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Autore: Somerhalder_Delena    16/01/2014    5 recensioni
Damon Salvatore: l'unico superstite alla strage delle famiglie fondatrici di Firenze nel cinquecento, rimasto cieco a dieci anni.
Elena Gilbert: Una ricca ragazza d'animo umile e gentile che decide di fare volontariato nel centro per ciechi 'Stonehouse'.
Lì incontrerà Damon, donnaiolo antipatico ed impacciato.
Si odieranno o inizieranno a provare qualcosa?
Due persone diverse in tutto che cercheranno di ritrovarsi in ogni gesto, due persone diverse in tutto con un unico destino ...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prologue

                                                                                 "Non si può scegliere come morire, neanche il giorno.
                                               Ma possiamo scegliere come vivere. Ora."
                                                                                -Joan Beaz
                                    


Era una giornata assolata a Firenze. 
Una di quelle giornate nelle quali i mercanti provenienti da tutto il mondo conosciuto venivano lì a vendere i propri gioielli alle nobildonne, o anche a semplici serve che volevano divertirsi un po' con il poco denaro che guadagnavano, semplici serve che volevano sentirsi importanti, belle, ma pur sempre serve. 
E come non menzionare le donne che trascinavano i propri figli in quel caldo infernale per far compere, bimbi che sicuramente preferivano giocare a palla che guardare stupide stoffe e gioielli. 
E così nobildonne, semplici donne e serve, si aggiravano per i mercati di firenze e provavano gioielli, cappelli vistosi e fili infiniti di perle. 
Tra tutte quelle donne e bambini, si aggiravano nei mercati Sophie Salvatore e suo figlio Damon. 
I Salvatore erano una delle famiglie più importanti d'Italia nel cinquecento. 
I Salvatore, i Richards, i Marshall, gli Adams, i Palmer ed infine i Wilson, erano le cosiddette Famiglie Fondatrici.
Famiglie molto ricche i cui antenati avevano fondato Firenze. Così si diceva e così si credeva. 
Tutti nutrivano un gran rispetto per loro, si racconta che Firenze fu fondata dagli antenati di queste famiglie, che governavano loro e che i medici se ne erano impadroniti illeggittimamente. Solo sciocche leggende che però avevano fatto arricchire sempre di più queste famiglie e che gli avevano fatto assumere una superiorità e un potere che non gli poteva essere strappato. Tuttavia i Salvatore erano i più potenti.
Sophie Salvatore, una donna dolce e amabile a differenza del marito Johnatan Salvatore spietato uomo d'affari. 

E poi c'era lui: Damon, il piccolo Damon. 

Il loro unico figlio di dieci anni a quel tempo, aveva capelli neri come un corvo e grandi occhioni verdi che facevano sognare le bambine. Chi gli diceva che assomigliava al padre, sopratutto per il suo animo spavaldo e donnaiolo, chi invece diceva che assomigliava alla madre, una donna bellissima da grandi occhi verdi, veniva spesso definita la donna più bella di Firenze. 
Quel giorno Sophie con un abito largo giallo paglierino e un ombrellino che serviva a ripararsi dal sole, suo figlio invece tipici vestiti da borghesino che lo facevano soffocare per il caldo, si confondevano agli occhi di tutti. Semplicemente una madre e un figlio che mano nella mano, giravano per i mercati più costosi. 
C'erano due occhi malvagi di un uomo altrettanto malvagio che però non li confondevano, quei due occhi sapevano bene chi fossero quella donna e quel bambino. 
Fece attenzione a non farsi notare, a passare inosservato. 
Si nascose dietro delle casse di pomodori e servendosi di uno dei buchi di quelle casse aspettò che la donna e suo figlio camminassero davanti per potergli sparare come gli era stato ordinato. 

Così successe. 

Sophia vide una bancarella con perle e stoffe orientali proprio difronte quelle casse, ci trascinò letteralmente Damon e provando entusiasta quei gioielli notò una collana. 
Una catenina d'oro che finiva con un diamante verde, come il colore degli occhi di Damon. 
Gliela mise al collo e mentre provava le perle, successe l'imprevedibile.
Partì un colpo che gli andò a finire dritto nello stomaco. 
Ne partirono altri due, ma stavolta in due splendidi occhi, quelli di Damon. 
Caddero entrambi dissanguati a terra e mentre l'uomo si allontanava in silenzio il caos e le urla si fecero sempre più fitti. 

<< Un medico, chiamate un medico! Oh per favore, un dottore! >>

Continuavano a gridare le donne. 
Due giorni dopo si scoprì che era stato ucciso un uomo: Johnatan Salvatore. E non solo lui.
Giorno dopo giorno furono uccise tutte le famiglie fondatrici. 



13 ANNI DOPO

<< Signor Salvatore accanto a voi ci sono i vestiti puliti. >>
<< Grazie >>

La timida serva lasciò la stanza chiudendosi le porte alle spalle. Damon si tolse le pesanti coperte dalle gambe e tastando bene la superficie morbida prese i vestiti accanto a lui e cercò di infilarseli. 

<< Penelope! Penelope! >>
<< Oh, eccomi Signor Salvatore >>

Penelope aprì le porte della camera e corse accanto a lui 

<< Vi serve forse aiuto? >> 
<< Sono riuscito a infilare i pantaloni ma devi controllare che non abbia messo la camicia alla rovescia. E mi serve una mano con le bretelle, e la giacca. Non c'è una giacca tra i vestiti che mi hai portato! >> 

Damon stese le braccia davanti a lui e tastò con le mani il letto ancora una volta 

<< Non riesco a toccare niente di simile ad una giacca dannazione! >>
<< Oh Signor salvatore, avete ragione. Vi prego di perdonarmi sono così stupida >>
<< Smettila di deprimerti e controlla se ho messo la camicia alla rovescia >>
<< Certo signor Salvatore! >>

Controllò per bene e constatò che aveva messo bene la camicia 

<< L'avete messa perfettamente, permettetemi di dire che state migliorando signor Salvatore >>
<< Bene Penelope, ora prendimi le bretelle e agganciamele ai pantaloni >>

L'umile serva lo fece velocemente. 

<< Vuole che le vada a prendere la giacca ora? >>
<< Lascia perdere, faccio da solo. >>
<< Oh ma .. >>
<< Penelope quando la smetterete tutti di trattarmi come un bimbo di dieci anni? Ho ventitre anni, saprò anche come arrivare all'armadio della mia stessa stanza! >>
<< Certo Signore non volevo. E' solo che.. >>
<< ... E' solo che sono cieco, non è così ? Beh so cavarmela da solo. >>
<< Come desiderate >>

Penelope abbassò il capo simulando un gesto cordiale anche se Damon non poteva vederlo. 
Si alzò, distese le braccia in avanti e girò per il letto tastandone i margini per evitare di inciampare tra le lunghe coperte che toccavano terra, continuò e si fece strada fino alla scrivania inciampando sul piede di legno bianco. 

<< Oh Signor Salvatore state bene?! >>

Penelope corse da lui e lo aiutò a rialzarsi accompagnandolo di nuovo a letto. 

<< Non deve alzarsi, sa che posso farlo io al posto suo! >>
<< Sono tredici anni che sono cieco e non so camminare nella mia stupida stanza. >>
<< Signor Salvatore sono tredici anni che non uscite dalla vostra stanza - disse aprendo l'anta dell'armadio e scegliendo una giacca - è normale che non sappiate orientarvi >>

Gli infilò la giacca e lui toccandosi il petto notò che non riusciva a toccarsi la collana. 

<< La mia collana! Dov'è la mia collana?! Non me la tolgo mai, perchè non ce l'ho al petto?! >>
<< Non saprei signore, deve averla persa stanotte tra le lenzuola. Quando l'ho accompagnata a lavarsi il viso Maria ha cambiato le lenzuola e.. >>
<< Maria! Maria! >>
<< Si signor Salvatore? >>

Disse Maria entrando con aria interrogativa 

<< La mia collana! Dov'è la collana? >>
<< Oh non saprei signore, lei non si toglie mai la sua collana >>
<< Potrei averla persa stanotte! - disse Damon con la mano ancora ferma nel punto dove doveva esserci il suo diamante verde - hai cambiato le lenzuola stamattina? >>
<< Si ma.. oh eccola lì ! >>

Maria corse a raccogliere la collana accanto a letto e la mise nelle mani di Damon, che se l'infilò senza esitare. 
Sospirò a lungo. 

<< Sapete cosa? Sono stanco. Avrei potuto trovarla io la collana, e invece sono andato in crisi perchè non riuscivo a trovarla qui sul mio letto. Non riesco neanche a raggiungere l'armadio della stessa stanza in cui sono chiuso da anni ormai. >>
<< Ma vostro zio dice che.. >>
<< Mio zio? Un uomo che non conosco nemmeno, un lontano cugino della mamma che è venuto qui solo per prendere i miei soldi? Quello zio? >>
<< Beh si >>

Dissero le donne 

<< Sono stanco di ascoltare quell'uomo. Le uniche persone con cui ho parlato in tredici anni sono la mia servitù. Non esco da questa stanza indovinate perchè? >>
<< Beh, perchè non ne siete capace.. >>
<< Ecco il punto! >>

Le due donne si guardavano interrogative mentre Damon continuava a guardare fisso la scrivania dietro di loro convinto invece di guardare le due serve, come ogni cieco del resto. 

<< Voglio che dite a mio zio di portarmi in una di quelle scuole per ciechi. Dove quelli come me imparano a camminare, imparano a vivere. Vivere! oh si, è da tredici anni che non vivo! >>
<< Sembrate .. cambiato >>

Disse Maria

<< E' quello che farò da oggi stesso. Cambierò >>
<< Volete che comunichiamo subito la notizia a vostro zio ? >><< Nah, prima dite a Filomena di prepararmi un'abbondante colazione! E riempitemi la vasca con tutti i sali che mi piacciono >>
<< Nah, è sempre lo stesso >>

Disse Penelope, poi sorrisero tutti e tre. 



L'angolo della scrittrice 

Ciao a tutte! Eccomi qui, questa è la mia seconda storia e sono entusiasta! Cercherò di aggiornare ogni settimana, e spero vi piaccia. 
Per ochi dubbio chiedete e recensite facendomi sapere cosa ne pensate, ovviamente anche critiche purché costruttive. Questo è solo il prologo ;) 
XoXo

                                                         
  
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