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Autore: HoPauraDiSbagliare    15/01/2014    3 recensioni
-Vuoi fare una passeggiata?- mi chiese facendo gli occhioni dolci.
Come dirgli di no?!?! E’ adorabile!
–Okay- risposi semplicemente.
Una parola in più e non avrei più avuto neanche più il minimo controllo sulle mie azioni.
Mi sorrise di nuovo.
Leggete! [Percabeth]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salveeeeeee, sono tornata con una piccola shot, di cui sono abbastanza soddisfatta. Spero di star facendo miglioramenti nella scrittura. La dedico a tutti coloro che la vorranno leggere, con l’augurio di trovare il vero amore o di averlo già trovato.
Non sapendo la data del compleanno di Annabeth, mi sono presa la libertà di collocarlo il 23 luglio.
In questa fic non tengo conto degli eventi della seconda serie di libri. Piccolo avvertimento: Percy e Annabeth NON sono ancora fidanzati. Si tiene conto solo del bacio nel Sant Elena.
 
 
POV. ANNABETH
 
Stavo lavorando ai miei progetti di architettura, quando, mentre disegnavo e decoravo il frontone per il tempio che prossimamente avremmo costruito, qualcuno bussò alla porta.
Era una bella giornata soleggiata al campo. Eravamo nel pieno di luglio e l’afa si faceva sentire.
-E’ aperto!- urlai. Pensavo fosse qualcuno dei miei fratelli. Se in casa c’ero solo io, bussavano sempre prima di aprire la porta. Una volta chiesi loro il perché di quel comportamento, dato che era casa loro. E, beh, Malcom, Arthur e Justin fecero battutine e allusioni su me e Percy, sperando di non farsi sentire. Ovviamente li scoprii e li obbligai ad una settimana di pulizie della cabina.
Dopo quell’episodio ho cominciato a dubitare che fossero figli di Atena. Il loro cervello era proprio partito!
-Emh…scusa, se vuoi…passo più tardi.-
Sentendo quella voce mi pietrificai. Non poteva essere lui. Che ci faceva lì? Mi riscossi, tenendo comunque lo sguardo sui progetti. Senza accorgermene ero arrossita. Perché mi faceva quest’effetto?
Quando c’era lui mi preoccupavo molto di più per il mio aspetto, nell’ultimo periodo. Alcune figlie di Afrodite, come Nina, l’ultima arrivata, dicevano che fosse amore. Io le ignoravo e cercavo di comportarmi come avevo sempre fatto, per non destare sospetti.
Mi imposi di dire qualcosa.
-No, non c’è problema, entra pure.- gli dissi contenendomi.
Oddei, in quel momento ero peggio di una fangirl dopo essere stata abbracciata dal suo idolo.
-Sai non vorrei disturbare, vedo che stai lavoran- lo bloccai.
Alzai lo guardo. Ero prima decisa, quasi arrabbiata. Come poteva pensare di disturbarmi? Lo avrei dovuto venerare, finalmente avevo una scusa per prendermi una pausa. E poi… diciamocelo, volevo stare molto più tempo con lui, senza sembrare invadente.
Poi, guardandolo, il mio sguardo divenne confuso.
-Siediti. E… CHE CAVOLO CI FAI CON UNO SMOKING A LUGLIO, PERCY?-
Aveva un completo blu, una camicia bianca con tanto di papillon rosso.
Beh, diventò rosso come il suo papillon.
Senza dire niente mi porse un mazzo di rose rossissime ed io, prendendole, lo guardai stranita.
-Buon compleanno, Sapientona.- mi disse sorridendo.
Oggi era il mio compleanno! Presa com’ero dai progetti me ne ero dimenticata!
-Grazie- gli sorrisi.
-Vuoi fare una passeggiata?- mi chiese facendo gli occhioni dolci.
Come dirgli di no?!?! E’ adorabile!
“Certo che si, ti prendo anche la mano e ti bacio, se vuoi” pensai. Calmai i miei ormoni. –Okay- risposi semplicemente.
Una parola in più e non avrei più avuto neanche più il minimo controllo sulle mie azioni.
Mi sorrise di nuovo.
-Sai, stento a credere che tu sia cresciuta così velocemente. Sei una bellissima donna di 18 anni adesso, e io…io ne ho ancora 17.-
Arrossii per quel complimento, ma risposi: -Avrai 17 anni, ma sei bellissimo anche tu.-
Divenne peggio di un peperone.
Sorrisi, ma subito scostai lo sguardo, rendendomi conto di ciò che avevo detto.
Camminammo così, in silenzio e con gli sguardi bassi per un po’. Nessun contatto fisico. Cercavo la sua mano.
Ogni tanto percepivo il suo sguardo su di me e questo mi irritava non poco. Poi, però, lui sorrideva, e io non potevo fare a meno di pensare a quanto fosse adorabile quel sorriso. Dei dell’Olimpo! Mi mandava in tilt ogni volta. Non mi stancavo mai di lui.
Arrivammo alla spiaggia e ci dirigemmo verso una baia molto piccola, nascosta tra gli scogli. Era il nostro rifugio. Ogni qual volta volessimo parlare in intimità, andavamo lì. Ma anche quando ci volevamo fermare, fermare il tempo, forse, e riflettere per poi sfogarci. Guardavamo l’oceano e sentivamo le onde infrangersi contro gli scogli che, insieme alle nostre risatine di recuperata felicità, creavano una meravigliosa melodia. Una canzone.
Percy si tolse la giacca e la camicia e io non potei fare a meno di ammirare la sua schiena perfetta e poi, oh…Dei, i suoi addominali e i suoi pettorali. In cinque anni ne aveva fatta di strada. Era bellissimo.
-Testa d’Alghe, che fai?- chiesi con un sorrisetto.
-Faccio un bagno, vieni?- fece la faccia da cucciolo –Perfavoooreeeeeeeeee….-
Fortuna che dopo avevo canottaggio con Percy. Avevo già indossato il costume.
-Certo.-
Mi tolsi la maglietta lentamente, e con la coda dell’occhio vidi come mi guardava Percy. Tolsi anche i pantaloncini, lasciando totalmente libere le mie gambe snelle.
Gli passai accanto e gli diedi un buffetto dietro la nuca per risvegliarlo. Poi, sorridendo, gli dissi:
-Se mi prendi, anche in acqua, potrai torturarmi con tutto il solletico del mondo.-
Lo dissi volontariamente. In acqua aveva un vantaggio, e poi io odiavo il solletico.
Lui mi guardò e mi sorrise di rimando.
-Preparati alla tortura, tesoro.-
Quelle parole mi provocarono una serie di brividi per tutto il corpo. Iniziai a correre, ridendo e vidi Percy seguirmi.
Mi tuffai a delfino in acqua, e lui, come previsto, usando i suoi poteri, si portò davanti a me, afferrandomi per i fianchi. Il suo tocco sulla mia pelle abbronzata mi provocò un’altra serie di brividi.
Mi portò in superficie e ci trovammo a pochissimi centimetri di distanza. Ci avvicinammo ancora di più, i nostri nasi si sfioravano, le sue mani sui miei fianchi, le mie sul suo petto muscoloso….
-AHAHAHAHAHAHAH- risi –Percy smettila, smettila ti prego!!!-
-Questa è solo parte della tortura, Annie.-
Rimasi di sasso a quell’affermazione.
Smise di farmi il solletico e continuò a parlare sussurrando al mio orecchio.
-Mi fai impazzire, sei così…sexy.-
Rimasi in silenzio, arrossendo e distogliendo lo sguardo.
Lui mi alzò il mento con due dita.
-Guardami, perfavore.- mi disse.
Feci molto di più. Mi girai e, per la prima volta, seguii solo il mio istinto. Lo baciai.
Dopo un po’ le sue mani tornarono a cingermi la vita e le mie a posarsi sul suo petto e poi sulle sue spalle.
Il suo cuore batteva forte. Approfondii il bacio.
Divenne un sogno, tutto ciò che avevo sempre desiderato. Lui.
Ci staccammo e io gli diedi un altro bacio a fior di labbra, prima di scappare in spiaggia.
Mi sedetti sul telo che aveva steso mentre mi svestivo.
Mi venne vicino.
-Annie, io ti amo, sai? Perché sei scappata?-
-Io…non voglio soffrire.-
-Come ti sentiresti a perdere la vita?-
-Male.-
-Male, ecco.- disse –tu sei la mia vita, non sopporterei vederti soffrire e io, in prima persona, non ti farei mai soffrire.- in quelle parole c’era una dolcezza infinita.
Mi baciò, e fu ancora più bello di prima. Poi si sedette accanto a me e mi prese la mano.
Mi guardò.
-Ti amo, Percy.-
-Anche io ti amo, amore- mi disse posando un bacio sui miei capelli.
Appoggiai la testa sulla sua spalla, osservando il meraviglioso tramonto rosso all’orizzonte e ascoltando quella canzone.
E fu così che quel suono divenne la nostra canzone.
La canzone dell’amore.
 
 
Okay, e anche questa è conclusa. Spero davvero tanto che vi sia piaciuta. Alla prossima e se vi va, recensite. Ci terrei molto.
  
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