Le ore di scuola la
distruggevano,ringraziò chiunque ci fosse lassù che
quello per lei era l’ultimo anno di superiori.
La campanella che
annunciava l’ora di pranzo suonò per la gioia di molti
studenti.
Si alzò dal suo banco e
come una saetta usci dall’aula rifugiandosi in terrazza.
Si sedette per terra
aprendo la scatolina di metallo che conteneva il suo pranzo.
-Ecco dove eri finita- le
arrivò davanti una ragazza dai corti capelli neri dietro e lunghi davanti che
le arrivavano al seno color blu elettrico, gli occhi neri pesantemente truccati
–Che fai qui tutta sola?-
-Non avevo voglia di stare
tra quei animali-
-Cazzo Reila ti devi fare una vita sociale-
Reila Kizuki, una ragazza
riservata,orgogliosa e che amava stare per conto suo,
aveva lunghi capelli neri e occhi grigi truccati pesantemente, belli da mozzare
il fiato, belli e rari per una giapponese.
-Non ci tengo- borbottò
chiudendo la scatoletta di metallo prendendo dalla tasca della divisa un
pacchetto di sigarette se l’accese.
-Non ne passi una alla tua
migliore amica?- le fece gli occhioni dolci.
-Kaoru quando fai così mi fai venir voglia di vomitare- frecciò passandole il
pacchetto.
-Che simpaticona…Comunque cambiando argomento mi piace un nuovo gruppo i “The
GazettE”- esalò Kaoru.
-Mai sentiti- borbottò
Reila –Hai qualche loro foto?-
-Si sul computer, oggi te
li faccio vedere-
-Ok-
-Senti come va con
Eichici?-
-E come dovrebbe andare? Quando
ci va ci vediamo-
-Ma non ne soffri?-
-Oddio Kaoru apri gli occhi
il principe azzurro non esiste-
-Forse per te- replicò
imbronciata.
-Hei associali
del cazzo- arrivarono due ragazzi.
Il primo
capelli viola elettrico tutti
sfilati e tirati un po’ in piedi, occhi neri contornati da matita nera, alto
dal bel fisico asciutto, Shinichi Nokiwaia.
Il
secondo più basso di qualche centimetro, capelli neri e occhi color nocciola
anch’essi truccati, Noboru Takashi.
-Hei rompi
cazzo- cinguettò Reila.
-Ahah ma come siamo
simpatiche- frecciò Noboru.
-Lo so-
-Comunque che si fa oggi?- domandò Shinichi.
-Venite a casa mia e poi
stasera usciamo- disse Kaoru.
-Ok nessun problema- annuirono i due.
La campanella suonò facendoli sbuffare –Non ho voglia di entrare- si
lamentò Noboru.
-Dai il
dovere ci chiama- si alzò Kaoru.
-No, il rompimento di palle
ci chiama- la corresse Shinichi ridacchiando, e i
quattro rientrarono a scuola andando in classe.
La pioggia batteva
violentemente su tutta Tokyo, Reila scrutava fuori dalla
finestra ascoltando il rumore dell’acqua.
-Reila tutto bene?- le
domandò Kaoru.
-Si, come al solito, Shin e Nobo?-
-Giù in salotto stanno
scegliendo il film, tanto sono appena le 5- si affianco alla ragazza –Non
pioveva così violentemente da quattro anni, te la ricordi quella sera?-
Reila si rabbui –E come
dimenticarla?-
-Inizio Flash Back-
Una ragazzina di 14 anni era davanti allo specchio a
finire di truccarsi per la sua prima serata, il suo vestito nero e viola le
arrivava a metà coscia.
Le calze a righe nere e viola le arrivavano poco sopra il ginocchia e dei anfibi neri.
Si fece i codini con dei nastri viola e dandosi un’ultima occhiata allo
specchio uscì dalla sua stanza.
Il silenzio in quell’enorme villa spaccava i timpani quanto un urlo.
I suoi genitori non erano più con lei da ormai tre anni e lei abitava
in quella villa con le domestiche.
Prese il cellulare e uscì di casa, fece
qualche minuto di strada per poi arrivare davanti a una casetta a schiera,
suonò il campanello e la sua migliore amica uscì.
-Ciao Reila…Pronta?- le sorrise.
-Ovvio Kaoru, io sono nata pronta-
Il cielo cominciò a tuonare, minacciando pioggia.
-Merda!!Non ho portato l’ombrello- ringhiò la
ragazza.
-Tranquilla ce l’ho io l’ombrello- rise Kaoru
–Dai andiamo-
Arrivarono davanti al Pub che ormai pioveva a dirotto, dovevano fare la
fila sotto l’acqua, Reila notò un ragazzo poco più in la di lei, gli occhi
dorati, quei occhi avevano qualcosa di magnetico, di
proibito.
Si guardarono per qualche secondo, non sapeva che quei
occhi sarebbero diventati il suo incubo.
-Fine Flash Back-
Reila venne
riportata alla realtà da Kaoru che le mise il suo computer portatile fra le
mani aprendo lo schermo.
-Eccoli-
Reila si sentì male, il suo
sangue si ghiacciò e di colpo intorno a lei si fece tutto vuoto, tutto
inesistente.
Quei occhi…Come dimenticarli.
La rabbia ritornò a invaderle il corpo e un ghigno diabolico e freddo le
dipinse le labbra.