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Autore: Uomovivo    23/01/2014    1 recensioni
Il tumulto di una nuova guerra.
Una casetta in mezzo al nulla, rifugio e protezione degli sfollati.
Due ragazzi che decidono di uscire allo scoperto, per combattere la loro parte di battaglia.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era una notte estiva, limpida e calda. Le cicale, con il loro gracchiare, sembravano insensibili di fronte al paesaggio desolante nel quale si trovavano. Era incredibile come la natura continuasse indifferente il suo corso. La luna sorgeva ogni sera, l’erba si seccava sotto il sole cocente e l’acqua del fiume scorreva verso il delta, esattamente come qualche mese prima. Prima che iniziasse la guerra.
Era per questo che Lily amava uscire la notte. Si accendeva una sigaretta con aria assente, scendeva i gradini di casa e iniziava a passeggiare in mezzo al giardino. La rassicurava sapere che le costellazioni sopra la sua testa erano ancora al loro posto, mentre sulla Terra niente era più come prima. Tutto era stato distrutto, devastato, bombardato da una violenza che non conosceva né pietà né perdono. E così, immersa in un silenzio interrotto da qualche sparo in lontananza, iniziava a riflettere, a pregare.
Quella notte suo fratello dormiva profondamente accanto a lei. Una bambina, nel letto accanto, sembrava sorridere, assopita. Abitavano in troppi in quella casa rimasta in piedi per miracolo. Le famiglie del vicinato, come la sua, avevano trovato riparo lì dopo aver visto la propria casa fatta a pezzi da una mina, dal crollo di altre strutture o da una bomba. Lily aveva perso tutto. I suoi libri, i suoi diari, i suoi scritti e tutti quei piccoli oggetti che costituivano un mondo di certezze. Ma che voleva farci? Così andava la guerra. Allora alzava le spalle, scrollava il capo e tornava alle proprie faccende. In effetti c’era molto da fare lì dentro. Quella casa era diventata punto di riferimento dei mendicanti, ospizio per i poveri e rifugio per i disperati. Così ognuno si impegnava a racimolare pane e speranza e a distribuirne senza riserve, senza guadagno.
Le piaceva il via vai delle persone. Le piaceva ascoltare le loro avventure, piangere per le loro disgrazie, pregare per le loro perdite. Ma, nel profondo, sapeva che non le bastava rimanere chiusa lì dentro, sempre attenta a non uscire troppo allo scoperto, sempre preoccupata di non essere vista.
Dunque, anche quella notte, si levò a sedere sul materasso, accese la pila e si fece strada verso il pian terreno.
Tom, dalla stanza accanto, la sentì. Si strofinò gli occhi, la raggiunge e le chiese dove stesse andando. “Esco a fumare una sigaretta,” Rispose “non riesco a dormire”. E lui di rimando: “E’ pericoloso uscire di notte, non vedi dove metti i piedi e qui intorno ci sono decine di mine. In ogni caso ti capisco, nemmeno io riesco a chiudere occhio”. Si incamminarono insieme verso l’uscita. In una piccola stanza, a lato della porta, i genitori di Lily dormivano abbracciati e, altre persone, anonime alla luce fioca della pila, si erano sistemate accanto a loro con coperte e materassi racimolati chissà dove. Lily guardò attentamente suo padre e sorrise. Era fiera di lui, un uomo dalle larghe vedute che progettava di trasformare quella casa in un piccolo ospedale, con tanto di medicinali e lettini. Gli altri inquilini non erano d’accordo: sarebbe stato un rischio troppo alto, dicevano. Nessuno si voleva esporre, non con quel carico di paura e di sgomento sulle spalle. Nulla di che stupirsi, nessuno riusciva a comprendere lo slancio e la generosità eroica di suo padre, nessun altro avrebbe sacrificato la propria vita per salvare vite altrui, non lì.
Aprirono la porta in silenzio. Si sedettero sui gradini. Accesero quel poco di tabacco rimasto in dispensa e mentre il fumo si disperdeva nell’ambiente stettero zitti per un po’.
“Mi dispiace che la tua ragazza se ne sia andata” Sussurrò lei.
“Beh, non fa nulla, non funzionava da tempo, in effetti”. Rispose lui.
Non era vero che le dispiaceva, anzi, ne era felice. Ora non si sentiva più in colpa si perdeva a fissarlo, se chiedeva un suo parere o se si addormentava accanto a lui, così bello, così sfuggente. E così continuò a parlare, spinta da un impulso che non riusciva a controllare: “Sai, voglio andarmene da qui. Sento che devo portare qualcosa fuori da queste quattro mura. Mi sento soffocare, mi sento imprigionata in una gabbia di seta. Vorrei essere una mendicante tra i mendicanti, per portare aiuto in mezzo alle strade, in mezzo al tumulto degli spari, in mezzo alle tende degli sfollati. Certo, non mi aspetto che qualcuno mi segua e questo mi spaventa. I miei fratelli pensano di arruolarsi tra qualche settimana e mio padre ha così tanti progetti da portare avanti qui… Da sola non posso, non ce la farei”. Lui stette in silenzio. “Scusa, che stupida. Ti sto chiedendo di venire con me e non sai nemmeno chi sono, quasi.” A quel punto Tom  raccolse il coraggio per guardarla, con il cuore che batteva a mille, con gli occhi lucidi e intensi, due fanali nel buio della notte, incavati in un volto dai lineamenti marcati. “Anche io stavo pensando di partire. Anche io ho bisogno di uscire, di combattere questa guerra in qualche modo. Sto preparando provviste da circa un mese. Non so bene cosa farò. Forse andrò verso sud. Se vuoi, beh se vuoi, ma solo se ti va… Beh, ecco, potremmo andarci insieme”. Aveva pronunciato questa frase con tutta la calma che ancora gli era rimasta, ma la voce tremante tradiva una forte emozione. Lily non si era mai accorta che durante quei mesi lui l’aveva fissata, ammirata e studiata con occhio critico, rimanendo di volta in volta stupito di quanto quella bambina ormai cresciuta si fosse fatta bella e intelligente. “Partiamo insieme allora…” Sussurrò lei con le lacrime agli occhi. Si guardarono per un istante che sembrò un’eternità, nel silenzio della notte, tra il canto delle cicale e il brusio del vento tiepido, finché le labbra non si toccarono.
Accadde così, in una notte d’estate. Proprio quando ogni speranza sembrava dimenticata, ecco che l’ennesimo miracolo silenzioso, improvviso, segreto, squarciava il velo pesante della morte e della guerra.
Si sdraiarono sull’erba e quando l’alba sorse, senza dire una parola si sorrisero e tornarono a letto.
Quella notte dormirono insieme, stretti l’uno all’altra. E un attimo prima di addormentarsi Lily sussurrò all’orecchio di Tom: “Ti ho aspettato per così tanto…” “Sono qui ora, ti ho trovata. E non ti mollo”.
E il sonno li colse, finalmente insieme.
  
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