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Autore: Smeralda Elesar    21/01/2014    3 recensioni
Due momenti per Radamanthys e Kanon.
Il primo è un risveglio insieme ed un occasione per chiarire il loro rapporto. Forse.
"Radamanthys gli allungò un calcio nelle caviglie e stavolta Kanon si girò verso di lui con un ringhio.
-Ma che modi sono?!-
-Rispondimi. Tu mi ami?-
Il suo amante strabuzzò gli occhi"
Il secondo è un incontro tra i due in cui c'è molto più "ti amo" di quanto entrambi siano disposti ad ammettere.
"Radamanthys stava centellinando l’ultimo sorso di liquore con una lentezza così ostentata da far venire a Kanon una gran voglia di giocargli uno scherzo.
Ci pensò un po’ su, e l’idea giusta emerse dalla sua mente quando si ricordò della discussione che avevano avuto l’ultima volta.
Kanon si alzò soddisfatto: ora sì che sapeva come far prendere un bello spavento ad un Giudice Infernale!"
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gemini Kanon, Wyvern Rhadamanthys
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non significa niente

 

 

Così fu questo amore dal mancato finale

Così splendido e vero da potervi ingannare

 

(Dolcenera – Fabrizio De andrè)

 

Radamanthys si svegliò che era giorno fatto, ed appena provò a muoversi tutti i suoi muscoli protestarono, ricordandogli la nottata appena trascorsa.

Soffocò un’imprecazione nel cuscino e voltò la testa per guardare il responsabile.

Accanto a lui Kanon dei Gemelli dormiva supino, la schiena che si alzava ed abbassava al ritmo lento e regolare dei suoi respiri.

Radamanthys si concesse mezzo sogghigno.

Il Saint di Athena poteva aver giocato pesante, ma quanto pareva anche lui aveva bisogno di un po’ di tempo per riprendersi.

Le pesanti tende di velluto bordeaux erano tirate e lasciavano penetrare solo una sottile lama di luce, che attraversava in diagonale la schiena di Kanon con un taglio netto.

Il greco era una nota di esotismo nella grande stanza da letto arredata in stile antico, con quei capelli dalla sfumatura impossibile come il mare più profondo, la pelle abbronzata ed il vago sentore di sale che si portava sempre addosso.

Radamanthys si chiese come fosse possibile che, anche mentre era stravaccato scompostamente sul letto, con le lenzuola attorcigliate intorno alle gambe e la faccia sprofondata nel cuscino, Kanon emanasse un’aura di potenza.

Il Giudice Infernale fece una smorfia contrariata.

Cercò di convincere se stesso che se ammirava Kanon era una questione puramente estetica, perché era perfettamente naturale che lui, discendente della nobile ed antica casata degli Heintze-Weissenrode delle isole Faer Oer, fosse attratto dalle cose belle, fossero esse oggetti d’arte, paesaggi o nemici.

E si ripeté ancora una volta che essere attratto dal corpo di Kanon era una questione puramente fisica, in cui i sentimenti non erano contemplati neanche lontanamente.

Chissà perché, però, quella mattina non riusciva a fare a meno di pensare come sarebbe stato se uno di loro si fosse davvero innamorato dell’altro.

Per carità, il solo pensiero lo faceva rabbrividire!

No, per lui non era assolutamente amore, e lo stesso sicuramente valeva per Kanon.

Kanon, che si era mosso accanto a lui, e che così aveva rivelato di essere uscito dallo stato comatoso in cui una notte particolarmente vivace lo lasciava sempre.

A quel punto tanto valeva interpellare il diretto interessato per togliersi il dubbio.

 

-Ehi-

 

Il Saint dei Gemelli non gli rispose.

Era sveglio, ma probabilmente gli andava di fare il bastardo e non si degnava di rispondergli.

Poco male, avrebbe potuto attirare la sua attenzione come nell’Odissea Telemaco aveva fatto con Pisistrato “col piede toccandolo”.

Radamanthys gli allungò un calcio nelle caviglie e stavolta Kanon si girò verso di lui con un ringhio.

 

-Ma che modi sono?!-

 

-Rispondimi. Tu mi ami?-

 

Il suo amante strabuzzò gli occhi.

 

-Io cosa? Assolutamente no!-

 

-Meno male-

 

Ancora una volta era salvo.

Visto? Era tutto a posto, Kanon gli aveva dato esattamente la risposta stizzosa che lui aveva sperato.

 

-Come ti vengono in mente certe idiozie?-

 

Gli chiese Kanon infastidito.

Lui gli rigirò la domanda.

 

-Abbiamo passato la notte a fare sesso o sbaglio?-

 

Kanon fece spallucce.

 

-E allora? Ci piace e lo facciamo. Fine della storia-

 

Radamanthys gli lanciò un’occhiata di sbieco.

Sì, quello che Kanon aveva detto era vero, doveva essere vero, dannazione.

Era solo perché il sesso con quel greco gli piaceva, tutto il resto non significava niente.

Non significava niente che Kanon, in tante volte che l’avevano avevano fatto, non gli avesse mai fatto veramente male e non lo avesse mai fatto sentire umiliato.

Non significava niente che lui stesso aggrediva il corpo del suo amante a morsi più che a baci ma poi, quando arrivava sul torace all’altezza delle cicatrici del tridente di Poseidon si fermava, e diventava delicato come se quelle ferite fossero ancora aperte e sanguinanti e toccasse a lui lenirne il dolore.

Non significava niente che Kanon ogni tanto si lasciasse andare e le sue mani diventassero docili come se lo stessero accarezzando.

Non significava niente che un paio di volte si era svegliato con Kanon che lo abbracciava da dietro e che dormiva con il viso affondato tra le sue scapole.

Non significava niente che, quella sera che lui aveva la febbre ma era ben deciso per orgoglio a non evitare neanche uno dei loro rendez-vous, Kanon lo avesse narcotizzato con scotch e qualcuno dei suoi trucchi che ingannavano la mente per evitare di strapazzarlo.

Non significava niente che lui non avesse mai detto a Kanon che una notte lo aveva sentito lamentarsi nel sonno per qualche incubo che stava avendo, per evitare di umiliarlo rinfacciandogli una sua debolezza.

Ed ovviamente non significava niente che nessuno dei due si sentisse minacciato a dormire nello stesso letto con quello che avrebbe dovuto essere un nemico.

Fu riportato alla realtà dalla voce del Saint dei Gemelli.

 

-E tu, Radamanthys? Tu mi ami per caso?-

 

Radamanthys gli rispose ostentando un’aria di aristocratica indifferenza.

 

-Io? Certo che no-

 

-Bene. Cominciavo a preoccuparmi-

 

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Cantuccio dell’Autore

 

Eccomi qua, sono tornata dopo un periodo abbastanza lungo di assenza da questo fandom.

Cioè, no, in realtà c’ero, ma ero invisibile perché mi nascondevo come un parassita nell’account di Kanondigemini96 con la collaborazione della storia Across the years”.

Ma ora parliamo un po’ di questa one shot: sapete quando si dice “mai dire mai”? Bene, questo è un caso emblematico!

A me la coppia Radamanthys/Kanon non è mai piaciuta (buona parte della colpa è delle sopracciglia di Rada… scusate ma a me quella specie di cespuglio fa troppo ridere X°D) comunque alla fine, ho deciso di provare, giusto per vedere che ne usciva fuori.

Prima di lasciarvi ho due cose da dire.

Uno: perché tutti sono convinti che Radamanthys sia inglese? Su Wikipedia lo da originario delle isole Faer Oer, in Svezia, ed a me sembra più verosimile dato il colore di occhi e capelli e la tendenza a bere alcolici in orari improbabili. E poi si sa che Wikipedia è la fonte della conoscenza, quindi io mi attengo a questa versione.

Due: mi scuso per aver saccheggiato versi da De Andrè. Probabilmente per questo meriterei di finire nella prigione di Sounion.

Va bene, ho finito, adesso potete anche andare con la mia benedizione.

 

                                                                                               Makoto

 

   
 
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