Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: DoLCe_MeNoSa    06/06/2008    1 recensioni
Express: sbandato, tabagista, bevitore, menefreghista. Costruirsi un futuro non gli interessa, come non gli interessano tante cose. Ha molti amici; e del resto se ne frega. La vita adesso, la vita è domani. Tra rischi e piccole follie. Leda. Bella. Rigorista. Cresciuta all'ombra dei valori della sua famiglia. Innamorata. Ma non di lui. Conoscersi, scontrarsi, imparare: sullo sfondo di una provincia in tutte le sue contraddizioni alla scoperta della vita vera.Ed anche se l'amore potrebbe essere impossibile, non è forse vero che soffrire aiuta?Quantomeno,finalmente,a crescere..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
l
  1.  
PROLOGO
 
Il mondo di Express era il mondo delle brioches sbocconcellate all’alba, con il sedere congelato piantato sui gradini di qualche sperduta area di servizio, e delle sigarette fumate sino al filtro, che finiscono per scottarti labbra e palato. Era il mondo delle moto che fanno le impennate, che puoi andarci così forte sino a stamparti contro i pali; era il mondo del niente e del nessuno, degli sbandati consapevoli d’essere gli eterni esclusi, dell’anomia.
Era stato cresciuto da una madre rompipalle e da un padre che non era mai a casa, ma che gli sorrideva in quel modo strano che scaldava un poco il suo cuore di ribelle. Inoltre, aveva anche una sorella dagli occhi come i suoi, ma con la quale non andava d’accordo. Nemmeno con sua madre erano tutte rose e fiori, a dire il vero; anzi, risultava addirittura  impensabile per loro non litigare ogni santo giorno.
E così, ai diciotto belli freschi, aveva preso la sua roba, e senza dire ciao se ne era andato.
Viveva con suo padre e la sua nuova donna, ora. Ma naturalmente, in casa ci restava ben poco. Era sempre fuori, ai quattro angoli della città, a dare gas e a ridere più forte con i ragazzi della sua “banda”.
Express infatti, aveva tanti amici come lui; brutali, rinnegati, menefreghisti, superficiali.
Gente che non sapeva cos’avrebbe fatto della propria vita , gente che da quella cittadina di provincia da mulino bianco voleva andar via il più presto possibile ma contemporaneamente, vi restava ancorata in modo compulso. Dove diavolo sarebbero finiti d’altra parte,senza una laurea in mano, senza soldi per diventare qualcuno, senza tempo né voglia di crescere?
Poco importava.
Il tempo crea eroi, come dice Vasco, pensava sempre Express. E loro, di tempo, ne avevano in abbondanza.
 
 
Express con suo padre si era trasferito in un quartiere che odiava, e nel quale cercava di passare il minor tempo possibile.
La nuova donna del resto, aveva i soldi oltre che un fisico da paura: e così li aveva portati tutti e due,Express ed il padre, pompiere sin dalla gioventù, a vivere in un palazzone storico che metteva a disagio Express ed i suoi giubbotti bucati da motociclista, così come lo  sguardo delle anziane donne impellicciate che sembravano leggerli addosso tutti i suoi fallimenti.
A volte, quando a papà giravano di brutto e non lo lasciava uscire, i suoi due migliori amici, Deca e Michele venivano a trovarlo a casa, piantandosi davanti al gigantesco televisore o installandosi sulle gradinate esterne del palazzo, per fumare e ridere della gente che entrava ed usciva dal pesante portone.  
Tutti anziani o coppie sposate, comunque: ben poco interessanti come soggetti, o ragazze così mosce o perfettine da smorzare qualsiasi appetito. Era esilarante in ogni caso, quando Michi mostrava la lingua ad indirizzo delle vecchie signore e dei loro sederi mastodontici e semoventi.
Era il meglio che lì si potesse trovare.
Al terzo piano per la verità, abitava un esemplare interessante: si chiamava Caterina Assunta Della Valle, era alta, bionda e dal portamento elegante, ma il suo nome chilometrico e lo sguardo di puro disprezzo con il quale congedava immancabilmente Express ed i suoi amici avevano presto provveduto a renderla inappetibile. Loro erano così, d’altra parte: amavano le ragazze dai rossetti accecanti, gli abbracci accoglienti e le gambe aperte. Poco importava che fossero splendide o appena guardabili.
Le ragazze come loro: alle quali non importava sembrare rispettabili, camminare in un certo modo o acquistare vestiti soltanto nei negozi più costosi della città.
Ma solo vivere.
Delle ragazze “d’altri mondi”, d’altra parte, avevano promesso di non innamorarsi mai: da quando Michi aveva avuto il cuore spezzato per lei, la stronza, Liliana Monteleoni, che andava alla scuola privata ed era stata in grado di umiliarlo ed annichilirlo , facendolo innamorare e poi buttandolo via, perché non alla sua altezza.
Express la ricordava ancora: ricordava il suo sguardo schifato su di loro nelle serate trascorse insieme a Michele, in qualche squallido bar del centro città con tutta la banda.
Ricordava soprattutto le sue lamentele, e l’increspatura fastidiosa che assumeva la voce di Liliana, quando storcendo il naso faceva notare che i suoi amici, a quell’ora, si sarebbero trovati al Garden , il bar più esclusivo della città, quasi sicuramente per far pesare a Michele l’inevitabilità di quel confronto, tra uno sbandato come lui ed i figli dei nuovi ricchi. Poi, per fortuna, Liliana l’aveva lasciato per il figlio d’un dentista; e Deca ed Express avevano tacitamente cantato vittoria, finalmente liberi dai suoi sguardi ammonitori e dal puzzo dei profumi costosi che aveva addosso, nonostante la disperazione di Michele.
Da quel momento, i tre amici se l’erano promesso: mai più ragazze altezzose, mai più nasi rivolti in su, mai più storie serie che incatenavano il cuore.
Soltanto divertimento.
Soltanto sesso, corse in moto e follie.
Express, dal canto suo, era fermamente convinto di non poter amare.
Fino a quel giorno. .
 
Accadde in una giornata di maggio.
Accadde che, improvvisamente, un quantitativo esagerato di scatoloni venne trasferito  nella casa accanto alla sua, e che il camion dei traslochi sostò davanti al palazzo troppo tempo, perché fosse una semplice coincidenza.
Accadde che, mentre Miky e Deca nascondevano l’erba nelle tasche, mano nella mano con un figlio di papà in polettina stirata, con un gelato al limone tra le mani, lei passò.
Accadde che, l’orlo della sua gonna di Burberry, che la marchiò istantaneamente quale inaccessibile, oscillò trasportato dal vento, e che il suo dito frugò nella coppetta di gelato e finì tra le labbra vermiglie, impiastricciato di limone e crema.
Accadde che i suoi occhi si fermarono un istante su di lui, mentre fermava i propri passi presso il dosso del marciapiede.
Occhi d’ambra e di caffèlatte. Occhi che lo trafissero.
Michi e Deca guardarono le gambe abbronzate della ragazza, le sue chiappe alte sotto la gonna ed il suo viso bambinesco ma bello, con lunghi capelli neri trattenuti più indietro sulla fronte da un cerchietto sottile, azzurro acqua.
La guardarono a lungo : in lei Deca vide l’ennesima scialbetta casa e chiesa; Michi, un inquietante riflesso di Liliana, che gli fece sobbalzare il cuore.
La guardò anche Express, per molto tempo: in quella ragazza vide la vita che lui non aveva, il rigore, l’eleganza, il cielo e la terra rovesciati rispetto al suo inferno di casini.
Restò a fissarla anche mentre congedava il suo amorfo ragazzo con un bacio, e si dirigeva verso il portone come una che aveva tutta l’aria di abitare lì.
Come una che aveva tutta l’aria di essere la nuova inquilina.
-Beh?- La ragazza mandò avanti i suoi piedi, calzanti Ash luminose d’un raso rosso accecante, e li guardò schifata.
I tre, pietrificati, non ebbero reazioni.
-Vi levate, pezzenti? Questo non è il bar sport..- Disse acida, le labbra rosse contorte in una smorfia di autentico disprezzo.
Michi, Deca ed Express, si rialzarono rapidi ed obbedienti. La ragazza, senza guardarli oltre, entrò.
-Porca vacca, che stronza..- Commentò laconicamente Deca, dopo che si fu defilata.
- Porca vacca..sembra Liliana- Aggiunse dal canto suo Michi, deglutendo rumorosamente.
Soltanto Express, lo sguardo perso, rimase in silenzio.
Quindi, parlò.
-Porca vacca. Mi sa che mi sono innamorato sul serio..-
E fu l’inizio del disastro..

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: DoLCe_MeNoSa