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Autore: little devile    16/01/2014    10 recensioni
La nonnina è malata per questo deve stare in ospedale, io e il mio ragazzo stiamo con lei per farle compagnia, però ci serve un passatempo.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passatempo
 
Vacanze di Natale, queste parole mi fanno sentire allegra. Non so perché però al solo pensiero di stare a casa per diciassette giorni... mi viene voglia di saltellare per casa.
Come ogni anno, ho preparato un programmino per me e il mio ragazzo…
Giorno uno: stare tutto il giorno insieme.
Giorno due: stare tutto il giorno insieme.
Giorno tre: stare tutto il giorno insieme... e così via.
Però conoscendomi so che qualche imprevisto si nasconde dietro l’angolo. La mia sfortuna la conosco troppo bene… infatti…
 
Ecco tutti i miei pini vanno a monte, la nonna del mio ragazzo è caduta e si è rotta una gamba.
Dato che i suoi genitori sono fuori per lavoro e ritorneranno a casa il dieci Gennaio, si dovrà occupare della dolce nonnina il nipotino adorato. La vecch... cioè la dolce anziana ha rovinato tutti i miei piani. L'unica cosa positiva è che passerò lo stesso del tempo con il mio cucciolo, in ospedale però.
So che posso sembrare una stronza, ma giuro che non sono così… beh, la maggior parte del tempo. Quella vecchietta mi sta anche simpatica.
Il Natale scorso mi ha invitata a casa sua, giuro che mi sono divertita da matti. Mi ha anche insegnato come si fa la torta alle mandorle, la torte preferita di Alessandro, il mio ragazzo.
 
Ormai siamo alla vigilia di Natale e la nonna di Alessandro non si è ancora rimessa, dovrà stare in ospedale fino al trenta Dicembre. In fondo mi dispiace poverina.
Io e Alessandro decidiamo di passare un po' di tempo con sua nonna, poi io e lui andremo a casa mia per festeggiare come si deve.
Per passare un po' il tempo giochiamo a carte, chiacchieriamo e parliamo.  Logicamente veniamo interrotti dall'infermiera, “devo fare la puntura alla signora, uscite per favore” dice l'infermiera con voce burbera. Io e Alessandro non ci pensiamo un secondo e ubbidiamo. Non vorrei contraddire quella donna nemmeno sotto tortura.
“Ora cosa facciamo?” Mi domanda Alessandro con un filo di voce. Per scherzare gli dico di chiuderci in bagno e fare un po' di sesso, lui logicamente come ogni altro uomo accetta in un secondo.
 
Dopo trenata minuti ce ne ritorniamo da Maria per salutarla. Ormai è ora di tornare a casa. 
“Ragazzi, c'è un piccolo problemino, l'anziana signora che divide la stanza con tua nonna è appena deceduta, vi consiglio di farvi un giretto, qui ci vorrà del tempo prima che voi possiate rientrare.” Dice l'infermiera con sguardo triste, io guardo il mio ragazzo. Anche se non conoscevo la povera anziana mi dispiaceva. Alessandro mi abbraccia, mi prende per mano e mi porta di sotto.
Cavolo che cosa triste, mi dispiace moltissimo per i familiare dell’anziana. Una tragedia proprio la vigilia di Natale.
 
Non sapendo cosa fare scendiamo di sotto, come ci ha suggeriti l’infermiera ci sediamo su delle sedie, senza dire nulla.
“Ehi, chissà cosa ci sarà di sotto.” Dice Alessandro guardando verso della scale. Lui mi prende per mano i mi trascina verso quelle scale. ‘Cavolo, fa un freddo cane qui!’ Penso tra me e me. 
“Ale, ma che ti importa dai andiamo, fa freddissimo.” Gli dico abbracciandomi stretta.
“Che ne dici di andare a vedere?” Domanda ancora lui. Sembra che non mi ascolti neanche.
“C-cosa... sei pazzo?”
“Dai, solo per passare un po’ il tempo.” Mi guarda e sorride.
“Uff, va bene.” Acconsento. Non riesco a resistere al suo sorriso, infatti non riesco mai a dirgli di no.
“Bimba, non avere paura, sono sicuro che li sotto non ci sarà nulla per cui avere paura.”
“Si, lo so tesoro…”
Dopo esserci scambiati un lungo bacio scendiamo di sotto, io aggrappata al giacchio del mio ragazzo e lui che mi tiene la mano più forte che può. Sento il cuore che mi batte a mille, la mia immaginazione inizia a galoppare.
“C'è soltanto una chiesetta.” Dico sottovoce.
“Già, che delusione, torniamo su.”
“Grazie.” Sospiro sollevata. Giuro che questo posto mette i brividi.
“Ehi, ehi, guarda lì c’è una luce.” Sorride allegro. Sembra che ha appena trovato un grande tesoro.
“No dai, ho paura.” Inizio a piagnucolare, giuro che ora me la faccio sotto.
“Questo è soltanto un ospedale, cosa vuoi che ci sia qui dentro?”
“Ehm, vediamo... un obitorio forse!?”
“Ahahah, spiritosa dai andiamo a vedere cosa si nasconde dietro quella luce.”
Ecco il cuore inizia di nuovo a battere a mille. Faccio un respiro profondo e ci incamminiamo verso quella luce.
Sempre aggrappata al giacchino di Alessandro.
Già lo so cosa si nasconde dietro quella luce, un cavolo di obitorio. So che non bisogna avere paura di queste cose… ma io sono la persona più paurosa del mondo. Alessandro mi costringe sempre a guardare quei cavolo di film horror, che detesto più di qualsiasi cosa al mondo. Odio soprattutto i film sugli zombie, quelli mi fanno quasi svenire.
Ecco perché in questo preciso momento la mia immaginazione va a mille. Ogni scenario immaginabile mi si presenta davanti agli occhi.
Piano piano ci avviciniamo alla luce che ad ogni passo diventa sempre più forte.
Una stanza, wow. Alessandro senza pensarci mette la mano sulla maniglia, ma la ritrae subito. Lo guardo in viso, ha la fronte aggrottata. “Che succede?” Domando, “la maniglia è congelatissima.” Dice.
Lo sapevo, l'obitorio, cavolo no. Inizio a saltellare sul posto, “andiamo viaaaaa.” Sussurro terrorizzata.
Stringo forte il mio ragazzo, metto le mani intorno alla sua vita, lo spingo verso le scale per andar via da quel posto.
Fortunatamente vediamo un uomo che si avvicina a noi. Lo guardo, è molto alto sembra un uomo molto burbero. “Ragazzini”, inizia a dire con la sua voce roca, “non potete stare qui, filate via.”
Detto questo corriamo su per le scale.
Sento le lacrime scorrermi sul viso, tempo di essere un po’ traumatizzata.
“Ti odio.” Dico ad Alessandro, singhiozzando.
“M-ma cosa ho fatto?” Domanda sinceramente stupito. Lo spingo via.
“Lo sapevi che avevo paura ma tu non mi dai ma retta.” Continuo a piangere.
“Scusa piccola.”
“Dio...” Dico premendo i palmi della mani sugli occhi.
Mi bacia, un bacio sul naso, sulla testa, sulla guancia e infine sulle labbra. “Scusa, scusa, scusa…”
“Ok, ora andiamo via.” Gli dico, a dire il vero questa volta non lo perdonerò tanto facilmente. “Andiamo a salutare tua nonna e andiamo a casa.”
Mi tocco la tasca per prendere il cellulare e vedere che ore sono, ma non trovo il telefonino da nessuna parte. Inizio ad allarmarmi.
Cavolo, in quel preciso istante sento la suoneria del mio cellulare, proviene da quelle scale.
Alzo gli occhi al cielo. Mi è caduto mentre eravamo di sotto.
“Tesoro, vado a prendertelo io” Dice Alessandro con i suoi occhi dolci.
Passano i minuti e lui non risale quelle maledette scale, così con tutto il coraggio che ho in corpo scendo anch'io di sotto. ‘Questo è un incubo.’
Eccolo lì che corre verso di me. Ansimando e con gli occhi spaventati, pieni di paura e angoscia.
“Ehi, cosa ti succede?” Domando.
“N-niente, andiamo via, forza.” Dice lui velocemente. Mi prende per il braccio e mi trascina con forza su per le scale.
“Ma cosa ti prende.”
“Per favore andiamo via.”
“Ok, ok calmati però.”
Perché ha il viso tutto bianco? Perché i suoi occhi sono così terrorizzati?
Sento dei rumori provenire da non so dove.
Mi volto.
No non posso credere ai miei occhi, una donna tutta nuda esce da una stanza, è tutta bianca sia in viso che su tutto il corpo. Ha delle macchie nere sulla gambe e sul petto, vicino lo stomaco noto uno squarcio enorme. Non posso crederci, le viscere le stanno fuoriuscendo da ogni parte dello stomaco.
La donna si avvicina sempre di più, io sono terrorizzata.
 Non posso muovermi, non riesco a muovere un muscolo.
 Fortunatamente Alessandro prende la mia mano e corre su, il più veloce possibile.
“Cosa…” Inizio a dire. Non mi escono le parole… non so che dire.
“Cazzo, cazzo, cazzo.” Impreca Alessandro davanti a me.
“Cosa…” Dico ancora. Ho il cervello completamente annebbiato. Non ho la più pallida ida di cosa sia appena successo. 
“Andiamocene da questo cazzo di posto. Ora.” Detto questo Alessandro mi trascina fuori dall’ospedale e andiamo a casa sua.
Questo è un incubo bello e buono!
 
Il giorno dopo al telegiornale trasmettono un’edizione straordinaria:
TUTTI I PAZIENTI E I DOTTORI DELL’OSPEDALE SANTA MARIA SONO MORTI IN CIRCOSTANZE SCONOSCIUTE. TUTTI I DEFUNTI DELL'OBITORIO SONO SCOMPARSI, FORSE UN MANIACO LI HA RUBATI PER FARNE QUALCOSA DI MACABRO.
VI AGGIORNEREMO PER EVENTIALI SVILUPPI.
 
ANGOLO DELL'AUTRICE:
Salve a tutti, spero abbiate letto la mia storia. Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta. ^w^
Devo dire che questo racconto in parte è tratto da una storia vera… beh, tralasciando la parte degli zombie ovvio. xD
Ecco, spero abbiate la forza di lasciare una piccola recensione. :3
Alla prossima. 
  
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