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Autore: Effetti Isotopici    16/01/2014    4 recensioni
Camici verdi e camici bianchi: colori diversi e mondi distanti.
Zombie con le cavità oculari piene di buio. Al volto seduto accanto a me mancano gli occhi...
Genere: Dark, Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BORDERLINE.
C’è puzza di disperazione nell’aria. Anche all’ospedale fanno la raccolta differenziata. Ci sono tre bidoni: sogni infranti, speranze vane e organico. Sogni infranti va svuotato diciannove volte al giorno, speranze vane ventitre.  Non so quante volte al giorno svuotano l’organico.                                                                               
Zombie con le cavità oculari piene di buio. Al volto seduto accanto a me mancano gli occhi.
Alcuni bambini giocano ignari con l’odore della morte. Qualcuno grida aiuto senza urlare. I medici fanno finta di non sentire: camici bianchi dispensatori di nulla. Un uomo che si vendeva in cambio di caramelle mou è andato via per sempre, loro bevono il caffè con molto zucchero e si prendono tempo per girarlo con una stecchetta siliconica come le parole che fingono di dire.
Un bimbo in overdose sta per morire e accanto a lui c’è solo il suo spacciatore che cerca di tenerlo sveglio baciandogli le labbra e piangendo lacrime di metamfetamina.                                                                                                                              Una donna calva immagina di poter ancora guardare tramonti in riva a sacchetti di plastica e di cuocere marshmallow con il fumo dei tubi di scappamento delle auto d’epoca.
Camici verdi e camici bianchi: colori diversi e mondi distanti. Mi odiano perché non ho un camice, non esisto nei loro mondi. Ho solo un’escrescenza luminosa dentro lo stomaco che urla: e mi morde le mani se provo a farla star zitta stringendogliele attorno alla bocca.
Una bambina mi chiede se sono sana anche di mente. Dice che non lo è più da quando il padre si è suicidato buttandosi da un ponte di Lego. Adesso ne sta costruendo uno fra noi due, forse vuole buttarsi anche lei. Cattura la mia voce e la usa per ridere – ha finito i Lego gialli.                                                                                          Non vogliono la mia puzza di sanità, vogliono che la smetta di ridere della loro folle disperazione. Vado via, ma non rido: non l’ho mai fatto.

Nessuno è sano.
  
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