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Autore: Dalhia_Gwen    19/01/2014    11 recensioni
La vita è così complicata da capire: ci mette di fronte a tanti ostacoli, impegnandoci a superarli tutti e per il meglio. Ma cosa accade se si perde ogni speranza? Cosa succede se la vita, che ti ha regalato una cattiva stella, continua ad ostacolare la tua felicità? Sembra che ti stia facendo sprofondare nel buio più totale. E se ti facesse ritornare a sognare, magari proprio quando sembra che non ci siano vie d'uscita?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Courtney, Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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You're my dream come true

Chapter 2

 
 
Dopo una mezz’oretta, Geoff arrivò insieme al rosso, prendendo così il punk e dirigendosi poi verso il pub. Entrarono con disinvoltura, tutti e tre con una sigaretta pendente dalle labbra. A quell’ora il pub era sovraffollato, ma soprattutto popolato dalle persone più pericolose che potessero esistere.
Era così, per un qualsiasi altro locale aperto di notte, in particolar modo quello, situato in una zona altamente malfamata di quella immensa città.
 
Si sedettero intorno ad un tavolo vuoto di persone ma pieno di bibite consumate fino alla fine, per non parlare dei mozziconi di sigarette sparsi qua e là per la superficie del tavolo.
-Ci è andata bene, potevamo trovare vomito..- disse Scott, per poi sedersi. Il punk era quasi assente dalla conversazione, ma prese ugualmente posto, mentre Geoff adocchiò subito la sua Bridgette. Prese i resti di un posacenere che si trovava su quel tavolo e cominciò ad assumere un’aria superiore per poter attirare la sua dolce bionda. Quella sottospecie di locale cadeva a pezzi, ma lì i ragazzi si trovavano bene, avendo una bella compagnia ed alcolici disponibili a tutte le ore della giornata. Lo scoprirono per caso, girovagando, come ogni sabato sera, tra le strade della “bassa” New York, divertendosi a prendere di mira le ragazze ed ad importunare i cosiddetti “sfigati” di turno. All’epoca, freschi ventenni guardavano la loro vita come un gioco: puro divertimento e godimento fino all’ultimo minuto, per poi ripartire il giorno seguente. Si divertivano così, con poco, ma bastavano solo loro tre per scatenare l’inferno ovunque mettessero piede. Così come, per puro caso o meglio, grazie all’invito di alcuni dei tanti amici di cui erano circondati, scoprirono quel luogo dall’insegna mal funzionante e pendente dal muro. Quella notte vi entrarono con l’intento di prendersi gioco del proprietario e per creare un po’ di scompiglio che solo loro riuscivano a creare, e fu lì che Geoff e Scott si invaghirono, sempre più pesantemente, delle giovani e sensuali cameriere che vi ci lavoravano, iniziando a frequentare il posto prima simultaneamente, poi sempre più frequentemente, fino ad arrivare a quasi tutte le sere. In compenso però, anche le ragazze, in un certo senso, gradivano la presenza di quei clienti così “fedeli”, ma contemporaneamente avevano paura di confessarlo, anche solo con degli sguardi, troppo terrorizzate dalla possibilità di potersi sbagliare sul loro conto.
Erano uomini, abbastanza maturi, e coscienziosi delle loro responsabilità, ma nonostante ciò non sarebbero mai riusciti a rifiutare l’invito di un compagno di venture-sventure per una birra, come ai vecchi tempi così, quando potevano, si davano appuntamento per una chiacchierata, nello stesso e medesimo pub.
 
-Ehi pupa!!- esclamò euforico Geoff, sfoggiando un sorriso radioso non appena Bridgette lo notò da lontano seduto a uno dei tavoli, puntuale come sempre. Gli sorrise di rimando, e tutta pimpante si avvicinò velocemente verso di loro, come se non aspettasse altro che la presenza di quel ragazzo.
-Geoff!! Sei tornato, di nuovo!- disse quasi piangendo di gioia la fanciulla, che gli saltò addosso aggrappandosi fortemente a lui, avvertendo solo con lui quella sensazione di protezione di cui aveva tanto bisogno ogni sera lì, in quel locale. Il biondo rise stringendola più che poteva a sé ed avvertendo il cuore accelerare i battiti.
-Certo che sarei tornato, zuccherino. Come potrei riuscire a dormire se non vedessi, anche per un solo istante, il mio angelo?- la guardò malizioso, per poi soffermarsi sul decolté decisamente troppo scollato, non riuscendo più a trattenersi. A quelle parole, Bridgette avvampò improvvisamente, per poi nascondere il viso tra il giubbotto in pelle del giovane, per poi essere coccolata dai suoi baci.
-Rivoltante…- Scott, malgrado fosse occupato a cercare la sua fatina, non potè fare a meno di udire le smancerie dei due accanto a lui, avvertendo una morsa allo stomaco quando si rese conto che al posto della sua Dawn c’era una nuova ragazza, pallida quanto lei ma più piccola e molto inesperta per quel lavoro.
-Allora, possiamo avere sì o no queste birre?!Dobbiamo aspettare i vostri comodi?!- si rivolse a loro adirato il rosso sbattendo un pugno sul tavolo, più che altro cercando di nascondere la sua preoccupazione riguardo l’assenza dell’altra biondina. I due piccioncini sobbalzarono dal posto guardando poi Scott con aria scocciata. Bridgette elevò la mano in alto, richiamando così velocemente l’attenzione della ragazza al bancone, che stava goffamente cercando di prendere in uno dei tanti davanzali alti l’ennesima brocca che le sarebbe servita a versare altri alcolici.
- Gwen! Porta tre birre a questo tavolo!!- urlò con tutto il fiato che aveva la bionda, per poi rivolgere al rosso uno sguardo soddisfatto.
-Bastava chiedere, Scott..- continuò invece Geoff, come se avesse inteso quello scambio di occhiate infuocate, riprendendo poi a coccolare la sua ormai fidanzata.
In tutto questo, Duncan aveva la mente completamente occupata dai suoi pensieri, intento a pensare alle conseguenze di quella sera, non appena la sua ex fidanzata si sarebbe resa conto che il suo ragazzo aveva fatto le valige per andarsene senza neanche avvisarla. Si accese l’ennesima sigaretta, inalando una lunga ed intensa boccata di fumo, espirandola con tutto il fiato che avesse accumulato, con l’intento di liberarsi anche di quella frustrazione che lo stava divorando pian piano. Una mano lo scosse violentemente per una spalla, provocandogli un leggero spossamento.
-Ehi fratello, ma la vuoi smettere di pensare? Eravamo venuti qui per distrarci, non di certo per rimuginare ancor di più! Piuttosto, guarda un po’ chi altra tosta cameriera sta arrivando..- disse con voce maliziosa Scott, che non perse tempo a fissare le esili e slanciate gambe di Gwen, diretta a passo indeciso verso il loro tavolo. Finalmente Duncan decise di guardare in direzione dell’amico, che nel frattempo stava elaborando pensieri sempre più perversi, e fu lì che la sigaretta gli cadde dalle labbra, rimanendo per qualche istante immobile, rendendosi conto di avere quella bella fanciulla proprio davanti a sé. Nel frattempo Gwen, che doveva ancora abituarsi ai ritmi frenetici che la sbattevano da una parte all’altra del locale, seppur piccolo ma pieno di gente ogni sera, mantenne lo sguardo sempre basso, onde evitare frecciatine o commenti a lei per nulla graditi, sapendo tuttavia il fine comune di tutte quelle menti pervertite. Tirò fuori da una delle tasche del suo grembiule uno stappa-bottiglie, posizionandolo sulle bottiglie e tentando di aprirle, ma invano. Fece diversi tentativi, diventando sempre più rossa in viso davanti all’ennesimo errore. Il punk, intanto, osservava tutta la scena con un sorriso genuino e sempre più largo alla vista della ragazza alquanto buffa, notando l’ignoranza e quindi il non uso da parte sua di tali liquidi. Ad un tratto, mentre Scott rideva spudoratamente di fronte alle difficoltà della gotica, Duncan si sentì in dovere di aiutarla.
-Aspetta, faccio io, tranquilla…- disse lui con molta gentilezza, mantenendo comunque quel ghigno che non riusciva a trattenere in quanto contagiato dall’amico. Senza neanche attendere la risposta della fanciulla, il punk posizionò una mano sopra a quella della ragazza, mentre con l’altra afferrò la birra, e quel tocco lo fece sussultare. Avvertendo il calore sulla sua mano, Gwen si girò di scatto, incrociando finalmente quegli occhi di quel colore mozzafiato e a lei sconosciuto fino ad ora. Rimase completamente ipnotizzata da quelle due iridi dalle sfumature uniche, dentro le quali poteva intravedere la libertà e quel senso di spensieratezza che caratterizzavano quello sguardo vispo e furbo del ragazzo. Inspiegabilmente avvertì le gote diventare rosee, mentre una sensazione di serenità l’avvolse, mostrando la ragazza che era realmente. Non seppe esattamente per quanto tempo rimase impalata ed avvolta nei suoi pensieri, ma nel momento in cui la voce profonda del punk le arrivò alle orecchie, rinvenne immediatamente, rivolgendogli di nuovo l’attenzione.
-Ecco, con i cava-tappi difettosi bisogna fare più forza.- disse con molta semplicità il ragazzo, restituendole l’aggeggio, non smettendo però di sorridere. D’altro canto Gwen venne contagiata da quel sorriso e, non scomponendosi troppo, e ne abbozzò uno più timido accompagnandolo poi con un grazie, scomparendo tra la folla del pub.
-Pff, ma mi spieghi come fa a lavorare qui se non riesce ad usare un cava-tappi? Sarà anche bella, ma è una grande imbranata!- esclamò Scott ancora con le lacrime agli occhi, per poi afferrare una bottiglia e cominciare a bere, finalmente esaudito.
 Anche Duncan prese una bottiglia, ma la sua attenzione era focalizzata sempre su quella stramba ragazza, che da momento in cui l’adocchiò tra la folla non smise neanche per un momento di contemplarla, attirato dalla grazia con la quale lei faceva muovere il suo corpo nonostante i tacchi vertiginosi.
“Bella? Bellissima..da urlo…” pensò fra sé il ragazzo sorseggiando un po’ di birra, mentre sul suo volto nasceva un sorriso ebete che si allargava sempre più, rendendosi conto dell’effettiva bellezza della fanciulla, scatenando così in lui la voglia di conoscerla.
                                                  
      ***                                           
 
Era oramai quasi l’alba, ma il locale era comunque movimentato da un via vai di persone con un’alta percentuale di alcool nel sangue, chi più e chi meno. Anche al tavolo dei ragazzi si avvertiva un’allegria, forse troppo spinta ed anormale, che echeggiava intorno a loro, facendoli scoppiare a ridere per ogni cosa che pronunciavano. Duncan fu spinto da quella voglia di esternare tutto l’odio e la rabbia che aveva accumulato quel giorno, aiutato anche dal rosso che contribuiva al suo sfogo, evocando ricordi piacevoli o felici, col fine di punzecchiarlo e quindi liberarlo davvero di tutto il rancore. Geoff, invece, preferì ritagliarsi un angolino buio ed appartato nel locale per chiedere finalmente a Bridgette di diventare la sua fidanzata, ovviamente approfittando della situazione per stare solo con lei, lasciando così il resto del gruppo “da solo” ed “incustodito”.  I due fecero quindi ciò che più sembrasse loro opportuno: dapprima il punk iniziò a discutere con voce tranquilla ed apparentemente serena, per poi passare ad una sempre più infastidita e troncata dai singhiozzi, il tutto mentre ad accompagnarli vi era l’alcool.
 
Nel giro di un paio d’ore si scolarono ben due bottiglie ciascuno, ed ora necessitavano della terza, malgrado in quel momento fossero arrivati al limite delle forze e ad ogni forma di volontà.
-M.ma…ma dove cavolo si è..cacciato Geoff?!- chiese ad un tratto sobbalzando dal proprio posto Scott, con le gote colorate di un rosso così acceso da coprire le lentiggini. Duncan, che stava cercando di scolarsi fino all’ultimo quella bottiglia di birra, scoppiò a ridere allungandosi sul tavolo con l’intento di dare una gomitata all’amico.
-Non..non lo sai?! E’ con quella..come si c-chiama? Bridgette?! Ahahah…oddio la testa…quanto mi gira!- cercò di dire tra una risata e l’altra il punk, mentre prese il capo fra le mani poggiandosi poi con i gomiti sul tavolo.
-…Sciocchezze! La notte è ancora lunga, f-fratello! Ordiniamo un’altra birra!- disse felice come una pasqua il rosso. Duncan rise e, senza indugi, annuì entusiasta.
  -Ehiii! T-Tu! Bella pollastra dai capelli blu!- urlò a squarciagola Duncan, alzandosi dalla sedia per farsi vedere e muovendo in alto le braccia. Erano davvero arrivati ad un limite indecente.
-Gwen, ti stanno chiamando.-  Heather informò del richiamo la gotica, che nel frattempo  assistette a tutto lo spettacolo, non potendo fare a meno di preoccuparsi di quel ragazzo che le parse così diverso dagli altri. Più volte le passò per la mente di farlo ritornare in sé, fermandolo per non eccedere a tutto quell’abuso, per lei ingiustificato. Ma la paura, sua più grande nemica, le bloccava ogni azione, facendola sentire di troppo e facendole credere che probabilmente si fosse sbagliata sul conto di quel ragazzo.
Alzò lo sguardo verso l’asiatica fingendo di non aver udito nulla prima della sua parola, e deglutendo vedendo lo stato in cui quei due caddero.
-Non mi va di andarci..sono ubriachi fradici…-disse con una velatura di tristezza la gotica, continuando ad asciugare i bicchieri appena lavati. L’altra le rise in faccia.
-Tzk..quanto siamo deboli, eh Gwen? Cos’è..hai paura che ti possano fare qualcosa? Lo devi fare purtroppo, prima o poi doveva capitare anche a te.- disse secca e acida Heather, per poi dirigersi verso un tavolo a cui doveva portare l’ordinazione. Quelle parole lacerarono il cuore della gotica, mentre una voglia di strangolarla cominciò a farsi sempre più viva dentro di lei.
Sospirò, rendendosi conto di non poterne essere capace, e nel frattempo si volse verso i due ragazzi, armandosi così del coraggio tale da permetterle di affrontare quelle paure.
“Quel ragazzo non può farmi del male…lui no…” si ripeteva mentre in maniera incerta si avvicinava al tavolo.
Vedendo la ragazza arrivare, Duncan alzò le braccia al cielo, accavallando le gambe ed assumendo un’aria strafottente. Con una calma mai vista, Gwen cominciò a raccogliere i resti delle varie consumazioni, per poi rivolgersi proprio a lui con fare indifferente.
-Desiderate qualcos’altro?- chiese gentilmente, cercando di non sembrare debole e continuando a pulire il tavolo.
A quelle parole Duncan fece un ghigno, uno dei migliori, e lentamente appoggiò i gomiti sul tavolo in direzione di lei, guardandola con aria sognante.
-..Te.- disse seccamente, guardandola con una strana luce negli occhi. All’improvviso Gwen smise di fare qualsiasi cosa, e piano girò il capo verso di lui, mentre nella sua mente sperava con tutta se stessa che quelle parole fossero solo un semplice scherzo delle sue orecchie.
-Non ho capito..può ripetere?- chiese nuovamente, stavolta non riuscendo a frenare il timore di sentire una risposta affermativa. Allora Duncan rise nuovamente e, con molta fatica, cercò di stare in piedi, per poi afferrare la ragazza per la vita strofinando il suo naso con quello di lei.
-Hai capito bene dolcezza…voglio te.-  pronunciò quelle parole scandendole, sfoggiando un sorriso per nulla rassicurante, prendendole le mani per poi intrecciarle al suo corpo.
Purtroppo Gwen ebbe la certezza di quello che temeva di udire e, delusa più che mai, mollò violentemente la presa, seppur delicata del punk, e tirandogli uno schiaffo in pieno volto, lasciandogli un colpo non indifferente.
-Scordatelo idiota, non sono in vendita. In mezzo alla strada ce ne sono tantissime a quest’ora, vai s sfottere qualcun’altra.- disse arrabbiata la ragazza. Stranamente aveva reputato quel ragazzo diverso dagli altri, apparentemente privo di una mente malata. Voleva fidarsi di lui, ma anche la minima voglia di approfondire un pochino di più la loro conoscenza sbiadì davanti a quella richiesta così comune  quanto disgustosa. Stava quasi cadendo nella trappola, attirata da quella presenza così genuina e, perché no, attraente di quel giovane, ma venne nuovamente delusa.
 
Perché era così sbagliato sognare?
 
Improvvisamente avvertì gli occhi inumidirsi, così decise di congedarlo prima che fosse troppo tardi, ma prima che potesse fare qualcosa, Scott la prese per un braccio avvicinandola senza grazia verso di lui, guardandola male.
-Ehi bambola…non..non permetterti più di fare una cosa…cosa del genere al mio amico…Intesi?!-  sputò tentando a malapena di mantenersi in piedi il rosso.
Ma prima che la discussione sarebbe sfociata in qualcosa di più violento, Geoff arrivò correndo verso gli amici, visibilmente preoccupato.
-Scott ma che cazzo stai facendo!? Lasciala!!- urlò il biondo scrollandola dalla sua presa, facendola poi spostare dietro di sé.
-Ha..ha iniziato prima l-lei!- disse Scott cadendo a peso morto su di lui, che lo prese in tempo. Sgranò gli occhi rendendosi conto di aver perso la situazione tra le mani, e di aver combinato un bel guaio. Diede uno sguardo a Duncan, vedendolo seduto sulla sedia di fronte a lui massaggiandosi la testa di continuo.
-Maledizione…MA SIETE COMPLETAMENTE UBRIACHI! Non posso allontanarmi per un minuto che voi vi mettete nei guai?!?- urlò disperato Geoff, portandosi una mano tra i capelli.
-E cosa dovevamo fare? Assistere alle tue smancerie con.. quella lì?! Duncan doveva s-sfogarsi..e..ed io da buon amico ho ascoltato..ahah…M-ma dove mi trovo?!- disse Scott scoppiando a ridere.
Geoff roteò gli occhi, dandosi una manata in faccia.
-Okay, questi stanno fuori..-disse esasperato-Meglio tornare a casa, eh?- Con uno scatto afferrò il rosso facendogli poggiare il capo su una delle sue spalle, portando poi un braccio intorno alla schiena, per poi fare la stessa cosa con Duncan.
Guardò poi la sua fresca fidanzata, sul cui volto leggeva un’espressione mischiata il preoccupato e il divertito. La ragazza capì al volo quello sguardo dispiaciuto, e fu così che lo congedò dandogli un ultimo bacio, ma era un arrivederci.
-Tranquillo..vai pure. Buonanotte.- sussurrò la bionda sorridendo timidamente.
Geoff fece per andarsene, ma prima rivolse uno sguardo verso la gotica, che per tutto il tempo rimase in silenzio ad osservare la scena, ancora impaurita.
-Scusali Gwen, non sapevano quello che facevano. Te lo assicuro.- le sorrise, poi con un cenno del capo le salutò, uscendo dal locale con i due amici malconci.
Mentre Bridgette tornò al bancone, Gwen seguì con lo sguardo quei ragazzi, sorridendo poi a quella buffa situazione. Era un sorriso sì, ma era amaro, e celava tristezza e delusione. Spostò una ciocca di capelli dietro un orecchio, impacciata e allo stesso tempo confusa.
Sospirò, convincendosi che fu tutto uno stupido sogno.
 
Infondo, quale cambiamento ci sarebbe potuto essere in una vita così statica e segnata come la sua?




Angolino dell'autrice

Buongiorno cari! :D
Ditemi la verità, vi sono mancata, eh? ♥
*passa una palla di fieno di fronte a sè*
Ah...capisco..... :'(
Che vi piaccia o no, ecco pronto il nuovo capitolo! *-*
Ahahah, mi sono divertita un mondo a raccontare di Duncan e Scott ubrachi....li adoro!!! (?) :'D
Non so quando aggiornerò, ma vi assicuro che la storia proseguirà.
Forse lentamente, ma proseguirà! ;)
Quindi, vi chiedo di continuare a seguirmi come avete sempre fatto, perchè ne vedremo delle belle! :3
Ringrazio TUTTI, lettori-recensori e soli lettori, sono contentissima che mi seguiate in così tanti numerosi! ♥
Un ringraziamento speciale va ai miei veterani recensori, nonchè a tutti coloro che hanno recensito il primo capitolo!
Vi adoro amici,  grazie di tutto! ;'3
Se ci sono errori non esitate a segnalarmeli, mi raccomando ;)

Bene, ho detto tutto, non mi resta altro che aspettare i vostri commenti, sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensate!
Un abbraccione immenso! ♥



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1)"Storia in collaborazione con Clif:
A TUTTO REALITY: EFP

Siete pronti per un nuovo reality? Ancora di più se questa volta si svolgerà su una nave? Alcuni dei nostri concorrenti + altri 4 nuovi concorrenti si affronteranno in un reality mai visto prima d'ora! Da una nazione all'altra, pronti sempre a fare le peggiori sfide! Divisi in "Squali" e "Delfini" i nostri amici saranno pronti a passare sconvolgenti settimane nell'Oceano, costretti a stare con i loro peggior nemici! Poi, per chi si è perso qualcosa, non preoccupatevi: Ci sarà il dopo show di Dalhia_Gwen, condotto da Bleinley e Josh a tenervi informati su tutto e sempre pronti alla risata! In questo fantastico reality voi e ripeto voi potrete scegliere infine il vincitore! "
Cosa manca per renderlo perfetto? Ah, è vero! Mancate voi! Cosa aspettate?
"Clif's story" vi augura: Buona lettura

2)Storia DxG di Clif:
Strawberry black - La profezia del libro stregato - Ultimo capitolo
Svegliarmi ogni volta, sapendo che tutto quello non fosse stato un sogno era abbastanza difficile. Insomma chi di noi ragazze viveva in una città infestata da creature soprannaturali? Ah è vero: Solo io, l’unica stupida,ero ancora in quella città, ovunque andavo portavo distruzione, ma non potevo andarmene, non sarei riuscita a vivere senza di loro, senza di Lui!"

Dalhia_Gwen ♥
  
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