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Autore: Shari Deschain    02/06/2008    4 recensioni
Missing moment fra lo scontro Hakkai versione demonizzata/Seiten e il risveglio di Goku.
"All’inizio è notte, solo il nero assoluto: il buio di un sonno simile alla morte, muore anche la voglia di tendere la mano ad un amico."
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Sha Gojio, Son Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: One-shot, Hakkai centric, Angst! – perché angst è bello e gli even a worm 20 e 21 sono talmente angst che non posso non adorarli. Questo, comunque, sarebbe un missing moment fra lo scontro Hakkai versione demonizzata/Seiten e il risveglio di Goku.
Credits: La citazione finale è del Gaiden quindi copyright della Sensei. Lungi da me appropriarmene. E no davvero non ce l’ho messa lì perché sono in lutto da Gaiden, proprio no. ç______ç
Disclaimer: Se i saiyuki boys mi appartenessero non sarei qui ma nascosta con loro in qualche eremo sperduto in modo da poterli violentare senza interferenza alcuna. Scrivendo questa storia non ci guadagno un soldo bucato ma perlomeno mi diverto X3


Scritta per la writing community settemi_ita Lista #2 Arcobaleno, Tema#6 Indaco.







Waiting for the dawn






All’inizio è notte, solo il nero assoluto: il buio di un sonno simile alla morte, muore anche la voglia di tendere la mano ad un amico.


Squarci di ricordi si uniscono a quelli della carne, mentre mani veloci ti aiutano a fasciarti il torace, le gambe - entrambe fratturate - e il braccio, dove gli artigli del Seiten hanno scavato in profondità.

Sei conciato davvero male, non c’è che dire.

Anche Gojyo pare pensarla come te, lo capisci dal modo nervoso in cui serra le labbra intorno alla sigaretta mentre in silenzio raduna gli stracci sporchi di sangue e getta un’occhiata al letto sgangherato dove riposa Goku.

Non ricordi esattamente come avete fatto ad arrivare a questa capanna sperduta tra i boschi, ma non hai avuto il coraggio di chiederlo al tuo compagno. I suoi occhi questa notte sono così vuoti che se davvero fossero lo specchio della sua anima ci sarebbe di che aver paura.

E vorresti chiedergli come sta ma ti rendi conto da solo che non sarebbe una mossa furba: qualcosa si è spezzato stanotte, ma non è totalmente a causa di Sanzo.

È qualcos’altro, qualcosa che ha a che fare con te, con il tuo essere demone. Con quel momento in cui colpivi il Seiten per puro piacere, per avere in bocca il sapore del sangue.

Ti fa schifo anche solo ricordarlo.

Pensi che dovresti parlare, dire qualcosa, qualunque cosa, ma non ci riesci. Non ne hai la forza.

Dal tuo angolo silenzioso continui ad osservare lo scintillio dell’accendino, poi il tremolare della piccola brace della sigaretta che dopo qualche minuto va a spegnersi sul pavimento, sotto lo scatto secco del suo tacco. Si innesta una specie di circolo vizioso, di quelli che potrebbero continuare all’infinito – o almeno finché non finirà il pacchetto di sigarette – ma tu sai di non poterlo bloccare. Non stanotte.

E non potete fare altro che starvi vicini con i silenzi, osservando entrambi le stesse stelle.


A metà fra notte e giorno è terra di nessuno e il nero comincia a sfumare nell’indaco: i pensieri si intrecciano insieme ai ricordi di sogni non fatti.



Il tempo passa lento e continuate a fissare fuori dalla finestra, in silenzio, mentre il cielo comincia a schiarirsi. Non sai dire che ore sono e nemmeno ti interessa ad essere onesti.

- Tornerà? – chiede lui all’improvviso, lanciando una lunga gamba oltre lo schienale della sedia e girandosi a fissarti dritto negli occhi.

Ti aspettavi questa domanda, a dire il vero. Però non capisci perché secondo Gojyo tu dovresti conoscere la risposta. Davvero, forse sei in grado di capire Sanzo un po’ più degli altri due, forse ci sono cose che i tuoi sensi riescono a cogliere meglio, ma fino a prova contraria tu non leggi nei pensieri, né prevedi il futuro.

- Non credo. No. – ti ritrovi a rispondere nonostante tutto – Almeno non fino a quando non avrà raggiunto il suo scopo, qualunque esso sia. – E tu una vaga idea ce l’hai ma non riesci a dirla ad alta voce. Non ci vuoi pensare.

- Stai bene? – domanda allora lui, stavolta distogliendo lo sguardo. È una domanda perfettamente inutile, specialmente se posta dopo ore passate ad ignorarvi in silenzio, ma non puoi certo farglielo notare. Annuisci e cerchi di sorridere, cerchi il tuo solito sorriso che fa da barriera al mondo, ma inaspettatamente non lo trovi.

Sei talmente stanco che perfino fingere è troppo faticoso.

E di nuovo il silenzio si fa strada tra di voi, troppo doloroso e innaturale perché tu possa sopportarlo ancora. Così prendi quel poco coraggio che ti rimane e gli fai la sua stessa domanda.

- E tu stai bene? – lo guardi esitare un istante, percepisci distintamente la lotta interiore che sta combattendo e prima ancora che lui parli tu hai già compreso la sua scelta.

- Naturalmente.

Anche Gojyo è troppo stanco stanotte. Ma nonostante tutto non puoi fare a meno di domandarti che conseguenze avrà tutto questo su di lui. Su Goku. Su di te.

Fa male scoprirvi tanto deboli.




Alla fine è alba e l’indaco scompare tuffandosi in un rosa tenue: svaniscono anche i rimasugli di pensieri non espressi ed il sole, finalmente, rinasce. Ma non per tutti.


E ti chiedi come sarà possibile spiegarlo a Goku quando si sveglierà, ti chiedi quali parole potresti usare per fargli comprendere una cosa del genere. Più passa il tempo e più ti convinci che non ce ne siano.

Anche per Gojyo, abituato com’è a prendere la vita di petto, sarebbe difficile capire. Lui, proprio come Goku, è un combattente, uno di quelli che prima ammazzano e poi domandano.

Ma tu che conosci la soddisfazione inumana della vendetta, tu che hai ascoltato l’eco della tua parte più cupa, quella sanguinaria e animalesca, tu che sai cosa vuol dire vedere morire un pezzo della tua vita davanti ai tuoi occhi, tu puoi capire.

Tu e Sanzo essenzialmente siete due deboli, anche se superficialmente non sembra affatto.

Voi non siete in grado di esprimere i vostri sentimenti, né i vostri pensieri: li tenete tutti lì ammucchiati insieme e li usate come scudo personale, unico ed infallibile perché forgiato con le vostre stesse mani. Il problema è che poi, quando si apre una crepa troppo grande, non si può più tenere unito. Cade, pezzo dopo pezzo, e quel che resta è un pugno di nulla.

Quel nulla che poi deve essere riempito da qualcosa, che sia vendetta o odio non importa. È comunque qualcosa che farà molto male.

E no, non puoi proprio spiegare tutto questo, perché per capirlo bisogna viverlo e davvero l’ultima cosa che vorresti è che Goku vivesse un’esperienza del genere.

Forse Gojyo capirebbe, però.

O comunque si sforzerebbe di farlo.

Ma è l’alba e avete entrambi alle spalle una notte di quelle che non dimentichi nemmeno dopo decine di anni. La testa del tuo compagno già ciondola pericolosamente verso il basso, e anche i tuoi occhi – il tuo occhio – si stanno lentamente chiudendo.

Ci saranno altri giorni dopo di questo, comunque.


(E così quella notte finì. E venne l’alba.)


   
 
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