tu pensi che io abbia già dormito con lui?!” gli sibilò dall’altra parte del tavolo, tenendo

la voce bassa per non attirare l’attenzione su di loro.

Blaine fu preso alla sprovvista dall’ovvia mortificazione di Kurt.

“Ho solo pensato… intendo… Rachel mi ha detto che sei andato a vivere con lui!” argomentò in sua difesa.

“Non sono io la sgualdrina a questo tavolo!” sparò contro di lui, e le sue parole andarono a segno.

Lo sguardo di Blaine vacillò.

Eccolo lì, tutto il dolore e la rabbia e il disappunto, freschi e vivi come se fosse stato solo ieri. Tutti i loro irrisolti problemi seppelliti a fondo, che

riaffioravano in superficie come se non fossero mai affogati.

Blaine annuì piano; era un sì di dolore e di appello al perdono. Hai ragione, sono io quello che ha tradito, sono io quello che ha rotto in pezzi tutto

quello che avevamo.


Sì, forse lo meritava. Ancora, faceva male.

“Mi dispiace”, Kurt prese immediatamente la sua mano sul tavolo, la sua dura voce ora era dolce e dispiaciuta.

“Non volevo dire quello che ho detto, Blaine. Davvero, mi dispiace.”

Blaine fissò la mano di Kurt sulla sua. Senza quel gesto Blaine sarebbe scappato. Ma era lì, la mano di Kurt che stringeva la sua rassicurante, come

così tanto tempo prima, indietro in un’altra vita. Blaine voleva stare lì seduto, a quel tavolo per sempre, con il tocco della mano di Kurt sulla sua.

Avrebbe voluto che Kurt gli urlasse contro, che lo chiamasse in tutti i modi possibili,  qualsiasi cosa piuttosto che il silenzio dell’anno passato.

“Ero solo sconvolto dal fatto che tu possa pensare davvero che potrei avere una relazione sessuale con qualcuno che conosco così poco”, disse Kurt,

lasciandogli la mano.

Blaine si morse le labbra, ancora digerendo l’insulto e le veloci, ma sincere scuse.

“Perché vivi con lui se, lo hai ammesso tu stesso, non lo conosci ancora così bene?!”

“Sono andato a vivere con lui per risparmiare”, rispose con noncuranza.  Inoltre, il suo appartamento è più vicino al luogo dove lavoro quindi risparmio

un sacco di tempo. Mi dispiace che Rachel debba trovarsi un nuovo coinquilino, ma devo pensare in modo pratico. D’altra parte, non penso che il

perché io faccia qualcosa sia di tuo interesse.”

“Scusa, mi sembrava strano, questo è tutto”, provò a riparare. “Ma sono felice che tu non abbia fatto.. intendo.. sono felice che non abbia provato a fare

niente con te..” Blaine lasciò goffamente che la sua voce si affievolisse. Non era uscito fuori per niente giusto. “Intendo, sono sollevato del fatto che

non gliela stai rendendo facile…” Blaine indietreggiò alle sue stesse parole e voleva davvero tagliarsi la lingua. “Lo sai, non dovresti buttarti via con

lui.. o nessun altro..”

“Quello che faccio o non faccio con Andrew o con chiunque non è davvero affar tuo”, lo interruppe con uno sguardo severo.

“Certo che no”, balbettò “Stavo solo dicendo che..”

“Questa è stata una cattiva idea”, disse Kurt, alzandosi dalla sua sedia e raccogliendo le sue cose. “Non penso che dovremmo vederci di nuovo”.

“No Kurt, aspetta!”, lo supplicò Blaine. “Per favore, rimani. Solo un altro minuto.”

Lentamente, molto lentamente Kurt si sedette, la sua faccia una maschera di pietra.

“Kurt, siamo stati migliori amici.. e siamo stati insieme”, disse, controllando le proprie parole. “Mi manchi”.

Blaine deglutì. Provò a leggere la mente di Kurt, ma il suo ex si rifiutava di incontrare il suo sguardo, mantenendo dritta la sua faccia da poker.

“Per favore, dammi la possibilità di conoscerti di nuovo, di essere amici di nuovo.”

Kurt non rispose nulla, ma non andò nemmeno via.

Per un lungo momento stettero entrambi seduti in silenzioso rimpianto, stringendo le loro tazze.

Finalmente, Blaine incontrò lo sguardo di Kurt e lo sostenne. Erano sempre stati bravi a comunicare senza le parole. Lo sguardo nei suoi occhi gli

disse che le cose non sarebbero mai state le stesse di nuovo, ma c’era già uno spiraglio di qualcos’altro. Era la speranza di poter essere di nuovo

qualcosa? Blaine mantenne quella speranza e provò a dire a Kurt che desiderava la stessa cosa. Doveva esserci la possibilità di qualcosa, perché

per quale altro motivo Kurt lo avrebbe chiamato, la sera precedente? Perché avrebbe accettato di incontrarlo? Blaine sperava che tutto quello

significasse che, alla fine, una parte di Kurt voleva che fossero qualcosa di nuovo. Amici, almeno.

“Non fa troppo caldo per indossare dolcevita?!” chiese Blaine quando il silenzio si fece troppo pesante.

Le mani di Kurt corsero a sfregare il tessuto blu che copriva il suo collo. “Sai com’è con un amore in fioritura”, gli fece un cenno con un imbarazzato

sorriso. Immediatamente, Blaine ricordò tutti i succhiotti che aveva lasciato sul delizioso collo di Kurt parecchio tempo prima. Bruciava, il sapere che

era qualcun altro a baciarlo, ora.

Il telefono di Kurt squillò.

Era poggiato sul tavolo, e Kurt lo stava guardando con un cipiglio; non sembrava troppo contento di vedere chi lo stesse chiamando. Probabilmente

lavoro. Per un momento pensò che non avrebbe risposto. Ma poi Kurt si morse le labbra, prese il telefono e mise su un sorriso falso.

“Ehi Drewsy.”

Drewsy. Blaine rabbrividì al nomignolo. Poteva sentire la voce forte del ragazzo di Kurt provenire dal telefono e fu sorpreso dalla sua acredine.

Perché ci hai messo tanto a rispondere?”

“Ti ho detto che sono ancora al lavoro”, rispose Kurt a bassa voce. “Sono a una riunione. Ti chiamo non appena lascio l’edificio.”

Blaine si accigliò. Non aveva mai sentito Kurt mentire, prima. Specialmente non al suo ragazzo.

“Sbrigati! Ho cambiato piani, per stasera?”

“Hai cambiato piani?! Lo sai che odio quando lo fai.”

“Tu fidati di me. Ti amo, piccolo!”

“Ti amo anche io”, tubò, ma suonava falso. Terminò la chiamata e rimise il telefono sul tavolo. Blaine inclinò la testa, perplesso. “Gli hai detto che sei

ancora al lavoro?!”

Kurt sbuffò. “Non sa che mi dovevo incontrarti.”

“Perché non glielo hai detto?”

“Perché avrebbe dato di matto se avesse saputo che stavo incontrando il mio ex.” Disse come se fosse ovvio. “E’ molto possessivo.”

Blaine alzò le sopracciglia. “Dovrebbe fidarsi di te.”

“Sì, beh, fiducia è una parola flessibile, in questi giorni”, replicò Kurt con un cenno sprezzante della mano.

Istantaneamente, Blaine si sentì colpevole. Era un colpo basso, ma Blaine sapeva di meritarselo. Solo che odiava il pensiero che Kurt non si fidasse

più di nessuno per colpa del suo stupido errore.

“Lo ami?” Blaine si pentì della domanda immediatamente dopo che ebbe lasciato le sue labbra. Continuava ad anticipare e a temere la domanda.

Kurt si prese un momento per rispondere.

“L’amore non è più quello che era prima.”

La sua voce era stanca e disillusa.

Blaine odiò vedere Kurt così.

“Mi dispiace,” disse con voce ovattata, sporgendosi verso Kurt per essere sicuro che sentisse quanto intendesse le sue parole. “Mi dispiace così

tanto per aver distrutto tutto ciò che avevamo.”

Kurt mise su un sorriso di perdono. “L’amore al liceo è condannato a spezzarsi. Fin dall’inizio non è stata altro che una dolce, dolcissima fantasia.”

“No, non lo era”, replicò determinato e con forza nella voce per sottolineare le sue parole. “Era reale, Kurt. Lo è ancora per me.”

Kurt si accigliò e gli lanciò un’occhiata con pieni di compiacenza. “Non sei venuto a New York per me, vero? Perché sarebbe uno sbaglio.”

“Vorrei soltanto che fossimo di nuovo amici, amici stretti.”

Un sorriso comparì sulle labbra di Kurt. “Non sei cambiato per niente, Blaine Warbler.”

Per un momento, Blaine si perse nei suoi occhi e tutto tra di loro sembrò essere come era prima. Blaine sentì il suo cuore straripare di amore

represso per Kurt, e seppe che anche Kurt poteva vederlo.

Quindi, come se qualcuno avesse coperto il sole, un’ombra oscurò il volto di Kurt. “Devo andare.”

Agendo d’istinto, Blaine si alzò e strinse il braccio di Kurt per impedirgli di sparire.

“Ahia!”

Blaine fu perplesso di vedere Kurt trasalire al suo tocco. “Cosa è stato?” chiese con preoccupazione, perché non aveva stretto il suo braccio così forte.

“Niente, ho solo… sono solo andato a sbattere contro la porta e il braccio mi fa ancora male. Stupido me.” Kurt ruotò gli occhi con una piccola risatina.

“Scusami.”

“No, è tutto a posto.”

“Quando ti rivedrò di nuovo?” Blaine non voleva suonare così bisognoso, ma semplicemente non poteva controllare la sua voce.

Kurt esitò, ma poi i suoi occhi si addolcirono. “Ti chiamo io.”

Dal tono di voce del suo ex, Blaine seppe che non era una bugia.

Guardò Kurt lasciare il negozio.

Non si guardò indietro nemmeno una volta.

Blaine si prese un momento per permettere a se stesso di sentirsi sollevato. Kurt non era andato a letto con quel ragazzo. Ancora. Non che avrebbe

avuto importanza,  se lo avesse fatto. Ma aveva dato a Blaine la speranza.

Kurt non ama quel ragazzo, Kurt non lo ama, non ama quello stupido Andrew.

Blaine ripeté quelle parole ancora e ancora nella sua testa, stordito dalla speranza e dalla gioia. Sapeva che non avrebbe dovuto essere così felice di

quello. Avrebbe dovuto desiderare che Kurt amasse di nuovo. Lo faceva. Solo sperava che sarebbe stato lui il fortunato ragazzo che avrebbe fatto

innamorare Kurt di nuovo.

Una seconda opportunità. Era tutto quello che chiedeva.

Ancora, le parole di Kurt gli echeggiarono in testa per tutta la giornata.

Fiducia è una parola flessibile, in questi giorni.

L’amore non è più quello che era prima.

 
 
 
Era passata la mezzanotte dello stesso giorno, e Blaine era di nuovo steso sul suo letto quando il suo telefono squillò.

“Spegni quella merda”, si lamentò il suo coinquilino dall’altra parte della stanza buia.

Blaine si girò a prendere il telefono dal comodino, domandandosi chi diavolo avrebbe potuto chiamarlo così tardi.

Era Kurt.

Il cuore di Blaine mancò un battito. Non si era aspettato che Kurt lo chiamasse così presto. Poteva essere un cattivo segno.

“Ciao”, rispose a bassa voce, per non disturbare il suo coinquilino.

“Ciao, scusa se ti chiamo così tardi.”

“Va bene”, lo rassicurò, il cuore che gli batteva nel petto, temendo la ragione della telefonata.

“Spero di non averti svegliato.”

“No, non avrei potuto dormire comunque”, rispose onestamente.

“Io nemmeno”, rispose Kurt, suonando stanco e triste.

“IO STAVO DORMENDO, ASINO!” lo chiamò il suo coinquilino, dimostrando il suo disappunto coprendosi la testa con un cuscino. Blaine non gli

prestò la minima attenzione.

“Quindi, che succede?” Blaine si sentiva umiliato per le sue stesse stupide parole. Che succede? Sembrava Finn.

“Volevo solo scusarmi di nuovo”, disse a bassa voce, quasi inudibile.

“Scusarti?!” ripeté Blaine, non sicuro di aver capito. “Per cosa?!”

“Lo sai”, mormorò Kurt. “Per come ti ho chiamato oggi. Sai che non lo intendevo davvero, sì? Avevo solo paura che tu potessi pensare a me in quel

modo.”

Blaine tornò a stendersi, una mano sul petto. “Non ho mai pensato a te in quel modo, Kurt”, lo rassicurò. “Mi dispiace per aver insinuato che fossi già

andato a letto con lui. So che non sono affari miei, mi dispiace davvero.”

“Ascolta”, continuò con voce ovattata. “E’ davvero difficile per me vederti di nuovo, okay? Dammi un altro po’ di tempo, va bene? Vorrei che fosse più

facile essere di nuovo amici, ma non lo è.”

Blaine deglutì. “Capisco.”

“No, non capisci.” Disse Kurt, suonando stanco. “Non sono nemmeno sicuro di capirmi io. È tutto così complicato, e penso che un giorno potremmo

parlarne ma non molto preso, perfavore. Non mi sento come se potessi parlare di tutto così presto.”

Blaine annuì piano a se stesso e si strofinò una mano sugli occhi per ricomporsi. “Dimmi solo una cosa, Kurt, perfavore.”

“Cosa?” la sua voce suonava diffidente.

“Ti manco, almeno un po?”

Kurt ridacchiò. “Come se non conoscessi la risposta alla domanda”, disse con un sospiro.

Piccolo?”

Blaine sentì una voce maschile chiamare da dietro Kurt.

“Chi è al telefono?”

“E’ Rachel”, rispose normalmente, coprendo il telefono con una mano.

“Dille di andare a dormire e torna a letto” gli disse la voce, che apparentemente apparteneva a Andrew.

“Qualcuno qui deve svegliarsi preso, Gesù!”

“Non volevo svegliarti”, disse Kurt.

“Pensi che non noti quando sgusci fuori dal letto?” la voce era più vicina, adesso. Blaine suppose che Andrew fosse proprio di fronte a Kurt, adesso.

“Mi manca il tuo calore, piccolo.”

“Dammi un minuto.”

“Lei sta bene?”

“Sì, sta bene.”

“Bene, riattacca”, disse e urlò nel telefono. “Buona notte, Rachel!”

“Devo andare”, disse Kurt. “Buonanotte.”

“Buonanotte”, rispose in un sussurro prima che Kurt attaccasse.

“BUONA NOTTE, DANNAZIONE!” urlò il suo coinquilino, smorzato dalle coperte.

Blaine non riuscì a dormire, dopo la chiamata. La sua mente era occupata da immagini di Kurt che tornava a dormire con quel ragazzo. Blaine si

domandò come Andrew fosse e cosa aveva fatto per piacere a Kurt.

Anche se non era amore, doveva essere qualcosa. Qualcosa che Kurt trovava attraente.



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NoteDiRonan: ho cambiato il rating da rosso ad arancione, perché leggendo la FF, non c'è niente che possa giustificare un rating rosso. C'è violenza e linguaggio sporco, ma nulla di eccessivo. 
La storia è completa  di circa 20 capitoli, e dovrei riuscire a tradurne uno a settimana. Detto questo, l'autrice sta scrivendo il sequel, che penso di pubblicare, insieme ad altre storie della stessa autrice.
So.. that's all for now, bye! 
  
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