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Autore: Dannata93    20/01/2014    0 recensioni
Fan Fiction che segue la trama del film "Io sono Leggenda" e, in parte, anche dal meraviglioso libro di Richard Matheson, e narra gli avvenimenti che si sono svolti in quegli anni da un altro punto di vista.
Samantha Gray è appena maggiorenne quando scopre di avere un cancro e il suo medico le consiglia di sottoporsi alla nuova cura sperimentale della dottoressa Krippin.
La terapia la trasformerà in un mostro e solo grazie all'aiuto del dottor Thomas Wood il suo corpo riuscirà a sconfiggere il virus, ma non completamente...
Personaggi: Nuovi personaggi.
Spero di avervi incuriosito!
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sam 1 Parker guidava in silenzio dietro al camion con a bordo i ragazzi e quella... cosa.
Al suo fianco, Samantha fissava il paesaggio che scorreva veloce fuori dai finestrini, ma il suo sguardo era vuoto.
Per un breve istante provò una gran pena per quella ragazza, ma subito la scacciò prepotentemente perché sapeva che lei non avrebbe apprezzato di leggere un simile sentimento nei suoi occhi.
Ormai tutto l'odio che provava per lei era svanito.
Quel breve viaggio gli aveva fatto scoprire la vera Gray: una ragazza fragile che si ostinava ad essere forte. Una ragazza che, dopo essere crollata in singhiozzi a terra, era arrossita di imbarazzo quando aveva notato la macchia umida che gli aveva lasciato sulla maglia quando l'aveva stretta a sé per consolarla.
Lui non amava il contatto fisico.
In tutta la sua vita aveva abbracciato e si era lasciato abbracciare solo da sua madre e da Judy e da nessun altro, però in quel momento gli era sembrata la cosa più naturale e giusta da fare; in quel momento, Samantha le era sembrata così piccola e sola.
Era stata la paura di perdere i suoi amici e il suo amato dottore a farla crollare in quel modo.
Drignò i denti per la rabbia nel ricordare il modo in cui l'aveva ignorata, troppo preoccupato per le sorti della sua mogliettina per sprecare anche solo un secondo del suo tempo prezioso con Sam e, notando la sua mancanza di interesse nei suoi confronti, lei non aveva fatto nulla e si era limitata a chiudersi in un ostinato silenzio.
Avresti dovuto prendere a pugni quello stronzo. pensò acido, guardando il punto in cui Thomas l'aveva colpita qualche ora prima, quando la ragazza aveva posto fine al suo silenzio solo per comunicare al resto del gruppo che non avrebbe fatto ritorno alla prigione.

<< Io resto qui >>
Parker fissò confuso e arrabbiato Samantha che, dopo quella breve frase, si era incamminata verso la tomba di Ben, lasciandoli tutti senza parole.
Prima di Bethel avrebbe sicuramente approvato la sua scelta, ma dopo aver passato del tempo in sua compagnia e averla vista crollare in quel modo nella stanza dell'hotel, la sua opinione nei suoi confronti era decisamente cambiata.
<<
Non voglio >> aveva mormorato in preda al terrore e, prima che potesse rendersene conto, l'aveva stretta tra le braccia e aveva capito quello che la sua rabbia verso quegli esseri gli aveva impedito di capire; anche lei aveva paura.
Paura di trasformarsi in un mostro, ma soprattutto paura di uccidere ancora. Quando si era detta dispiaciuta per ciò che aveva fatto al suo patrigno era sincera, perché la Samantha umana non avrebbe mai ucciso in quel modo nessun essere vivente.
E lui era stato così stronzo da dirle che non era vero.
Al suo posto, poteva esserci Judy.
La sua amata sorellina era andata molto vicina a condividere quello stesso, orribile fardello, che la Gray portava sulle sua esili spalle.
Voleva chiederle scusa, voleva dirle che lei non era il mostro che credeva di essere e che, anche se non poteva più contare sull'amore di Thomas, c'erano molte altre persone che tenevano a lei.
Payton, Ian, la famiglia Gordon e... forse... anche lui.
Di sicuro non sarebbero mai riusciti a diventare grandi amici, come lo erano lei e Prince, ma potevano essere qualcosa.
<< Ci parlo io >> mormorò Thomas, strappandolo dai suoi pensieri confusi e lo osservò avvicinarsi alla ragazza con passo svelto e deciso.
Forse è tornato in sé. pensò per niente convinto.
Da quando il dottore aveva saputo da Steve che la Krippin aveva fatto installare un laboratorio nella scuola di Bethel e, soprattutto, da quando aveva ritrovato sua moglie, qualcosa in lui sembrava essere cambiato.
Non aveva mai avuto molta simpatia per lui; gli era sempre sembrato troppo ossessionato da Samantha e dallo scoprire una cura.
All'inizio pensava che l'amasse veramente e, che il solo pensiero di perderla lo rendesse cieco alle suo suppliche di sospendere gli esperimenti, ma si era sbagliato, come tutti del resto.
Lui aveva mentito su tutto. Sulle sorti degli altri esperimenti, sulle sorti di sua moglie e sulla sicurezza di Bethel e lo aveva fatto solo per raggiungere i suoi scopi: trovare una cura per salvare sua moglie e diventare il salvatore del mondo.
Un piano davvero poco ambizioso...
<< SONO STANCA DI ESSERE UNA CAVIA DA LABORATORIO >> urlò Samantha e Parker la vide lottare contro le lacrime.
<< Sam, non puoi abbandonarmi ora che... >> tentò di dire il dottore, ma la ragazza non gli diede il tempo di continuare. << TU MI HAI MENTITO! HAI MENTITO A TUTTI! >> si voltò per indicare con rabbia la tomba del giovane hacker. << BEN E' MORTO PER COLPA TUA! >>
Successe tutto in fretta.
Thomas si avventò sulla ragazza e cominciò a prenderla a schiaffi. << TU VERRAI CON NOI! >> sbottò completamente fuori di testa. << DOVESSI CHIUDERTI IN UNA DI QUELLE GABBIE PER ANIMALI! >>
<< LASCIALA ANDARE! >> gridò Jack sollevandolo di peso, mentre Mark si metteva tra lui e Sam per proteggerla.
Senza troppi complimenti, lo buttò a terra e il dottore gemette di dolore, e, per un istante, Parker fu tentato di prenderlo a pugni, ma Gordon che sembrava aver intuito le sue intenzioni, lasciò Samantha alle cure di Ian e si mise di fronte a lui per farlo ragionare. << Lascialo stare >> disse guardando di sfuggita l'uomo ancora steso in terra. << E' a pezzi >>
<< Questo non gli dà il diritto di venire alla mani >> ringhiò Jack stringendo i pugni nel vederlo mettersi lentamente a sedere; quanto desiderava mollargli un pugno in piena faccia.
<< Vero, ma nemmeno Sam doveva dirgli quelle cose >> mormorò abbassando lo sguardo. << Non è lui l'unico responsabile della morte di Ben >> continuò voltandosi verso Ian che stava aiutando la ragazza a rialzarsi.
A quelle parole, l'ex agente di sicurezza annuì tristemente. << La colpa è di tutti e tre >> confessò cercando di non crollare davanti allo sguardo sconvolto di Sam. << Lui non voleva venire, ma noi lo abbiamo costretto per paura che venisse ad avvertirvi >>
<< Siete dei bastardi! >> ringhiò la ragazza divincolandosi selvaggiamente dalla stretta dell'amico. << Luridi pezzi di merda! >> e scappò all'interno della scuola, ignorando le urla di Ian che la pregavano di fermarsi.
Senza dire una parola, Parker le corse dietro.
Ora voleva prenderli a pugni tutti. Quella ragazza aveva ignorato le sue ferite e la sua paura per correre a salvarli e loro la ripagavano in quel modo: difendendo Thomas e ammettendo di aver costretto Ben a partecipare a quella folla spedizione.
E ora era lui a correrle dietro... il bastardo che aveva minacciato di ucciderla e che non aveva mai nascosto di odiarla.
La trovò nell'infermeria, seduta sul letto con la testa tra le mani.
Alla fine aveva ceduto alle lacrime.
<< Vattene >> ringhiò non appena lo sentì arrivare. << Non ho intenzione di tornare alla prigione >>
<< Perché? >> le chiese semplicemente e quella domanda parve spiazzarla.
<< Mi pare ovvio >> rispose asciugandosi infastidita le lacrime. << Io sono pericolosa >>
<< Si, lo sei >> ammise e quelle parole le strapparono un sorriso. << O almeno, una parte di te lo è >>
<< Samantha e la bestia sono la stessa persona >> replicò acida guardandosi le mani; poteva ancora sentire l'odore del sangue di Ben.
<< Una bestia giocherebbe con una bambina senza ucciderla? >>
Sam sgranò gli occhi, sorpresa che quella frase fosse uscita proprio dalla sua bocca, ma lo stupore non durò molto e presto la rabbia tornò sul suo viso. << Perché sprechi il tuo tempo con me? >> gli domandò alzandosi in piedi con uno scatto e Parker la vide stringere i pugni e un rivolo di sangue cominciò a scorrere sulle sue dita. << TU MI ODI! >> gridò mollando un poderoso pugno al muro e la sua mano si tinse ancor più di rosso.
Jack non la fermò e lasciò che sfogasse la sua rabbia repressa contro quel muro già pieno di crepe e solo quando la vide lasciarsi scivolare lentamente a terra esausta decise di parlare. << Quando ti ho visto stesa a terra, coperta di graffi stavo per lasciarti lì >> esordì inginocchiandosi di fronte a lei.
<< Perché non l'hai fatto? >> gli chiese con la voce scossa dai singhiozzi. << Perché mi hai salvata? >>
<< Perché in queste settimane di convivenza forzata ho cominciato a conoscerti >> ammise leggermente imbarazzato. << Ti ho visto giocare con Payton, ridere con i tuoi amici e correre dietro a Wood come una qualsiasi ragazza >> un lampo di dolore le attraversò lo sguardo nel sentire il nome dell'uomo che amava, ma Parker continuò come se nulla fosse. << E poi... io... non ti ho mai ringraziato >>
Confusa la ragazza sollevò i suoi occhi lucidi su di lui, incapace di trovare un senso a quelle parole, però attese che fosse lui a spiegarsi; non aveva più la forza di parlare.
<< Grazie per aver ucciso Richard Rossio >> gli sembrò di essersi tolto un enorme peso dopo aver pronunciato quelle parole.
<< Non... non capisco >>
Con un sorriso tirato, cominciò a raccontargli di Judy, delle continue violenze che sua madre subiva da quell'uomo e di come lui cercasse di non vedere, perché il lavoro di Rossio permetteva a sua sorella di essere curata dal cancro.
Samantha ascoltò rapita il suo racconto e gli sembrò quasi che lei capisse il suo dolore per la perdita di Judy. << Anch'io avevo un fratello >> disse dopo che ebbe finito. << Si chiamava Ryan ed è solo grazie a lui se ho continuato a lottare e non mi sono arresa, né al cancro né... alla bestia >>
<< E allora perché ti stai arrendendo ora? >>
<< Te l'ho già detto >> esclamò scuotendo il capo vedendo che ancora si ostinava a non capire. << Io sono pericolosa! >>
<< Ian ti ha detto più volte che quando sarà il momento ti impedirà di uccidere! >>
<< Io non posso più fidarmi di lui! >> protestò stringendosi le gambe al petto. << Lui ha esitato! >> continuò riferendosi al giorno in cui aveva ucciso Rossio. << Doveva uccidermi e non l'ha fatto! >>
<< Allora lo farò io al suo posto! >> disse con decisione. << Io non ti odio Samantha Gray, non più, ma odio la bestia che vive dentro di te e non esiterò un solo istante a porre fine alla tua vita per salvare quella delle persone alla prigione! >>
Per la prima volta, da quando tutta quella triste avventura aveva avuto inizio, Sam sorrise. Nessuno aveva mai considerato la bestia come un essere a parte. Fino a quel momento Samantha e la bestia erano la stessa persona e persino lei aveva cominciato a crederlo, ma solo adesso si rendeva conto di non desiderare quello che voleva il virus. Lei non voleva uccidere nessuno... non voleva vivere come un animale.
Voleva continuare ad essere una persona normale, ma il pensiero di quello che Tom aveva in serbo per lei le faceva paura.
Più lei provava a dimenticare la sua malattia, più lui gliela ricordava con prepotenza e ora che desiderava trovare la cura per salvare sua moglie le cose sarebbero solo peggiorate.
<< Grazie >> mormorò sincera. << Ma io sono stanca di fare da cavia >> confessò, mentre i ricordi di quei mesi passati al laboratorio le tornavano dolorosamente in mente. << E il pensiero di dover ogni giorno vedere quella cosa... la moglie di Tom... mi fa star male, perché so che quello è il destino che mi attende >>
Sentì le mani di Parker poggiarsi dolcemente sulle sue spalle. << Ti prometto che ci penserò io al tuo dottore >> disse tranquillamente. << E quella cosa starà nei sotterranei della prigione, ben lontana da te >>
La ragazza gli sorrise tristemente. << Se pensi che Tom cederà, sei uno stupido >>
<< So essere molto persuasivo >>

<< Questo coso va più piano di una lumaca >> la voce di Samantha lo riportò alla realtà.
Sembrava essersi leggermente rilassata e Parker ne fu felice. Anche se ancora faticata ad ammetterlo, adorava battibeccare con quella ragazza, ma aveva preferito aspettare che fosse lei a parlare per prima, per lasciarle il tempo di riflettere su tutto quello che era accaduto negli ultimi giorni.
<< Attenta a quello che dici, ragazzina >> disse senza distogliere lo sguardo dalla strada. << Questo coso è una meraviglia dell'esercito >>
La vide sorridere. << Sarà, ma resta lento >>
<< Dovevi essere un pericolo sulle strade >> osservò divertito.
<< Diciamo solo che mio padre non faceva i salti di gioia quando gli chiedevo le chiavi della macchina >>
<< Ricordami di non lasciarti mai guidare questa bellezza >> la sentì ridacchiare e l'atmosfera nell'autocarro finalmente si alleggerì. Dovevano godersi quell'attimo di pace perché, una volta arrivati alla prigione, avrebbero dovuto affrontare molte cose.
Lui doveva parlare con Thomas per fargli accettare la decisione di Samantha e non sarebbe stato facile convincerlo ad arrendersi.
Poi c'era sua madre.
Da giorni insisteva con lui affinché rivelasse al gruppo la vera natura di Sam, ma dopo quello che era successo nelle cucine del signor Gordon, dubitava che fosse riuscita a tenere la bocca chiusa un minuto di più. Quindi, una volta tornato, avrebbe dovuto affrontare le ire di una trentina di persone che si rifiutavano di condividere la prigione con un mostro, senza contare che ora c'era anche la moglie di Thomas.
<< Come pensi che reagirà il signor Gordon, quando Mark gli dirà la verità su di me? >> gli domandò Sam, tornando improvvisamente seria. << Pensi che mi caccierà dalla prigione? >>
Jack scosse la testa con convinzione. << Ne dubito >> mormorò notando che il camion di fronte a loro cominciava a rallentare. << Che cazzo fanno? >>
Vide il dottore scendere velocemente dal camion, seguito a ruota da Ian, ed aprire il retro rimorchio. Urla disumane lacerarono l'aria non appena la creatura chiusa in una gabbia sotto un enorme telo bianco sentì l'odore del cibo a pochi passi da sé.
Al suo fianco, Samantha si irrigidì e distolse lo sguardo e Jack notò che tremava leggermente. << Che state facendo? >> urlò abbassando il finestrino e Ian corse velocemente da lui, reggendosi il braccio ferito. << L'effetto dei tranquillanti è finito >> rispose guardando insistentemente la ragazza che faceva di tutto per evitare il suo sguardo. << Tom gli sta dando un'altra dose >>
<< Beh, vedete di sbrigarvi >> disse spazientito rialzando senza troppi complimenti il finestrino ed ignorò completamente l'occhiataccia che gli rivolse il ragazzo prima di ritornare al camion.
<< Mi hai detto di poter convincere Tom a lasciarmi in pace >> mormorò infine Sam dopo alcuni minuti di cupo silenzio. << Eppure non sei riuscito ad impedirgli di portare sua moglie alla prigione >>
Aveva ragione, ma Wood aveva giocato una carta che non aveva potuto ignorare. << Io sono l'unico dottore disponibile al momento >> aveva esclamato frapponendosi tra lui e sua moglie per impedirgli di ucciderla. << E non tornerò alla prigione senza di lei >>
<<
In quel caso non potevo fare altro >> rispose con un sospiro stanco. << Ha minacciato di non tornare alla prigione >>
<< Che stronzo >>
<< Già >> concordò svoltando all'incrocio che portava verso le mura sicure della loro casa. << Sa bene che non potevo permettergli di restare a Bethel >>
<< Per via del tuo gruppo? >>
<< Si, ci sono vecchi e malati e la moglie di Davies è incinta >> disse stringendo con rabbia le mani sul volante. << Thomas non mi piace, ma è un elemento essenziale per la sopravvivenza di quelle persone >>
<< Lo capisco >>
Il resto del viaggio rimasero in silenzio, entrambi immersi nei propri pensieri e solo quando videro apparire la prigione, Parker si decise finalmente a parlare. << Ci siamo >> esclamò con un sorriso tirato. << Pronta per ricevere un caloroso benvenuto? >>
<< Per niente >>



Salve miei cari lettori!
E' bello poter finalmente tornare a scrivere! Soprattutto questa storia! Non sapete quanto mi sono mancati Sam e il suo piccolo gruppo di pazzi!
Bene, questo capitolo si concentra molto sul personaggio di Parker perché, in parte voglio pian piano dare più spazio a tutti, e poi perché il breve viaggio a Bethel gli ha schiarito la mente e gli ha fatto capire che Samantha merita una possibilità. Che carino *w*
Che dire... Non prometterò più in nessuna della mie storie di aggiornare in tempi brevi perché è una promessa che porta sfiga! Posso solo dire che non abbandonerò questa storia perché ci sono molto affezionata! E' la prima Fan Fiction dove seguo in maniera abbastanza decente molti personaggi ed è bello poter costruire il loro carattere da zero, dato che sono una mia invenzione, così come la maggior parte degli eventi! Perciò ci tengo molto a portarla a termine e spero che continuerete a leggerla nonostante gli aggiornamenti non saranno mai regolari per via di molti fattori!
Grazie ancora per la vostra pazienza!

Dannata 93

PS. Recensioni positive e negative sono sempre ben accette, soprattutto se mi aiutano a migliorare!
   
 
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