C A P I T O L
O U n
i c o
“ Paperman „
“ Paperman „
«Se sto facendo qualcosa di sbagliato, potresti per favore... Dirmi che cos'è?».
Guardavano
tutti in alto felicemente stupiti, verso il buio cielo dal quale
scendevano delicatamente fiocchi di neve candidi e liberi. Era una
magia che aveva incantato ogni persona lì presente nella via
principale di quella città ormai moderna – a trecento anni
di distanza da come se la ricordava – e piena di luci natalizie
in ogni dove, tra le strade e nelle vetrine di negozi che calorosamente
ospitavano i loro clienti, pronti a fornirgli i migliori articoli a
disposizione per completare quegli ultimi acquisti da fare in fretta e
furia nel giorno della Vigilia, prima di tornare nelle proprie case a
scartare ogni regalo con la famiglia accanto a un camino e un abete
decorato.
Camminava tra di loro, osservando i loro sorrisi e la loro allegria davanti a quel dono che lui aveva voluto fare a tutti quanti per la festività più attesa di tutto l'anno – eppure nessuno l'avrebbe mai ringraziato per questo, e lo sapeva bene, nonostante le inevitabili fitte al petto che avvertiva ogni volta che qualcuno lo attraversava, incurante che anche lui fosse lì, esattamente come loro.
Un gruppo di bambini sfogliava un libro appena compratogli dai genitori – accanto a loro, intenti a scambiarsi gli ultimi auguri prima di salutarsi – e decise di mettervisi accanto, osservando senza reale attenzione le raffigurazioni presenti su quelle pagine colorate e piene di scritte.
«Jack Frost! E' grazie a lui che a Natale c’è la neve!» esclamò uno di loro, indicando l'immagine di uno spensierato e gioioso ragazzo disegnato sul volume.
Col suo amato bastone sulle spalle, li guardò e sorrise, amaramente; ridevano e lo ringraziavano per quel suo potere fantastico che permetteva loro di saltare la scuola e di divertirsi con slittini e palle di neve, eppure nessuno si accorse che era proprio lì davanti a loro, con loro.
Leggevano di lui e lo esultavano, ma non credevano davvero nella sua esistenza, perché lui non era Babbo Natale e non lo sarebbe mai stato, e quel che rappresentava era semplicemente un nome stampato senza spessore su qualche testo.
Lui sarebbe stato per sempre un uomo di carta, destinato ad esistere solamente tra le pagine dei libri e mai nei cuori di nessuno.
Camminava tra di loro, osservando i loro sorrisi e la loro allegria davanti a quel dono che lui aveva voluto fare a tutti quanti per la festività più attesa di tutto l'anno – eppure nessuno l'avrebbe mai ringraziato per questo, e lo sapeva bene, nonostante le inevitabili fitte al petto che avvertiva ogni volta che qualcuno lo attraversava, incurante che anche lui fosse lì, esattamente come loro.
Un gruppo di bambini sfogliava un libro appena compratogli dai genitori – accanto a loro, intenti a scambiarsi gli ultimi auguri prima di salutarsi – e decise di mettervisi accanto, osservando senza reale attenzione le raffigurazioni presenti su quelle pagine colorate e piene di scritte.
«Jack Frost! E' grazie a lui che a Natale c’è la neve!» esclamò uno di loro, indicando l'immagine di uno spensierato e gioioso ragazzo disegnato sul volume.
Col suo amato bastone sulle spalle, li guardò e sorrise, amaramente; ridevano e lo ringraziavano per quel suo potere fantastico che permetteva loro di saltare la scuola e di divertirsi con slittini e palle di neve, eppure nessuno si accorse che era proprio lì davanti a loro, con loro.
Leggevano di lui e lo esultavano, ma non credevano davvero nella sua esistenza, perché lui non era Babbo Natale e non lo sarebbe mai stato, e quel che rappresentava era semplicemente un nome stampato senza spessore su qualche testo.
Lui sarebbe stato per sempre un uomo di carta, destinato ad esistere solamente tra le pagine dei libri e mai nei cuori di nessuno.
F I N E
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N O T E
A U T R I C E
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Eeee, niente, volevo fare una !centric su Jack Frost quindi eccola qui. Anche questa mia ennesima fic, è maledettamente angst – ma, purtroppo, sono quelle che mi vengono meglio, non posso farci nulla. x°
Devo dire la verità, questa piccola scena da me descritta la vedo probabilissima e questo mi fa malissimo hahaha. Immaginarmi un Jack Frost sofferente e malinconico per la sua invisibilità agli occhi di tutti, tra le strade affollate di una metropoli qualsiasi – sono stata volutamente vaga – diventata ormai moderna poiché nel nostro secolo, mi suona tremendamente plausibile e verificabile, ed è doloroso porca miseria! Hahaha.
Altrettanto dolorosa è stata la scelta di mettere il titolo in inglese; ho sempre preferito sceglierli in italiano dato che ritengo sia più sensato e, se si sanno usare le giuste parole, possono essere sicuramente anche più d'impatto! Ma questa volta non ho potuto fare altrimenti, perché è solo con la parola paperman che sarei riuscita a dare una rilevanza maggiore al significato della fanfiction stessa, quindi per una volta ho voluto fare un'eccezione. x°
Non voglio dilungarmi oltre con le note quindi saluto qui chiunque abbia letto – spero in un vostro commento/opinione! E' sempre bello vedere ripagati i propri sforzi. ;))
Buona serata a tutti, alla prossima!
© a u t u m n