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Autore: Brat    17/01/2014    0 recensioni
"Tutto questo sembra stupidamente patetico, ma la verità è che non m’importa, perché ciò che scrivo non viene ne dalle labbra, ne dalle dita, ne dal cervello, è una reazione elementare, che viene dal midollo, e in quanto tale non la posso controllare. E’quasi predefinita, è come se l’avessimo già in memoria e non dovessimo fare altro che esporla, tirarla fuori, per quanto rapida e involontaria. Questa reazione viene da un sentimento, uno strano, profondo, che focalizza la tua mente su un unico pensiero, un’unica immagine, un’unica persona."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ne parlo perché potrei scordarlo, e perché anche il particolare più infimo merita di essere ricordato. Ne parlo per non avere rimpianti alla fine, ne parlo per lasciare un segno, un ricordo. Che cos’è il tempo se non un susseguirsi di movimenti, ticchettii, respiri, gesti, profumi, suoni che si mescolano e si susseguono senza sosta? E la nostra mente che cos’è se non una grande scatola in cui immagazziniamo tutto questo? Ma non è abbastanza grande per ogni piccolo particolare, perciò scrivo, per ricordare i dettagli di questi istanti.
 

1.

Se c’è una cosa bella è restare il silenzio, dopo il sesso. Se c’è una cosa bella è restare fermi, e ascoltare il battito del cuore della persona che hai accanto. Se non si ama quella persona non conviene farlo, perché il sangue che pulsa nelle sue vene, l’origine della sua vita, in qualche modo intrappola anche te sotto la pelle, nel petto, e ti regala un desiderio forte, quasi fastidioso, di proteggere quell’essere che hai accanto, di stringerlo e impedire che qualunque cosa gli si avvicini, e inizi a nutrirti del profumo della sua pelle, e del sapore delle sue labbra, del suo collo.
Non puoi restare indifferente a un battito, perché probabilmente è l’unico suono che abbia davvero un senso. E quando è forte, rumoroso, quando lo senti con chiarezza, e se sai ascoltarlo, non puoi sfuggirgli. Quel cuore ti rinchiude in se, permettendoti di affondare nel suo calore, come nelle braccia del suo possessore, ma rendendoti così vulnerabile da poterti uccidere.
Ed ecco, eravamo lì. Le mie mani scivolavano sulla pelle della sua schiena, e la mia lingua le seguiva. Riuscivo a percepire i brividi che gli correvano su e giù per la spina dorsale. Il profumo della sigaretta modificava anche il suo, si infiltrava nei miei capelli, e nei suoi, nelle coperte, nelle spalle nude, nei fianchi, nelle gambe. L’odore di tabacco che brucia imbeveva ogni singolo oggetto di quella fragranza così sporca, nota a me come a lui, familiare e nociva.
Riuscivo a sentire i  boccoli disordinati e caldi accarezzarmi la pelle.
Avrei potuto dirgli che lo amavo, avrei potuto fare una domanda, o mille, ma mi sono limitata a non far niente, sono rimasta immersa in quella sensazione, in quel tepore.
A volte il silenzio è troppo pacifico per esser spezzato da stupide parole, da stupidi suoni, ed è così pesante da sembrare infrangibile, ma piacevole, come il suo respiro, poco lontano da me, che riscalda l’aria, la smuove, insieme con il mio.
Tutto questo sembra stupidamente patetico, ma la verità è che non m’importa, perché ciò che scrivo non viene ne dalle labbra, ne dalle dita, ne dal cervello, è una reazione elementare, che viene dal midollo, e in quanto tale non la posso controllare. E’quasi predefinita, è come se l’avessimo già in memoria e non dovessimo fare altro che esporla, tirarla fuori, per quanto rapida e involontaria. Questa reazione viene da un sentimento, uno strano, profondo, che focalizza la tua mente su un unico pensiero, un’unica immagine, un’unica persona.
Riesco a credere che esista ancora qualcosa di speciale, in quei momenti, immersa nei particolari di questa reazione, di questa malattia profonda che qualcuno ha chiamato amore.
Mi consumerà, mangiando ogni singolo pezzo della mia anima, e ci affogherò dentro, ma non mi importa, perché per ora riesco a godere del suo calore.
Credo di amare la sua pelle, perché oltre ad essere chiara, morbida e liscia, mi da una strana sensazione al tatto, come elettricità statica che ti attraversa, solo che al posto di far contrarre i miei muscoli li distende, solo che al posto di far accelerare il mio respiro lo fa rallentare, e così fanno anche le sue labbra, che sfiorano le mie a volte piano, come se avessero riguardo per me, e altre volte con forza tale da sottomettermi a un dolore piacevole, come se non gli importasse di cosa sono fatta, come se dovessi appartenergli e basta, e a quel punto il leone diventa vittima dell’uomo, e non gli importa se verrà ucciso o no, è vittima e basta.
Sto descrivendo una trappola come descriverei una reggia, l’amore è una gabbia d’oro, e non è altro che un istinto inutile, stupido, dovremmo saperlo sopprimere, ma di fatto non ne siamo capaci, e vince perché è così semplice da sfuggire alla nostra comprensione, cerchiamo di leggere dietro le righe, fra gli spazzi bianchi, tentiamo di trovare risposte a domande che non esistono, creiamo un mondo su due semplici parole che non hanno bisogno d’altro se non d’esser pronunciate.
-Ti amo.

  
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