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Autore: bluemmings    17/01/2014    0 recensioni
“In the night, I hear 'em talk,
the coldest story ever told.
Somewhere far along this road, he lost his soul to a woman so heartless...
How could you be so heartless?”
Si sentiva bisbigliare, un continuo sottofondo di voci che si sovrastavano, mentre lui tentava invano di riposare.
Luke parlava, il tono di un’ottava più basso del solito: la sua voce era un alito di vento, lieve, inudibile.
Raccontava una storia, il ragazzo angelico. La sua storia.
C’era una ragazza, che lo aveva pugnalato alle spalle, usato. E c’era lui, che nonostante versasse lacrime che scorrevano sulla sua pelle pura e candida, narrava dell’amore che ancora gli tormentava il cuore. Chi era quella ragazza cosi cattiva da trattarlo così, ferirlo, lasciarlo come inerme al ciglio della strada?
Una ragazza senza cuore, forse bella quanto un angelo, forse diabolica quanto le creature infernali.
Poi una frase cambiò tutti suoi pensieri.
«E come si chiama questo angelo, Luke?» domandò Ashton.
«Alex, quella Alex.»
E cosa succederà a Michael Clifford, logorato da ricordi e sensi di colpa?
Si lascerà la sua ex Alex alle spalle o tornerà da lei?
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael, Cliffors
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“In the night, I hear 'em talk,
the coldest story ever told.
Somewhere far along this road, he lost his soul to a woman so heartless...
How could you be so heartless?
Oh... How could you be so heartless?”

Si sentiva bisbigliare, un continuo sottofondo di voci che si sovrastavano, mentre lui tentava invano di riposare.
Luke parlava, il tono di un’ottava più basso del solito: la sua voce era un alito di vento, lieve, inudibile.
Raccontava una storia, il ragazzo angelico. La sua storia.
C’era una ragazza, che lo aveva pugnalato alle spalle, usato. E c’era lui, che nonostante  versasse lacrime che scorrevano sulla sua pelle pura e candida, narrava dell’amore che ancora gli tormentava il cuore. Chi era quella ragazza cosi cattiva da trattarlo così, ferirlo, lasciarlo come inerme al ciglio della strada?
Una ragazza senza cuore, forse bella quanto un angelo, forse diabolica quanto le creature infernali.
Poi una frase cambiò tutti suoi pensieri.
«E come si chiama questo angelo, Luke?» domandò Ashton.
«Alex, quella Alex.»
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“How could you be so, cold as the winter wind when it breeze, yo
Just remember that you talkin' to me though
You need to watch the way you talkin' to me, yo
I mean after all the things that we've been through
I mean after all the things we got into
Hey yo, I know of some things that you ain't told me
Hey yo, I did some things but that's the old me
And now you wanna get me back and you gon' show me
So you walk around like you don't know me
You got a new friend, well I got homies
But in the end it's still so lonely.”

Michael camminava nel sobborgo della città, felpa aperta, vento gelido a pungergli la pelle. Proprio quel vento gli faceva ripensare a quello che aveva sentito durante la notte, ripensare a cosa gli aveva scritto Alex, la sua ex. Alex era come quel vento gelido: se ti prende, ti immobilizza, ti congela,  e sei suo per sempre. Ma quando sei già freddo, ghiacciato, il vento ti fortifica, non ti ostacola.
«Mi sei mancato.» disse ammiccante. Le labbra rosse, gonfie, si allargarono in un sorriso sghembo.
«Tu no.» rispose lui, levandosi dal petto la mano fredda come la pietra dalla ragazza.
«Ma come siamo freddi…» fece lei, con uno sguardo ferito. «Sei apatico.»
Ma quanto poteva esser falso quello sguardo? Le pietre non si scalfiscono facilmente, e lei non si sarebbe fatta male così facilmente. Non lo avrebbe nemmeno permesso.
«Devi stare attenta a come parli… Ti conosco, io.» esclamò, improvvisamente osservando oltre la snella figura della ragazza, guardando la fine della viottolo.
Delle labbra carnose si scontrarono con le sue, e le mani affusolate della ragazza si fecero largo tra i suoi capelli sottili e soffici, profumati di mela verde.
Michael le morse il labbro e le prese i polsi, lasciandoli cadere con violenza lungo i fianchi sinuosi di Alex.
«Non farlo. Mai più.» sibilò aspramente lui, girandosi dall’altra parte.
Iniziò a camminare, si abbassò gli occhiali da sole sugli occhi, per non essere osservato.
La sua mente vagava tra i ricordi, l’inconscio che gli ricordava tutto il male, il sub inconscio che gli puntualizzava la felicità di esser con lei, nonostante il male.
Quanto male si erano fatti, entrambi, l’un l’altro.

Scatti veloci. Si baciavano, festeggiavano, ridevano, si ubriacavano, erano dolci, erano violenti.
Ed ancora, scatti sfocati. Litigavano, lui la picchiava, lei lo aveva costretto a farsi del male, drogarsi, auto lesionarsi.
E quando lei si era stancata, quando lei gli aveva fatto fare di tutto, certo non poteva far altro che mettere da parte il suo giocattolo usato.
E così era entrata nelle amicizie di Michael, aveva trovato la persona per lei. Quella che penderebbe dalle sue labbra, quella il cui tocco non sarebbe mai mancato, quella che morirebbe per lei, ma non per sé stesso. Luke.
E mica lei glielo aveva raccontato che lo aveva tradito per Luke.
Certo, come se per lei fosse importante.
Era brava a far soffrire, lei.
Era brava a manipolare, lei.
Era brava a consumare le persone, lei.
E certe volte lui si diceva di esserseli meritati quei tradimenti, quelle bugie.
Un flash, sempre le solite scene. Una Alex stranamente indifesa, le sue unghie affilate come unica arma di difesa. Lui la picchiava, lei si sentiva il corpo caldo, di un calore infernale, un calore nero, senza passione, senza amore. E poi il freddo lungo le braccia: lui non credeva a sé stesso, non si credeva capace di ferire chi amava, lei, che stranamente provava ribrezzo per l’unica persona che l’aveva sopportata.
Si sentiva ancora male, Michael. Sentì di nuovo il freddo penetrare fino alle ossa gelargli le ossa.
Era il vecchio lui, quello.

Perché ora camminava nella direzione opposta, cercando di nuovo le braccia di Alex?!
Il suo passo era più veloce, quasi correva. Alex era ancora lì, appoggiata al muro di un palazzo, un sorriso di flebile soddisfazione le inarcava le labbra.
Lui le si avvicinò, e fece per poggiare le sue labbra carnose su quelle della ragazza, anch’esse gonfie.
Chiuse gli occhi, posò la sua mano sul collo della ragazza, e premette le sue labbra contro quele di lei. Lei aprì il bacio, e lui continuò ad assaporare le sue labbra, quel sapore di menta e vaniglia mischiati assieme che gli facevano venir voglia di non staccarsi mai, di andare in apnea, ma non abbandonarla.
Quando le loro labbra si separarono, si aspettò qualche commento serpentino da parte della ragazza.  Ma nulla. Lei lo abbracciò ed affondò la testa nella spalla del ragazzo, restando lì ad inalare il suo profumo.  Glielo aveva regalato lei, ecco perché le sembrava familiare. Sorrise tra sé, ripensando a quel Natale. Era stato il più bello della sua vita, nonostante tutto.
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Era la prima volta che passavano il Natale insieme, per Alex Michael era il suo primo ragazzo, non aveva  mai passato nessuna festività con qualcuno di diverso dai suoi genitori. Solo che i suoi genitori non c’erano più oramai. E Michael le aveva offerto ospitalità, era stato gentile con lei.
Gli aveva preso un profumo legnoso e tanti di quei regali che si fanno i fidanzati, magari stupidi, seppur così capaci di renderti felice. Lui invece le aveva regalato un mazzo di rose illuminati da un brillante, quello che regnava sul suo anello. 
«E’ solo per farti capire che ci tengo davvero.» disse e Alex quasi cadde ai suoi piedi, abbracciandolo per i fianchi. Avevano aspettato la mezzanotte per scartare i regali, e avevano cenato a lume di candela. Che bei tempi, quelli.

Nessuno aveva mai capito la loro storia, nessuno aveva mai capito se Alex avesse mai amato Michael, nessuno aveva mai capito se Michael avesse mai amato Alex.
Erano una coppia strana, amavano farsi del male solo per poi fare pace.
Ma forse nemmeno loro sapevano come erano arrivati a quel punto.

Col tempo si erano fatti perversi, quei due.
Si amavano, si picchiavano. Volevano lo sballo, volevano comunque stare insieme.
Un vecchio amico di Alex aveva addirittura fatto entrare Michael in un giro di lotte clandestine. SI, era iniziato tutto cosi.
Michael era il solito adolescente che si sentiva brutto, col fisico peggiore al mondo, inadeguato. Voleva fare dello sport, ma non sapeva dove andare, aveva anche gli impegni della band, non era facile. Allora Alex provò a chiedere a qualche amico e questo, si faceva chiamare Mr. Evil, gli propose il pugilato, avrebbe fatto muscoli e ridotto la pancia. L’idea lo allettava.
All’inizio sembravano gare come tutte le altre, poi un giorno arrivarono le scommesse.
«Non puoi tirarti indietro, devi combattere.» Gli dissero.
E lui combattè. Perse, tornò a casa pieno di lividi.
Quando Alex lo vide non potè credere ai suoi occhi, ovunque lo toccasse gli faceva male.
«E’ tutta colpa tua, solo colpa tua. Ti odio!» le urlò, scansandola.
Lei provò a toccarlo di nuovo, lui si infuriò. Iniziò ad avventarsi su di lei, la riempì di percosse.
Finchè non la vide tremare sotto di sé. Allora si chinò, la baciò. Lei ricambiò, come se solo in quel momento il suo Michael fosse tornato a casa.
Michael combattè ancora ed ancora, il Mr. Evil lo fece entrare in un giro di droga e alcohol, finendo per coinvolgere anche Alex.

Alex cambiò radicalmente, sembrava diversa dalla ragazza orfana di genitori, la stessa che si era rifugiata a casa del suo amato. Alex adesso era l’amante del Mr. Evil, Michael lo scoprì nel peggiore dei modi, trovandoli a casa sua. Il fuoco avvampò nelle sue braccia, pestò a sangue l’uomo, e sbraitò contro la ragazza.
Scappò via, si promise di non rivederla più.
Eppure la amava ancora.
Ma lei no, da tempo.

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“Talkin', talkin', talkin', talk 
Baby let's just knock it off 
They don't know what we been through 
They don't know 'bout me and you 
So I got something new to see 
And you just gon' keep hatin' me 
And we just gon' be enemies 
I know you can't believe 
I could just leave it wrong 
And you can't make it right 
I'm gon' take off tonight 
Into the night.”

Anche se l’aveva baciata, se ne era pentito.
«Io e te non ci parleremo più, okay?»
Alex si ammutolì, poi semplicemente disse: «Sappi che non ti dimenticherò mai, Sonnenschein.»
«Addio, Schatz.» rispose lui.
Forse si sarebbero odiati, avrebbero continuato ad essere nemici.
Oramai erano nella notte, anzi, la notte era quasi finita.
E il vento gelido era oramai solo alle spalle di Michael, mentre lui, sentendosi finalmente libero si diresse verso il porto per osservare col sorriso sulle labbra l’alba di un nuovo giorno.







Author's note.
Ciao a tutti, lettori cari (?). 
E' un pò di tempo che non pubblico, ho lasciato la mia ff e ora sono tornata con questa os.
Cambiati i personaggi rispetto a quello che era il mio solito, spero questa os ispirata dalla canzone dei The Fray vi colpisca. 
Fatemi sapere con recensioni e tweets!
Tanti baci, 
@bluemmings.
  
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