Halleluja
Ho sentito che c'era un accordo musicale segreto
che Davide suonò e che piacque al Signore
ma non vi importa molto della musica, vero?
beh, funziona così: il quarto, la quinta,
il minore si abbassa, il maggiore si alza
il re perplesso compose l'Hallelujah...
...Halleluja, halleluja, halleluja, halleluja
Ho sentito che c'era un accordo musicale segreto
che Davide suonò e che piacque al Signore
ma non vi importa molto della musica, vero?
beh, funziona così: il quarto, la quinta,
il minore si abbassa, il maggiore si alza
il re perplesso compose l'Hallelujah...
...Halleluja, halleluja, halleluja, halleluja
Tutto perso. Tutto andato.
Sfumato nel corso tempo, ma vivo nel ricordo. Vivo nell'anima e nella
mente.
Era giusto la vigilia della partenza. Esattamente cinque anni dopo che entrambi avevano dato il via a quel meraviglioso e mesto spettacolo di cui solo quelle mura ancora di tinte di pallido rosa erano testimoni. Cinque anni di tormenti, di solitudine. L'assiduo ricordo adesso ardeva nel suo petto più che mai, come se la brace ancora calda, avesse voluto riprendere fuoco. Per poi spegnersi alla cupa sensazione della fredda stanza spoglia, privata delle sue rimembranze. Non aveva più senso nemmeno campare nei ricordi, nell'assurdità di ricreare un bel passato, per rifiutare la crudeltà del presente. Poter credere nell'esistenza qualcun'altro. Accettare di andare avanti, per una strada da percorrere non più da solo.
Forse questo era un pensiero fin troppo crudele, fin troppo erosivo per il ricordo di lei. Fin Troppo stupido in confronto a quelle emozioni, quei sentimenti...
Quei sentimenti erano inalienabili, puri nella loro passione, eterni nella loro breve durata. Perfetti in Strawberry...
Perfetti nell'unico essere, che è riuscita strappare dalle labbra quell'Halleluja.
Lei che era riuscita a rendergli viva l'anima, che gli aveva regalato il più prezioso dei ricordi. Lei che l' aveva amato, che in pochi istanti aveva distrutto il più triste dei suoi pensieri. L'unica che in una sola notte aveva dato un senso alla sua vita. Lei... che ancora oggi ritorna nelle gelide notti, ritorna nella sua bocca, nella sua testa. Troneggia nel suo cuore, e non osa lasciar passare ad altri il potere.
Era giusto la vigilia della partenza. Esattamente cinque anni dopo che entrambi avevano dato il via a quel meraviglioso e mesto spettacolo di cui solo quelle mura ancora di tinte di pallido rosa erano testimoni. Cinque anni di tormenti, di solitudine. L'assiduo ricordo adesso ardeva nel suo petto più che mai, come se la brace ancora calda, avesse voluto riprendere fuoco. Per poi spegnersi alla cupa sensazione della fredda stanza spoglia, privata delle sue rimembranze. Non aveva più senso nemmeno campare nei ricordi, nell'assurdità di ricreare un bel passato, per rifiutare la crudeltà del presente. Poter credere nell'esistenza qualcun'altro. Accettare di andare avanti, per una strada da percorrere non più da solo.
Forse questo era un pensiero fin troppo crudele, fin troppo erosivo per il ricordo di lei. Fin Troppo stupido in confronto a quelle emozioni, quei sentimenti...
Quei sentimenti erano inalienabili, puri nella loro passione, eterni nella loro breve durata. Perfetti in Strawberry...
Perfetti nell'unico essere, che è riuscita strappare dalle labbra quell'Halleluja.
Lei che era riuscita a rendergli viva l'anima, che gli aveva regalato il più prezioso dei ricordi. Lei che l' aveva amato, che in pochi istanti aveva distrutto il più triste dei suoi pensieri. L'unica che in una sola notte aveva dato un senso alla sua vita. Lei... che ancora oggi ritorna nelle gelide notti, ritorna nella sua bocca, nella sua testa. Troneggia nel suo cuore, e non osa lasciar passare ad altri il potere.
beh la tua fede era forte,
ma avevi bisogno di una dimostrazione,
l'hai vista fare il bagno sulla terrazza,
la sua bellezza e la luce
della luna ti folgoravano.
Lei ti ha legato alla
sua sedia della cucina,
lei ha distrutto il tuo trono,
ti ha tagliato i capelli
e ti ha cavato dalle labbra l'Hallelujah*
Il rumore dei passi, l'eco dei battiti che andavano contro i muri vuoti. Il pavimento spoglio, la finestra chiusa che omaggiava la sua visita, incorniciando perfattamente la stessa luna di quelle ore notturne. Il fantasma della sua presenza che sembrava muoversi ancora verso di lui, lacrimando, abbracciandolo per un'ultima volta. La premura di lui nell'accarezzarle delicatamente il dietro del collo. Il come in un istante tutto cessasse così all'improvisso di esser presente. Non c'era più niente. Nessun suono se non le sue parole, nessun odore se non il suo profumo. Nessun tocco se non quelle delle sue labbra. Nessuna fonte di calore se non quella proveniente dal suo corpo. La voce che diventava sempre più sonora e forte, del come egli la percepiva così vicina alla sua essenza.
La perfezione di sentirsi l'uno sempre più dipendente dall'altra. Di come amore e felicità si potessero combinare così bene insieme. Di come lui potesse resistere a una così grande scarica di emozioni. Allora avrebbe giurato di sentire nemmeno il battito del suo cuore, per quanto forte rapido pompava. Non aveva mai sentito le sue labbra azzardare quel sorriso che s'ingrandiva nel vederla felice, al sicuro accanto lui.
Ghish si toccò quasi instintivamente le labbra e pensò se si ricordasse del suo sapore. Le nuove lacrime tornavano a ricoprire quelle ormai asciutte.
Incapace ancora di comprendere del perchè dell'amore, avanzò a passi lenti, trascinandosi, mentre la sua Strawberry fantasma si dissolveva nuovamente lasciando l'atmosfera buia ed invocatrice di poco tempo fà.
baby sono già stato qui,
ho visto questa stanza e
ho camminato su questo pavimento,
ero solito vivere da solo prima di conoscerti.
Ho visto la tua bandiera sull'arco di marmo
ma l'amore non è una marcia di vittoria,
è solo un freddo e un spezzato Hallelujah
Il consumarsi di una notte, e quello di una vita. Forse quella
è stata l'unica cosa che abbia mai appreso dall'amore.
Convivere con il ricordo, sopportarlo senza mai ignorarlo, accogliere
le emozioni passate, per poi lasciar posto al vuoto. Portare quella
notte dentro di sè fino alla tomba, senza mai fingere che
tutto non fosse mai esistito, ma realizzando che tutto esisteva ancora
suo modo. E continuava ad esistere solo per lui e per lei, in qualsiasi
luogo fosse. Onnipresente in loro come la
felicità che si erano regalati a vicenda. Nel momento in cui
la sentì sua per la vera prima volta. Nel momento in cui
udirono i propri sospiri e poco dopo non videro nient'altro che il
paradiso nel volto dell'altro. Era tutto fin meraviglioso per trovare
lunga durata!
ma avevi bisogno di una dimostrazione,
l'hai vista fare il bagno sulla terrazza,
la sua bellezza e la luce
della luna ti folgoravano.
Lei ti ha legato alla
sua sedia della cucina,
lei ha distrutto il tuo trono,
ti ha tagliato i capelli
e ti ha cavato dalle labbra l'Hallelujah*
Il rumore dei passi, l'eco dei battiti che andavano contro i muri vuoti. Il pavimento spoglio, la finestra chiusa che omaggiava la sua visita, incorniciando perfattamente la stessa luna di quelle ore notturne. Il fantasma della sua presenza che sembrava muoversi ancora verso di lui, lacrimando, abbracciandolo per un'ultima volta. La premura di lui nell'accarezzarle delicatamente il dietro del collo. Il come in un istante tutto cessasse così all'improvisso di esser presente. Non c'era più niente. Nessun suono se non le sue parole, nessun odore se non il suo profumo. Nessun tocco se non quelle delle sue labbra. Nessuna fonte di calore se non quella proveniente dal suo corpo. La voce che diventava sempre più sonora e forte, del come egli la percepiva così vicina alla sua essenza.
La perfezione di sentirsi l'uno sempre più dipendente dall'altra. Di come amore e felicità si potessero combinare così bene insieme. Di come lui potesse resistere a una così grande scarica di emozioni. Allora avrebbe giurato di sentire nemmeno il battito del suo cuore, per quanto forte rapido pompava. Non aveva mai sentito le sue labbra azzardare quel sorriso che s'ingrandiva nel vederla felice, al sicuro accanto lui.
Ghish si toccò quasi instintivamente le labbra e pensò se si ricordasse del suo sapore. Le nuove lacrime tornavano a ricoprire quelle ormai asciutte.
Incapace ancora di comprendere del perchè dell'amore, avanzò a passi lenti, trascinandosi, mentre la sua Strawberry fantasma si dissolveva nuovamente lasciando l'atmosfera buia ed invocatrice di poco tempo fà.
baby sono già stato qui,
ho visto questa stanza e
ho camminato su questo pavimento,
ero solito vivere da solo prima di conoscerti.
Ho visto la tua bandiera sull'arco di marmo
ma l'amore non è una marcia di vittoria,
è solo un freddo e un spezzato Hallelujah
Ma ricorda quando mi muovevo
dentro di te,
e anche la Santa Colomba si stava muovendo,
e ogni respiro che prendevamo era un Hallelujah!
e anche la Santa Colomba si stava muovendo,
e ogni respiro che prendevamo era un Hallelujah!
Inutile fingere che fosse
facile, il dolore limava fin troppo bruscamente. I suoi occhi non
sapevano che esternare sale. Le sue grida accompagnavano l'assenza di
colei che è stata la sua vita, la più dolce delle luci e la
più terribile delle oscurità. Lei che era tutto
ciò di più insostuibile che aveva. Lei che ormai
era costantemente parte di lui, lei che è stata la
dimostrazione di cose fosse l'amore, di quanto potente ed perpetuo
potesse apparire. Lei che è sempre stata il suo Halleluja.
beh forse c'è un Dio
lassù,
ma tutto quello che ho imparato dall'amore
è come colpire qualcuno che ha
sguainato la spada prima di te.
Non è un pianto quello che senti di notte
non è qualcuno che ha finalemente visto la luce,
è un freddo e un grave Hallelujah.
ma tutto quello che ho imparato dall'amore
è come colpire qualcuno che ha
sguainato la spada prima di te.
Non è un pianto quello che senti di notte
non è qualcuno che ha finalemente visto la luce,
è un freddo e un grave Hallelujah.
Halleluja, Halleluja, Halleluja,
Halleluja!