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Autore: Giadaa99    22/01/2014    2 recensioni
Una scuola apparentemente normale nasconde un macabro segreto.
Niente sarà più come prima.
"Dopotutto erano solo due semplici quattordicenni,due semplici adolescenti che si trovavano in una situazione spaventosa"
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"La scuola è un luogo monotono e obbligatorio" pensavano tutti i ragazzi di quella scuola prima del fatidico giorno in cui si resero conto di quanto orribile fosse la storia e il presente di quel luogo così normale per loro.
Era un giorno come tutti gli altri; gli alunni cominciarono ad entrare a scuola con la spensieratezza e ,magari, un po'dell'ansia di chi ha davanti un'interrogazione o un compito.
Ma non era quello di cui dovevano preoccuparsi poichè la scuola ,in quel giorno, si era risvegliata da un sonno durato molti anni.
Le prime ore passarono tranquille e monotone, ma già all'intervallo qualcosa cambiò nella scuola che iniziò a emettere leggeri rumori.
Tutti pensavano fosse il vento, anche se la giornata era particolarmente bella e il sole era così grande da sembrare vicino.
Tutto andava avanti normalmente quando di colpo le uscite dell'edificio si chiusero con un rumore assordante e tutte le persone rimasero bloccate dentro senza la possibilità di uscire.
Il panico si diffuse in tutta la scuola e i professori tentarono di calmare gli alunni, anche se loro erano più agitati dei ragazzi.
Un rumore assordante e un grido fecero sussultare i poveri alunni che si trovarono costretti a rimanere nelle loro aule mentre i professori si dirigevano di corsa verso il luogo da cui proveniva quell'urlo così spaventoso.
Lì trovarono una ragazza di prima, di nome Giada, seduta per terra con le mani sul volto e le gambe tremanti.
"Cos'è successo?" chiese la professoressa di italiano con la voce seria interrotta da alcuni sussulti per la paura.
"Stavo facendo una fotocopia quando ho visto un'ombra nell'aula del professori Govi; incuriosita sono andata a vedere ma non c'era nessuno. Eppure ho sentito una voce spettrale percorrere le mura” disse Giada anche se le parole le si spezzavano in gola.
"Stai calma, sarà stata solo la tua fervida immaginazione. Vedi, qua siamo solo io, tu e gli altri professori; non c'è nessuno!" cerca di tranquillizzarla la professoressa d'italiano.
Giada si calmò per quale istante quando una voce spettrale percorse tutta la scuola:
"Vi pentirete di tutto ciò!"
Giada in quel momento pensò veramente che quello sarebbe stato l'ultimo giorno della sua vita.
Ripensò in pochi secondi a tutto quello che le era accaduto nella sua esistenza, allora un pensiero le entrò nella mente:
poteva, anzi doveva salvarsi, salvare tutto da quel luogo e scoprire cosa veramente si celava dentro le mura di quella che le sembrava la scuola perfetta.
Dopotutto era una ragazza forte, anche se non se ne rendeva sempre conto.
"Svegli ragazzi! Non so cosa ci sia nella scuola, ma dobbiamo liberarci, liberare tutto da quello che sta cercando di distruggerci. Così ,recuperando le forze si alzò e combattendo contro le forti correnti che percorrevano l'edificio si diresse verso la sua classe dove trovò i compagni impauriti e ansiosi.
"Svegli ragazzi! Non so cosa ci sia nella scuola, ma dobbiamo liberarci ,liberare tutto da quello che sta cercando di distruggerci!"
Dopo alcuni interventi tutta la classe decide di procurarsi delle armi occasionali come bastoni ,pezzi di ferro e altri oggetti ma, mentre le cercavano, dovettero tenersi tra di loro per non cadere dalle forti scosse di terremoto che percorrevano le mura da ormai dieci minuti.
Il cielo sembrava essersi avvicinato e l'aria era ricoperta da un odore acre.
Le mura erano pericolanti anche se la scuola era ancora salda al terreno come se le pareti fossero occupate da una presenza che le teneva fisse a terra.
Tra i corridoi la classe camminò velocemente facendo spesso delle soste e dei cambi di direzione per evitare di calpestare i molti senza  vita delle persone che fino a pochi minuti prima cercavano di salvarsi.
Nella stanza di vedevano passare ombre scure, nere come la pece che lasciavano una scia palpabile seguita da un rumore simile a quello del vento tra gli alberi.
La scuola era diventata scura e dal pavimento delle inquietanti pietre fuoriuscivano e sembravano voler afferrare le gambe dei pochi sopravvissuti che cercavano di salvarsi.
La classe, senza quasi neanche accorgersene si ritrovò davanti alla palestra ma fu fermata da una nuvola di polvere che di fronte a loro si stava trasformando in qualcosa di più compatto che prese forma di una donna dai contorni ancora molto indefiniti.
Era una donna alta e magra, dai lunghi capelli neri ricoperti da una polvere compatta e grigia come la sua pelle.
Il viso oltre a essere di questo colore era molto magro e gli occhi infossati erano bianchi e lattiginosi.
Indossava un lungo abito strappato ricoperto anche questo da quella polvere ripugnante.
La sua voce era malinconica ma allo stesso tempo inquietante.
Minacciò molte volte la classe che si era dimezzata perché nel percorso. dieci ragazzi furono aggrediti da alcune delle tante ombre presenti.
I corpi giacevano inermi nel corridoio mentre il loro sangue sembrava vivo, percorso dalle loro anime dannate .
L’inquietante donna disse di chiamarsi Melisenda e raccontò la sua storia:
era una donna dell’Ottocento che insieme ad altre persone venne uccisa brutalmente e poi bruciata.
Le sue ceneri poi furono unite ai materiali che costruirono la scuola.
Non finì di raccontare perché Emanuele, un ragazzo della classe, cercò di colpirla  con un palo che però le passò sopra senza neanche lasciarle un graffio.
Allora Melisenda infuriata l’attaccò e, davanti agli altri ragazzi, con le sue stesse unghie gli aprì il ventre e si mise a mangiare  ferocemente le membra del povero Emanuele.
Gli altri ragazzi sconvolti si misero a piangere e Melisenda scoppiò in una fragorosa  e  inquietante risata che echeggiava nelle mura ormai quasi del tutto disabitate.
In quel momento arrivò la professoressa di educazione fisica che, anche se ferita, prese un accendino e diede fuoco a quell’essere  che iniziò a dimenarsi fino a bruciarsi del tutto.
Le sue ceneri erano per  terra e emettevano rumori che cessarono con un urlo straziante.
Dopo la scomparsa del demone ne arrivarono molti altri tutti sporchi del sangue  delle persone cadute sotto la loro fame diabolica.
Nella scuola ormai si era aperto un vero e proprio scontro tra il bene e il male e il male stava vincendo.
I corpi degli ultimi combattenti giacevano in agonia  e alcuni di loro erano stati anche decapitati da delle aste di ferro tirate con violenza dai demoni.
A quel punto le uniche sopravvissute erano Giada e la sua compagna Clarissa.
In quel momento si sentivano schiacciate da qualcosa molto più grande di loro.
Dopotutto erano solo due quattordicenni, due semplici adolescenti che ora si trovavano in una situazione spaventosa.
Erano ferite ma facendosi forza di rifugiarono dentro una stanzina e presero una drastica decisione.
Dovevano salvare il paese e forse molte altre persone e non sapevano cosa fare anche per salvare loro stesse.
Crearono una miccia, l’accesero e all’improvviso ci fu una grande esplosione.
Della scuola in pochi secondi ne rimasero alcune travi e tanta cenere.
La scuola quindi era libera dai demoni grazie alle due eroine, o almeno così pensavano tutti ma alcuni demoni si salvarono  e io non uno di quelli…
 
   
 
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