DR. RUSSEL M.D.
A&E DEPARTMENT
RELAZIONE
DI INGRESSO
ANAMNESI
FISIOLOGICA E FAMILIARE
Maschio,
32 anni. Celibe, non figli, vive solo. Padre e
madre viventi e in buona salute. Un fratello vivente in buona salute.
Nega
familiarità per patologie cardiovascolari ed oncologiche.
Riferisce
pattern alimentari irregolari; frequenti
epigastralgia, nausea
e vomito.
Ipoalimentazione, elevato consumo di stimolanti (teina, caffeina).
Diuresi
spontanea attiva, alvo regolare. Ritmo-sonno veglia irregolare;
riferisce
insonnia persistente ed assunzione regolare di narcolettici ed
ansiolitici.
Fumo
attivo (circa 15-20/die). Pregresso abuso di
stupefacenti e.v. Sporadico consumo di alcoolici.
Nega
allergie note a farmaci, alimenti e sostanze. Già sottoposto
ad esami con mezzo
di contrasto ed a trasfusione di emocomponenti senza reazioni avverse.
ANAMNESI
PATOLOGICA REMOTA
Comuni
esantemi infantili superati senza reliquati.
Nel
1984 (3
aa) frattura radio destro trattata chirurgicamente; nel 1987 (6 aa)
frattura
setto nasale; nel 1988 (7 aa) frattura femore sinistro trattata
chirurgicamente
con protesi in titanio.
Emorragia
subaracnoidea traumatica nel 1990 (9 aa), nessun reliquato neurologico.
Frattura
base cranica nel 1992 (11 aa) trattata chirurgicamente; nessun
reliquato
neurologico.
Frattura
bacino nel 1993 (12 aa) trattata con stabilizzatore esterno.
Trauma
toracico con pneumotorace nel 1995 (14 aa).
Resezione
epatica (S5) secondaria a ferita da arma da
fuoco 7 mesi fa (gennaio 2014, 32 aa); decorso complicato da shock
emorragico
postoperatorio e fibrillazione ventricolare.
ANAMNESI
PATOLOGICA PROSSIMA
In
data
22/07/2014 il paziente accede presso il Pronto Soccorso riferendo
dolore
epigastrico persistente da alcuni mesi ma esacerbatosi nelle ultime
ore,
associato a nausea e vomito caffeano. PAO 90/60 mmHg, FC 122 bpm, SatO2
89% AA,
TC 39,1° Viene sottoposto a:
-
Esami
ematochimici:
WBC 19,87 10^9/L; Hb 7,2 g/dL; PCR 241 mg/L.
-
RX
Addome diretto:
bolla gastrica di dimensioni aumentate; non segni di
peforazione.
-
RX
Torace:
addensamento di verosimili significato flogistico in
sede basale destra; concomita versamente pleurico di media
entità.
-
Esofagogastroduodenoscopia:
ulcera gastrica sanguinante (Forrest IA) in sede
pilorica. Corpo gastrico occupato da abbondante contenuto ematico. Si
esegue
embolizzazione con adrenalina 1 cc con apparente arresto
dell’emorragia.
Analoghe lesioni ulcerose a livello del corpo gastrico, attualmente non
sanguinanti. Si eseguono biopsie.
A
seguito
della procedura il paziente viene ricoverato presso il nostro reparto
“Al letto 12
c’è un ingresso dal pronto
soccorso. Un uomo di 32 anni con un’ulcera gastrica
sanguinante che hanno
embolizzato. Era in shock emorragico all’ingresso; hanno
trasfuso 3 sacche di
emazie e adesso la pressione va meglio ma è ancora
tachicardico e la diuresi è
contratta. Mi hanno detto al telefono che sanguinava parecchio e sono
abbastanza sicuri che l’embolizzazione non
basterà. E’ appena arrivato, non
l’ho ancora visto di persona e non ho ancora impostato la
terapia. Sembra che
abbia anche un focolaio broncopneumonico a destra.”
“Mmm. Emodinamica
instabile e a rischio
di intervento d’urgenza. Che meraviglia. Perché
qui da noi?”
“In chirurgia non hanno
letti liberi,
però ho allertato il dott. Stephenson che è di
guardia stanotte e mi ha
assicurato che passerà a vederlo più tardi.
“
Il dottor Miller si avvia sbuffando
al
letto 12. Un pessimo inizio di
guardia notturna, ecco cos’è quello. Un paziente
instabile in reparto, proprio
una bella nottata. Perlomeno il letto 12 è proprio accanto
alla sala medici e
non dovrà percorrere chilometri per monitorarlo, quello
è l’unico lato
positivo; e che non si azzardi a riprendere a sanguinare nel cuore
della notte,
abbia almeno il buongusto di aspettare domani, e speriamo che non sia
uno di
quei rompiscatole che sommergono i medici di domande assurde, e che non
abbia
una schiera di parenti adoranti ed allarmati! Non ha proprio voglia di
fronteggiare una famiglia nel panico al momento.
La porta della stanza è
aperta, la luce
spenta e l’ambiente in penombra, illuminato solo dalle luci
della città. Il suo
paziente sembra assopito, e non sembra disturbato
dall’improvviso accendersi
della lampada a neon posta proprio sopra al letto. Continua a dormire
mentre il
dottor Miller si sofferma ad osservare il suo colorito, ancora cereo
nonostante
le quattro unità di sangue trasfuse, il velo sottile di
sudore che copre la sua
pelle, il sacchetto della diuresi ancora vuoto nonostante i liquidi in
infusione continua ed i parametri vitali riportati sul monitor, che non
sono
affatto incoraggianti.
Con cautela, solleva il lenzuolo
con lo
stemma dell’ospedale cucito sul davanti ed il camice di tela
azzurra del pronto
soccorso, avvertendo il
calore
innaturale dovuto alla febbre e il respiro superficiale ed affannoso
dell’anemia severa; con cautela appoggia una mano
sull’addome incavato –
decisamente sottopeso, si dice, sarà meglio che controlli il
suo quadro
proteico domattina – e preme delicatamente.
C’è resistenza diffusa alla
palpazione superficiale, un altro pessimo segno. Si accinge a
continuare la sua
visita e preme di nuovo, questa volta con maggior forza; questo elicita
nell’uomo un gemito di dolore gutturale e strozzato. Apre gli
occhi e inspira a
fondo, e Geoff capisce che sta controllando con difficoltà
l’istinto di
afferrare la sua mano per impedirgli di toccarlo ancora.
“Mi perdoni”
dice “mi rendo conto che
questo è un pessimo modo di svegliarsi. Sono il dottor
Miller.”
E’ solo, grazie al cielo;
nessun
parente o amico in vista. Per quanto lo riguarda, quello per il momento
è
l’unico segnale incoraggiante, l’unico aspetto
della sua prima ora di guardia
che non faccia presagire un disastro incombente.