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Autore: Selene Silver    23/01/2014    2 recensioni
“Come stare in piedi alla fine del mondo con le mani piene di cenere.”
[Yoko-centric]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Yoko Littner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“I'm not saying that everything is survivable. Just that everything except the last thing is.”
– John Green, Paper Towns

 
Nel corso degli anni, Yoko pensa tante volte: ecco, questa è la fine. Da qui non mi rialzo. Sono stata coraggiosa, e forte, e non si può dire che mi sia arresa; ma a quel punto si ferma, perché sa che anche il solo pensiero è resa in sé. Tutte le volte, non ricorda il sorriso spavaldo di Kamina, ma gli occhi di Simon, nascosti dietro la luce dei suoi occhiali da minatore.
Kamina l'aveva detto, dopo tutto. Simon era quello a cui aspirare.
Perciò Yoko si rialza, sempre e sempre. Sono coraggiosa, sono forte. Una volta che è di nuovo in piedi, allora ripensa a Kamina; non necessariamente al suo viso sorridente, solo… l'odore dei suoi capelli sotto il sole, lo schiocco del suo mantello nel vento, il calore del suo corpo. Tutte cose impalpabili, che in qualche modo sono rimaste impresse nella sua memoria pià fermamente che lineamenti del suo viso.

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C'è questa… sensazione, che alcune persone provano quando si svegliano nel cuore della notte per un incubo che non ricordano più. Vivere con la consapevolezza di essere sopravvissuti, di essersi rialzati nonostante tutto, di aver continuato a camminare, mentre coloro che amavi - che ami - non l'hanno fatto è come svegliarsi nel buio pià totale, il respiro affannoso, il corpo appiccicoso di sudore freddo. Allunghi la mano in cerca di una fonte di calore accanto a te, ma il letto è vuoto.
“Si chiama senso di colpa dei sopravvissuti,” dice Reite, in tono spiccio, scuotendo la cenere dalla punta della sua sigaretta. Yoko domani tornerà sull'isola che ha giurato di proteggere; tornerà dai suoi bambini, i suoi fucili ancora fuori dalle loro valigette ed il fantasma dell'anello di Nia ancora a pesarle in mano, ed in qualche modo quella frase così blanda è come un permesso. Sei libera di andare. Sei libera di dedicare la tua vita a qualcun altro. I tuoi rapporti per Rosshiu sono stati firmati e la tua uniforme è piegata e riposta sul fondo di un cassetto. Hai lanciato quell'anello. Sei libera, Yoko.

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Alcune notti, Yoko sogna di essere la protagonista di un reality televisivo. Il suo nome è scritto in gigantesche lettere fosforescenti sugli schermi di tutto il mondo.
Ogni volta, Kamina spegne la televisione.

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Inspira, espira, premi il grilletto. Non pigiare: sfiora. Ogni pistola o fucile è uno strumento sensibile. Troppa forza, e diventa un'arma a doppio taglio.
Prendi la mira, inspira, espira. Mira, inspira, espira, premi il grilletto. Calcola la traiettoria del vento. Premi il grilletto. Lascia che le leggi che regolano l'universo facciano il loro corso e portino il tuo proiettile al suo bersaglio.
Di questo, Yoko si fida. Si fida della forza della spirale, della rotazione della Terra, delle leggi di cui Leeron parla con più ammirazione che verso Dio.
Yoko sa che, ovunque Kamina e Kittan e Nia e tutti gli altri siano, ovunque Simon sia, quelle forze stanno ancora guidando i loro passi.

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La Terra ruota ancora sul suo asse. Yoko appoggia i piedi sul terriccio smosso del giardino della scuola, e mentre i suoi bambini si muovono tutt'attorno a lei, pensa ad un altro bambino, con i capelli scuri e gli occhi troppo grandi, che muove senza posa una trivella nelle viscere della terra.
“Yomako-sensei, Yomako-sensei! È vero che era con la Dai-Gurren-Dan quando ha salvato il mondo?”
Lei sorride.

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“Com'è la vittoria, Yoko?” Viral chiede, con il suo mantello di Capitano sulle spalle, capelli completamente bianchi nella luce del sole.
“Come stare in piedi alla fine del mondo con le mani piene di cenere.”
Domani, Viral parte per le stelle. I suoi capelli sono più corti, ma il suo viso è lo stesso. La cicatrice che ancora gli solca la pelle forma una strana fossetta nella sua guancia quando sorride.

- - -

“Come stare in piedi alla fine del mondo con le mani piene di cenere,” dice Yoko.
Ma è un destino che sceglierebbe mille e mille volte. In ogni suo sogno, Kamina spegne la televisione, Yoko lancia l'anello, Simon sorride mentre si allontana, cappotto svolazzante sulle sue spalle.
Il prezzo che hanno pagato non è giusto, ma non è qualcosa a cui l'amareggia ripensare.




…non credo di aver mai pianto tanto quanto ho pianto per quest'anime? wow, no, non è come se mi servisse, quel cuore. tienitelo pure, gainax
  
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