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Autore: AnnaGori    03/06/2008    1 recensioni
Una lotta sconsiderata della polizia contro un mostro, una lotta contro il tempo, che rischia di tirare in ballo sentimenti pericolosi e di riaprire ferite non del tutto rimarginate... Ma la giustizia vince su tutto... A tutti i costi!
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Giorno nuovo, vita nuova

La luce del sole filtrava dalle finestre colpendola di un tenue e rilassante calore.

Sbatté leggermente le palpebre, infastidita da quel raggio di sole di prima mattina.

Sentiva Micia fare le fusa, doveva essersi accorta che si era svegliata, chissà poi come aveva fatto, e sentiva, affianco al suo, un braccio e una mano a stringerla.

Si voltò appena per vedere Luca che le dormiva sulla spalla, appoggiato tranquillo. Cercò di liberarsi dal suo abbraccio senza svegliarlo, e Micia la seguì silenziosamente in cucina.

Mise a fare il caffè, memore del giorno precedente, della forza che le sarebbe servita per quel dì.

Lo fece pesante e decise di berlo puro, senza latte.

Luca, dall’altra stanza sentì l’odore del caffè appena fatto.

Spiazzato, ancora un po’ addormentato, si ritrovò nella stanza di Anna… Giusto.

Si alzò, un po’ incriccato, entrò in cucina. “Buongiorno”

“ ’Giorno” gli sorrise Anna come mai prima aveva fatto di mattina.

Gli si avvicinò e lo abbracciò, stringendolo forte, quanto più forte poteva, e all’orecchio, come se qualcuno di estraneo ai fatti potesse sentirla, sussurrò “Grazie…”

Lui la strinse forte quanto lei, affondò il suo viso nel suo collo profumato e poi le diede un bacio sulla fronte.

Non erano usuali quegli scambi d’affetto, soprattutto la mattina, quando di solito battibeccavano perché l’uno non aveva sparecchiato e lavato i piatti o perché l’altra riteneva non fosse il suo turno; ma quella mattina era diverso, si sentivano tutti e due meglio, abbastanza pronti ad affrontare una nuova giornata, incognita in quel equazione che è la vita in un distretto di polizia

Sentirono suonare il campanello: Nicola come ogni mattina era andato a far colazione per essere poi accompagnato a scuola.

Luca andò ad aprire e lo fece entrare: “Ciao Anna!”

“Ehi, Nick… Tutto bene??”

“Sì… Pure se oggi c’ho ‘n compito in classe e non ho studiato nulla…”

“E perché non hai studiato, scusa!?” chiese Luca, subito a rimproverarlo.

“E perché ‘n c’avevo voglia…”

“Ma come ‘n c’avevi voglia, Nick! Studiare è importante!” lo riprese.

“Vabbè, Lu, è andata così… Stavolta… Nick io alla prossima voto per Luca però…”

“Fatto sta che le cose nun cambiano… Tu a scuola ce devi annà… Io e Anna oggi siamo in turno e non possiamo tenette a casa!”

“E vabbè, ma io ce vado…!” si sedette Nicola, davanti alla sua tazza e guardando con i suoi occhi azzurri quelli verdi di Anna.

Era un bellissimo ragazzino, proporzionato nel corpo e dall’intelligenza perspicace.

Certo, pochissima voglia di studiare!

Un trascorso famigliare difficile: viveva con la nonna, una vecchietta che a suo dire pensava solo a se stessa e che non cucinava neppure bene.

Allontanato dai centri sociali dalla madre, accusata di percosse…

Era stato Luca ad accorgersene e ne aveva parlato lui in commissariato: forse era per questo che si era affezionato così profondamente a quella peste, sentiva di dovergli dare un po’ dell’affetto di cui, per tutte le ragioni giuste o sbagliate, lo aveva privato.

“Forza, facciamo colazione, che altrimenti arriviamo tutti tardi!” esordì Anna, e subito si sedettero a tavola passandosi biscotti e croissant.

Appena ebbero accompagnato Nicola a scuola, si diressero verso il commissariato X’ Tuscolano.

Appena entrarono, Ugo, il portinaio, li avvisò che il nuovo commissario, il Dottor Pennini, li attendeva tutti nel suo ufficio.

Pennini era un uomo particolare, strano forse, dall’accento milanese, con una liscia pelata lucida e degli occhi straordinariamente profondi, di un grigio vicino al celeste.

Era spiritoso anche nella serietà, e portava con se un fascino tutto suo, quello che Anna e Irene si divertivano, in privato, a chiamare il ‘Pennini sex appeal’.

Da subito il nuovo commissario aveva attirato l’attenzione di tutte le donne del commissariato, compresa Vittoria che, appena sposata con il collega Giuseppe, avendo avuto la piccola Nina, aveva promosso una lotta interdomum…

Le uniche due rimaste quasi impassibili al Pennini sex appeal erano state appunto Irene e Anna, l’una perché ancora in via di riconciliazione con l’ispettore Berti, l’altra perché appena uscita da una storia dolorosa.

“Vi ho convocati nel mio ufficio perché vorrei mettere in chiaro un mio primo…ehm… progetto, sì, per quanto riguarda il caso che stiamo seguendo sul Pifferaio di Hamelin: voglio che sappiate che non permetterò il minimo errore in questa indagine, neppure uno piccolo piccolo. È una questione troppo importante e la Polizia Postale si sta già muovendo in campo informatico per rintracciare il computer di scrittura, nonostante sia protetto molto abilmente.

Voglio inoltre che ogni uno di voi, si impegni in questa indagine come fosse un caso personale, con estrema freddezza e, se necessario, con brutalità.

Per quanto riguarda la mia politica donne e bambini non si toccano, e stiamo trattando con un pericoloso pedofilo.

Vedo nei vostri volti facce di uomini e donne che hanno deciso di combattere una guerra e so che sarete con me in questa lotta.

Diamoci da fare!”

Tutta la squadra uscì dall’ufficio del commissario eccetto Anna, che fu trattenuta un momento: “Non la prenda come un fattore di indelicatezza, ne da parte mia ne da chi mi ha confidato ciò che sto per dirle, Agente Gori. Ho saputo che lei è particolarmente toccata da questo caso, che la riguarda nel profondo e che anche lei è stata vittima in passato di violenze…”

“La prego, Commissario, non mi estrometta dal caso…” lo interruppe lei.

“Per prima cosa, Agente Gori, non amo essere interrotto da un mio sottoposto…”

“Le chiedo scusa.” Abbassò la testa Anna.

“Si figuri… Era per dire… Suonava bene…” le sorrise lui, “Inoltre non ho alcuna intenzione di escluderla dalle indagini in quanto lei, più di tutti, forse sa come muoversi per capire la mentalità del Pifferaio, anche se magari questa è una situazione un po’ diversa dalla sua.

Mi rendo conto però, nello stesso momento, che per lei sarà difficile restare lucida nel trattare determinate prove e questioni. La prego quindi… Posso darti del tu?”

“Certamente” sorrise a sua volta Anna.

“Ti prego quindi di mantenerti lucida e di reprimere qualsiasi impulso sconveniente per te e per il commissariato tutto.”

“Lo farò, Commissario.”

“Molto bene. In questo caso sarai affiancata dall’ispettore Benvenuto, non dall’ispettrice Valli. Vorrei che si chiarisse con il collega… Ci servono uniti! Puoi andare… Il tuo nome?”

“Anna, Commissario, Anna Gori.”

“Ok, allora puoi andare Anna.”

“Grazie, Commissario.” Si avviò alla porta e, uscita, se la chiuse alle spalle, con un sorriso stampato sul volto.





Eccolo qui.... subito in arrivo il secondo capitoletto!!!! Grazie mille a Anima Dannata che ha recensito... Troppi complimenti!!!! MI fai arrossireeee!!! Spero di riuscire a trovare una logica, ma soprattutto una fine a questa FF, perchè già, scrivendola, mi sta intrigando alquanto.... Mi dispiacerebbe non finirla!
Vabè.... Vi lascio alla lettura... Nella speranza che anche questo secondo capitolo ti/vi piaccia!
Un bacione __AnnaGori__
  
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