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Autore: Gioggia99    17/01/2014    4 recensioni
Dafne, 17 anni, compleanno 23 agosto. Bella, molto bella, capelli rossi e lunghi, occhi verde scuro, corporatura magra ma non troppo, curve al loro posto.
***
Un amore tra i banchi di scuola, tra discoteche, alcool, tradimenti, gelosie e difficoltà di una coppia che si ama nel loro mondo, fatto di scelte.
***
"E quando LUI ti chiama tu cosa fai?
Vai da lui ovvio... Pronta a tutto pur di essere felici insieme, perché tu lo ami."
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 1
"DAFNE!! Muovi il culo sei in ritardo!!” sobbalzo nel letto, mia mamma, guardo assonnata l'orologio... -cazzo le otto meno venti-. 
Consapevole del fatto che non sarei arrivata in orario, mi vesto e mi trucco più veloce che posso, il che è tutto dire visto che sono una pigrona patentata. Scendo in salotto e sembrando un pinguino handicappato riesco a infilarmi la seconda scarpa mentre esco di casa. Prendo al volo il casco e monto sulla mia Vespa blu elettrico e do gas. -le otto meno tre- penso -magari ce la faccio- svolto l'angolo e inchiodo davanti all'ingresso. Mi fiondo in classe, al secondo piano, facendo due scalini alla volta. -dai non è ancora suonata!- nel momento in cui entro in classe vedo la mia prof. di fisica in piedi che appena mi vede esclama 
''ah buongiorno Sabo, puntuale come sempre vedo''
''mi scusi professoressa...''
a testa bassa mi dirigo verso il mio banco strategicamente sistemato in ultima fila dietro ad Andrea, un ragazzone robusto ma molto dolce, il quale mi nasconde dalla vista dei professori, e l'arpia, così la chiamiamo noi, inizia indisturbata la lezione.
La mia compagna di banco mi passa un foglietto di carta -proprio con quella di fisica arrivi in ritardo?- le rispondo -Sveglia di merda... comunque giorno Fiò- questa mi sorride e si gira verso la professoressa. 
Quella del perché la chiamo Fiò è una storia davvero assurda: quattro anni prima quando iniziammo le superiori, eravamo due ragazzine capitate in una classe con 30 maschi. Il primo giorno, ci siamo ritrovate praticamente l'una appiccicata all'altra terrorizzate da questi ragazzoni alti che ci giravano attorno.
Ricordo che per tutta la prima settimana aveva un fiore blu tra i capelli, biondi e lunghi, della stessa tonalità degli occhi e proprio per questo la chiamo Fiò. Vi starete chiedendo cosa c'è di assurdo... beh scoprì che lei odia i fiori e che sua mamma, botanica, di professione, l'ha costretta a mettersela.
Gaia, alias Fiò, è la mia migliore amica, siamo inseparabili e da quando lei si è trasferita abitiamo l'una di fronte all'altra, quindi viviamo praticamente insieme. 
Dopo tre ore ad ascoltare le lezioni o meglio, a pensare a lui, suona finalmente la ricreazione, così prendo per mano Fiò e usciamo di corsa dall'aula; sa che per me è importante vederlo e quindi non si lamenta mentre la trascino al nostro ''punto di osservazione''. Arrivate, mentre osservo i ragazzi che girano per l'atrio vedo Michele che ci viene incontro, mi saluta con la mano e bacia Fiò, lei gli risponde sorridendo. Io, Gaia e Michele siamo il trio migliore del mondo, usciamo sempre insieme, ci divertiamo e facciamo moltissime cazzate, io e Michele ci conosciamo da una vita ma da quando abbiamo conosciuto lei le siamo rimasti appiccicati.
Aah... Fiò e Michele sono la coppia di diciassettenni più strana e più azzeccata che io abbia mai visto, si completano l'un l'altro, sono dolcissimi insieme soprattutto quando lui è di buon umore e la prende in braccio oppure gli tocca il culo per farla arrossire. Tutta questa dolcezza mi ricorda che io sto cercando Lui! Così tossisco per farmi notare
''sono ancora qui ahahahaha''
si mettono a ridere e si prendono per mano 
''Micky non è che hai visto...''
''no, non l'ho visto, sarà in giro con Busato'' 
si perché Michele ha la fortuna di averlo in classe.
''ma cazzo è mai possibile che si deve cacciare nei posti più strani?! E così io non lo vedo!!'' 
e mentre io sto urlando vedo i miei due amici che sgranano gli occhi e guardano oltre le mie spalle, io li guardo interrogativa e sento bisbigliare 
''ehi tesoro, mi cercavi?''

*inizio flashback*

Quella sera, una serata di luglio,  Fiò e Michele andavano nella solita discoteca e per non restare a casa con mia mamma e i suoi colleghi decisi di farci un salto. Avevo messo un vestito nero e argento molto attillato senza spalline, un paio di tacchi e appena una linea di eyeliner.
Entrata nella discoteca la musica era altissima da spaccare i timpani, ma io ormai ci ero abituata; mentre camminavo vidi dei ragazzi che mi fissavo, non capivo perché, avevo forse qualcosa fuori posto? Ma poi decisi di ignorarli, inizialmente andai al bar a prendere un cocktail e poi iniziai a cercare i miei migliori amici. Li scorsi in mezzo alla pista mentre ballavano e si baciavano, Michele mi vide e mi fece un cenno di andare la con loro, ma io preferivo stare a guardare, così risposi e lui continuò a ballare con Fiò. 
Sapevo che dietro alla discoteca c'era Busato che fumava con i suoi amici e qualche coppietta così andai; sono una brava ragazza, ma solo durante il giorno quindi ogni tanto faccio un tiro. Rimasi a fumare per un po quando ad un certo punto vidi sbucare dal cancello sul retro un ragazzo, alto e muscoloso, con i capelli castano chiari scrupolosamente corti, con un colore degli occhi che non avevo mai visto in vita mia, un misto tra azzurro ghiaccio e verde giada, ed era stupendo. Arrivò di corsa con delle bottiglie di vodka liscia sotto braccio fece un cenno a Busato ed entrò nella discoteca, aveva una maglietta bianca a maniche corte e la trasparenza lasciava intravedere i suoi addominali e un paio di pantaloni neri lunghi ma leggeri era la divisa della discoteca,probabilmente era un cameriere. Incuriosita da quel ragazzo spensi la sigaretta e lo seguii, questo si girò e vedendomi mi sorrise malizioso e io per non fare una delle mie epiche figure di merda deviai nel bagno che era proprio la di fianco. 
Uscì tre minuti dopo, così decisi di andare dai miei amici seduti al bar e chiesi se avevano voglia ballare; così trovammo un buco proprio li davanti allora iniziai a ballare sinuosamente a ritmo di musica con loro, ad un certo punto mentre facevo un giro su me stessa vidi che il cameriere mi stava fissando così decisi di provocarlo un po': e così di tenni gli occhi fissati su di lui mentre ballavo e ad un certo punto gli feci un occhiolino e questo rovesciò un cocktail che stava preparando, io accennai a una lieve risata, questo sbuffò e ricominciò da capo. 
Ad un certo punto Fiò mi disse che lei e Michele sarebbero andati via perché era stanca e mi offrì un passaggio, ma io rifiutai così rimasi li a ballare in mezzo alla folla.
Quella sera avrei voluto divertirmi sul serio... Avevo bisogno di pensare ad altro, dopo che mio padre era letteralmente scomparso dalla mia vita e quella di mia mamma dopo l'ennesima litigata. Era da tanto tempo che pensavo a lui, quella sera volevo divertirmi e pensare a me stessa, così andai al bar e chiesi al mio bel bar-man un cocktail alla menta questo non sentì così si avvicinò a me per sentire meglio e poi mi disse
''arriva subito, tesoro''
Io evitai il suo sguardo e dopo aver bevuto il mio drink mi scrisse su un foglietto -ti aspetto fuori, tesoro-
All'inizio mi allontanai. Non sapevo se accettare, si insomma sarà stato anche figo, ma non l'avevo mai visto in vita mia. Dopo poco vidi il bar-man che diceva qualcosa al suo collega questo annuì e lo vidi uscire.
Poi però mi chiesi perché dovessi sempre pensare così tanto, così uscii.
Lo vidi poco distante appoggiato a un fuori strada nero, così mi incamminai verso la macchina ma proprio a un metro da lui beccai una buca e caddi goffamente a terra tra la ghiaia, questo mi guardò sorridendo e disse
''ti serve una mano?''
''no guarda, se vuoi lasciarmi qua a terra, accomodati''
Si mise a ridere, aveva un sorriso molto dolce, mi tese una mano e senza il minimo sforzo mi fece alzare
''hai voglia di camminare?''
''dopo una serata passata a ballare sui trampoli non ne ho molta voglia visto che poi devo tornare a casa''
''ma che problema c'è?'
Inizialmente non capii le sue parole ma mi ritrovai tra le sue braccia a un metro e mezzo d'altezza
''ehi cosa stai facendo?!''
''tu non vuoi camminare e io voglio farti vedere una cosa”
Prese una strada di fianco alla discoteca e salimmo delle scale che portavano sopra al tetto, era davvero una vista mozzafiato: si vedeva tutta la città illuminata e poi quella sera c'erano delle stelle stupende. Vide che rimasi a bocca aperta così disse
''bello vero? Sono qua da poco ma riconosco subito una vista spettacolare quando la vedo''
E si girò per guardarmi negli occhi
''a quante ragazze l'hai già fatta questa battuta da rimorchio?''
Si mise a ridere
''non sei una ragazza facile a quanto pare”
Io arrossii leggermente
''sei davvero bella quando arrossisci, hai un'espressione particolare''
''particolare?''
Chiesi io alzando un sopracciglio
''si, è un compimento'
''se li dici tu, da quanto sei qua?''
''oh poche settimane, mi sono trasferito con mio padre perché ha cambiato lavoro, e qua c'è una buona scuola''
''dipende dai punti di vista''
Scherzai io
''si beh, nessuna scuola è perfetta''
Ricordai quando in seconda dei ragazzi di quinta erano riusciti ad intrufolarsi in presidenza e a fare battute sconce attraverso l'auto parlante, non hanno ancora capito chi è stato, la scuola perfetta era la nostra di sicuro.
''Ti sei persa?''
''eh... Cosa? Ehm scusa''
Rise 
''tutto ok? Sembri distratta''
''oh no mh sto solo cercando di non pensare a una cosa”
''ho capito, comunque è meglio andare, tra un po chiudiamo''
''d'accordo”.
Scendemmo le scale e mi offrì un passaggio, accettai. Fu un viaggio silenzioso e quando arrivammo davanti a casa mia, scese anche lui e gli chiesi
''hai intenzione di dirmi come ti chiami o dovrò chiamarti bar-man?''
Rise
''no, mi chiamo Alessandro, mi dai il tuo numero?''
Arrossii
''ehm certo... Ma tu non sai il mio nome''
''certo che lo so Dafne, non vivrei senza sapere il nome della ragazza più bella del mondo!'
Arrossii ancora più violentemente
Mentre cercavo di mettere via il cellulare nella microscopica borsetta, si avvicinò a me e mi sussurrò
''ti chiamo io, tesoro''
Poi più nulla.

*fine flashback*

NOTE DELL'AUTRICE: Ciao a tutti questa è la mia prima storia che scrivo, e ci terrei molto a sapere se vi è piaciuta, recensite in tanti :) Spero di riuscire a postare un capitolo a settimana massimo due. Grazie a tutti, Gio
  
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