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Autore: Firewhisky    20/01/2014    1 recensioni
Una raccolta di fan fiction partecipante alla Swan Queen Week di tumblr, yay, nonché la mia prima Swan Queen. Mi scuso per eventuale OOCness, non sono abituata a utilizzare i personaggi. Inizierò dal lunedì invece che dalla domenica, spero non sia un problema!
Lunedì: Divorced
Martedì: Hostage
Mercoledì: Teacher
Giovedì: Evil!Emma
Venerdì: Out of Storybrooke
Sabato: Movie Plot
Domenica: Blind Date
Genere: Angst, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Swan Queen Week Odiatemi, caro OUaT fandom perché mi accorgo delle cose in ritardo e pubblico cose in ritardo. Yay! Inizio la Swan Queen week il lunedì e finirò domenica, se tutto va bene. Spero di riuscire nell'impresa! Il primo capitolo è molto frettoloso, anche perché ho perso un po' la mano lasciando da parte la scrittura in questi ultimi mesi. La recupererò pian piano, forse. Per adesso, vi mando il primo capitolo della Swan Queen Week, anche se tutti iniziano di domenica e io la inizio il lunedì. Yep, amatemi.




"Emma, secondo me dovresti andarci." disse Mary-Margaret, sistemando la spesa in frigorifero. Facendo finta di non aver sentito niente, Emma si nascose sotto alla coperta che aveva portato in soggiorno per guardare la solita tv spazzatura. "Col cavolo." pensò la bionda, evitando qualsiasi movimento brusco per non attirare l'attenzione della sua coinquilina così devota al vero amore. "Emma non fare la bambina e ascolta quello che ti devo dire. Regina ti ha fatto una proposta e, anche se vai solo per rivedere Henry, secondo me dovresti passare a casa del sindaco". 
"Per quale assurdo motivo? Henry è qui tutti i week-end e ci vediamo ogni pomeriggio, non c'è bisogno di vedere anche quella stronza di sua madre" disse Emma alzandosi di scatto dal divano. L'improvviso cambio di tonalità fece aggrottare la fronte a Mary. "Non serve arrabbiarsi e tanto meno usare un linguaggio così scurrile, Emma: ti ricordo che andavi a letto con 'quella stronza' solo quattro mesi fa."
"E allora? In quattro mesi possono cambiare un sacco di cose."
"Emma-"
"Ci penserò, ok? Se ti rende tanto felice, ci penserò. Ma ti prego non assillarmi, non sei mia madre!" detto questo, Emma uscì sbattendo la porta. Era grata a Mary-Margaret, ma non doveva immischiarsi nella sua vita privata. Ciò che successe quattro mesi prima fu per il bene di entrambe e soprattutto per il bene di Henry: non passava un giorno senza un litigio suo e di Regina, perché lasciare il bambino in un clima così avverso?
Tuttavia Regina si pentì presto della sua decisione: non perché le mancasse Emma, ovviamente no - non l'avrebbe mai ammesso, ma perché Henry cominciò a trattarla nuovamente come se fosse una regina cattiva. Chi è causa del suo mal, pianga se stesso si suol dire, ma in questo caso Emma si sentì un po' in colpa. Infondo, non è completamente colpa di Regina: lei ha sempre cercato di dare il meglio come madre e non merita l'odio di Henry.
"Però merita il mio." pensò Emma, calciando un sasso. Per quanto Regina abbia tentato di riallacciare i rapporti, ha sempre ricevuto un sonoro 'no' come risposta. Non dovrebbe stupirla, anzi.

Emma si stava sistemando il reggiseno quando scoprì per puro caso una lettera indirizzata al Sindaco. Non aveva né date né nome, ma il contenuto parlava forte e chiaro: sua moglie aveva un amante. Maschio o femmina che fosse, sua moglie l'aveva tradita. Le lacrime iniziarono a formarsi negli occhi della ragazza, ma si rifiutò di farle uscire: piangere è inutile, non risolve niente. Emma decise di parlare con Regina, di chiarire la situazione: forse sperava in una patetica scusa, in una motivazione, sperava di riuscire a creare un'illusione, un qualcosa in cui credere e avere speranza. Regina non disse niente a sua discolpa, rimase semplicemente zitta. Alla minima provocazione, avrebbe solamente rimandato la discussione dicendo flebilmente "Ho molto lavoro da sbrigare, ne parleremo dopo". Un dopo che mai arrivò, perché la testardaggine di Emma ebbe il sopravvento. Dopo un paio di drink, la ragazza sentì il bisogno di sfogarsi: l'impassibilità di Regina l'aveva irritata come non mai... E tutti sappiamo come andò a finire: un giudice, una firma e la loro relazione finì. O forse no?
Regina ottenne la custodia di Henry, ma Emma ottenne il permesso di vederlo nei week-end e fare da baby-sitter.

Passeggiando per Storybrooke, Emma pensò a tutte le coppie delle favole: perché la sua storia non poteva avere un lieto fine? Che cos'ha fatto di male?
Persa nei suoi pensieri, non si accorse della sagoma in arrivo: una sagoma che la stava cercando. La donna mormorò il suo nome: nessuna emozione in particolare, se non un po' di nostalgia.
"Che vuoi, signor Sindaco? Pensavo fossi più intelligente, non capisci quando una persona ti vuole evitare?"
"Signorina Swan, preferirei essere indirizzata in maniera più cortese se ne è capace. Lo so che le buone maniere non sono il suo forte, ma almeno si sforzi." rispose Regina, mantenendo il passo della ragazza bionda pur indossando tacchi vertiginosi. "Senti... Non ho niente da dirti, quindi... perché non mi lasci sola, eh? è una buona idea, no?"
"No, signorina Swan. Ho molte cose da dirle se non le dispiace"
"In realtà sì, mi dispiace molto. Mary-Margaret mi aspetta per cena."
"Oh, ma questa è una bugia. Ho chiesto a Mary-Margaret il permesso di portarla fuori a cena, miss Swan, e lei non ha obiettato."
"....Quel pezzo di-"
"Linguaggio, signorina."
"Oh, per favore, se proprio mi devi portare a cena fuori, chiamami Emma e finiamola lì."

Granny's era il posto migliore dove discutere, dopo una cena calma, silenziosa e... sì, imbarazzante. Nessuna delle due parlò: Emma non sentiva il bisogno di dare spiegazioni, mentre Regina ne aveva così tante che non sapeva da dove iniziare.
Ordinarono entrambe del sidro di mele. "Lo bevi pur sapendo che il tuo è migliore? è forse l'unica cosa che mi manca assieme ad Henry" disse Emma, bevendone un sorso. Regina ignorò l'ultima parte "Lo faccio proprio perché il mio è migliore: mi rende soddisfatta e orgogliosa."
"Come se non lo fossi già abbastanza..."
"Hai detto qualcosa?"
"In poche parole che non sei cambiata in una virgola."
Regina assaggiò il sidro, facendo una faccia disgustata "Sono passati appena quattro mesi dal nostro ultimo incontro, le persone non cambiano in quattro mesi."
"Già, purtroppo."
Finirono il sidro in silenzio, cercando di organizzare i pensieri: Emma stava diventando impaziente, Regina non riusciva a trovare il modo giusto per dirglielo.
"Senti, Emma... La lettera che hai trovato quattro mesi fa-" Regina fu interrotta da una risata, spavalda e sicura: rimase sorpresa nello scoprire che quella risata appartenteva proprio ad Emma.
"Cara, se proprio devi parlarmi parla almeno di qualcosa di interessante." Regina strinse le labbra, cercando di mandare giù tutto il veleno che stava per sputare: non c'era bisogno di litigare. "Volevo semplicemente dirti che dopo il nostro divorzio, un mese fa, lui mi ha proposto di sposarlo."

Emma si pentì subito, ma una persona impulsiva come lei non poteva reagire in una maniera meno brusca: le labbra di Regina stavano sanguinando, dopo un pugno ben assestato da parte di Emma. "Per l'amor del cielo, Emma, se mi lasciassi parlare...!"
Regina prese Emma per il colletto della camicia e la spinse contro al muro, gli occhi pieni di rabbia. "Non me ne frega un cazzo del tuo nuovo fidanzato, puttana!" urlò Emma, spingendo Regina indietro sul bancone.
"L'ho ucciso, razza di idiota, l'ho ucciso!"
Emma si fermò di colpo, colpita dall'affermazione "Tu hai fatto cosa?!"
"Non io. O meglio, sì, è stata colpa mia."
"Regina...!"
"Si è suicidato dopo il mio brusco rifiuto, Emma. Ieri. E avevo bisogno di-"
"Di una bella scopata per dimenticare tutto? So come sei fatta, Regina."
"Emma-" il tono di voce di Regina era quasi supplichevole. 
"Regina, non sono in vena ok? Non ti ho ancora perdonato per ciò che mi hai fatto passare. Più avanti, forse. Solo... non oggi. Spero capirai."
Detto questo, Emma se ne andò lasciando al bancone una Regina sanguinante e ferita. Gli occhi iniziarono a pungerle, come le lacrime iniziarono a scendere copiosamente. è vero: i cattivi non hanno mai un lieto fine.


A/N: Yep, riuscirò a pubblicarla in tempo! O forse no, non ricordo mai se il mio orologio è settato sull'ora italiana o su quella inglese. Oh beh, spero vi sia piaciuto: accetto critiche, commenti et simila. Anche perché voglio migliorare! Diffondiamo l'amore per la coppia piùbbella del mondo (?)
   
 
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