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Autore: SheLovesHerRomeo    18/01/2014    0 recensioni
" “Sai”- disse il ragazzo posando la tazza e mettendosi di fronte a Christal – “mia madre mi ha sempre detto che, se avessi trovato la persona in grado di capirmi, non avrei dovuta lasciarmela scappare. Chiamalo come vuoi: fato, destino, o altro, ma c’è un motivo se ci siamo incontrati e voglio andare in fondo a questa storia.”
Daniel si avvicinò lentamente a Christal, mettendole una mano sulla guancia. Lei rimase sorpresa da quel gesto, dimenticando anche come si respirava e assecondando il ragazzo nei movimenti. Dopo poco le loro labbra si ritrovarono incollate le une alle altre, senza volersi staccare più. Un brivido caldo attraversò il corpo dei due giovani e queste sì che erano emozioni vere: ricordavano il caldo che la pioggia rilasciava, una volta caduta."
SLHR
Genere: Poesia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il calore della pioggia
 
Era un sabato mattina del mese di Maggio e Christal, una ragazza di circa diciannove anni, bassa, minuta, con una chioma rossa e un paio di occhi castani, si trovava nella cucina del suo appartamento nella periferia di Londra, intenta a consumare la sua colazione, consistente in un caffè e in un cornetto alla marmellata di albicocche.
Stranamente, quella mattina, la ragazza era di buon umore, probabilmente grazie al sole che splendeva fuori dalla finestra; cosa molto insolita nella capitale inglese. Christal, così, decise di dedicare il suo tempo a vagare per la città, fotografando qualsiasi cosa le capitasse: la sua passione. 
Con molta calma finì di bere la sua bevanda, per poi salire le scale in mogano ed entrare nella sua camera da letto. La giovane si tolse il pigiama leggero a fiori, andando a rovistare nell’armadio, dove sperava di trovare qualcosa da indossare.
Dopo circa una decina di minuti, era pronta: un paio di jeans blu, una maglia bianca a maniche corte e una felpa grigia con l’interno giallo ricoprivano quel corpo esile, mentre una Nikon reflex le penzolava al collo, pronta per essere utilizzata in qualsiasi momento.
Appena uscita di casa, andò dritta verso la fermata del bus che, per fortuna, arrivò in un batter d’occhio. Salita sul mezzo di trasporto, attese dieci fermate, per scendere poi a Piccadilly Circus nel bel mezzo di Londra.
La ragazza, inforcando i Rayban neri, iniziò a cercare qualche soggetto da fotografare. A lei, infatti, non piacevano le foto riguardanti i monumenti o i paesaggi, di quelle ne aveva già a bizzeffe, ma preferiva immortalare la naturalezza e le espressioni delle persone: quelle erano sempre così diverse, naturali ed originali da non essere mai noiose da ammirare.
Dopo aver scattato qualche foto a turisti, venditori, artisti di strada e bambini, decise di proseguire la sua escursione verso Hyde Park, in fondo ad Oxford Street.
Arrivò all’ingresso Nord del parco, dove numerose biciclette erano parcheggiate nell’apposito spazio, mentre un via vai di gente entrava ed usciva dal cancello grigio in ferro battuto. Christal si fece trasportare dalla folla e a raggiunse una radura poco frequentata, in cui si trovava un magnifico roseto, adornato di fiori rosa e rossi appena sbocciati.
Tra tutto questo colore, Christal si sedette su una panchina di legno, verniciata di un verde scuro simile alla tonalità delle siepi che la circondavano, e cambiò l’obiettivo della sua preziosa Nikon. Con un sorriso stampato in volto iniziò a fotografare i dettagli di quelle meravigliose rose, riuscendo ad immortalare anche qualche insetto, posatosi per caso su una determinata pianta, cercando forse di raccogliere nutrimento da portare alla propria famiglia.
Mentre era concentrata sul suo lavoro, notò in lontananza, attraverso i rami delle possenti e verdi querce, un ragazzo di una bellezza da mozzare quasi il fiato. Il giovane aveva pressa poco la sua età, era ben piantato, con capelli corti color cioccolato e occhi di un verde smeraldo accecante. Christal ne era molto attratta e decise di fotografare quel viso solcato dal dolore, così da poterlo osservare bene una volta tornata a casa.
 
Era da almeno due ore che Christal scrutava la fotografia stampata dal suo portatile sulla quale spiccava il volto del ragazzo sconosciuto, incontrato quella mattina per puro caso.
Le piaceva molto il modo in cui il cappuccio della felpa nera gli si poggiava sulla testa, mentre piccoli ciuffi castani gli ricadevano morbidi e lucenti sulla fronte, proprio sopra alle calamite verdi che si ritrovava come occhi. Purtroppo la sua espressione non sembrava tranquilla, anzi le suscitava angoscia e tormento. Magari la ragazza lo aveva lasciato o aveva avuto una discussione in famiglia.
Christal non sapeva niente, ma immaginava che cosa fosse potuto accadere all’adolescente, per trovarsi solo ad ascoltare musica al sabato mattina, quando tutti i ragazzi normali sarebbero stati a casa sul divano o ancora a dormire nei propri letti, dopo un venerdì sera devastante.
Lasciando da parte i suoi pensieri contorti per un minuto, si diresse in salone a guardare un film, ma non prima di aver appeso la foto alla bacheca di sughero che si trovava sulla parete sopra al pianoforte a coda.
 
Durante i giorni e le settimane successive, Christal si era recata ogni sabato nello stesso posto, per immortalare nuovamente quel fantastico ragazzo. Per sua fortuna, infatti, l’aveva trovato sempre lì: sulla medesima panchina arrugginita e logorata dal tempo.
Il primo sabato di Giugno, Christal si svegliò presto, ma subito scrutò il tempo fuori dalla finestra. Per questo, prima di uscire, prese un ombrello di piccole dimensioni e se lo infilò nella borsa a tracolla: non poteva di certo saltare il suo appuntamento per un po’ di pioggia.
Non appena arrivò al parco, iniziò a gocciolare, ma questa pioggia leggera, che quasi bruciava la pelle, si trasformò in un vero e proprio acquazzone. La ragazza, perciò, rinunciò alla sua meta e tirò fuori il suo ombrello, ma questo, dopo qualche secondo, si ruppe a causa di un forte vento estivo, proveniente da Sud.
A quel punto, rassegnata, si tirò su il cappuccio e, correndo, cercò di trovare un riparo sotto cui aspettare che smettesse di piovere. Nella sua ricerca affannata, però, andò a sbattere contro qualcuno e cadette rovinosamente in una pozzanghera, bagnandosi i pantaloni della tuta grigi. Alzò di scatto gli occhi, per osservare a chi era andata addosso, ma subito il cuore prese a martellarle all’interno del petto, quasi a volesse fuoriuscirne.
“Scusami, non ti avevo vista. Ti sei fatta male?” Chiese il ragazzo con un lampo di preoccupazione negli occhi, che fece risvegliare dall’incanto Christal.
“No, tranquillo. Sono solo bagnata fradicia.” Il tono di sarcasmo nella voce della ragazza venne colto dallo sconosciuto, il quale osservava attentamente la macchia più scura sui pantaloni di lei, per ridere leggermente a quella visione.
La ragazza, dal canto suo, era rimasta impressionata dal sorriso illuminante e perfetto del castano, tanto da non curarsi dalla pioggia insistente che le infiammava la pelle, ma forse era solo l’emozione di averci parlato per la prima volta dopo settimane di visioni in segreto.
“Per scusarmi, potrei accompagnarti a casa e offrirti un posto sotto il mio ombrello.”
Il ragazzo si scostò leggermente, tendendo la mano alla rossa.
“Io sono Daniel.”
“Piacere, Christal.”

I due si sorrisero e, insieme, si diressero verso la casa della ragazza, la quale aveva finalmente realizzato il sogno di incontrarlo.
 
Arrivarono finalmente a casa dopo circa mezz’ora e Christal invitò Daniel ad entrare con l’offerta di una buona tazza di cioccolata calda fumante, dato che fuori l’aria era gelida, nonostante fosse quasi estate.
Mentre la ragazza si trovava in cucina, il castano, dopo aver messo la felpa ad asciugare, iniziò a scrutare il salone in cui si trovava. Notò, in particolare, il pianoforte, ma quando si sedette per suonare qualcosa, alzò lo sguardo e si concentro sulle foto appese alla bacheca di sughero. Subito si accorse che il soggetto in questione era proprio lui. Mille domande gli si crearono nella mente alle quali, però, non sapeva darsi alcun tipo di risposta, purtroppo. Ne prese una in mano e la scrutò attentamente: era un primo piano del suo viso, in cui si potevano notare le labbra mangiucchiate e i capelli schiacciati dal cappuccio. Doveva ammettere che si trattava di una foto meravigliosa e, quasi quasi la avrebbe chiesta in regalo a Christal.
Ad interrompere il filone dei suoi pensieri fu la rossa, arrivata dalla cucina con due tazze di ceramica bianca che vennero posate con cautela sul tavolino in cristallo. La ragazza gli sorrise, mentre si sedeva sul divano, invitandolo ad accomodarsi al suo fianco.
“Grazie. E bella foto.”
Sul volto della ragazza apparve uno sguardo di puro stupore, mentre le sue guance si tingevano di un rosso scarlatto, abbinato allo smalto che vivacizzava le sue unghie.
“Scusa, ma mi interesserebbe sapere quando me l’hai scattata e il motivo di ciò.”
Il ragazzo bevve un sorso della bevanda calda che gli bruciò la gola, proprio come la pioggia di poco prima, provocandogli brividi di piacere.
“Beh, ecco...” Disse la ragazza torturandosi le mani dall’ansia “Un giorno sono entrata ad Hyde Park e, per caso, ti ho notato. Sono rimasta folgorata dal tuo sguardo e, così, ho deciso di farti qualche foto per ricordarmi di te.”
Il ragazzo fu colto di sorpresa: nessuno gli aveva mai rivolto tante attenzioni come quella ragazza appena conosciuta. Era davvero una cosa strana, da non riuscire neanche a spiegarsela.
“Capisco che ti sembrerà una cosa strana, ma la fotografia è la mia passione e tu eri così perfetto che non ho potuto trattenermi dall’utilizzare la mia reflex.”
Christal stava iniziando a straparlare per cercare di convincere il ragazzo di non essere una stalker, ma una ragazza come tutte le altre.
“Non so cosa dire, davvero. Sono rimasto colpito perché non pensavo di essere così bello da diventare un modello.”
Il ragazzo rise leggermente con la sua voce roca, che fece impazzire Christal.
“Cosa dici? Sei meraviglioso!” Disse prendendo la foto dalle mani di Daniel.
“Guarda i capelli e il modo in cui ricadono sinuosi sul tuo volto; guarda la tua bocca usurata dal vento, ma comunque perfetta, osserva i tuoi occhi enigmatici e tutte le emozioni che conservano dentro il loro colore brillante.”
Il ragazzo rimase colpito da tali parole, tanto da vedere la ragazza con occhi diversi: lei era riuscita a vedere tutto ciò senza conoscerlo, solamente da un pezzo di carta insignificante. Doveva essere un segno del destino perché le persone che notano i dettagli e non si fermano alle apparenze sono quelle di cui bisogna fidarsi; sua mamma glielo aveva sempre detto.
“Come hai fatto a notare tutto questo in me?”
La ragazza distolse lo sguardo, per spostarlo negli occhi di Daniel; rischiava di annegare in quel verde così intenso.
“Io sono fatta così: noto tutto, qualsiasi piccola cosa che può rendere perfetti, che magari non è stata mai osservata dai soggetti delle mie foto.”
“Sei davvero speciale Christal.”

La ragazza arrossì nuovamente, portandosi la tazza alle labbra e bevendo l’ultimo sorso di cioccolata che le riscaldò il petto.
“Grazie mille”
“Sai”- disse il ragazzo posando la tazza e mettendosi di fronte a Christal – “mia madre mi ha sempre detto che, se avessi trovato la persona in grado di capirmi, non avrei dovuta lasciarmela scappare. Chiamalo come vuoi: fato, destino, o altro, ma c’è un motivo se ci siamo incontrati e voglio andare in fondo a questa storia.”
Daniel si avvicinò lentamente a Christal, mettendole una mano sulla guancia. Lei rimase sorpresa da quel gesto, dimenticando anche come si respirava e assecondando il ragazzo nei movimenti. Dopo poco le loro labbra si ritrovarono incollate le une alle altre, senza volersi staccare più. Un brivido caldo attraversò il corpo dei due giovani e queste sì che erano emozioni vere: ricordavano il caldo che la pioggia rilasciava, una volta caduta.
Quando si separarono, si guardarono negli occhi e Daniel prese parola, mentre abbracciava la ragazza vicino a lui.
“Sì, sei decisamente tu la mia persona.”

Spazio Autrice 
Ciao a tutti :)
Ho scritto questa OS originale per un compito scolastico, ma non è stata scelta dalla mia professoressa per il concorso in questione, così ho deciso di condividerla con voi. 
Spero vivamente che vi piaccia perché mi sono impegnata molto a scriverla, inoltre mi piacerebbe avere un parere da voi lettori. 
Grazie mille per l'attenzione e, se volete passare dalla mia Fan Fiction, vi aspetto. 
Un bacio,
SLHR 

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Twitter: @ILetHimGo

 
   
 
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