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Autore: vocalista91    03/06/2008    3 recensioni
Kei Hiwatari disprezzava due cose in maggior modo rispetto alle altre sue intolleranze: le ragazze che giocavano a Beyblade e coloro che credevano di poter essere taciturni e scontrosi quanto lui, ma senza un briciolo della sua classe ed eleganza. Se poi le due categorie si univano in unica persona, si formava un connubio talmente perfetto da fargli salire ogni volta la bile dallo stomaco per nausea ed acidità incombente, al punto da sentirsi ancora più asociale e stupidamente aggressivo del solito: neanche con Takao aveva raggiunto livelli così elevati dal punto di vista di frecciate taglienti e litigate furiose. Oh Kami, perché aveva conosciuto quella ragazza?
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Mariam
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kei Hiwatari disprezzava due cose in maggior modo rispetto alle altre sue intolleranze: le ragazze che giocavano a Beyblade e coloro che credevano di poter essere taciturni e scontrosi quanto lui, ma senza un briciolo della sua classe ed eleganza

Kei Hiwatari disprezzava due cose in maggior modo rispetto alle altre sue intolleranze: le ragazze che giocavano a Beyblade e coloro che credevano di poter essere taciturni e scontrosi quanto lui, ma senza un briciolo della sua classe ed eleganza.

Se poi le due categorie si univano in unica persona, si formava un connubio talmente perfetto da fargli salire ogni volta la bile dallo stomaco per nausea ed acidità incombente, al punto da sentirsi ancora più asociale e stupidamente aggressivo del solito: neanche con Takao aveva raggiunto livelli così elevati dal punto di vista di frecciate taglienti e litigate furiose.

Oh Kami, perché aveva conosciuto quella ragazza?

Naturalmente per colpa di quel baka di Max che si era preso la sua prima cotta proprio per lei: il pivello era riuscito addirittura a sorridere come un ebete davanti all’ennesima sconfitta subita contro Hillary che giocava per la prima volta con un Beyblade!

Ciò aveva fatto preoccupare ovviamente Rei che, essendo un grandissimo esperto di ragazze, gli aveva suggerito di invitare qualche volta a casa Kinomya, la donna che sognava ardentemente.

E per il povero Kei era iniziato un periodo di totale inferno.

Scontrosa, aggressiva ed acida quanto uno yogurt scaduto, ella era divenuta in un baleno l’ospite fissa di casa Kinomya e nessuno sembrava rendersi conto dei suoi molteplici e svariati difetti che la rendevano, almeno agli occhi del vice dei Bladebreakers, la peggiore fra tutte le ragazze possibili.

Ma, sul serio, neppure il nonno di Takao aveva avuto questa impressione e così si era ritrovato ad essere l’unico a pensarla in quel modo su di lei e quindi, tutti i pomeriggi quando si presentava puntualmente davanti all’ingresso della dimora, era l’unico ad accogliere quell’arrivo in una tempesta di sbuffi e borbotti diffamanti alla sua persona.

<< Potresti lasciarla in pace? Davvero, è l’unica cosa che ti chiederò in questo periodo di permanenza a casa di Takao. >> Yuriy appariva irritato da quei continui capricci, senza contare che la povera Mariam non sapeva nulla di quella avversione che il ragazzo provava nei suoi confronti.

<< Ma io la sto lasciando in pace: tutte le volte che la vedo mi rintano da qualche parte per non dover sopportare la sua voce. >>

<< Allora riformulo la domanda: potresti lasciare in pace noi, Kei? Che ti abbiamo fatto di male per sorbirci il tuo astio? D’accordo siamo amici, ma c’è un limite in ogni legame e non vorrei che tu lo sorpassassi abbondantemente prima di infastidirmi sul serio. >> Il proprietario di Dranzer replicò sbuffando e riprendendo a borbottare frasi ancora più calunnianti ed il rosso non poté fare a meno di accrescere i suoi sentimenti rabbiosi.

Gli scappò una battuta decisamente poco lusinghiera.

<< Lo sai che, di norma, si disprezzano le persone nella quale vediamo rispecchiare i nostri vizi ed i nostri difetti? >> Oh Kami, Kei non poteva permettere di cedere a quell’affermazione la mancanza di una sua punizione: cosa diamine insinuava il capitano dei Neoborg?!

<< Vorresti sentenziare che io sono dispotico quanto lei?! Per carità, non sparare troppe stupidaggini perché, anche se sei sotto antidolorifici per via della batosta di Garland, non credere che io faccia scorrere tutto quello che esce dalla tua bocca! >> L’altro, questa volta, si arrabbiò al punto giusto per rispondere caustico qualcosa che il ragazzo dai capelli bicolore avrebbe preferito non sentirsi dire.

<< Ma cosa credi di sapere?! Pensi di conoscerti così bene da poter dire come appari alle persone?! E comunque se sei tanto geloso, non essere così aspro con me! >> Aveva toccato la piaga giusta: il rossore sempre più crescente ne fu la chiara prova che lo fece ghignare trionfante.

In fin dei conti Kei, era ancora un po’ immaturo per certe cose.

<< Non oserai davvero insinuare che a me… >>

<< Io non insinuo, mio caro Kei… >> L’indice di Yuriy andò a posarsi su una guancia del proprietario di Dranzer.

<< …Vedo e non sono cieco: questo avvampare improvviso mi parla e mi spiega tutto quello che c’è da sapere. >> L’aveva colpito bene e con precisione perfetta, degna di un maestro dell’ironia quale era lui e ciò fece infuriare Kei che, però, preferì non ribattere e ripiegare sul lato del suo carattere che gli conferiva l’opportunità di far finta di niente con l’eleganza che da sempre gli apparteneva: mise il broncio.

Cioè, una cosa del genere non si poteva definire veramente come “elegante”, ma il fatto che lo facesse lui rendeva automaticamente l’azione, meritevole di quell’aggettivo.

Ma il rosso non si intimoriva davanti a quegli straordinari sfoggi di maturità, anzi, se la rideva sotto i baffi nell’attesa di quello che sarebbe successo dopo, perché sapeva che qualcosa sarebbe successo in futuro.

-Sei un po’ testa calda e questo ti farà reagire prima o poi ed io lo so.- E quello che accadde dopo cena lo soddisfò più che degnamente.

*

Kei non riusciva a far altro che imbastire nuovi insulti da scagliare contro Mariam, non che gliene mai avesse rivolto uno, ma quel passatempo lo allietava nei momenti in cui era costretto a sopportarla, compresa la sua presenza a cena quella sera.

Si divertiva a ripassare ogni epiteto malvagio che riguardasse la donna per poi miscelarlo con qualche offesa associabile solo al suo comportamento e ne uscivano dei veri e propri contrasti a livello di coerenza.

Ma, sinceramente, non gliene importava molto, visto che tutto questo durava il tempo necessario per concludere il pasto ed arrivare nel giardino dove poteva allenarsi in santa pace.

O almeno, così sperava.

<< Cosa fai? Ti alleni? >> Detto fatto: proprio lei aveva voluto seguirlo.

<< Non si vede? >> L’ironia nella sua domanda retorica era fin troppo udibile.

Lei si limitò a scrollare le spalle per poi replicare di rimando.

<< Scusa, chiedevo soltanto. >> Il tono, altrettanto ironico, fece accrescere l’antipatia per lei: odiosamente saccente e scontrosa.

<< Davvero, non domandarmi mai una cosa così scontata. >>

<< Perché? Cosa mi fai, altrimenti? Non puoi impedirmi di chiedere quello che voglio. >>

<< Posso impedirti di darmi fastidio. >>

<< No che non puoi, faccio quello che voglio: sono una ragazza libera ed autosufficiente. >> Quanto era odiosa! Come poteva essere così sciocca da non capire che si comportava da bambina?

Gli ricordava un certo Takao…

No, neanche lui raggiungeva gradi così infantili! Chi avrebbe potuto riuscirci?

...Oh, Kami.

Solo lui.

-No, non ci credo! Non posso dare ragione a Yuriy con questa facilità!- Eppure gliel’aveva data: la sua superbia era stata la rovina dei suoi machiavellici pensieri.

<< …Potrò pure dargli ragione per la questione dei difetti, ma riguardo al fatto che mi piaccia gli darò una bella delusione e sarà costretto a smettersela di suggestionarmi con le sue chiacchiere. >>

<< Eh!? Cosa diamine stai blaterando!? >> Okay, ora era completamente pazzo.

-Maledizione, ho pensato ad alta voce!- Cercando di nascondere l’avvampare imminente al buio della notte, borbottò una stupida frase in cui domandava molto gentilmente di essere abbandonato alla pace del suo allenamento.

Il che, si traduceva in qualcosa di decisamente poco carino ed educato.

Ma Mariam era troppo testarda per sgombrarlo della sua presenza.

Ed il vice credeva realmente di essersi infilato in un vicolo cieco.

<< Smettitela di essere così maleducato, hai capito?! Cosa diamine ti ho fatto di male per meritarmi il tuo disprezzo?! Sei solo un piccolo… >> All’improvviso si ritrovò a pochi, pochissimi centimetri di distanza dal volto del ragazzo che pareva paonazzo per chissà quale motivo che lei non poteva immaginare.

Oh Kami, come diamine poteva sapere che lui si era innamorato di lei?

<< La cosa più malvagia che tu hai mai fatto è stata quella di innamorarti di quel baka di Max… >> E fu allora che lei comprese e che Yuriy rise vittorioso, osservando la scena dall’alto della sua camera: sapeva che sarebbe successo.

E si aspettava anche una risposta del genere da parte di Mariam: in fondo, l’aveva capito.

<< Guarda che Max non mi piace. >> Ah, poteva davvero diventare proprietario di un’agenzia matrimoniale!

Certamente, il guadagno non gli sarebbe mancato.

TBC

One-shot sempre scritta per una serie di sfide fatte tra me e May_Rose.

Ritengo questa decisamente inferiore alla precedente per mancanza di tempo ed ispirazione: avrei preferito di gran lunga la prima coppia che mi aveva proposto, ma oramai avevo iniziato a scrivere questa.

Be’, speriamo che non sia andata così male come credo.

  
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