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Autore: _juliet    16/01/2014    14 recensioni
{Lo Hobbit | Post!Battaglia dei Cinque Eserciti}
Balin dà la buona notte a Kíli e Fíli.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Balin, Fili, Kili, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Buona notte



Sul campo calava la notte. L'atmosfera era cupa e il silenzio regnava sovrano, disturbato solo dal gracchiare di qualche corvo imperiale. I fuochi, accesi quando aveva cominciato ad imbrunire, si stavano lentamente spegnendo. Nonostante tutto, la spossatezza aveva prevalso su tutti.
Anche Balin era sfinito. Si reggeva a malapena in piedi e avrebbe tanto desiderato stendersi, ovunque, e riposare, dopo quella giornata impossibile. Sapeva che avrebbe dovuto rallegrarsi e, in fondo al cuore, era contento. Ma ora il sorriso proprio non riusciva ad appianare le rughe sul suo volto.
Sospirò, esausto, e recuperò in un angolo una coperta. La osservò con occhio critico: aveva visto giorni migliori. Era macchiata di qualcosa di indefinito e pareva che mille orchi l'avessero calpestata. Sì, non era l'ideale, ma se la sarebbe fatta bastare.
Si alzò stancamente in piedi, sentendo ogni osso del suo corpo scricchiolare poco piacevolmente, e gli sfuggì un altro sospiro. 
Stava per avviarsi, quando ci ripensò. No, i bambini non potevano riposare sotto quella coperta logora, si disse. Mettendo da parte lo sfinimento, ricominciò a vagare per il campo deserto, alla ricerca di qualcosa di più adatto. 
Dopo qualche minuto, i fuochi si stavano spegnendo completamente, e lui non era riuscito a trovare niente. Non voleva disturbare gli altri, che stavano già dormendo, per cui decise che avrebbe dato la sua coperta ai bambini e lui avrebbe usato quella sporca e lacera. Presa questa decisione, si cacciò la lunga barba bianca sopra la spalla e si diresse verso il luogo dove, qualche ora prima, aveva lasciato Kíli e Fíli.
Mentre camminava, un ricordo si fece strada nella sua mente.
Ritornò a una notte di molti anni prima: Kíli e Fíli non erano altro che due nanetti senza peli, e avevano passato la sera a tirare la barba e i capelli di Thorin, perché raccontasse loro le antiche storie e cantasse canzoni.
Balin ridacchiò sottovoce. Scudodiquercia era sempre stato goffo con i bambini e, esasperato per essere seguito ovunque da due marmocchi urlanti, alla fine li aveva cacciati via in malo modo. Kíli era scoppiato in lacrime e suo fratello, vedendolo piangere, l'aveva subito imitato. Il nervosismo di Thorin, accentuato dal senso di colpa, era aumentato, e aveva ordinato che qualcuno li facesse smettere.
Così Balin li aveva presi per mano e li aveva condotti poco più in là, dove, asciugando guance e soffiando nasi, aveva raccontato per la millesima volta dell'oro del Re, dei saloni di Erebor e di Smaug il Terribile.
Aveva anche ricavato, lavorandoli con un coltello, dei piccoli draghi di legno, e si era divertito a interpretarli, mentre i due fratelli impersonavano se stessi e, ogni volta, lo sconfiggevano.
Alla fine anche Thorin, che osservava la scena con aria cupa, si era lasciato contagiare dall'atmosfera giocosa e si era lanciato verso di loro, ruggendo.
Balin rise, e la sua risata echeggiò nella notte. Dopo essere stato dai ragazzi, sarebbe passato anche da Thorin e gli avrebbe raccontato questo episodio.
Ricordava che, alla fine, Kíli e Fíli si erano addormentati, esausti e ubriachi di felicità. Lui aveva preso la sua coperta e, con un ampio svolazzo, l'aveva distesa sui due corpicini. Erano così piccoli che il tessuto li nascondeva quasi completamente. Quante volte aveva rimboccato le loro coperte. E stanotte l'avrebbe fatto ancora, un'ultima volta.
Era arrivato. Non impiegò molto a individuarli: diversamente da tutti gli altri, erano stesi su un unico lenzuolo, vicini. Riposavano uno di fianco all'altro, proprio come quella notte di molti anni prima.
Balin soffocò una fitta di dolore in un rauco sospiro. Anche se ora avevano peli – Fíli barba e baffi intrecciati, Kíli appena un accenno di peluria –, i volti tumefatti erano ancora quelli di quei due bambini. 
“Sono stati così coraggiosi.” 
Balin cercò disperatamente di aggrapparsi a quella frase, all'orgoglio che sapeva di dover provare, di pensare che la loro morte era stata onorevole e aveva avuto un senso, ma il dolore era troppo forte. Era ovunque, pulsava, gli impediva di respirare.
Incapace di fare altro, il vecchio nano prese la coperta e, con un ampio svolazzo, la distese su di loro. 
«Buona notte, bambini.»
Il tessuto riusciva solo a nascondere i loro volti.


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NdA: Istruzioni: lay down, try not to cry, cry a lot.
Ispirata da questo disegno, accidenti. Sto male.

  
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