Kei
Hiwatari disprezzava due cose in maggior modo rispetto alle altre sue
intolleranze: le ragazze che giocavano a Beyblade e coloro
che credevano di poter essere taciturni e scontrosi quanto lui, ma senza
un briciolo della sua classe ed eleganza.
Se
poi le due categorie si univano in unica persona, si formava un connubio
talmente perfetto da fargli salire ogni volta la bile dallo stomaco per nausea
ed acidità incombente, al punto da sentirsi ancora più asociale e
stupidamente aggressivo del solito: neanche con Takao aveva raggiunto livelli
così elevati dal punto di vista di frecciate taglienti e litigate
furiose.
Oh Kami,
perché aveva conosciuto quella ragazza?
Naturalmente
per colpa di quel baka di Max che si era preso la sua prima cotta proprio per
lei: il pivello era riuscito addirittura a sorridere come un ebete davanti all’ennesima
sconfitta subita contro Hillary che giocava per la prima volta con un Beyblade!
Ciò
aveva fatto preoccupare ovviamente Rei che, essendo un grandissimo esperto di
ragazze, gli aveva suggerito di invitare qualche volta a casa Kinomya, la donna
che sognava ardentemente.
E per
il povero Kei era iniziato un periodo di totale inferno.
Scontrosa,
aggressiva ed acida quanto uno yogurt scaduto, ella
era divenuta in un baleno l’ospite fissa di casa Kinomya e nessuno
sembrava rendersi conto dei suoi molteplici e svariati difetti che la
rendevano, almeno agli occhi del vice dei Bladebreakers, la peggiore fra tutte
le ragazze possibili.
Ma, sul
serio, neppure il nonno di Takao aveva avuto questa impressione
e così si era ritrovato ad essere l’unico a pensarla in quel modo
su di lei e quindi, tutti i pomeriggi quando si presentava puntualmente davanti
all’ingresso della dimora, era l’unico ad accogliere
quell’arrivo in una tempesta di sbuffi e borbotti diffamanti alla sua
persona.
<<
Potresti lasciarla in pace? Davvero, è l’unica cosa che ti chiederò in questo periodo di permanenza a casa di
Takao. >> Yuriy appariva irritato da quei continui capricci, senza
contare che la povera Mariam non sapeva nulla di quella avversione
che il ragazzo provava nei suoi confronti.
<< Ma io la sto lasciando in pace: tutte le volte che la vedo
mi rintano da qualche parte per non dover sopportare la sua voce. >>
<<
Allora riformulo la domanda: potresti lasciare in pace noi, Kei? Che ti abbiamo fatto di male per sorbirci il tuo astio?
D’accordo siamo amici, ma c’è un limite in ogni legame e non
vorrei che tu lo sorpassassi abbondantemente prima di
infastidirmi sul serio. >> Il proprietario di Dranzer replicò sbuffando
e riprendendo a borbottare frasi ancora più calunnianti ed il rosso non poté fare a meno di accrescere i suoi sentimenti
rabbiosi.
Gli
scappò una battuta decisamente poco lusinghiera.
<< Lo
sai che, di norma, si disprezzano le persone nella quale vediamo rispecchiare i
nostri vizi ed i nostri difetti? >> Oh Kami, Kei
non poteva permettere di cedere a quell’affermazione la mancanza di una
sua punizione: cosa diamine insinuava il capitano dei Neoborg?!
<<
Vorresti sentenziare che io sono dispotico quanto lei?!
Per carità, non sparare troppe stupidaggini perché, anche se sei sotto antidolorifici per via della batosta di Garland,
non credere che io faccia scorrere tutto quello che esce dalla tua bocca!
>> L’altro, questa volta, si arrabbiò al punto giusto per
rispondere caustico qualcosa che il ragazzo dai capelli bicolore avrebbe
preferito non sentirsi dire.
<<
Ma cosa credi di sapere?! Pensi di conoscerti
così bene da poter dire come appari alle persone?!
E comunque se sei tanto geloso, non essere così
aspro con me! >> Aveva toccato la piaga giusta: il rossore sempre
più crescente ne fu la chiara prova che lo fece ghignare trionfante.
In fin
dei conti Kei, era ancora un po’ immaturo per certe cose.
<<
Non oserai davvero insinuare che a me… >>
<<
Io non insinuo, mio caro Kei… >> L’indice
di Yuriy andò a posarsi su una guancia del proprietario di
Dranzer.
<<
…Vedo e non sono cieco: questo avvampare improvviso mi parla e mi spiega
tutto quello che c’è da sapere. >> L’aveva colpito
bene e con precisione perfetta, degna di un maestro
dell’ironia quale era lui e ciò fece infuriare Kei che,
però, preferì non ribattere e ripiegare sul lato del suo
carattere che gli conferiva l’opportunità di far finta di niente
con l’eleganza che da sempre gli apparteneva: mise il broncio.
Cioè, una cosa del genere non si poteva definire veramente come
“elegante”, ma il fatto che lo facesse lui rendeva automaticamente
l’azione, meritevole di quell’aggettivo.
Ma il
rosso non si intimoriva davanti a quegli straordinari
sfoggi di maturità, anzi, se la rideva sotto i baffi nell’attesa
di quello che sarebbe successo dopo, perché sapeva che qualcosa sarebbe
successo in futuro.
-Sei un
po’ testa calda e questo ti farà reagire prima o
poi ed io lo so.- E quello che accadde dopo cena lo soddisfò
più che degnamente.
*
Kei non
riusciva a far altro che imbastire nuovi insulti da scagliare contro Mariam,
non che gliene mai avesse rivolto uno, ma quel
passatempo lo allietava nei momenti in cui era costretto a sopportarla,
compresa la sua presenza a cena quella sera.
Si
divertiva a ripassare ogni epiteto malvagio che riguardasse la donna per poi
miscelarlo con qualche offesa associabile solo al suo comportamento e ne
uscivano dei veri e propri contrasti a livello di coerenza.
Ma,
sinceramente, non gliene importava molto, visto che tutto questo durava il
tempo necessario per concludere il pasto ed arrivare
nel giardino dove poteva allenarsi in santa pace.
O
almeno, così sperava.
<< Cosa fai? Ti alleni? >> Detto fatto: proprio lei aveva
voluto seguirlo.
<<
Non si vede? >> L’ironia nella sua domanda retorica era fin troppo
udibile.
Lei si
limitò a scrollare le spalle per poi replicare di rimando.
<<
Scusa, chiedevo soltanto. >> Il tono, altrettanto ironico, fece
accrescere l’antipatia per lei: odiosamente saccente e scontrosa.
<<
Davvero, non domandarmi mai una cosa così scontata. >>
<< Perché? Cosa mi fai,
altrimenti? Non puoi impedirmi di chiedere quello che voglio. >>
<<
Posso impedirti di darmi fastidio. >>
<<
No che non puoi, faccio quello che voglio: sono una ragazza libera ed
autosufficiente. >> Quanto era odiosa! Come
poteva essere così sciocca da non capire che si comportava da bambina?
Gli
ricordava un certo Takao…
No,
neanche lui raggiungeva gradi così infantili! Chi avrebbe
potuto riuscirci?
...Oh,
Kami.
Solo lui.
-No, non
ci credo! Non posso dare ragione a Yuriy con questa facilità!- Eppure
gliel’aveva data: la sua superbia era stata la
rovina dei suoi machiavellici pensieri.
<<
…Potrò pure dargli ragione per la questione dei difetti,
ma riguardo al fatto che mi piaccia gli darò una bella delusione
e sarà costretto a smettersela di suggestionarmi con le sue chiacchiere.
>>
<<
Eh!? Cosa diamine stai blaterando!? >> Okay, ora era completamente pazzo.
-Maledizione,
ho pensato ad alta voce!- Cercando di nascondere l’avvampare imminente al
buio della notte, borbottò una stupida frase in cui domandava molto
gentilmente di essere abbandonato alla pace del suo allenamento.
Il che,
si traduceva in qualcosa di decisamente poco carino ed
educato.
Ma Mariam
era troppo testarda per sgombrarlo della sua presenza.
Ed il
vice credeva realmente di essersi infilato in un vicolo cieco.
<<
Smettitela di essere così maleducato, hai capito?!
Cosa diamine ti ho fatto di male per meritarmi il tuo disprezzo?! Sei solo un piccolo… >> All’improvviso
si ritrovò a pochi, pochissimi centimetri di distanza dal volto del
ragazzo che pareva paonazzo per chissà quale motivo che lei non poteva
immaginare.
Oh Kami,
come diamine poteva sapere che lui si era innamorato di lei?
<<
La cosa più malvagia che tu hai mai fatto
è stata quella di innamorarti di quel baka di Max… >> E fu
allora che lei comprese e che Yuriy rise vittorioso, osservando la scena
dall’alto della sua camera: sapeva che sarebbe successo.
E si
aspettava anche una risposta del genere da parte di Mariam: in fondo,
l’aveva capito.
<<
Guarda che Max non mi piace. >> Ah, poteva davvero diventare proprietario
di un’agenzia matrimoniale!
Certamente,
il guadagno non gli sarebbe mancato.
TBC
One-shot sempre scritta per una
serie di sfide fatte tra me e May_Rose.
Ritengo questa decisamente
inferiore alla precedente per mancanza di tempo ed ispirazione: avrei preferito
di gran lunga la prima coppia che mi aveva proposto, ma oramai avevo iniziato a
scrivere questa.
Be’, speriamo che non sia
andata così male come credo.