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Autore: telesette    21/01/2014    0 recensioni
Lei Wulong (dall'universo di "Tekken") e Chun Li (dall'universo di "Street Fighter"), insieme in questo cross-over per sventare un importante traffico di droga a livello internazionale.
Riusciranno i due prodi agenti, esperti di arti marziali, a scovare il genio criminale che gestisce la produzione e la vendita di un micidiale derivato oppiàceo, meglio noto come "Polvere del Drago"?
Per arrivare al boss finale, i due dovranno sostenere una serie di violentissime sfide: inseguimenti, scontri a fuoco, combattimenti all'ultimo sangue e...
Genere: Azione, Generale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Lei Wulong
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Quando Chun Li giunse sul luogo dell'appuntamento, pur non sapendo dire se Tan l'avesse ingannata o meno, la vecchia zona del porto in disùso pareva gridare "pericolo" lontano un miglio. Chun Li si mosse cautamente e con circospezione, cercando con lo sguardo l'insegna del magazzino ove credeva tenessero rinchiuso Lei, ma non aveva ancora realizzato in che genere di sporca trappola stava andando a cacciarsi.
Se solo avesse conosciuto un po' meglio Wulong, probabilmente non si sarebbe fatta fregare da una simile menzogna.
Lo conosceva da troppo poco tempo, per stabilire quanto fosse effettivamente possibile prenderlo o meno come ostaggio, perciò non poteva escludere la possibilità che fosse ferito e bisognoso del suo aiuto. Sapeva che era un attaccabrighe indisciplinato, oltre che un trasandato e sciàtto confusionario, e ciononostante si era resa conto di esserglisi molto affezionata negli ultimi giorni.
Non erano molti gli uomini a guadagnarsi il suo rispetto o la sua amicizia.
Ryu, Ken, Guile...
Sia dal punto di vista combattivo che da quello umano, Chun Li dava molto peso al valore dell'amicizia in sé. Non era tipo da lasciare un compagno in difficoltà, anche se ciò significava mettere a repentaglio la propria vita, e certo non avrebbe mai lasciato Lei nelle mani di un aguzzìno spietato come Tan.
Stando bene attenta a non fare troppo rumore, Chun Li si avvicinò al capannone sito nei pressi del molo, ove campeggiàva la grossa insegna di colore giallo/sbiadìto. Era appena arrivata davanti all'ingresso che, trovandosi la luce accecante di grossi riflettori puntati addosso, realizzò immediatamente di essere stata ingannata.

- Vieni fuori, Tan - urlò, mettendosi prontamente in guardia. - Esci a combattere, vigliacco!

Come in risposta alle sue parole, Chun Li si ritrovò letteralmente circondata da un gruppo di ceffi sghignazzànti. Questi erano armati con: pugni di ferro, catene, spranghe, coltelli, mazze di acciaio... e quantaltro per il combattimento corpo a corpo.

- E' pericoloso girare da sola, signorina - rise beffardo uno dei criminali, passando schifosamente la propria lingua sulla lama lucida del coltello. - Si rischiano di fare dei gran brutti incontri, da queste parti...
- Che ne dici di fare la brava, eh? - fece eco un altro. - Se ti comporti come una brava puttanella ubbidiente, ti proteggiamo noi...

Chun Li non fece una piega.
Gli occhi ridotti a due sottili fessure, scrutando uno per uno i volti che le si stringevano a cerchio, in attesa del momento buono per reagire.

- Dov'è Wulong?

I delinquenti scoppiarono a ridere in modo isterico.
Con la conferma che Wulong non era tenuto prigioniero, e che il trucco era servito solo per convincerla a venire lì da sola, Chun Li non ebbe più alcun motivo per esitare oltre.
Piena di rabbia e furore, per aver quasi creduto alle parole di uno sporco verme come Tan, la lottatrice prese a sfogare tutta la propria collera in una tempesta inarrestabile di calci e pugni. I suoi avversari avevano decisamente sbagliato tattica, credendo di poterla impressionare con il numero e un po' di giocattoli, cosicché si ritrovarono a subire l'impeto di quella furia scatenata.
Chun Li era completamente priva di controllo.
L'odio era troppo forte, per permetterle di valutare lucidamente la situazione, cosicché i suoi colpi mancavano della sua solita armonìa. Chun Li era come un lanciafiamme che, una volta acceso, non si poteva più spegnere. Per ogni avversario caduto giù, altri sbucavano fuori cercando in tutti i modi di sopraffàrla, col solo risultato di accrescere ancora di più la sua ira.
Pugni.
Calci.
Prese rotanti.
Non era neanche possibile contare la quantità di colpi che Chun Li stava mettendo a segno da sola, malgrado i tagli e le ferite che ogni tanto riuscivano purtroppo a raggiungerla. E quando finalmente l'ultimo dei nemici crollò a terra privo di sensi, accusando duramente un calcio dalla posizione tigre, Chun Li era piuttosto malconcia e ansimante.
Lo sforzo sostenuto, assieme alla rabbia e alle ferite riportate, l'aveva provata molto più del solito in questo scontro.
Tutto secondo i piani del diabolico Vice-Maestro Tan.

- Complimenti - esclamò una voce beffarda, accompagnata da un lieve applauso tale da far venire i brividi. - Non si smentisce affatto, signorina Zang, vedo che è all'altezza della sua fama!

Facendosi lentamente avanti, dalla luce dei riflettori dietro cui si era tenuto nascosto sino a quel momento, l'Ombra del Drago Nero fece la sua raggelànte apparizione. Chun Li riconobbe subito la voce sentita al telefono, così come non ebbe dubbi che questa appartenesse al volto dagli occhi gelidi che si trovava ora davanti, e strinse i pugni decisa.

- Tan - sibilò. - Quando avrò finito con te, mi supplicherài di portarti in galera... Te lo posso giurare!

Tan si scostò i capelli dal volto, rispondendo al tono minaccioso dell'altra con noncuranza ed incredibile sicurezza.

- Devo ammettere che le tue abilità sono notevoli - commentò costui sottovoce, fissando Chun Li con occhi di ghiaccio. - Ma ti accorgerai presto, cara la mia lottatrice, che c'è sempre qualcuno più forte di te... e quando lo affronti, maledici il fatto di averlo incontrato!
- La vedremo!

Senza neppure riflettere, Chun Li si avventò su Tan con tutta la forza che aveva in corpo.
L'uomo sembrava non voler opporre granché resistenza, limitandosi più che altro a scansare ogni tentativo di attacco da parte dell'altra, ma Chun Li era troppo furiosa per rendersene conto. Tutto ciò che voleva era colpirlo, far scomparire il sorriso dal suo volto, e trasformarlo in un invalido permanente presso l'ambulatorio del carcere.
Così pensava, almeno!
Il punto era che Tan, conoscendo il livello di combattimento della sua avversaria, aveva fatto in modo di indebolirla sia nel fisico che nella mente. Essendo lui un fine stratéga, non aveva alcun interesse di impegnarsi in un combattimento difficile... specie con una donna.
Purtroppo la sua tattica aveva funzionato.
Chun Li combatteva con la forza della disperazione, anziché come era abituata a fare di solito, mentre Tan attendeva pazientemente l'attimo giusto per inflìggerle una dura e dolorosa sconfitta.

- Combatti bene, davvero - sorrise Tan, la voce piena di scherno. - Non male, tenendo conto che sei comunque una donna...
- Sta zitto - urlò Chun Li, senza smettere di sferrare decine di colpi al vuoto.
- Lo sai, è impressionante, assomigli come una goccia d'acqua alla tua antenata: lo stesso sguardo, lo stesso orgoglio, la stessa indomàbile fierezza... Ma a dispetto del tuo sangue e delle tue origini, io spezzerò il tuo corpo!

Ciò detto, un lampo di luce sinistra brillò negli occhi di Tan.
Chun Li non ebbe neppure il tempo di distinguere l'azione con lo sguardo: passando improvvisamente dalla difesa all'attacco, Tan prese a muoversi come una belva; Chun Li ebbe come una sensazione di gelo nelle ossa, non più di una frazione di secondo, e un attimo dopo Tan le aveva piazzato un pugno durissimo al centro dell'addome.

- Fa male? - domandò lui sàdico.

Di nuovo un pugno, nello stesso identico punto del precedente, e questa volta Chun Li boccheggiò per la mancanza d'aria.
La potenza di Tan era devastante.
Con due soli pugni, era riuscito ad arrestare il suo impeto furioso, costringendola ad indietreggiare. Chun Li aveva bruciato tutte le sue energie nel precedente scontro, sentendo ora chiaramente tutto il dolore sia delle ferite riportate che del suo povero stomaco danneggiato, e dunque si ritrovava in una situazione di svantaggio rispetto all'avversario più fresco e lucido.

Ti ho chiesto se fa male ?!?

Neppure il tempo di intravedere la scìa dei movimenti dell'altro, Chun Li si ritrovò scaraventata a terra da un colpo violentissimo. Tan era riuscito a metterla giù, con un'unica mossa, e stavolta il danno era anche particolarmente serio.
Nel suo tentativo di rialzarsi, Chun Li provò una fitta lancinànte al petto, sentendo l'aspro sapore della bile in bocca e i muscoli che le facevano male dappertutto.

- Come... Come diavolo hai... fatto?

Chun Li non riusciva a credere che pochi semplici colpi di Tan fossero riusciti a ridurla in un tale stato di impotenza.
Tan sorrise, della sua espressione così come del suo sguardo carico di odio, cònscio di averla praticamente già battuta.
Tuttavià non gli bastava sconfiggerla.
Voleva umiliarla!
Davvero costei si era convinta di essere così forte da non avere avversari in grado di tenerle testa?

- Hmpf - fece Tan, contemplando l'aspetto pietoso e miserabile della nemica ai suoi piedi. - E tu saresti l'erede dell'imperatrice, colei che ha Sangue di Drago nelle proprie vene? Devo ammettere che sono piuttosto deluso!

Stringendo i denti, malgrado il dolore insopportabile, Chun Li richiamò a sé il proprio "chi" residuo assieme alle energie sufficienti per permetterle di contrattaccare. Non era certo abituata ad arrendersi alla prima difficoltà e, gli occhi ancora pieni di determinazione, concentrò le proprie forze per puntarsi con le mani a terra e scalciare rabbiosamente contro un Tan momentaneamente scoperto.
Tan avvertì istintivamente il pericolo, tirando indietro la testa di scatto, ciononostante Chun Li riuscì a ferirlo con la punta del piede procurandogli un lieve taglio lungo la tempia ed il sopracciglio sinistro.
Sorprendentemente, invece di adirarsi, Tan si passò un dito sul taglio sanguinante con un sorriso colmo di soddisfazione.

- Perfetto - mormorò. - La tua rabbia, il tuo spirito incrollàbile... Il tuo sangue è davvero ciò di cui ho bisogno!
- Vieni a prenderlo, allora - rispose Chun Li, rialzandosi con una certa difficoltà.
- Lo sai perché mi chiamano l'Ombra? - domandò Tan, assumendo la sua insolita posizione di guardia con le braccia nascoste dietro la schiena. - Perché nessuno riesce mai a vedere con chiarezza il mio colpo... e se anche lo vedesse, sarebbe già morto!

***

Wulong aveva corso come un disperato, temendo altresì di non giungere in tempo.
Nella sua mente prese forma un'orrenda immagine: quella di Chun Li, il corpo straziato, con gli occhi sbarrati e la faccia immobile riversa nella pozza del suo stesso sangue.
Subito cercò di scacciare quella figura, convincendosi che non poteva corrispondere alla realtà
Chun Li era troppo forte, per fare quella fine.
Appena giunto nella vecchia zona del porto, Lei si guardò attorno come un disperato, cercando ovunque il magazzino con l'insegna di colore giallo.

- Sto arrivando, Chun Li, resisti - esclamò agitato.

Non c'era nessuno in giro.
La zona era deserta.
L'unico rumore era quello delle vecchie barche, ancora ormeggiàte lungo la banchina, le cui carcasse metalliche sventrate facevano riecheggiàre il suono cupo delle onde.
Prima ancora di scorgere l'insegna gialla del capannone abbandonato, lo sguardo di Lei fu attirato da un qualcosa di piccolo e bianco poco distante da lui...

- Quella è di Chun Li - mormorò attònito, riconoscendo infatti ciò che restava di una delle cuffiette che Chun Li era solita mettere per coprire le trecce arrotolate dei suoi capelli.

Il tessuto era strappato, sporco di terra e di sangue, con accanto un coltello.
Lei strinse quel soffice brandello di stoffa tra le dita, tremando al pensiero che potesse essere ormai troppo tardi, sforzandosi inutilmente di contenere il dolore che gli bruciava forte nel petto.

- Non può essere, no - gemette. - Non puoi essere morta, non è vero... dimmi che non è vero, dimmelo... CHUN LIII !!!

Nessuna risposta.
Il grido disperato di Lei si perse inutilmente nel vuoto.
Attraverso le lacrime, tuttavìa, vide davanti a sé l'unico edificio che corrispondeva alla descrizione fattagli da Shuo. Senza neppure riflettere, Lei prese a correre come un dannato, chiamando il nome di Chun Li a squarciagola.

- Wu... Wulong - gli rispose una voce soffocata.

Fu allora che Wulong la vide.
Ma non avrebbe mai immaginato di vederla ridotta in quello stato più che pietoso.
Ogni traccia di sicurezza pareva scomparsa dal suo volto, pure segnato da lacrime e lividi, per giunta era accasciata ed immobile contro la parete del magazzino alle sue spalle.
Era spaventata.
Wulong le corse dunque incontro, stringendola forte a sé e ringraziando il cielo che fosse ancora viva, non riuscendo però a spiegarsi in che modo avessero potuto ridurla in quelle condizioni.
La sua veste da combattimento era rotta e stracciata in più punti, e le sue ferite erano ancora aperte, oltretutto non riusciva quasi più a muoversi per lo shock evidentemente subìto.
Wulong la sentì tremare nelle proprie braccia, come se qualcosa la stesse ancora terrorizzando, e non immaginava neppure cosa potesse essere stato a ridurla così.

- Chun Li - mormorò Lei. - Chun Li, calmati, sono io!
- Ho... Ho perso - ammise dolorosamente costei, muovendo appena le labbra con difficoltà. - Non... Non sono riuscita a sconfiggerlo, mi ha praticamente annientata... Non potevo neanche... vedere... i suoi colpi...
- Calmati ora, va tutto bene - cercò di tranquillizzarla Lei, carezzàndole la nuca con affetto. - Va tutto bene, adesso ti porto via, non ti preoccupare!
- N... No, è una... è una trappola, devi scappare!
- Che cosa ?!?

Improvvisamente Lei si rese conto della situazione.
Dopo averla conciata così, Tan aveva pensato bene di lasciarla lì agonizzànte, attivando un congegno esplosivo a tempo. Wulong vide chiaramente il timer del dispositivo mentre scandìva gli ultimi secondi, proprio accanto a dov'era Chun Li, e riuscì appena ad agire per istinto.

- Oh, porc... Figlio di una puttana cinese - gridò Lei, ovviamente all'indirizzo di quel farabutto di Tan, nel sollevare Chun Li in braccio e tentare di allontanarsi il più possibile per mettere al sicuro entrambi.

Accadde tutto in un attimo.
Il tempo di muovere alcuni lontano dal magazzino, la zona si trasformò letteralmente in un inferno.
Lei sentì l'ecatombe alle sue spalle, le fiamme che divampàvano tuttattorno, e l'onda d'urto scaraventò lui e Chun Li proprio ai margini della strada.
D'istinto Lei si accucciò, cercando di proteggere Chun Li dalla violenza dell'esplosione, e fortunatamente entrambi riuscirono a sopravvivere senza nemmeno una scottatura.
Sparse qua e là, infatti vi erano molti resti di lamiera ignìfuga, probabilmente avanzati da qualche capanno nei dintorni. Per uno scherzo benigno della sorte, pari se non addirittura superiore alle nàtiche di un lottatore di Sumo mòngolo, le lastre protettive risparmiarono i due poliziotti dal calore micidiale, consentendo loro di cavarsela con niente di più che qualche piccola scorticatùra sull'asfalto.
Chun Li riusciva a stento a tenere ancora gli occhi aperti, essendo dei due quella conciata peggio, tanto che Lei la supplicò di resistere a tutti i costi.

- Andiamo, non farmi scherzi - sussurrò Lei, trascinando la compagna al sicuro. - Ti prometto che, alla prima gratifica in busta paga, ti offro una vera cena!

Chun Li tossì forte, a causa dell'aria piena di fumo, tuttavìa si sforzò di sorridere.

- Pe... Però - disse. - Però lo scelgo io, il ristorante... d'accordo?

 

( continua )

   
 
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