Empty bag, Empty heart
La prese per le braccia scarne, ossute, strappandole i bracciali d'oro e corallo come se fossero stati piume. Le scarpe dai tacchi alti, costose, nere e bianche lasciavano delle strisce sottili sulla spiaggia – linee sulla sabbia fredda, su cui spuntavano frammenti aguzzi di conchiglia, come vetri di vecchie bottiglie.
Il castello incombeva sull’acqua, con le finestre appannate dalla nebbia. Ma vedeva. Vedeva tutto quanto, vedeva un uomo che trasportava qualcosa di nero e vuoto sulla spiaggia, col passo pesante come quello di un gigante.
Dietro di loro, la polvere da sparo si depositava sul pavimento di quel capanno in bilico sugli scogli: il colore del sangue non era diverso da quello del mare che si apriva immenso davanti a lui. L’uomo scoprì di aver il fiato mozzo, il sudore gli colava sugli occhi bruciando la pelle, come acido.
Un sasso, un altro sasso. Inciampò, quasi cadde. Imprecò, ricomponendosi e la guardò, allungata sulla risacca – i capelli perfetti già bagnati, il vestito a fasciarla, le unghie laccate di rosso scuro.
Ma non era più Rebecca, né la prima moglie: era ormai solo un sacco vuoto sulla spiaggia.
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