Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: Gracedanger    16/01/2014    2 recensioni
La verità è che c’è una fastidiosissima sensazione mi tortura lo stomaco. I giorni vuoti, stare sola, tutto sembra essere tornato come quando lui non faceva ancora parte della mia vita. Perché c’era entrato, si. C’era entrato con la forza, con il suo comportamento bizzarro e le sue attenzioni intermittenti. Ora senza di lui avverto la tristezza che prima si celava dietro ogni mio respiro.
Genere: Malinconico, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                 10 Settembre 2020
New York
Queens
Coven Road
The lucky guy bar
00:28

 
Ho corso per più di un’ora e mezza per le fredde e affollate strade di New York.
Arrivo senza fiato davanti alla porta verde scuro del bar.
L’insegna luminosa “The lucky guy bar” si intravedeva a malapena, è il nome del postaccio in cui Amy lavorava, sempre pieno di turisti ubriachi, o sporchi uomini d’affari dalle mani lunghe, ecco come me l’aveva descritto lei una volta, solo al pensiero di uno di loro che la sfiora, mi viene da stringere i pugni per la rabbia. Scrollo questo pensiero dalla testa e apro la porta.
Con mia grande sorpresa trovo il bar pieno di gente allegra e fremente, sembravano aspettare qualcosa.
Mi faccio strada tra la folla e mi avvicino al bancone. Un uomo robusto e ricoperto di tatuaggi dall’espressione cattiva sta pulendo i bicchieri con uno straccio e borbottando tra se e se.
Mi viene subito in mente la voce di Amy, quando una delle solite mattine in cui stavamo stesi sul suo divano a chiacchierare, mi disse:
“Il mio capo sembra un po’ il vecchio Gamba di Legno a prima vista.”
 

“Ehi, tu! Scusa!”
Si avvicina a me con le sue gambe tozze, mi sporgo per vedere se zoppicasse e non riesco a trattenere un sorriso.
“Si?” grugnisce squadrandomi.
“Sto cercando Amy Ocean. Lavora.. o lavorava qui.”
L’uomo che somiglia a Gamba di legno sbuffa.
“Mi prendi in giro, ragazzo?” dice con aria di scherno, lo guardo confuso. Dopo qualche minuto di silenzio, alza il dito grassoccio indicando il palco al lato del bar, dove solitamente si esibivano gli artisti senza futuro o i turisti ubriachi.
Un’esile figura femminile dalla pelle bianca in un attillato vestito nero e uno scuro caschetto corto sta salendo sul palco.
Si siede sullo sgabello, incrocia le lunghe gambe e avvicina la bocca rosea al microfono.
“L’ultima canzone di questa serata non è stata la prima che ho scritto, ma è stata la prima che ha avuto finalmente un vero significato per me.
Mi riporta a tanti ricordi. A quei mesi in cui ho ricominciato a vivere.
Parte un applauso spontaneo della folla e la ragazza sorride e si mette una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Rimango a bocca aperta quando comincia a suonare una canzone che conosco fin troppo bene.
La sua voce dolce come il miele riempie il bar buio e triste.
Quella donna risplende di luce propria.
La mia Amy.
Era lì.
Lo spettacolo più bello della mia intera vita.

 
While I powder my nose, he will powder his guns
And if I try to get close, he is already gone…

 
  
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