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Autore: yohohoho_3000    22/01/2014    2 recensioni
Alieni,ragazze e sogni un pò strani,tutto questo nel piccolo paesino di Brisburg :D
spero che non deluda le vostre aspettative,se avete 5 minuti,passate a leggerla ;)
Genere: Fantasy, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Nella città di Brinsburg,una ragazzina di dodici anni, dai capelli color del grano

e dagli occhi color del cielo,stava passeggiando in una radura,

che,a detta sua era “incantata”,isolata da tutto e da tutti.

Davanti a lei,si stagliava il suo bellissimo albero secolare, a cui piace confidare tutto,così si sistemò comodamente tra le grandi radici

del suo amico,a guardare affascinata il cielo.

Eh si, quel luogo le trasmetteva sempre un senso di armonia e pace;

quest'ultime però,scomparvero magicamente,

quando ad un tratto vide un puntino nero nel cielo,farsi man mano più grosso.

Lo guardò meravigliata,pensandoci meglio..

-Non ci posso credere!...- esclamò al colmo della felicità.

Il suo più grande sogno si era avverato,finalmente!

Un'imponente navicella spaziale si stava avvicinando a lei.

Si alzò di scatto e iniziò a correre,verso un luogo indefinito,

dove avrebbe scommesso di trovare quella navicella spaziale.

Poco dopo sentì un enorme boato provenire da lì vicino,

il suo intuito non sbagliava mai

e così continuò a correre ancora più veloce,

facendosi strada tra rami e alberi caduti,

a causa del grande solco che si era creato, probabilmente fatto dalla navicella.

Era da una buona decina di minuti che gironzolava attorno al veicolo,

identificato da lei,come:

la_cosa_più_bella_che_mi_sia_mai_capitata

quando,sentì un click ,provenire dalla sua sinistra.

Una porta (se si poteva definire tale) si alzò,lentamente,

facendo un piccolo cigolio.

Poteva vedere chiaramente la misteriosa creatura uscire piano piano

dal suo abitacolo.

Era una specie di game boy,tutto azzurro con delle braccine e delle gambine che fuoriuscivano dal piccolo ed esile corpo e nello schermo si potevano vedere

le espressioni che quel piccolo esserino faceva:

-Dove sono?-chiese impacciato la creaturina,guardando la ragazza

che gli rispose curiosa e allo stesso tempo spaventata

-Sei a Brinsburg-

-Oh,scusa,che maleducato,non mi sono presentato...molto piacere.I

l mio nome è Martin-disse cordialmente,accennando un timido sorriso

-Piacere mio Martin,sono Roberta-

concluse la ragazza,ricambiando il sorriso.

Come faceva a conoscere la sua lingua? Si chiese mentalmente la ragazza.

Stava per domandarglielo,quando sentì dei singhiozzi provenire dal basso.

Era Martin,che aveva iniziato a piangere,con le manine che raccoglievano

ogni lacrima sfuggita al suo controllo.

D'istinto Roberta l'abbracciò e gli porse il suo personale

fazzoletto,che le aveva regalato la mamma per il suo compleanno.

Il robottino la ringraziò mentalmente,prendendo il fazzolettino

dalla mano della ragazza,con gentilezza,e asciugando le lacrime.

Roberta vedendolo ancora molto triste,l'abbracciò nuovamente,

stringendolo più forte a sé e sussurrandogli parole confortevoli.

Non sapeva perché il suo nuovo amico aveva iniziato a piangere,

ma lo cullò,fino a che non ebbe smesso.

-Grazie mille Roberta,per tutto quello che hai fatto e stai facendo-

disse il robottino,separandosi dalla ragazza,

per andare nella sua navicella a prendere una cosa.

La ragazza era confusa,lo aveva visto incamminarsi verso la sua navicella

e ritornare poco dopo con uno strano oggetto:

-Questo è per ringraziarti-disse il robottino,porgendole

una collanina di ferro,con un ciondolo violetto a forma di nuvola.

-GRAZIEEE!-disse la ragazza prendendo la collanina e

abbracciandolo di nuovo.

Dopo un pochino si staccarono e il robottino gli prese dalle mani

la collanina,per poi metterglielo al collo,sorridendo.

La ragazza ricambiò il sorriso,quando,iniziò a vedere tutto sfuocato,

fino al buio più totale.

-SVEGLIATI ROBERTAAA!-

urlò una voce a lei molto familiare. La ragazza (chiamata in causa)

si alzò di scatto,cascando rovinosamente a terra insieme alle sue coperte lilla

-Ti do due minuti per prepararti e correre verso la scuola-

continuò la madre arrabbiata

-Sì, sì,arrivo-

disse sbrigativa la figlia,cercando velocemente gli abiti da indossare

per il suo primo giorno di scuola alle medie.

“Allora era solo un sogno” pensò tristemente la ragazza

mentre chiudeva la porta di camera. Non si accorse,

però, della collanina di ferro,con il ciondolo a forma di nuvola,

color violetto, posata sul suo comodino.


 

angolino dell'autrice in coma:
maremmina,non pensavo mica che il testo fosse così corto O.O
però spero vi sia piaciuto...almeno un po...T^T
va beh,pazienza,
un abbraccio a tutti e mi raccomando recensite XD
Jo
  
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