Carnival Of Saint
Era
un comunissimo giorno di inizio Gennaio quando, la Dea Atena,
riunì
nel Chrysos Synagein tutti i Saint del Grande Tempio.
Una
volta che tutti i Gold ed i Bronze presero posizione, quella si
alzò
dal trono reggendo in mano lo scettro di Nike, simbolo di vittoria.
Gli sguardi curiosi dei presenti, verso quella improvvisa riunione,
erano tutti rivolti verso Saori, che prese parola dopo aver dato una
fugace occhiata a Saga, il Grande Sacerdote.
<<
Miei fidati Saint. >> Iniziò con tono formale.
<< Come
voi tutti sapete, l'annuale festa di “martedì
grasso” si
svolgerà nella mia villa a Tokyo e quindi vorrei che voi
tutti
iniziaste a pensare alla vostra maschera di carnevale. >>
Decretò infine, autoritaria, ma tra la folla si
levò un brusio di
sussurri e borbottii, che zittì battendo ripetutamente il
bastone
dello scettro a terra, per richiamarne di nuovo l'attenzione.
Quanto
di nuovo tutti gli sguardi interdetti furono portati su di lei, ella
ricominciò a parlare benevola.
<<
Avete più di un mese di tempo per decidere e per formare
gruppi. La
sera di quel giorno, alle 21.00 in punto, ci troveremo nell'arena.
Domande? >>
Cercò
con lo sguardo una qualsiasi mano alzata, meravigliandosi di trovarla
alla sua destra, da parte di un ragazzo dai capelli argentei, che
sorrideva malizioso, sicuramente per via del quesito che stava per
porre alla Dea.
<<
Dimmi pure Deathmask! >> Lo incitò benevola.
Grandissimo
sbaglio.
<<
Possiamo vestirsi anche da donna? >> Domandò
infiammando lo
sguardo e quella reazione non fece altro che far alzare un
sopracciglio alla ragazza, che annuì distrattamente.
<<
C...certo. >> Osservò confusa.
<< Quello che volete! >>
Si apprestò a mettere in chiaro, in modo da far finire
quella
riunione il più presto possibile.
<<
Bene! >> Ridacchiò silenziosamente il Saint,
tornato almeno
più serio di prima.
Quando
il Crysos Synagein fu sciolto, ognuno tornò nella propria
casa a
crogiolarsi pensieroso sui propri letti o i propri divani, riguardo
al carnevale. Sicuramente, avrebbero preferito la lotta; specialmente
alcuni di loro.
Circa
due settimane dopo, la situazione al Tempio era la seguente:
Nella
casa dei Pesci, Aphrodite stava silenziosamente lucidando una spada
presa in prestito ad un arazzo immobile della sala del trono.
Ovviamente, aveva tutte le intenzioni di rimetterla al suo posto dopo
averla usata per la maschera. Il problema fu che quel giorno era
ancora troppo lontano e l'armatura sarebbe rimasta senza spada per
più di un mese. Chissà, pensò, se se
ne sarebbero accorti!
Intanto,
con un ghigno divertito verso quel pensiero, continuò il suo
operato.
L'undicesima
casa invece era nettamente più rumorosa, perché
il padrone di casa
stava avendo un acceso diverbio con il Saint dello Scorpione, che
continuava imperterrito a voler imporgli il suo volere, mentre Camus
si rifiutava categoricamente di collaborare. Il tutto, lasciato
andare a voce alta e termini alquanto scurrili per persone del loro
rango; ma in quei momenti la cavalleria andava a farsi fottere.
<<
E dai! >> Cercò di assecondarlo ancora Milo,
dopo l'ennesimo
rifiuto. Si mise addirittura in ginocchio, ma l'amico gli diede le
spalle a braccia conserte, sicuro che avrebbe tenuto alti i suoi
principi all'infinito.
Ma
Scorpio non demordeva. Si rialzò con uno scatto,
ritornandogli di
fronte.
<<
E dai! Sono sicuro che il fiocco blu donerebbe sui tuoi capelli
rossi! >> Dichiarò eccitato, ma
servì solamente a farsi
guardare freddamente dal gelido Acquario.
<<
Anche tu, appiccicato a quella parete! >> Gli
comunicò,
indicando il punto dove avrebbe piacevolmente spiaccicato la faccia
del suo compagno d'armi, se non si fosse zittito in tempi brevi.
<<
E dai! Sono riuscito a convincere anche Dokho! >>
Sentenziò il
padrone dell'ottava casa, scoprendo l'ultima carta. Però non
andò
come previsto, perché, quell'affermazione, servì
solamente a far
inorridire di più il Saint delle energie fredde.
<<
Ora si che mi sento meglio! >> Sbuffò,
tappandosi le orecchie
per non ascoltare le insistenti e ripetute preghiere che Milo
continuava a fargli.
<<
Divina Atena, mi dia la forza di volontà necessaria per non
congelarlo dentro un iceberg! >>
Nella
casa di Shura, quella del Capricorno, aleggiava invece uno strano
silenzio, mentre il Saint si concedeva una sigaretta all'aria aperta.
Non gli capitava spesso di avere del tempo per pensare a sé
stesso,
quindi si concedette, seduto sul freddo marmo dell'entrata, quella
pausa tanto agognata. Non che avesse fatto chissà cosa nelle
ore
precedenti, si era solamente dedicato un po' di più
all'allenamento,
mancando però di pensare a ciò che Atena aveva
chiesto loro di
fare: e cioè pensare al vestito per la festa in maschera a
casa
Kido.
Cercò
di scacciare il pensiero, sicuro che avrebbe trovato il modo di
risolvere la faccenda tranquillamente anche il giorno prima
dell'impegno. Tuttavia, alla terza boccata di fumo, la sua quiete fu
interrotta improvvisamente dall'arrivo di un compagno, che aveva sul
volto un sorriso fin troppo allegro per i suoi gusti.
<<
Aiolos! >> Lo riconobbe quando gli fu di fronte,
smorzando il
meccanico movimento del braccio a mezz'aria, e lo osservò di
sottecchi dalla sua posizione seduta a terra. << A cosa
devo
l'onore della tua presenza? >> Chiese, inarcando un
sopracciglio. Non era solito avere delle visite, tanto meno dal
Saint del Sagittario, che comunque rispose benevolo e sorridente come
al solito, nonostante la freddezza con il quale alcuni compagni, per
colpa del loro scontroso carattere, lo trattavano.
<<
Sono venuto per proporti una cosa per carnevale! >> Gli
disse,
porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi. Non si sentiva a sua
agio a dover parlare con un dislivello di altezza così
elevato.
Una
volta issatosi dalla sua postazione, lo spagnolo sospirò,
spronandolo a parlare. Aveva sopratutto paura nel sentire cosa avesse
da proporgli, ma Aiolos non si fece fermare da quell'espressione
quasi infastidita, ed iniziò a trascinarlo dentro la decima
casa.
<<
A te piace la pallavolo, vero? >> Gli chiese, una volta
entrati
nel corridoio di quello stesso palazzo.
Dohko
intanto, rinchiuso nel bagno per paura che qualcuno lo vedesse
– e
prenderlo definitivamente per pazzo -, si era impiastricciato la
faccia con pennellate di colore bianco: probabilmente tempera. Per
questo, una volta che gli si fu seccata sulla pelle, gli dette un
fastidio tremendo. Decise così di darsi l'ultima controllata
allo
specchio prima di risciacquare il tutto.
Eppure
con il trucco agli occhi ed alla bocca aveva fatto un lavoro
certosino!
Si
ripulì immediatamente il viso con una spugna intrisa di
sapone,
lavando via ogni piccolo residuo di tempera rimanente, e si
asciugò
con l'asciugamano accanto al lavello.
Si
osservò di nuovo pulito per svariati secondi, puntandosi
addosso gli
inquisitori occhi castani, cercando di immagazzinare una qualsiasi
idea fattibile per rendere il suo viso bianco come il latte, per il
trucco della maschera che aveva scelto insieme a Milo. Non vedeva
l'ora di completarla, mancava solo quel particolare e poi sarebbe
passato alla realizzazione dell'abito. Ma come diavolo poteva
truccare tutto il volto in quella maniera?
Smise
di domandarselo quando i suoi occhi inquisitori, che avevano iniziato
a vagare con repentini sguardi nella stanza, in cerca di
un'ispirazione, si posarono su un barattolo verde posto sulla mensola
dello specchio.
<<
Borotalco! >> S'illuminò il Saint della
Bilancia, che iniziò
a testarne i benefici.
Nella
sesta casa...
<<
Guarda cosa mi tocca fare! >> Sbruffò Shaka,
dopo aver
terminato di guardare un video tutorial su come realizzare un fiocco
di capelli per ornamento.
Aveva
in progetto una maschera fantastica, che avrebbe lasciato di stucco,
e sicuramente a bocca aperta, molti suoi compagni, e forse turbato la
purezza della loro Dea. Ma forse, si disse, il primo a disturbarsene
sarebbe stato lui, una volta essersi visto allo specchio.
Però,
visto che non aveva mai partecipato ad alcuna festa, forse era quello
il momento migliore per iniziare. E poi, era una festa indetta dalla
divina Atena, non poteva mancare!
Sempre
più convinto della realizzazione di quel
“costume”, perché
effettivamente di costume stava parlando, si diresse a grandi falcate
di fronte al primo specchio che trovò, posizionando su una
sedia il
pc, dove avrebbe guardato e seguito passo passo le istruzioni. Ce la
poteva fare; doveva solamente dimenticarsi per una sera di essere un
glorioso Saint a servizio della giustizia. Ma tanto, era sicuro che
qualcun altro avrebbe sgravato ancor più di lui.
Prese
il pettine, ed iniziò a districare le ciocche di capelli
dorati.
La
casa del Leone, inoltre, era diventata una vera e propria discoteca
anni '80. Lo stereo suonava i pezzi rock più in voga di
quegli anni,
mentre Marin canticchiava quelle stesse note, intenta ad assemblare
le stoffe dell'abito del padrone di casa che in quel momento era
carponi su dei pezzi di cartone, che aveva attaccato insieme per
farli diventare un tutt'uno e ricavarne lo stampo di un sole, che
avrebbe in seguito tagliato, levigato, rinforzato e colorato. Quel
lavoro richiedeva tempo, ma non si dava per vinto, visto che lui e la
Sacerdotessa erano quelli più avanti con i lavori, e con le
idee.
<<
Che dici, così può andare? >>
Chiese lui dopo circa mezz'ora,
che aveva impiegato a disegnare e cancellare il suo operato
più e
più volte, mostrandolo finalmente alla ragazza, che si
aprì in un
sorriso soddisfatto mentre infilava l'ago fra un tessuto e l'altro.
<<
Secondo me è perfetto. Manca solo l'asta! >>
Si complimentò
lei per il lavoro svolto, portando un pollice in su.
<<
La parte più difficile! >> Decretò
il padrone di casa. <<
Ma non impossibile! >> Si tirò su le maniche e
tornò a
carponi per terra. << Riuscirò a finirti in
tempo, maledetto
sole! >>
<<
Mi devi anche costruire un arco e delle frecce! >>
Dichiarò
lei, mandandogli la determinazione di poco prima sotto ai piedi.
<<
Temo che la lavorazione sarà lunga, molto lunga!
>> Piagnucolò
Aiolia, mentre in sottofondo partiva una canzone struggevole.
L'atmosfera
in casa Cancer invece, era più oscura e maligna di quanto
già non
fosse. Il suo inquilino, da collezionista di teste, che appendeva nei
remoti posti liberi di tutte e quattro le mura del palazzo, si stava
apprestando a diventare, per una sera, collezionista di pellicce,
come quella che spiccava perfettamente ripiegata sul suo letto,
insieme ad una bomboletta spry per capelli di colore nero.
Deathmask
però sembrava non prestare molta attenzione al pregiato
pelo, che
aveva affittato da un'anziana signora nel centro di Rodorio, ma su un
tubino nero che aveva appeso ad una stampella. Lo stava osservando
compiaciuto, con le braccia sui fianchi. Appellarsi ad una sarta per
farlo fare non era stata poi una cattiva idea, si disse ridacchiando.
Inoltre, l'aveva fatta in barba a tutti i suoi compagni che ancora si
stavano scervellando per riuscire ad infilare solo il capo del cotone
nell'ago.
Essenzialmente
aveva già terminato la parte peggiore; gli mancavano solo i
guanti e
le scarpe, ma per quello ci sarebbe stato tempo. Almeno, per quel
mese, mentre tutti gli altri erano chiusi nelle loro case ad
inventare, lui poteva godersi il meritato riposo.
Subdolo
e calcolatore come sempre, il vecchio Mask si accese una sigaretta
all'ombra delle mura della sua casa.
Invece
si sa, la casa dei gemelli, più di tutte le altre, non aveva
mai
conosciuto la quiete. I due Saint erano quasi sempre discordi sulle
decisioni da prendere; anche in quel momento, dove Saga continuava a
guardare due vestiti appariscenti e brillanti stesi sul letto di
Kanon, con il mento fra le dita, mentre quello stava facendo la prova
trucco di fronte allo specchio, pessimamente. Sembrava essere stato
truccato da un pittore cieco.
<<
Dovevo dirti di no. O per lo meno venire con te... >>
Sentenziò
il più grande, inorridendo nel prendere in mano il vestitino
succinto e pieno di paiettes che avrebbe attirato la luce del sole
più delle Gold Cloth che indossavano di solito.
<<
Senti, hai accettato ed ora te ne prendi la responsabilità.
Fine
della questione. >> Gli rispose a tono il più
piccolo, mentre
cercava di mettersi il rossetto senza sbavature.
<<
Indubbiamente ho accettato perché mi sembrava un'idea
divertente; ma
per lo meno il vestito avremmo dovuto sceglierlo insieme...
>>
Sbuffò il Sacerdote, che indossava ancora la tunica scura e
sperò
che non dovesse toglierla per provarsi quell'orrido, a suo parere,
outfit.
<<
Oh, piantala! È l'unica cosa che ho trovato che potesse
ricordare
quei due personaggi! >> Grugnì Kanon,
voltandosi di scatto a
braccia incrociate, lasciando letteralmente scioccato il gemello.
<<
Fai orrore! >> Cercò di non ridergli in
faccia, ma la vena
pulsante sulla fronte dell'ex Marine era giù molto
accentuata.
<<
Vorrei vedere te! >> Si apprestò a dire in sua
difesa, mentre
l'attenzione del fratello fu attirata da qualcosa che, assolutamente,
non gli andò a genio.
<<
Vada per il vestito, maledetto, ma anche le calze a rete è
troppo!!
>> Gridò a pieni polmoni, in un'espressione
del tutto
spaventata. Tuttavia il minore fece spallucce.
<<
Erano in voga in quegli anni! >> Spiegò
tranquillo, ma Saga
non se la bevve e portò entrambe le mani sulla sua
“povera”
intimità.
<<
Ma non pensi ai nostri gioielli stritolati in quelle infernali cose?!
>> Si spaventò al solo pensiero, ma a Kanon
sembrava non
importare.
<<
Pensa ai tuoi. Io mi sono comprato le auto reggenti! >>
Digrignò
i denti in un'espressione assatanata e divertita allo stesso tempo,
provando una goduria immensa nel mostrare i due oggetti al fratello.
Circa
dieci secondi dopo, l'urlo di Saga riuscirono a sentirlo fino al
centro di Rodorio.
Nella
prima casa invece, la situazione era nettamente più
tranquilla. Mu
era seduto al contrario su una sedia, accanto alla presa della
corrente, dove era attaccato il ferro per i capelli che stava usando
Aldebaran per trasformare la chioma dorata dell'Ariete in una cascata
di perfetti boccoli paglierini.
<<
Stanno venendo? >> Chiese ansioso il padrone di casa.
<<
È vero che è solo una prova, ma nel mio piccolo
vorrei essere
perfetto. - Ed irriconoscibile; questo però lo
pensò solamente- >>
La
risata del possente Saint rimbombò per tutta la stanza,
facendo fare
un balzo dalla sedia al più piccolo.
<<
Devi stare tranquillo, so quello che faccio! >>
Ridacchiò. <<
A proposito, perché hai deciso di vestirti proprio da lei?
>>
Chiese subito dopo il Toro, cercando di riprendere la sua solita aria
seriosa.
Mu
sbuffò.
<<
Non l'ho deciso io, me l'hanno proposto. >> O imposto,
pensò
di nuovo.
<<
Aiolia e Marin sono molto volenterosi. Secondo me sarete bellissimi!
>> Continuò il padrone della seconda casa, non
però del tutto
convinto di quel che aveva appena affermato.
<<
Certo. Loro saranno bellissimi! A me tocca vestirmi da femmina, e per
giunta anche bambina! >> Sbruffò, mentre
Aldebaran era
passato a trattargli la frangia con molta cura ed attenzione.
<<
Ti invidio sai? >> Continuò il montone dorato,
tradendo una
lieve nota di malinconia nella voce. << Tu starai a
guardia del
Tempio quel giorno, almeno il tuo onore resterà intatto. La
mia
virilità invece mi cadrà sotto i piedi!
>> Sospirò, tuttavia
l'omaccione rise di gusto.
<<
Oh, non fare quella faccia Mu. Pensa che non sarai l'unico!
>>
<<
Appunto... >> Concluse, chiudendo gli occhi e lasciandosi
totalmente nelle mani dell'amico.
Fin....
No!
Pensavate
che fosse finita qua! Non siete curiosi di sapere che maschere hanno
portato i nostri eroi il fatidico giorno? Ma sopratutto: avete
provato ad indovinare i personaggi che potrebbero essere o l'opera di
cui fanno parte?
E
poi, non vi siete chiesti che fine abbiano fatto gli altri 5 Bronze
Saint?
Ma
certo, troppe domande. Beh, non vi resta che leggere anche
quest'ultimo pezzo.
I
giorni passarono veloci, ed i nostri Saint li impiegarono tutti per
realizzare al meglio i loro “costumi”,
così arrivò il giorno
prestabilito dalla Dea Atena, e tutti i Gold si ritrovarono ai piedi
del Tempio per poter partire alla volta di Tokyo, anche se non in
condizioni decenti.
Il
primo a scendere, perché era il più vicino
all'arena, fu Aries,
seguito poi da Cancer.
I
due, una volta l'uno di fronte all'altro, si squadrarono dubbiosi,
perché erano veramente irriconoscibili.
<<
M...Mu? >> Lo richiamò Deathmask, sforzandosi
di non ridere,
mentre l'altro stava maledicendo interiormente quel giorno.
<<
Si, sono io cavaliere della quarta casa. Sono Pollon! >>
Dichiarò quel nome quasi a bassa voce, ma non
sfuggì all'altro, che
se la rise di gusto.
<<
Sei bellissima! >> Iniziò fra le risa, facendo
storcere il
naso al compagno d'armi.
<<
Ma tu ti sei visto? Con i capelli bicolore e quella pelliccia
addosso, per non parlare del tubino sotto, sei veramente qualcosa di
indecente! >> Sentenziò l'Ariete d'oro,
facendo storcere la
bocca al Cancro che, sul punto di dire qualcosa, fu interrotto
dall'arrivo di due gemelli...o gemelle, dipende dai punti di vista.
I
due presenti scoppiarono a ridere all'unisono, dimenticandosi del
diverbio avuto poco prima.
<<
Te l'avevo detto che saremmo stati acclamati! >> Si
beò Kanon,
ma Saga gli smontò tutti i sogni.
<<
Sono risa di scherno queste, non di acclamazione! Vorrei vedere te,
alla vista di due cretini vestiti con paiettes e merletti!
>>
Sbuffò il più grande, ma l'altro non se ne
curò minimamente.
<<
Sono arrivate le gemelle Olsen? >> Continuò a
ridacchiare
Deathmask, smontato subito da uno dei due.
<<
Le gemelle Kesler, ignorante! >> Si sentì
quasi ferito
nell'orgoglio, colui che di quel “costume” ne
andava fin troppo
fiero.
<<
È qui la festa? >> La voce divertita di Aiolia
però ruppe la
tensione fra i quattro, perché arrivò di fronte a
loro vestito con
una tunica nera, abbastanza corta e succinta, e con un mantello dello
stesso colore. Inoltre, per nascondere la capigliatura bionda, ed
assomigliare di più al personaggio, oltre che reggere con un
bastone
un sole più grosso di lui, aveva indossato una parrucca
castano
rossiccia.
Accanto
a lui invece sfilava Marin, con indosso una tutina ultra aderente,
quasi da farla sembrare nuda, dove aveva attaccato la forma di un
pene – perché il suo personaggio lo sventolava ai
quattro venti.
In mano reggeva un arco di legno e sulla spalla portava una faretra
con dentro alcune frecce “fai da te”.
<<
Eros ed Apollo! Geniali! >> Ridacchiò Kanon,
stringendo
meritatamente la mano al Leone doro, per aver colto alla perfezione
la somiglianza con quel personaggio.
<<
Fate largo perché non ci vedo! >> Fu la voce
di Shaka questa
volta ad attirar attenzione. Camminava reggendosi ad un qualsiasi
appiglio, perché le scarpe che indossavano erano decisamente
fuori
dalla portata perfino di una donna. Sui capelli biondi, lasciati
sciolti, troneggiava un fiocco cotonato, mentre indosso aveva
solamente un costume pieno di spunzoni. Inoltre, come se non
bastasse, indossava gli occhiali da sole.
<<
Virgo Gaga, sei quasi meglio dell'originale! >>
Scoppiarono
tutti a ridere all'affermazione di Deathmask, che si resse lo stomaco
per via delle convulsioni che gli stavano procurando le risa.
<<
Mi sa che ho esagerato... >> Si lasciò
scappare in un commento
depresso il padrone della sesta casa; lui che era famoso per la sua
compostezza.
<<
Hey, ed a noi nessuno non dice nulla? >>
La
voce divertita di Milo, che da bravo esibizionista voleva tutte le
occhiate per sé, raggiunse le orecchie dei presenti, che si
voltarono tutti sgranando gli occhi ed aprendo la bocca in
un'espressione incredula. Finirono poi a ridere tutti di nuovo,
trascinando anche lo Scorpione e Dohko, che aveva finalmente imparato
ad usare il borotalco come cerone. L'unico che non trovava tutto
ciò
divertente era Camus, che se ne stava in disparte a braccia conserte,
a covare vendetta verso l'amico che l'aveva trascinato in
quell'assurda idea.
<<
I miei amici Disneyani! Milo/Trilli, Camus/Ariel e Dohko/Mulan.
>>
Cercò di trattenere a stento le lacrime Deathmask nel vedere
Scorpio
fasciato da un tubino verde, con due ali bianche che gli spuntavano
dalle spalle; un Camus vestito con una gonna lunga blu ed un corpetto
nero sopra una maglia celestina – ed il fiocco nei capelli
era il
tocco di classe –, ed un Dohko vestito da perfetta donna
cinese,
compresa di chignon -fatto con la parrucca nera che indossava - e
trucco.
<<
Manca solo... >> Iniziò Saga, che continuava a
grattarsi la
sua orgogliosa virilità davvero schiacciata dentro le calze
a rete.
<<
Noi! >> Decretò un Aiolos divertito, mentre
avanzava al fianco
di Shura con un pallone di pallavolo in mano. Era vestito con la
divisa bianca e blu della scuola “Hikawa” ed in
testa si era
messo una parrucca arancione, dalla capigliatura corta. Il compagno
invece era notevolmente più sobrio. Anch'egli indossava
quella
divisa, ma perlomeno da uomo. E siccome aveva già i capelli
neri,
non si era sprecato nemmeno a comprare la parrucca.
<<
No, così mi deludi! >> Piagnucolò
falsamente Cancer, che cerò
di rimanere il più serio possibile. << Ed io
che ti immaginavo
più...battona! >> Ridacchiò infine,
facendo aprire il
Sagittario in un sorriso.
<<
Non è nella mia indole! >> Rispose pacato.
<<
E tu! >> Prese subito parola Milo
“svolazzando”, da vera
fatina quale era – insomma, doveva anche calarsi nella parte
–
verso uno Shura notevolmente infastidito. << Mi deludi,
almeno
potevi vestirti da donna! Lo ha fatto addirittura Camus!
>>
Ridacchiò anch'egli, buttando un'occhiata fugace verso
l'amico,
beccandosi due occhiate del tutto fulminanti.
<<
Direi che, a questo punto, manchi solo … >> Mu
non riuscì a
finire la frase, perché lo scintillio di una lama
catturò la loro
attenzione.
<<
Io! >> Proferì un Aphrodite liberatorio,
elegante e posato
allo stesso tempo. Era eretto dietro gli ultimi arrivati, con indosso
una divisa bianca di soldato, compresa di stivaletti con tacco
quadrato.
<<
Una rosa è una rosa anche se essa sia bianca o rossa!
>>
Ripose la spada nel feretro e si tolse la rosa rossa che aveva
accuratamente usato per tenersi fermi i capelli biondi dietro
l'orecchio. << Una rosa non sarà mai un
lillà! >>
Decretò infine, come se stesse recitando.
Alcuni
lo guardarono interdetti, altri meravigliati, altri divertiti ed
altri addirittura schifati. Ma a lui non fregava, perché
secondo il
suo modesto parere era il più bello, anche se il
più vestito di
tutti.
Il
teatrino però, fu interrotto dalla trionfale entrata in
scena dei
Bronze Saint, tutti rigorosamente traballanti sui tacchi.
Il
primo a farsi notare fu Ikki, che s'imbronciò con aria
sconfitta di
fronte ai Gold, che trattennero a stento una risata.
Con
il gonnellino giallo, che non gli copriva il pacco che si intravedeva
al sotto degli slip fuscia, un gilet bianco ed un enorme fiocco
giallo legato fra i capelli della parrucca blu, l'araba fenice
sembrava alquanto adirata. Non era riuscito a guardare in faccia
nessuno, però se lo avesse fatto avrebbe notato che non era
l'unico
ad essere conciato in quell'imbarazzante maniera.
<<
Magica Emi, che figa! >> Sogghignò Milo,
cercando di mantenere
una certa serietà, che andò a farsi benedire in
tempo cinque
secondi, lasciando nel giovane Saint un sentimento del tutto
vendicativo.
Seiya
e Shiryu invece arrivarono a braccetto, cercando di farsi da
piedistallo a vicenda, perché erano nettamente negati a
camminare
sulle scarpe che stavano calzando.
Il
primo, fasciato dentro un top giallo ed una gonnellina bianca
svolazzante, mostrava fiero il suo volto leggermente truccato dietro
una folta parrucca color glicine. Il secondo invece, facendo vanto
della sua lunga capigliatura nera – e quindi non indossando
alcuna
parrucca – mostrava un completo alla marinaretta bianco e
rosso,
con il fiocco che gli ricadeva sul seno, rigorosamente finto, di
colore viola. E dello stesso colore era quello che gli ricadeva sul
sedere, con i lacci del fiocco più lunghi di quello sul
davanti.
<<
Pegasus, non pensavo ti piacesse Creamy! >> Gli disse
Kanon,
dando una gomitata al fratello, per fargli fare una sana risata solo
guardandolo. Il fisico muscoloso e longilineo non era certo tipico di
quell'incantevole personaggio...
<<
Era l'unica vestita “più normale”.
>> Spiegò il Bronze
Saint con un'alzata di spalle, come se fosse una cosa del tutto
risaputa.
<<
Normale. >> Gli fece eco il gemello, enfatizzando
ironicamente
la parola. Di certo, quel vestiario, poteva essere definito in tante
maniere, ma non di certo normale.
In
ultimo, ma non ultimo, arrivò anche Hyoga, facendo fatica
più degli
altri perché, oltre le scarpe con il tacco, indossava un
meraviglioso vestito bianco lungo fino alle caviglie, che gli
impediva di camminare a dovere e quindi lo costringeva ad un'andatura
poco sostenuta.
<<
Eccola la nostra Odette! >> Lo richiamò Milo,
coprendosi la
bocca con una mano per non scoppiare in una sguaiata risata.
Anch'egli però non indossava la parrucca, ma solo una
capigliatura
pettinata e lisciata. Sembrava una vera principessa, considerato
anche il fisico snello del Saint.
Anche
Camus non riuscì a trattenere una smorfia, trasformandola
subito in
indignazione verso lo scempio che avevano fatto del suo allievo
prediletto.
<<
A fatica ma ci sono anche io! >> Annunciò il
Cigno, osservando
divertito ad uno ad uno tutti gli altri cavalieri.
<<
E Shun? >> Fece notare Aphrodite, già
preoccupato per non aver
visto arrivare il suo Bronze preferito.
<<
Ragazzi, aspettatemi! >> Gridò una persona
nell'ombra, che
molto goffamente stava raggiungendo a corsa gli altri. Aveva i
capelli verdi, che non sembravano affatto di una parrucca, l'armatura
a coprirgli il petto ed un body legato sopra dei collant estremamente
aderenti.
Quando
arrivò di fronte a loro, indossava la maschera argentea
propria alle
Sacerdotesse del Tempio.
<<
Shaina? >> Inorridì Seiya. << Ma
che diavolo fai, è
Carnevale, no puoi venire vestita con la tua
“Cloth”. Non è una
maschera, è argento sacro della Dea Atena! >>
Gli fece notare
saccente, ma lei si tolse la maschera mostrando un sorriso fin troppo
divertito.
<<
Ma che dici, sono io! La Cloth è di cartapesta!
>> Rise, ma
tutti i presenti lo guardarono con un sopracciglio alzato.
<<
Poco originale ricrearla con un materiale così scadente!
>>
Proferì Aphrodite, che era l'amante della perfezione.
<<
Ma dai ragazzi, non mi dite che non mi avete riconosciuto! Sono Shun!
>> Sorrise il benevolo ragazzo, facendo aprire in
un'espressione meravigliata tutti i presenti, che presero a scusarsi
e complimentarsi con lui per la geniale trovata.
Poco
lontano da loro, un'altra persona aveva assistito alla scena. Era una
ragazza dai capelli neri, che per quell'occasione aveva indossato una
parrucca verde dello stesso colore e taglio di quella che aveva
indosso il Saint di Andromeda, ed era vestita con una maglietta della
stessa tonalità della capigliatura ed un paio di pantaloni
bianchi
con le bretelle.
“Uf,
meno male che qualcuno ha avuto la mia stessa idea. Spero che Shun
non se la prenda troppo perché gli ho rubato i vestiti.”
Quello
fu l'ultimo pensiero della Sacerdotessa prima di uscire allo
scoperto.
A
questo punto mancherebbe solamente Atena, che da brava organizzatrice
della festa deve aver pensato a qualcosa di veramente divino.
Secondo
voi da cosa si è mascherata?
Fine
…
Colei che scrive scemenze :
Ok,
la mia geniale (?) e demenziale trovata è giunta finalmente,
direte,
a termine xD
Non
so come mi sia venuta in mente o.o, forse sarà che ci
apprestiamo a
festeggiare davvero il Carnevale xD E poi, ci sono stata una nottata
intera a trovare dei personaggi da far
“interpretare” dai nostri
Saint u.u Apprezzate lo sforzo, vi prego *-* xD
Idiozie
a parte, lascio a voi decidere la maschera di Saori :3 sono proprio
curiosa di conoscere le vostre supposizioni ehehehe
Per
finire, ho usato i personaggi di altri anime come:
Lady
Oscar; Crudelia De Mon, Mulan, Trilli ed Ariel della Disney, Mila e
Shiro, Pollon, Magica Emi, L'incantesimo del Lago, Creamy, e Sailor
Mars (l'avete riconosciuta? XD).
Invece,
per i personaggi dello spettacolo:
Le
gemelle Kesler e Lady Gaga!
Per quanto riguarda la frase detta da Aphro, nella sua trionfale entrata in scena, l'ho ripresa da André (Lady Oscar). È una frase bellissima, a mio parere, e con un significato molto profondo :3
E voi, cosa farete per carnevale? xD
Ripetendo
allo sfinimento, ogni volta che scrivo qualcosa di demenziale in
questo fandom, che AMO TUTTI i personaggi di Saint Seiya e non scrivo
a scopo di lucro.
Sperando
di aver detto tutto e scusandomi per gli eventuali errori, mando un
saluto a voi lettori che siete giunti fin qua!
Kiss!