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Autore: Judith Kylem Sparrow    22/01/2014    1 recensioni
Scrollando le spalle e decidendo di non pensarci, estrasse dalla borsa le chiavi di casa e dopo aver aperto la massiccia porta nera del 221 B si catapultò nel pianerottolo, sfilandosi le scarpe e gettandole malamente in un angolo.
No, per quanto la vita matrimoniale con l’unico consulente investigativo del mondo l’avesse portata ad essere più sofisticata nel vestirsi e sicura di sé, ai tacchi alti non si sarebbe mai abituata del tutto!
Genere: Commedia, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando Molly Hooper scese dal taxi una strana sensazione si era impossessata del suo stomaco.

Inquietudine, avrebbe detto. Una tremenda e fastidiosa inquietudine. Sì, ma da cosa?

Insomma, se ben ricordava era uscita dalla casa di Baker Street di buon mattino, vestita di tutto punto per quell’importantissimo convegno all’Università di Londra, con tanto di capelli raccolti in un elegante chignon e smalto alle mani. La sua presentazione poi era andata meglio di quanto previsto, soprattutto perché aveva seguito alla lettera le odiosissime (e neanche richieste) direttive di suo marito.

Eppure c’era qualcosa, qualche maledettissima cosa che la stava rendendo davvero irrequieta.

Scrollando le spalle e decidendo di non pensarci, estrasse dalla borsa le chiavi di casa e dopo aver aperto la massiccia porta nera del 221 B si catapultò nel pianerottolo, sfilandosi le scarpe e gettandole malamente in un angolo.

No, per quanto la vita matrimoniale con l’unico consulente investigativo del mondo l’avesse portata ad essere più sofisticata nel vestirsi e sicura di sé, ai tacchi alti non si sarebbe mai abituata del tutto!

Sorridendo lievemente e massaggiandosi uno per volta i piedi, acuì per un attimo l’udito, tentando di captare qualunque rumore, anche il più significante. Tuttavia, per quanto strano potesse sembrare, nella casa regnava il silenzio più totale.

La signora Hudson era andata fuori città con le amiche per una settimana, John e Mary erano impegnati allo studio medico, Lastrade aveva appuntamento dal terapista di coppia per salvare (ancora una volta, forse la terza) il suo matrimonio, mentre Sherlock?

Stranamente non sentiva puzza di bruciato, borbottii incomprensibili ai più e il rumore di passi veloci su e giù per la stanza al piano superiore. Nell’aria non c’erano neppure le dolci note del suo violino, quindi dove diamine si era cacciato quell’incosciente?

-Daphne…-

Ecco, forse aveva trovato il motivo della sua inquietudine.

Sgranando gli occhi e salendo a due a due le scale, Molly si ritrovò immediatamente nel salotto del 221 B, puntando dritta verso un box rosa e con degli allegri animali disegnati sulla stoffa che lo ricopriva ai lati.

-Amore…- sussurrò con apprensione, quando vide una piccola bambina di poco meno di un anno sorriderle dolcemente e tenderle le braccine paffute. –Piccola mia.- aggiunse, portandosela al collo e specchiandosi per un attimo nelle iridi turchesi di sua figlia, così tremendamente identiche alle sue. –Ah, quel cattivone di papà, ti ha lasciata di nuovo sola, vero? Quando si renderà conto che una bambina così piccola non può ancora prendersi cura di se stessa? Ma non la passerà liscia, questa volta…-

Sobbalzando quando sentì un flebile lamento, che no, non proveniva di certo da Daphne, troppo impegnata a giocare con gli orecchini di sua madre, Molly si voltò verso la camera da letto, la cui porta era socchiusa.

A passi lenti e stringendo maggiormente a sé la piccola, spalancò l’anta con un gesto delicato della mano, sgranando per la seconda volta in pochi minuti le palpebre.

Sherlock era lì, non se n’era andato. Era lì, steso sul loro letto con il violino stretto tra le braccia, il fiato corto e un peluche di Daphne (che lui più volte aveva ritenuto inquietante e poco incline a poter stimolare l’intelletto della sua bambina) accanto. Ma la cosa che la fece maggiormente allarmare non era neanche il volto pallido o la fronte imperlata di sudore, quanto gli occhi pieni di paura.

Sì, non poteva che essere così: Sherlock Holmes era terrorizzato.

-Ehm… tesoro?- domandò Molly, facendo il giro del letto e sedendosi sul materasso poggiando poi Daphne accanto a sé, troppo curiosa dallo stato di suo padre per perdere ancora tempo a giocare con gli ori di sua madre. Emettendo anche qualche gorgoglio gattonò fino a lui, storcendo di poco il capo. Poi, come se avesse capito tutto, scoppiò a ridere e a battere le manine, biascicando qualcosa di incomprensibile.

Molly sorrise intenerita a quella scena: anche se non poteva capirla, sua figlia stava deducendo. Schiarendosi la voce e allungandosi sul materasso, scosse di poco il marito per un braccio, catturandone finalmente l’attenzione.

-Oh, Molly! Sei tu!- esclamò Sherlock, con particolare sollievo, levandosi a sedere ma tenendo ancora ben salto il violino al petto. -Finalmente sei a casa!-

-Già e avevo preventivato di farmi un bel bagno caldo prima di preparare il pranzo, ma a quanto pare abbiamo una piccola emergenza familiare.- sorrise la donna, scostandogli una ciocca riccioluta dalla fronte.

Quanto amava farlo.

-Avanti, Mr. Holmes, parla. Cosa ti ha messo K.O.?-

-Molly Hooper Holmes, tu non puoi neanche immaginare quello che ho passato!- urlò quasi l’uomo, balzando in piedi e cominciando a fare su e giù per la camera. –È stato tremendo e disumano! Non ho mai avuto così tanta paura in vita mia. Ho creduto di morire, Molly, ho davvero creduto di non potercela fare!- continuò il detective, stupefatto.

Lui! Il grande William Sherlock Scott Holmes che tremava ancora come una ragazzina di fronte a uno scarafaggio! Lui! Quello che aveva sconfitto pericolosi criminali e reso l’Inghilterra e, diciamolo pure, buona parte del resto del mondo, un posto un po’ più sicuro! Lui! Che si era sbarazzato in poco di Moriarty, definitivamente. Lui! Che…

-Sherlock!- esclamò spazientita Molly. –Datti una calmata.-

Spalancando gli occhi e guardando sua moglie stupefatta, Sherlock si fermò per un attimo ad osservarla, indignato. –Una… una calmata? Molly, io non mi do una calmata. No che non me la do! La puzza era ovunque! Ovunque ti dico. Ho sentito la gola chiudersi, le vie respiratorie ribellarsi e lo stomaco contorcersi. E nel momento cruciale ho pensato anche a te! Non facevo altro che ripetermi “è finita Sherlock. Ormai ci siamo, questo è davvero il punto prima del tragico “The End”! Lascerai sola Molly a chissà quale dolore e sfortuna, Daphne senza un modello di intelligenza sopraffina a cui ispirarsi! John e Mary con…-

-Okay, okay, hai reso l’idea.- lo interruppe ancora una volta la donna, ridacchiando e ben capendo a cosa suo marito si riferisse.“Il solito melodrammatico.” si ritrovò a pensare.

-Ripeto, Molly Hooper Holmes: io non respiravo più.-

-Oh, Sherlock, caro. Hai solo dovuto cambiare un pannolino.-

-…e non lo farò mai più Molly! Mai più!-

 

 

Judith Kylem Sparrow’s space

 

Buona sera a tutti! Sono Judith Kylem Sparrow e questa è la mia prima one shot su Sherlock! Premetto, è da tanto che non scrivo fan fiction, quindi per favore non linciatemi XD Oltretutto questa ce l’avevo pronta da un po’, ho solo dovuto adattarla al contesto.

I personaggi temo siano un po’ OOC, ma va bene lo stesso! Nel caso non si riscontri un OOC “pesante” fa nulla, l’avviso lo metto ugualmente J

Che dire, spero vi abbia strappato un sorriso e che possiate commentare! :D Ogni critica, positiva e negativa, è ben accetta!

 

Buona lettura e just enjoy guys! J

 

Saluti!

 

 

Judith Kylem Sparrow

   
 
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