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Autore: Alisa Sato    19/01/2014    1 recensioni
Finalmente avevamo un po' di pace, il professor Negi era il nostro insegnate delle superiori ed era tornato nel suo paese natale in Galles a far visita alla sorella e ad Anya, sua amica d'infanzia. Asuna era andata con lui per evitare che potesse farsi male e anche la capoclasse voleva andare con loro a tutti i costi, ma in qualche modo, si è dovuta subire le altre nostre compagne nelle sue terme private.
Riguardo a me e alla signorina Konoka eravamo ritornate a Kyoto per goderci questi attimi di libertà senza doverci preoccupare di qualsiasi associazione in combutta contro i maghi d'occidente.
Genere: Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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 Quella mattina, mi svegliai verso l'alba; ormai, era diventata un'abitudine, non potevo farci nulla. Misi la vecchia divisa della scuola Shinmei, legai i capelli di lato  - con la solita acconciatura  - presi la Yunagi e mi diressi verso il bosco di bambù, dietro la sontuosa villa, della famiglia Konoe.
 Il cielo aveva ancora delle tonalità pallide, ma il sole filtrava attraverso le canne, illuminando tutta la zona dove mi trovavo.
 Finalmente avevamo un po' di pace, il professor Negi era il nostro insegnate delle superiori ed era tornato nel suo paese natale in Galles a far visita alla sorella e ad Anya, sua amica d'infanzia. Asuna era andata con lui per evitare che potesse farsi male e anche la capoclasse voleva andare con loro a tutti i costi, ma in qualche modo, si era dovuta subire le altre nostre compagne nelle sue terme private.
 Riguardo a me e alla signorina Konoka eravamo ritornate a Kyoto, per goderci questi attimi di libertà, senza doverci preoccupare di qualsiasi associazione in combutta contro i maghi d'occidente.
 Il vento soffiò molto piano, spostando alcune foglie e sguainai la spada; con passo felpato, tagliai circa cinque canne. Respirai a fondo e poi chiusi gli occhi, rilassando ogni muscolo del mio corpo e rimasi in attesa, concentrandomi. Adesso.
 "Tecnica della Scuola Shinmei: Vento del Nord!" Mi mossi velocemente e spazzai stavolta circa una decina di bambù. Ancora nulla, devo migliorare. Mi rilassai di nuovo. "Tecnica della Scuola Shinmei: Tornado dei cento petali di ciliegio in fiore!"
 Stavolta, intorno a me, una ventina di canne erano spezzate e giacevano a terra. Adesso va meglio. Continuai fino a che nel cielo il sole non iniziava a farmi bruciare la pelle, decisi allora di spostarmi più in profondità e poi, mentre stavo per prepararmi per un'altra mossa, sentii una voce melodica che solo una persona poteva avere.
 "Secchan!" Mi girai e la vidi. Indossava un abito semplice e sul suo volto era stampato un sorriso luminoso, così le sorrisi anch'io.
 "Ojou-sama.. Come mai è qui?" Le chiesi, mentre riponevo la Yunagi nel suo fodero, e lei mi si avvicinò.
 "Non ti avevo vista più nella stanza e ho pensato che eri qui ad allenarti." Mi disse, mentre allungò la mano con l'asciugamano, e me lo passò sulla fronte, sulle gote, sul collo, dietro la nuca e nella clavicola. Rimasi senza fiato e la guardavo, mentre mi asciugava il sudore di sopra. "Ma tu guarda; ti sei affaticata troppo. Dovresti riposarti, siamo in vacanza dopotutto."
 Continuò, mentre mi si avvicinava di più, passandomi un'ultima volta la stoffa sul collo, che guardava come incantata, ed io l'osservavo con attenzione. Il tempo sembrò fermarsi e un vento dolce s'insinuò tra noi, spostando i fini capelli castani della signorina, che erano cresciuti ancora arrivandole alle ginocchia, e i suoi occhi mi scrutavano con interesse, mentre ero ferma davanti a lei, respirando lievemente.
 "Ojou-sama.." Non riuscivo a dire altro, paralizzata da colei che avrei protetto a costo della mia stessa vita. Lei si avvicinò ancor di più verso di me e appoggiò la testa contro il mio petto, mettendo le mani sopra d'esso.
 "Secchan, portami in giro.." Si fermò per ispirare e poi strofinò la guancia contro il tessuto della divisa, mettendomi le braccia al collo. "Voglio volare in giro con te." Strozzai un grido e poi la guardai con dolcezza.
 "Come desidera, si tenga forte!" La cinsi - con le mani - per il bacino e la presi in braccio, come una principessa, rilassando il corpo e lasciando la mente vagare. Aprii le ali, facendole espandere in tutta la loro possente presenza, e iniziai a sorvolare il bosco di bambù.
 La signorina si strinse di più a me e sentivo il suo respiro sulla clavicola, facendomi avvampare; aumentai il ritmo delle battute mettendoci più forza, sorvolando anche l'immensa e imponente villa Konoe, iniziando a volare verso la costa del Kanto, stringendola forte a me.
 "Si sta così bene qui." Disse, mentre strofinò il naso, a fior di pelle, nel collo. Sorrisi piano e, con la mano, le sfiorai il ginocchio. Voltai lo sguardo verso l'orizzonte.
 Alcuni gabbiani volavano nella nostra stessa traiettoria, ad un livello inferiore rispetto al nostro, ed erano molto uniti come storno. Molto strano. Il cielo era di un azzurro intenso che si mescolava con il blu profondo del mare, leggermente mosso dal vento fresco d'estate.
 "Ha ragione, oggi è una giornata fantastica." Lei mi sorrise e poi si issò di poco, sussurrandomi nell'orecchio.
 "Ti va di farci un bagno? A quest'ora non c'è nessuno vicino alla cascata, dietro il bosco di querce nella nostra residenza estiva." Lo disse in modo così provocatorio che per poco non persi l'equilibrio, facendoci schiantare contro alcuni massi.
 "Ojou-sama! Non mi dica queste cose mentre volo! Rischiamo di finire contro qualcosa!" Iniziò a ridere subito dopo la mia ramanzina e mi guardò.
 "Scusami, Secchan, è che sei troppo carina quando fai così. Direi che sei quasi una Tsundere." Avvampai in viso e mi arrabbiai di più.
 "Non sono una Tsundere! La finisca di prendermi in giro!"
 "Okay okay.. Tsundere-san!"
 "Ojou-sama!" Scoppiammo a ridere e poi spostò la mano sulla mia guancia con una faccia seria e la guardai confusa.
 "Posso chiederti una cosa, Secchan?"
 "S-Sì, mi dica."
 "Potresti chiamarmi, almeno per oggi, come facevi quando eravamo bambine?" La fissai stupita da quella richiesta inaspettata e girai il viso altrove. "Secchan?"
 "Io ..." Trattenni il respiro quando la sua mano fece forza - facendomi girare la testa verso la sua - avvicinandosi e dandomi un bacio sulle labbra. Sgranai gli occhi dalla sorpresa e, per poco, non finimmo contro un albero; decisi che era meglio stare con i piedi per terra invece di stare sospese a mezz'aria.
 Il bacio non terminò e lei si avvinghiò contro di me e atterrai sopra un ramo spesso di un ciliegio in fiore - cosa impossibile visto che il loro periodo di fioritura era in primavera - e mi spinse contro la corteggia dell'albero, mettendosi a cavalcioni su di me continuando a baciarmi.
 Non sapevo quanto tempo era passato da quando avevamo iniziato, ma finalmente si staccò da me e mi guardò negli occhi, dopo aver appoggiato le mani sulle spalle. "Kono-chan.."
 "Visto? Ci sei riuscita.. Sono felice adesso." Mi sorrise e appoggiò la fronte contro la mia. "Posso continuare?"
 "C-Certamente.." Si sporse ancora di più e le nostre labbra si ritrovarono, scambiandosi un bacio passionale. Sentivo la sua lingua contro la mia e creare una elegante danza carica di promesse mai fatte.
 Il cuore mi batteva come una furia, come quando avevo baciato Kono-chan per la prima volta per il pactio; strinsi le mani sui suoi fianchi, attirandola a me e lei si aderì completamente contro di me.
 Qualcosa però non mi quadrava, soprattutto il ciliegio dove stavamo, non mi sentivo tranquilla e la signorina se n'era accorta; ci staccammo ed io estrassi la Yunagi - che apparve dopo che avevo utilizzato la carta pactio - e nascosi la signorina dietro di me, avvolgendola di lato con una delle ali.
 “Secchan …”
 “Lo so, ti prometto che non ti farò toccare da nessuno, Kono-chan.” Il suo volto si era illuminato e mi strinse da dietro con un abbraccio molto dolce.
 “Mi fido di te.”
 “Puoi starne certa.”
 “Ma che bel quadretto romantico.” Una voce maschile ci giunse alle orecchie e guardammo verso l'altro, dove la voce proveniva. Un uomo, dalla pelle bruna e i capelli rossi come il fuoco, era appoggiato su un ramo con le braccia conserte e con occhi di un giallo che mi fecero gelare il sangue.
 “Chi sei tu?” Dovevo perdere tempo, dovevo pensare a qualcosa e anche alla svelta.
 “Il mio nome è Takano Iku, guardia del corpo della prossima capostipite dei Konoe - la principessa Konoka - Sakurazaki Setsuna.” Rabbrividimmo e lei si strinse a me impaurita.
 “Come fai a conoscerci? Cosa vuoi da noi?” Questo tipo m'inquieta come nessun altro; ha un potere di malvagità superiore rispetto a Fate.
 “Io so tutto di tutti,. Per il bene del mio clan e di quello di chi mi ha ingaggiato, voglio la testa della signorina Konoe Konoka.” Fece un sorriso sbieco e rabbrividii, strinsi l'arma con più forza.
 “Non te lo permetterò!”
 “Oh … Vediamo come te la caverai, Sakurazaki.” Scomparve in un attimo ed entrambe guardammo in giro, Kono-chan prese in mano la sua carta pactio e sussurrò appena.
 “Adeat!” Si trasformò e si mise alle mie spalle, la cinsi per il bacino e scendemmo a terra.
 “Resti qui e non si muova, Ojou-sama.” Mi scansai da lei e non appena lo feci lui mi arrivò di sopra, graffiandomi il braccio.
 “Secchan!” Fece per muoversi, ma io la bloccai facendole un segno con la mano e mi voltai verso di lui.
 “Hai schivato il mio colpo; niente male. Ci sarà da divertirsi.” Il suo viso s'incupì e intorno a lui si creò un'aura scura, i muscoli degli arti e quelli del petto si gonfiarono.
 I capelli gli si allungarono fino ad arrivargli al fondo schiena e le sue unghie crebbero, diventando come affilatissimi artigli, e stessa cosa per i denti; emetteva dei versi grotteschi, gli occhi ridotti a due fessure e assatanati e mi fissava interessato, come fa un predatore con la sua preda. “Hai l'aria di essere una molto forte, a quanto vedo, che ne dici di mettere un premio in palio?”
 “Di che diamine stai parlando?” Non capivo e istintivamente mi misi davanti alla signorina, coprendola con entrambe le ali.
 “Facciamo una scommessa. Se resisti per due ore al mio combattimento ti lascerò la principessa tutta per te e me ne andrò senza farmi più vedere; altrimenti, se cedi prima dello scadere del tempo, mi prenderò la sua vita!” Rise in modo snervante e si leccò le labbra, scrocchiandosi le dita e si mise in posizione di combattimenti. “Iniziamo!”

 Era passata ancora un ora e non ancora riuscita a colpirlo neanche una volta, era agile e molto forte; facevo anche fatica nel volare nei dintorni, ma non potevo farlo perché avrei messo in pericolo la vita della signorina.
 Kono-chan se ne stava appoggiata contro la corteggia dell'albero, seminascosta, intenta a osservare la scena nel più totale silenzio; ero stanca, ansimante e dolorante dai colpi subiti, lui invece era rilassato e in piena forma.
 “Dannazione …”
 “Cosa ti prende, eh, Sakurazaki? Sei già stanca? Non mi aspettavo che un membro della tanta stimata scuola Shinmei fosse di così tale debolezza.” Lo guardai infuriata e impugnai contro di lui la Yunagi.
 “Non ti azzardare ad insultare la mia scuola!”
 “Oh oh … Abbiamo un tipo irascibile qui.” Sogghignò, facendosi beffa di me, e mi fece segno col dito di andare lì. “Avanti, vieni qui; fammela pagare, se ci riesci …”
 “Sei morto!” Mi scagliai contro di lui spinta dalla forza delle ali, parò il mio colpo come se niente fosse con la mano mentre con l'altra mi colpì con un pugno in pieno stomaco, facendomi sputare un bel po'.
 Prese la mia testa tra le mani, alzandomi di qualche spanna da terra, dove solo le ali toccano il suolo con le punte, e mi diede una ginocchiata sul volto, facendomi vedere le stelle.
 Caddi a terra con il viso contro la ghiaia fusa con l'erba, ansimavo e vedevo sfocato, con il sapore del sangue in bocca; lui rise fragorosamente e si appoggiò sui talloni, alzandomi il viso con la mano mentre mi stringeva con forza i capelli, facendomi digrignare i denti, e vidi i suoi occhi che avevano un'espressione dura.
 “Sei una delusione, sinceramente pensavo di meglio.” Mi sbatté la faccia contro il terreno, e se prima non mi aveva rotto il naso con il ginocchio, questa fu la botta decisiva.
 Gridai dal dolore quando mi storse il braccio dietro la schiena fino a che non lo ruppe, e per concludere la sua opera mi graffiò con ferocia le ali, affondandoci gli artigli fin dentro la carne, facendomi urlare ancora e ancora.
 Non udivo nulla tranne le sue risate e un pianto sommesso. Kono-chan sta piangendo ed è tutta colpa mia. La cerco con gli occhi stanchi e socchiusi, la vedo ancora lì dietro il tronco massiccio del ciliegio, che mi guarda con lacrime silenziose e occhi pieni dolore.
 Manca ancora mezz'ora, non so se riesco a potercela fare, sono messa troppo male; ma devo salvarla, anche a costo di perdere la vita.
 Lui si avvicinò alla signorina mentre stavo ancora per terra, stremata e con le forze che stavano pian piano scemando; vidi che lei tentava di scappare, indietreggiando, mentre lui le si avvicinava sempre di più, finché non la prese per un braccio e con l'altra mano a stringerle il collo, facendola soffocare.
 Qualcosa in me scattò e impugnai la mia spada, stringendola con tale forza che le nocche erano diventate bianche, mi alzai con fatica e lui mi era di spalle; non avevo tempo da perdere, e fu allora che con una velocità che non mi aspettavo di avere gli fui dietro. 
 “Tecnica segreta della Scuola Shinmei: Bufera Infernale!” Gli affondai la lama nello stomaco, facendola entrare più a fondo. 
 Lui rimase allibito e mollò la presa da Kono-chan che cadde in ginocchio e si allontanava da noi, mettendosi in salvo; sorrisi piano e alzai lo sguardo. Rabbrividii.
 I suoi occhi si erano assottigliati e mi mostrò i denti con una smorfia di puro dolore. Fu tutto troppo veloce e non mi resi neanche conto che mi aveva dato una gomitata in faccia, e con una mano mi prese l'ala e con forza mi fece sbattere contro il tronco del ciliegio, facendomi sputare del sangue.
 Mi arrivò di sopra, dopo essersi tolto la spada e lasciarla cadere, bloccandomi la via di fuga quando si sedette su di me e cominciò a prendermi a pugni in pieno viso. Faceva molto male, ma non potevo ribattere, finché non gli tagliai metà di viso con la lama del pugnale.
 “Piccola stronzetta!”
 “Non credere di potermi battere … Maledetto cane.” Gli sputai nell'occhio e lui mi guardò indignato, con aria di puro odio e mi prese il viso tra le mani, alzandolo verso l'alto.
 “Hai ancora il coraggio di discutere conciata come sei? Poverina, mi fai pena; e pensare che le due ore erano passate, adesso mi hai veramente rotto le palle con le tue stronzate. Muori!” Mi fece dei profondi segni sul petto, strappandomi i vestiti di sopra e mi affondò le unghie in entrambe le ali, facendomi urlare dal dolore delle ferite che bruciavano.
 Udii un urlo grottesco e vidi del sangue scorrergli nel petto fino a scendere, fondendosi con il mio e una lama scintillante trapassargli il petto per poi scomparire; i suoi occhi rotearono all'insù e cadde di lato, privo di vita. Guardai sopra di me e vidi la signorina con la mia Yunagi in mano, con la lama insanguinata e aveva il fiatone, la lasciò cadere a terra e si avvicinò a me, con le lacrime agli occhi.
 “Secchan!” Mi prese il viso tra le mani e fu un sollievo vederla ancora viva e sentire quel suo tocco gentile che mi piaceva.
 “Ojou-sama …” Tossii e vomitai solamente ora del sangue per quante botte avevo ricevuto e ansimai, tenendomi il braccio inutilizzabile, mentre tremavo da un improvviso freddo.
 “Non parlare! Devo curarti subito!”
 “È impossibile, rischierebbe la vita.”
 “Preferirei farlo che lasciarti morire! Non posso abbandonarti!” Dai suoi occhi calde lacrime scesero e gliene presi una con l'indice, assaporandola.
 “È salata … ma sono contenta che tu sia viva.” Tossì ancora e iniziavo a sentire freddo, molto freddo, e mi vennero i brividi. “Kono-chan.. Ho freddo e tanto sonno.” I suoi occhi si sgranarono e mi guardò allarmata, prendendomi il viso con forza.
 “Secchan, resta sveglia! Non devi addormentarti. Mi hai capito? Non devi dormire!” La guardai con gli occhi pesanti e avrei voluto dormire, riposarmi, ma dovevo obbedire ai suoi comandi, perché sapevo che se non l'avessi fatto l'avrei perduta per sempre. Non smisi mai di guardarla negli occhi mentre lei mi stava curando, non so come, ma sentivo quel calore che solo lei riusciva a darmi quando mi curava.
 Il nostro legame era forte, lo era sempre stato, sin da quando eravamo bambine. A quei tempi non riuscivo a sopportare la distanza che si era creata tra di noi quando la mia famiglia mi costrinse a lasciare la famiglia Konoe per poi tornare da loro.
 Forgiata per essere una macchina da guerra, pronta a sacrificare la vita per l'erede di quel casato potente, ero diventata la sua guardia del corpo; però mi faceva star male il pensiero di non poter stare nuovamente vicina a Kono-chan come una volta, finché non mi aiutarono il professore Negi e Asuna; se non fosse stato per loro non avrei passato molti bei ricordi.
 Sentii il suo fiato farsi corto e le sue mani tremavano, la sua fronte era madida di sudore e il viso era arrossato; mi fece male il cuore nel vedere quella scena, ma non volevo perderla, non volevo perdere la mia amata signorina, la mia Kono-chan. Cedette un attimo, ansimando più forte e guardandomi intensamente negli occhi; mi prese alla sprovvista quando si chinò su di me e mi baciò mentre aveva appoggiato i palmi delle mani nel mio petto.
 Quel bacio fu salato da lacrime non versate e amaro dalla disperazione di perdere qualcosa d'importate, intorno a noi si creò una luce soffusa di un colore azzurro pallido, e sentii come una scarica in tutto il corpo: mi stava passando la sua linfa vitale.
 Cercai in tutti i modi di staccarla da me per non farle fare una pazzia del genere, ma era irremovibile, anzi fece forza con le mani e mi lasciò per terra. Pregai affinché qualcuno potesse fermarla e salvarci da quella maledizione E come se qualcuno avesse sentito quella silenziosa preghiera arrivarono Asuna e Negi, i loro volti erano sudati e affannati.
 Asuna si precipitò da noi e si mise sulle ginocchia e mi prese il viso e lo appoggiò sul suo grembo, dopo che Kono-chan si fu staccata e poi Negi si avvicinò a noi.
 “Konoka-san, Setsuna-san! Cosa è successo?!” Konoka le disse tutto e poi ci guardò a turno. “Capisco. Asuna-san, tieni in quella posizione Setsuna-san. Tu, Konoka-san, devi cercare di infondere il potere attraverso le mani qui, in questo modo; ti aiuterò anch'io.” Annuimmo e poi la signorina si mise a cavalcioni sopra di me, appoggiando le mani sul cuore e sul ventre, con la mano del professore sulla spalla, e iniziò a curarmi ancora. Mentre sentivo il flusso energetico fluire dentro di me, Asuna mi guardò con uno sguardo materno.
 “Ti ringrazio per averla protetta, Setsuna.” Si dipinse un sorriso dolce sulle sue labbra, lasciandomi perplessa. “Si vede che vi amate molto.” Divenni rossa in viso e borbottai.
 “Si vede così tanto?”
 “Già, ma è una buona cosa, sai?” Rise piano e poi mi sfiorò la guancia con la mano. “Hai rischiato la vita per lei, ti rendi conto che è un gesto che va oltre i principi umani?” Annuii e vidi il volto della signorina serio e mi guardava con la bocca schiusa; doveva aver sentito il nostro discorso.
 “Voi due siete state fortunate, quel tipo è quello che stavamo cercando in Galles.” Guardammo il professore Negi sorprese. Era strano vederlo, era cresciuto e adesso assomigliava a quando prendeva le pillole magiche per cambiare l'aspetto, era diventato più maturo; invece Asuna era quasi irriconoscibile, aveva legato i capelli in una coda di cavallo bassa con gli inconfondibili campanelli.
 “Quell'uomo era un sottoposto di un clan dei maghi d'oriente e voleva la testa di Konoka per poter raggiungere il potere supremo nella regione del Kanto.”
 “Adesso capisco tutto.” Appena fui sicura che potevo muovermi, mi misi seduta e la signorina mi abbracciò con forza. “Ojou-sama?”
 “Secchan!” Sussurrò appena. “Andiamo a casa.”
 “Sì.” Ci alzammo e le ali si aprirono possenti e guardammo verso il professore e Asuna, mentre Kono-chan si sistemava tra le mie braccia. “Professor Negi, Asuna; vi ringrazio di tutto.”
 “Non devi neanche dirlo, Setsuna, dovremmo essere noi a ringraziare voi; siete riuscite a sconfiggere un nemico di quel calibro da sole. Ve ne siamo grati.”
 “Allora noi andiamo.”
 “Ci si rivede a scuola.”
 “Ovvio.”
 “Fate buon viaggio.” Appena ci salutammo, spiccai il volo e ripercorremmo il tragitto per tornare alla villa. La signorina si strinse a me e poi strofinò il naso sul mio collo.
“Secchan, stai bene, vero?”
“Sì, Ojou-sama. È solo grazie al suo aiuto.” Sorrise debolmente e poi le diedi un bacio casto sulle labbra, lasciandola di stucco.
“Secchan …”
“Kono-chan …” Sorridemmo e poi ci baciammo mentre il sole tramontava oltre il mare, oltre ogni pensiero che nessun uomo poteva raggiungere e oltre l'amore proibito nascosto dalle nubi bianche e le stelle.
  
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