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Autore: BeatrixGreen    14/01/2014    1 recensioni
Quando il cuore prende il sopravvento sulla ragione non c'è più niente da fare, e le situazioni vanno avanti, spesso diversamente da come noi vorremmo. Una cosa sola è certa, pur facendo errori, se seguiamo incondizionatamente il cuore, troveremo ciò che desideriamo davvero.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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scendo le scale, apro la porta, attraverso il corridoio in penombra ed entro nella mia stanza, immersa nell'oscurità 
Canticchiavo fra me. Accendo la luce e ... Erano lì
Entrambi
gettai un urlo
stavo per svenire
però speravo che non mi avessero sentita i miei genitori. Cosa dovevo fare? Beh nemmeno io sapevo cosa stesse accadendo, sembrava un sogno, o forse un incubo.
Rimasi incollata all'interruttore, con gli occhi sbarrati
Il primo a parlare fu Philip. Accanto a lui Henrick stava con le mani in tasca.. indossava il solito giubbotto di pelle nero, e si dondolava un po' coi piedi; aveva in volto la sua tipica espressione che definivo seducente... un'angolo della bocca all'insù, occhi socchiusi e pensosi... Mi fissava
Nel frattempo Philip mi si era avvicinato, mi prende tra le braccia e poi mi tiene per le mani. Henrick intanto lo guardava diffidente. Ci ritrovammo tutti e tre al centro della stanza. Philip era come sempre, solo un po' più preoccupato... e probabilmente perplesso; ma mai quanto me, ero paralizzata. Che accidenti ci facevano quei due nella mia stanza alle 22:00?!? Era la cosa più impossibile che riuscissi a immaginare.
"tranquilla" aveva detto Philip poco prima di prendermi le mani.
Adesso Philip mi fissava negli occhi e ogni tanto sbirciava Henrick, che invece squadrava lui.
Henrick prende una sedia lì accanto e mi fa accomodare. Mi siedo e Philip inizia a parlare.
"Allora" dice usando il suo preambolo più tipico. Nel frattempo tirava fuori dalla tasca del giubbotto una specie di libriccino. Avrei giurato, o forse avrei preferito che fosse il quadernetto fatto da me che gli avevo regalato per Natale... Invece no. Con tremendo orrore mi accorsi che si trattava del quadernetto che mi aveva fatto la mia migliore amica, e dove avevo scritto, sotto suo consiglio, tutti i miei pensieri, i miei deliri, le frasi d'amore.. Tutto ciò che riguardava Henrick e negli ultimi mesi anche Philip. 
No, non poteva essere. Invece lessi la copertina decorata «Love is blindness» non avevo più dubbi, era il mio taccuino. 
Che significava? Philip passa, con mio grande ribrezzo, il quadernetto a Henrick, che lo apre in un punto qualunque, tanto per fingere di leggere tra sé e subito dopo mi guarda con la sua espressione da cane bastonato; mentre invece dovrei essere io quella che sta male. 
Non reggo più la situazione. Con un disperato e immenso tentativo riesco a riprendere coraggio e dico, anzi quasi urlo, ma non troppo forte per evitare che i miei mi sentano "ora basta! Ditemi che cavolo sta succedendo!"
A quel punto Philip si riprende il mio libriccino. Mi guarda e mi dice "perché non me lo hai mai detto?" mi sento come bloccata nella sedia da centinaia di grosse funi "di cosa stai parlando?" rispondo accaldata per l'ansia. Henrick sembra infastidito dalla situazione 'lui infastidito? E io che dovrei dire? Fra poco svengo' penso. Nel frattempo Philip risponde, ignorando il mio sguardo di ghiaccio rivolto a Henrick; torno a guardare Philip "parlo di lui" mi dice indicando Henrick.
Non voglio mentire ancora, li guardo entrambi e non so cosa dire. "come potevo dirti altro?" rispondo a Philip con le lacrime agli occhi; lui mi guarda con un'espressione che mi è sconosciuta, poiché non gliel'avevo mai vista prima, era triste, gelosa, ma allo stesso tempo comprensiva e innamorata, come sempre, di me. Non riesco a guardarlo negli occhi, abbasso lo sguardo. Vorrei piangere, amo Philip, ma non posso farmi vedere da Henrick in lacrime, questo mai. Continuo quindi a parlare, cercando disperatamente di controllare la voce e le lacrime. "Ricordi, no? Quando abbiamo parlato di Henrick, quella sera... Ti ho detto molte cose." guardo Philip per controllare che mi stesse ascoltando seriamente e che non si fosse perso nei pensieri, al solito suo. "Ti conoscevo appena! Cosa avrei dovuto dirti?" Philip alza lo sguardo, che anche lui aveva abbassato e mi guarda. Stavolta i suoi occhi sono duri e nonostante tutto innamorati. Che occhi inspiegabili, meravigliosi, semplici diciamo, ma inspiegabili; li conosco così bene ed è come se non li conoscessi affatto. 



  
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