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Autore: Charly_92    21/01/2014    5 recensioni
Mika/Morgan. L'enfant terrible e il lord anglo/libanese. Così diversi, eppure così simili.
Una canzone per farli conoscere, scontrare, abbracciarsi.
Dal testo: "Non ho fatto nulla di male, ho espresso un parere. E allora perché sono qui ad attenderlo fuori dal suo camerino? Perché è così importante che lui comprenda che non volevo ferirlo?"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Come on skinny love, what happened here?”
 


E’ finita anche questa puntata. E la settima edizione, la mia sesta, sta per volgere al termine.
E in semifinale ci saranno entrambi i miei cantanti. Non potrei essere più soddisfatto.
Tranne che per una cosa. E’ il motivo per cui sono qui e sto bussando al suo camerino.
“Oh, Morgan!” Dalla giacca buttata sul divanetto, la cravatta slacciata e la camicia sbottonata a metà, intuisco che era in procinto di cambiarsi.
Io invece sono ancora nel mood Jim Morrison, tranne che per la parrucca.
“Scusa, vedo che sei occupato, fa lo stesso..”
“No, io.. Dami un poco di tempo, ok?” E scompare di nuovo dietro la porta.
Ripenso a ciò che è successo stasera.
Ho criticato la sua scelta del brano di Bon Iver per Violetta.
Non l’ho compresa, non mi piace, io avrei fatto qualcosa di completamente diverso.
Mika invece era così preso da questo brano, orgoglioso di averlo scelto e ho intuito chiaramente quanto fosse importante per lui.
Non ho fatto nulla di male, ho espresso un parere. E allora perché sono qui ad attenderlo fuori dal suo camerino? Perché è così importante che lui comprenda che non volevo ferirlo?
Non so cosa rispondere, ma ecco che lui riappare: indossa un paio di pantaloni color giallo limone, una tshirt bianca con sopra un cardigan grigio.
Le scarpe sono le Loboutin nere con la suola rossa consumata che gli vedo continuamente, devono essere le sue preferite.
I capelli sono ancora laccati all’indietro e lo fanno sembrare un lord inglese.
“Ecco Morgan, hai bisogno di me?” Mi chiede, sorseggiando una bottiglietta d’acqua.
Sorride. E, come ogni volta, sulle sue guance appaiono delle fossette e gli incisivi un po’ sporgenti fanno capolino. Già, di che avevo bisogno?
“Mi dispiace per Gaia.” Esordisco. Ha perso un’altra concorrente. Nonostante tutti lo dessero per favorito fin dall’inizio, ora gli rimane solo Violetta.
“Anche a me. Lei è inteligente, ironica, pazza.. Lei è un’artista! E mi piace tanto. Sono un po’ triste. Forse ho sbagliato con lei. E con Valentina. Forse sono un giudice cativo per mie ragaze.”
Di colpo ha l’aria più afflitta dell’universo. Si tormenta le mani e il suo sguardo malinconico sottolinea le occhiaie celate dal trucco.
Lavora e viaggia come un forsennato. Si divide fra gli studi di Milano, la Francia per l’imminente The Voice, l’America e Londra, un nuovo album, gli incontri coi fans per la raccolta pensata esclusivamente per l’Italia.
Mi chiedo dove la trovi l’energia e il sorriso con cui affronta ogni cosa. Anche se a tratti lo vedo veramente sfinito.
“No, tu sei bravo. E’ un gioco: si vince e si perde. Stai facendo un gran bel lavoro invece!”
Come scosso dalle mie parole, torna a guardarmi negli occhi, illuminandosi:
“Oh, grazi. Questo è molto belo.”
“Vorrai dire completamente bello!”
Finalmente ridiamo di gusto. Lo prendo in giro spesso per il suo italiano, lui un po’ se la prende perché vorrebbe essere perfetto, non sembrare ridicolo, ma non si offende mai davvero.
“Sei venuto qui per parlare di mia Gaia carina?”
La sua domanda mi riporta bruscamente alle mie intenzioni.
“No,in realtà volevo dirti che mi dispiace per il mio commento sulla canzone di Bon Iver.
Ti ho trattato male, a te piace così tanto.. E lo rispetto!
Io mi incazzerei a morte se mi toccassero un pezzo di, che ne so, Tenco! Ho esagerato..
Quindi hai tutto il diritto di essere incazzato con me! Incazzati Mika!”
Sto parlando a raffica, non so quanto mi stia seguendo, è perplesso, stringe gli occhi come fa ogni qual volta che è particolarmente concentrato, poi scoppia a ridere.
Ha una risata stranissima, assomiglia a un cavallo. E’ qualcosa di veramente demenziale.
“Tu sei proprio un uomo pazo! E bufo.. Molto bufo! No io no sono incazato con te.. Ho ciusato quella canzone per Violetta perché volevo qualcosa di puro, semplice, romantico.
Se no ti piace, va bene. No ti matarò per questo!”
 E mima il gesto di infilzarmi con un coltello stile Shining. Ma fa quella smorfia arricciando il naso e il risultato è esilarante. Ridiamo e ci spintoniamo come due bambini.
“Ma perché no ti piace? No capisco..”
Dietro la gentilezza, si nasconde un ragazzo con la testa più dura di un mulo. Non molla.
“A te non piace il risotto milanese Mika! C’è un motivo? No, non ti piace e basta!
A te non piace il risotto, a me non piace Skinny love! Fine della storia!”
“Si invece. A me non piace il risoto perché non c’è carne, non c’è verdure, non c’è salsa..
Non c’è niente! No capisco vostro risoto senza niente!” Ha la faccia schifatissima.
“Ok, per me Skinny love è come il risotto per te: non mi dice niente.”
Non l’ho ancora convinto.
“Vieni con me, ti dimostrerò che questa canzone è migliore di risoto di Milano!”
Ed eccolo prendermi per mano, con naturalezza, e scagliarsi correndo come un forsennato per i corridoi.
Mika ha gambe esageratamente lunghe: incespico, rischio di cadere, sbatto contro altra gente che ci guarda come se fossimo due completi imbecilli.
Si ferma davanti alla sala prove. Ha ancora la sua mano nella mia, ma non sembra farci caso.
E scopro che la cosa non mi da fastidio. Anzi, non mi dispiace affatto.
La porta non è chiusa a chiave e lui mi trascina dentro guardandomi col sorriso di un bambino che sa di star facendo una marachella.
Si piazza al piano. “Guarda che ci chiudono dentro..” Gli faccio notare ridendo.
“Hai paura?”  Che cazzo di domanda è?
“No, voglio andare a casa mia!”
“Cinque minuti. I swear.”
E comincia a suonare. Non sono preparato a tutto questo. E forse è meglio così.
 
Come on skinny love just last the year,
Pour a little salt you were never here,
My my my, my my my, my-my my-my…
Staring at the sink of blood and crushed veneer.

 

Se prima mi scappava da ridere, beh, ora non più.
La sua voce sussurrata, con toni alti per un uomo, ma comunque virile, mi colpisce come uno schiaffo.
Non l’ho mai sentito cantare così. E’ molto lontano da ciò che ho sentito di suo.
 
And I told you to be patient,
And I told you to be fine,
And I told you to be balanced,
And I told you to be kind,
And in the morning I’ll be with you,
But it will be a different kind,
‘Cause I’ll be holding all the tickets,
And you’ll be owning all the fines

 
Ha l’aria malinconica. Spesso chiude gli occhi. E’ come se non fosse più in mia compagnia.
Come se quel pezzo gli ricordasse qualcosa. E so che ha a che fare con il dolore.
Lo comprendo dalla ruga profonda che gli si disegna in mezzo alla fronte.
 
Come on skinny love, what happened here?
Suckle on the hope in light brassieres,
My my my, my my my, my-my my-my…
Sullen load is full, so slow on the split.

 
La sua voce sembra spezzarsi da un secondo all’altro. E’ come un funambolo in equilibrio sulla corda, pericolante, ma sicuro. Così lo vedo: fragile, ma allo stesso tempo consapevole.
Mi rendo conto che mi si stanno inumidendo gli occhi. Mi sto commuovendo come una vecchia signora. Non è possibile!
Eppure, ho parlato così tanto di “luce” in questo programma, che non ho mai davvero visto quanto lui brillasse. Più di qualsiasi altro.
Solo ora me ne rendo davvero conto. E mi sento travolto.
 
Who will love you?
Who will fight?
And who will fall far behind?

 
Ci metto un po’ a capire che ha finito, che la musica è cessata, così come il suo canto.
“Piangi?” Mi chiede, un po’ sorpreso.
“C Cosa? No.. Sono molto stanco..” Mi strofino gli occhi. Ma non posso fare nulla per il cuore che continua a martellarmi la cassa toracica. Che cavolo mi prende?
“Sì, vedo.” Sorride. E’ così puro, ingenuo, gentile. Non sembra davvero rendersi conto di quanto mi abbia scavato l’anima in quella manciata di minuti.
“Posso chiederti cosa ti ricorda questa canzone?”
“James, il mio ragazo. Stiamo insieme da otto anni. Ma abbiamo avuto crisi, momenti bruti, tristi.
Era teribile. Lui mi aveva dedicato questa canzone. La versione di Birdy. L’ho ascoltata e ho iniziato a piangere.
Ero confiuso. Non sapevo cosa fare, c’erano trope cose in mia testa..
Sono scapato.”
La voce gli trema un po’. Si gratta la fronte, imbarazzato.
“Poi abiamo rimeso insieme i pezi. Siamo felici adeso. Questa canzone è importante per me, perché mi ricorda di lotare sempre, tuti giorni.
Mi da un senso di sicuro, di calore, anche se dice cose cative. Questo volevo che tu capivi.”
Dev’essersi reso conto di avermi fatto un’enorme confidenza, perché arrossisce, si morde il labbro inferiore, come se potesse rimangiarsi ogni cosa.
“Scusa, io deto tropo.. Ho deto cose noioso.”
“No, anzi.. E’ molto bello.. Devi amarlo molto.”
Arrossisce come un papavero. Sembra un ragazzino che confessa la sua prima cotta.
“Oh, sì. Sì, lo amo tanto.” Confessa. Ha gli occhi luminosi e caldi.
Sorride, perso nel vuoto e nella sincerità della sua affermazione.
“E ti manca non averlo qui?”
“Un po’.. Ci sentiamo per telefono. A volte parlo italiano e lui no capisce. Ride.
Dice che mio italiano è sexy.” Ride anche lui, coprendosi la faccia con le mani.
“Ma io no sono sexy, io sono un desastre.”
“E tu Morgan? Tu sei innamorato?” Mi chiede con una sfumatura di dolcezza nella voce.
La sua domanda mi coglie impreparato. Ma non stavamo parlando di lui?
“No, nessun amore per me.”
“Io penso di sì.” Sta sorridendo. Ma che cavolo dice, dove vuole andare a parare?
“Ho amato, ma è stato tanto tempo fa. Lei è andata via. Amo solo la musica.”
“No credo. No è così.”
Mi sto alterando. Ma cosa vuole dalla mia vita? Pretende di sapere tutto?
“Me ne vado.”
Cerco di allontanarmi da lui, da quel pianoforte, da quella canzone triste, da quel parlare di sentimenti troppo profondi.
“Aspetta! Cosa c’è? Fermati!” Mi prende per un braccio, mi ha già raggiunto. Lui e le sue cazzo di gambe chilometriche.
“La devi smettere! Questo tuo essere così ingenuo, questa tua mania di vedere solo il bello in tutto.. Mi fa diventare matto!
Non sono bello, non sono romantico, non sono gentile.Smettila di cercare la parte buona di me. Non la troverai.
Non valgo niente, non sono niente, se non un buon musicista. Faccio soffrire le persone. Combino casini. Sono quello cattivo.
Lasciami perdere Mika. Non ne vale la pena.”
Devo averlo colpito, perché ora ha la fronte corrugata ed è più serio che mai.
Non so nemmeno perché gli ho vomitato addosso tutto il mio malessere, ma non ne potevo più.
Lui è così buono, gentile, dolce, la gente lo rispetta, lo ama, lo ammira.
E’ quanto c’è più di lontano da me. Ha la bellezza di un uomo e la curiosità di un bambino.
Non c’entriamo niente. Non voglio rovinarlo con quello che sono. Voglio proteggerlo. Almeno lui. Perché, ancora non me lo spiego.
“Tu dici cose cative. Questo no va bene. No è vero. Tu no sei bruto. Tu sei un enfant terrible. Questo mi piace di te. Questo è buono. No è perfeto, ma va bene.”
E dopo queste frasi sconnesse con l’italiano più sconclusionato di sempre, mi abbraccia.
Dobbiamo fare parecchio ridere, lui è talmente alto da sovrastarmi.
“E poi, anche io sono bruto.” E’ un’idea talmente inverosimile che scoppio a ridere.
“Ma quando mai?”
“Sì, la mattina presto. No mi piace. Sono un monstro teribile.”
Me lo immagino coi capelli sparati in aria, le occhiaie e un litro di caffè in mano.
Ridiamo e riprendiamo a spintonarci, di nuovo amici e complici.
“Mika, posso chiederti una cosa?”
“Tuto quelo che vuoi!”
“Se ti molli con quel James posso sposarti io?”
La sua risata da cavallo è più fragorosa che mai.
“Ma tu sei proprio pazo!”
“Sì, ma ho un’idea ancora più pazza!”
“E quale?” Mi osserva attentamente, senza ridere stavolta.
“Cantiamo insieme per la finale?”
Mi aspetto che scoppi di nuovo a ridere, invece scrolla le spalle.
“Perché no?”
 
Ed eccoci lì, due settimane dopo. Altrove e Relax, take it easy. Altre forme di vita e We are golden. Il pubblico è in delirio.
Mika non si tira indietro dal cantare in italiano e lo fa col suo accento buffo e strascicato.
Salta, corre, mi trascina per il palco. Faccio una fatica mortale a stargli dietro.
Ma il suo entusiasmo è talmente travolgente da non poterne fare a meno.
Finita la performance, ci godiamo gli applausi. Lo prendo in braccio sfiorando ogni legge della fisica e rischiando un’ernia, ma non me ne importa nulla.
Anche quando viene proclamato il vincitore, Michele, lui è felice. Mi abbraccia, si complimenta, non so come cadiamo a terra uno sopra l’altro. Ridiamo come pazzi.
“Ho capito perché il tuo ragazzo ti aveva dedicato quella canzone!”
Gli urlo sopra al frastuono.
“Perché?”
“Perché sei magro che fai paura! Spostati, il tuo gomito mi sta bucando lo stomaco!”
C’è un casino pazzesco, ma non posso fare a meno di ridere per la sua ennesima risata da cavallo.
“Tu sei veramente pazo! Davero!”
“Però sei un pazo buono.” Mi dice tendendomi la mano per aiutarmi a tornare in piedi.
Un sorriso sincero dipinto sul volto.
Mi abbraccia stretto, lo ricambio con forza.
“Mi mancarai uomo pazo.”
Realizzo che X Factor è finito. E che lui se ne tornerà a Londra, a Parigi, chissà dove.
“Pure tu Mika. Sei stato l’avversario migliore che abbia mai avuto.”
Sta diventando tutto troppo malinconico per i miei gusti.
Così ci mescoliamo agli altri a festeggiare Michele, in mezzo alle urla del pubblico e i coriandoli.
Sono io che cerco la sua mano stavolta, in mezzo alla folla che si è creata su quel palco.
Come se avessi un’improvvisa paura di cadere, di sparire, di restare solo.
Lui non si scosta, anzi, la stringe con sicurezza.
Non lo guardo negli occhi, ma sono certo che sta sorridendo.
“E qui a sognare mi ritroverai sotto il tuo passare”


Author's corner
Hola! Sì alla fine ho ceduto pure io al pairing Mika/Morgan.
Quei due si sono shippati per tutto XFactor, non è colpa mia, ecco.
Ovviamente ho cercato di rendere l'italiano di Mika il più possibile, uccidendo tutte le doppie e usando anche alcuni refusi dallo spagnolo.
Spero non risulti troppo faticoso da leggere.
Se volete saperne di più su Mika e il risotto, dovete guardarvi l'intervista di Fazio a "Che tempo che fa".
Lo sfogo di Morgan viene dalle sue dichiarazioni in una recente intervista a sky, anche per quanto riguarda lo sposare Mika. (Cosa stavo dicendo? Si shippano da soli!)

 La canzone è ovviamente Skinny love di Bon Iver.
Mentre l'ultima frase è l'ultimo verso della canzone di Michele Bravi La vita e la felicità.
Sero che questo delirio possa piacere e che vogliate recensire!



 
  
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