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Autore: rainicornsan    18/01/2014    2 recensioni
"Perchè lo fai?" sussurrò, ansante.
"Perchè... Perchè sono un bravo figlio, Lucifer.".
[momento in cui l'arcangelo Michele sconfisse Lucifero] [Michael!Lucifer]
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lucifero, Michael
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Salve... Rieccomi con i miei scarabocchi ❤
Spero che questa Michael/Lucifer che ho sfornato a mezzanotte precisamente vi piaccia...
Fatemi un favore... Chi mi farà la grazia di recensire, mi può dire se è OOC? Buona lettura ❤

 
"M-Michael... Ti prego, n-no... NO!". 
Un urlo lacerò il cielo, mentre una figura si inarcava, cadendo al suolo.
Il sangue spruzzò copioso dalla ferita.
 
Michael cadde in ginocchio accanto a lui, quasi in lacrime, continuando a sussurrare: 
"Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace.".
 
Lucifer alzò lo sguardo e incontrò il suo, leggendovi dentro.
 
L'altro fissò le proprie mani, sporche di sangue del fratello, e inspirò profondamente, provando a calmarsi.
 
"Michael...".
Lui lo osservò, ora con sguardo liquido. 
Gli occhi chiari del suo tramite erano colmi di lacrime.
 
Lucifer poteva vedere chiaramente il vero Michael urlare in preda al dolore là dentro, contorcersi disperatamente e pestare i piedi,
inveendo contro tutti.
Era così Michael.        
Così terribilmente da Michael. Aveva sempre amato il suo modo di fare.  
Non poteva impedirselo, e ora tutto ciò lo stava inglobando.

 
"Sì?".
 
"Mi hai mai amato?".
 
"Sempre.". Michael inghiottì saliva, cercando di darsi un contegno.
 
"Mi ami ancora?". 
 
Nonostante la situazione e che fosse lui quello con le ali staccate per metà dalla schiena, pareva il più implacabile.
 
La voce profonda del tramite di Michael tremò appena, questa volta: "Sì.".
 
Lucifer continuò a fissarlo, con le ali che tremavano leggermente, sporche di sangue, ogni singola piuma vibrante.
Il fratello allungò un dito, sfiorandole e accarezzandole lievemente, cercando di dimenticare che quell'orrore era stato inferto dalle proprie mani.
 
Un tempo Lucifer era l'angelo più bello del paradiso, e lui lo stava uccidendo.
 
Non glielo disse, Michael, che in quel momento avrebbe voluto baciarlo e far l'amore con lui invece di martoriargli le ali.
Non glielo disse, Michael, che l'unica persona per cui forse avrebbe disubbidito al Padre era lui. 

 
"Sì.". Lo ripetè più deciso, alzando di scatto la visuale.
 
Non seppe perchè lo fece, capendo che avrebbe reso la decisione ancora più difficile, ma gli si avvicinò e sfiorò le sue labbra con le proprie, delicatamente, staccandosi pochi secondi dopo.
Aveva disperatamente bisogno di quel contatto, per cercare di dimenticare quello che stava facendo.

 
Lucifer lo fissò magneticamente, incatenando i loro sguardi, ormai troppo, troppo vicini.
 
"Finisci quello che devi fare, Michael.". La sua voce non era dura, piuttosto era rassegnata.
 
Michael osservò lungamente i suoi tratti eleganti, per poi sospirare pesantemente:
"Non posso farlo.".

Lucifer gli prese il volto fra le mani, facendo scorrere i pollici sulle sue guancie:        
"Mikie. Mikie. Mikie. Ci rivedremo un giorno. Te lo prometto. Ora smettila di fare il bambino e fallo. Fammi cadere.". 

 
Gli rubò un bacio. Michael gli cinse il collo con le braccia, per fargli capire quanto desiderasse non doverlo fare.  
 
Lucifer si staccò da lui, cercando maldestramente di rimettersi in piedi, ricadendo a terra.
 
Il fratello fu più veloce, e, una volta diritto, gli tese una mano, aiutandolo.
 
"Ti amo, Michael. Ti amo e mi dispiace.". Sorrise sornione, con un'ombra amara nello sguardo.
 
"Sono io quello a dovermi dispiacere. E infatti me ne dispiaccio. Infinitamente". 
Come a volerlo sottolineare, gli afferrò senza troppa delicatezza la mano e posò le labbra lungo la linea del pollice.
 
Infine arricciò le labbra in quel modo buffo così tipicamente suo, che Lucifer sorrise dolcemente in modo istintivo, pensando che si stavano dichiarando come si farebbe in un altro contesto, sicuramente più adatto di quello. 
 
Rifletterono entrambi, quasi simultaneamente, che tutta la dolcezza e l'amore che avevano omesso dalla furia e dalla passione del loro rapporto, dai baci fugaci e affamati nascosti nell'ombra, da mani posate sui fianchi e fra i capelli dietro a porte socchiuse, erano apparse in quel momento.
 
"Ti farà male.", continuò,  "Urlerai. Forse morirai. E morirei anch'io con te.".
 
Quando l'altro gli lanciò uno sguardo assassino, si decise.

Gli posò una veloce carezza sulla mascella e gli sussurrò:
"Tutto questo è ingiusto. Ingiusto il fatto che ci amiamo e non possiamo farlo, ingiusto che devo ferirti, che sia io a dover farlo e che sempre io sia così testardo da impedirmelo.". 

Gli accarezzò i capelli, il volto, la schiena, e in un ultimo stupido gesto gli disse: "Guardami.". 
Sarebbe stato più difficile, ma non gli importava. 
Voleva cancellare tutto e restare abbracciato a lui.

Lui si girò, sgranando gli occhi quando Michael lo baciò per l'ennesima volta.
Si abbandonò alle sue labbra e a lui.
Voleva annientare tutto e rimanere con Michael, per sempre. 

Lacrime di frustazione comparvero negli angoli dei suoi occhi, perchè, semplicemente, non poteva.

Poi, senza alcun preavviso, Michael dette un ultimo strattone alle sue ali, alle sue meravigliose, lucenti ali.
Un ultimo urlo venne strappato dalla gola del fratello, prima che svenisse, cadendo giù, sempre più giù.
   
 
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