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Autore: 19_ACSECNARF_94    15/01/2014    2 recensioni
la storia va posto dopo il terzo libro, sono le riflessioni di Katniss, le sue insicurezze, le sue paure, ma non è sola, qualcuno l'aiuta ad affrontare tutto.
questa storia partecipa al contest di ManuFury 1 su 24 ce la FA!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La giusta decisione
 
Mi chiamo Katniss Everdeen, sono stata la ghiandaia imitatrice, sono stata il canto della rivolta.
Ora sono una moglie e una madre, adoro i miei figli e rifarei tutto quello che ho fatto contro Capitol City, per dare loro la possibilità di vivere in un mondo migliore, non sapranno mai cosa vuol dire partecipare alla mietitura, non vivranno con il terrore di dover scendere nell’arena, di vedere i loro figli, amici, parenti morire per il divertimenti di qualcuno.
Gli incubi continuano, neanche l’amore di Peeta riesce a cancellare tutto quell’orrore, ma sono felice, quei brutti sogni mi ricordano che il tempi bui sono finiti, perché io ho vinto, perché i distretti hanno vinto e Capitol City ha perso.
Siamo liberi finalmente!
Vivo con Peeta da anni e lo amo, ma alcune volte mi fermo a pensare a Gale, a come sarebbe stata la mia vita con lui. Ormai lo vedo raramente, alcune volte lo intravedo nel bosco, fino ad oggi non ho mai avuto il coraggio di avvicinarlo, ma oggi non ho potuto resistere, ha fatto scappare la mia preda, proprio come quando eravamo solo ragazzini, prima che il mio incubo iniziasse, prima che gli Hunger Games ci dividessero.
 
È il solito Gale  e io la solita Katniss, è come se fossimo sempre stati amici.
Mi è sembrato di tornare indietro nel tempo, non sono più una moglie e una madre, ma sono una semplice ragazza.
“Hey Catnip”.
“Gale!”, gli corro incontro, lo abbraccio, mi è mancato tanto.
“Mi sei mancata Catnip”.
“La smetti di chiamarmi così? Sono passati tanti anni, ma tu non sei proprio cambiato!”
“Hai ragione, non sono cambiato… come va la vita?”.
“Bene…”.
“E con Peeta?”.
“Bene, non mi dire che sei ancora geloso?”.
“Sarò sempre geloso di te!”.
In lontananza sento le voci dei miei figli che mi chiamano e al limite della foresta vedo Peeta che mi cerca con lo sguardo, ancora non riesce ad accettare l’idea che andare nei boschi non è più un reato.
“Devo andare Gale… ci vediamo”.
“Ti aspetto al solito posto!”.
Mentre mi dirigo da mio marito nascondo l’arco e le frecce in un tronco cavo, non riesco a liberarmi di certe abitudini.
 
È notte fonda, sono a letto tra le braccia di Peeta, ma non riesco a dormire e continuo a chiedermi se ho fatto la scelta giusta…
Io amavo Peeta e lo amo ancora, ma la vita con lui è così tranquilla, priva di rischi, quasi monotona, con Gale avrei avuto un’esistenza diversa, Gale ama ancora la caccia, Peeta odia la foresta, Gale ama il rischio, l’unico pericolo di Peeta è un fiore di glassa che gli riesce male…
Improvvisamente sento mio marito urlare, e contorcersi nel sonno, i suoi incubi, i nostri incubi… ora è tutto chiaro… io amo Peeta, perché lui mi ama veramente, perché noi possiamo sostenerci a vicenda, perché i miei incubi sono i suoi e viceversa.
Perché dopo tanto tumulto la ghiandaia ha bisogno di costruire il suo nido sicuro.
Sveglio con un bacio Peeta, mi avvicino al suo orecchio e sussurro “ti amo”.
 

 
  
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