THE
POSSIMPIBLE
or
When
possible and impossible know each other
Si stava
annoiando, si stava annoiando a
morte.
Continuò a fare zapping sul suo televisore al plasma 300',
tutto procedeva al
meglio, il lavoro alla Goliath
National Bank procedeva alla grande, il suo letto era ancora da rifare
dopo la
notte di fuoco avuta con una tale, Mindy, Cindy... Poco
importava…
Sorseggiò
una birra
appena presa dal frigo ormai vuoto.
Qualcosa però lo lasciava insoddisfatto, nella sua vita non
c'era nessuno che capisse
o volesse capire al meglio la sua
posizione di scapolo convinto.
Tutti lo compativano da quando parlava delle sue
numerose conquiste, ai
metodi di conquista. Non aveva mai avuto un vero confronto da quel
punto di
vista.
Pensava di aver trovato un degno compagno prima in Marshall, quando lo
vide
sedurre una fantastica rossa in meno di 5 minuti -scoprì
amaramente che era la
sua ragazza facendogli cadere tutta la stima che si era venuta a
creare-.
In seguito suo padre, che per farsi grande ai suoi occhi aveva usato in
parte
lo stesso stratagemma.
Sospirò.
"Troverò
mai un degno compagno di avventure?"
Lo
zapping frenetico
continuava, quella meraviglia di televisore e niente da vedere. Si
alzò per
andare a guardare la sua fantasmagorica collezione di porno,
sospirò, non era
quello che cercava in quel momento.
Lui il grande Barnabus Barney Stinson, mai si era sentito
così avvilito prima
di allora.
Era tentato di uscire a cercare una donna da rimorchiare per passare
alcune ore
con se stesso. "Idea stupida, non è per nulla il momento
giusto"
Si accorse di essere in crisi nera quando notò il suo
abbigliamento.
Sgranò gli occhi dallo stupore e dalla paura. Una
tuta da ginnastica. In fondo al
corridoio alla sua destra vide un completo malamente riposto, questo lo
fece
deprimere ancora di più.
"Come sono caduto in basso"
Continuando quello zapping perverso arrivò a vedere qualcosa
che lo
interessava.
Un cartone animato, un monaco dall'aspetto invidiabile tentava in vari
modi di
abbordare numerose donzelle del gentil sesso, con frasi da vero
dongiovanni.
Iniziò a guardare quel piacevole intermezzo con ritrovato
interesse, pendeva
dalle labbra di quel bonzo. Nonostante i rifiuti e i continui colpi
subiti
continuava fieramente a combattere. Se solo avesse potuto conoscere
quel
maestro di vita. Continuò a guardare interessato la serie,
per fortuna si era
sintonizzato su quel canale nel momento della maratona.
Dopo vari episodi gli rimase in mente il titolo della
serie «Inuyasha»
Ripeté per imprimere nella mente quello strano nome
orientale.
Si
sfregò la testa
confuso, boschi, aria
fresca. Mosse la mano su quella superficie morbida che gli
solleticava i palmi. Erba.
Dov’era
finito il suo
appartamento? Dov’era il suo fantastico televisore?
Si
guardò intorno
spaesato.
Quando
sentì un allegro
tintinnio riempirgli le orecchie.
Si girò verso l’origine di quel suono e lo vide.
Il suo compagno di avventure, lui, Miroku. Il giovane bonzo stava
girando per
quella campagna sterminata tirando un carretto pieno di stoffe, riso e
chissà
quale altro ben di dio.
«Buongiorno
straniero,
ti occorre aiuto?»
Sentì
la voce del bonzo
indirizzarsi a lui. Stava parlando con lui.
Gli si prostrò ai piedi incantato. «Maestro, sommo
maestro di vita! Voglia
condividere le sue avventure con questo povero e semplice
uomo»
Miroku
si ritrasse
perplesso, poi guardando l’uomo ai suoi piedi, decise di
stare al gioco, chissà
poteva rivelarsi divertente.
«Prego si alzi, e mi dica il suo nome»
Pulendosi il completo nero si rialzò. Un attimo completo
nero? Si guardò, ma
certo, doveva apparire al meglio davanti al maestro. Si ricompose
«Barnabus
Stinson»
Il monaco cercò di ripetere con scarsi risultati quel nome
esotico. «Può
chiamarmi Barney»
Gli porse la mano avvolta in un manicotto blu «Piacere
Barney, io sono Miroku»
Strinse la mano calorosamente.
«Stavo
tornando al
villaggio per portare questi beni agli abitanti, se vuoi, puoi
accompagnarmi e
fermarti a desinare».
Proseguirono
il viaggio
insieme chiacchierando del più e del meno fino
all’arrivo al villaggio.
Il
monaco lasciò tutto
in mano a un sacerdote dicendogli di prendere quei doni come pegno per
soggiornare presso il villaggio alcune notti insieme al suo amico.
L’abito dell’accompagnatore del bonzo
lasciò un po’ perplesso l’anziano monaco
che però accettò di buon grado vista la mole di
doni che aveva portato.
Era ormai sera e decisero di andare nella capanna che aveva indicato
loro
l’anziano signore, per aiutarli aveva destinato loro una
giovane del villaggio,
povera ragazza se avesse saputo al
cospetto di chi era.
Barney
lasciò le sue
scarpe all’ingresso come fece anche il monaco e presero a
confrontarsi nelle
loro performance.
Ciò che interessava davvero al giovane biondo in completo
nero erano gli approcci, voleva un
confronto aperto con
quel monaco abile nell’arte della seduzione.
«Sommo
maestro m’illumini
sulle sue tecniche di seduzione, come fa, nonostante tutti i rifiuti
lei è
sempre disinvolto e non ho mai visto cenni di sconforto sul suo
volto»
Il
giovane monaco
assunse un’espressione saccente, finalmente qualcuno aveva
notato le sue abili
doti di seduttore. «Devi sapere amico
mio…» Disse iniziando il discorso come se
dovesse decantare le lodi di chissà quale eroe.
«… che l’importante è tutto
qui» Disse ponendogli una mano sul cuore.
«Fino a quando tu sarai convinto dei tuoi sentimenti verso te
stesso nulla
potrà mai scoraggiarti»
Addentò
una pallina di
riso avidamente. «Ma ora raccontami un po’ di
te»
A
Barney si
illuminarono gli occhi «Allora deve sapere che mio padre ha
usato le sue false
doti di seduttore per non deludermi. E la stessa cosa ha fatto un mio
amico per
impressionarmi, ora io sono in crisi mistica. Sento il mio dono venirmi meno, ho una vita fatta di
successi, un lavoro di
tutto rispetto, ogni notte una donna diversa ad accompagnarmi, ma
ahimè di
giorno nessuno con cui confidare i miei successi, mi sento incompreso
Miroku»
Concluse sconsolato.
Il
monaco gli pose una
mano sulla spalla. «Non preoccuparti amico mio, ti
capisco»
«Ma prego se hai bisogno di sfogarti fa pure» Disse
il giovane ingurgitando un
altro po’ di riso accompagnandolo con delle verdure.
«Sento
che non ho più
uno scopo, una direzione. Che me ne faccio di un lavoro, dei soldi, del
letto
scaldato da una donna… Io ho bisogno di un amico che non mi
compatisca»
«Non
incolpare agli
amici» Fece girare il dito indicandosi attorno «Io
non ne ho, e non ho mai
avuto il tuo genere di crisi» Ingurgitò malamente
altra zuppa.
«Il problema risiede dentro di te».
Barney
non l’aveva mai
vista in quella maniera «Ma se quello che dici è
vero allora anche la risposta
risiede dentro di me»
Il monaco annuì solennemente. «Esatto amico mio,
ora cerchiamo di arrivare alla
risposta»
«Iniziamo
con la prima
domanda, Perché?»
«Questo
è molto
semplice, anni addietro ero davvero affezionato a una donna, Shannon,
le avrei
preso la luna se solo me lo avesse chiesto. Era una donna fantastica,
la amavo
davvero e la rispettavo, ma lei decise che voleva di più e
mi lasciò» Si coprì
gli occhi quando il ricordo si fece troppo doloroso.
«E
dopo di ciò che
successe?»
«La
rividi anni dopo,
la sedussi e la abbandonai» Disse come se fosse la cosa
più ovvia del mondo e
il monaco condivise appieno la sua strategia.
«Bene,
hai reagito
quella volta. Come hai proseguito il tuo cammino nella
seduzione?»
«Ho
preso le sembianze
dell’uomo che mi aveva portato via Shannon, e ho continuato a
sedurre il gentil
sesso con sempre maggiore sicurezza»
Il
monaco annuì
soddisfatto.
«E
ora sei in crisi
mistica» Si grattò il mento alla ricerca di una
soluzione.
«Tu
hai paura, hai paura
di un altro rifiuto!» Disse risoluto, spiazzando il biondo
davanti a lui.
«Co…
come?»
«E’
ovvio, tu fai
affidamento su questo abbigliamento a cui ti sei affidato dopo la
cocente
delusione di Shannon, il tuo subconscio cerca di tenerti
all’erta, se ora
fallissi, come reagiresti?»
Quella
domanda lo colse
a bruciapelo, era vero, era tutto ovvio adesso.
«Oh
sommo maestro vi
sono grato! Spiegatemi come superare questa paura, ve ne
prego»
«Guardami»
Il
monaco si avvicinò
alla giovane che era rimasta in disparte prendendo le ciotole sporche
continuando a riempire le altre con altro cibo.
Barney guardava con interesse sempre crescente il giovane.
La giovane ragazza era basita, ma questo non lo fece demordere.
«Oh
giovane donzella
dal sì gentile aspetto» Iniziò
prendendo le mani fra le sue con un movimento
delicato, il viso di lei si imporporò. «I vostri
occhi risplendono in questa
notte»
Continuò
con sicurezza «Vorreste
essere così gentile
da diventare mia moglie e da concedermi un figlio?»
SCIAFF!! «Maniaco!!» Aggiunse la ragazza uscendo
dalla capanna imbarazzata
all’inverosimile.
Poi riprendendo le redini del discorso spiegò il tutto al
giovane allievo che
lo guardava rapito. Si massaggiò la guancia con nonchalance .
«Vedi? Ho appena ricevuto un rifiuto, ma non per questo
cambierò vesti o cose
del genere, andrò avanti per la mia strada continuando a
decantare le mie lodi
per il genere femminile».
Proseguì
«Ogni rifiuto
è solo un passo verso un consenso»
«Ma
lei maestro non ha
paura di nulla?»
Vide
il volto del
monaco rabbuiarsi «Ebbene sì» Disse
portando il braccio fasciato davanti al
viso.
«Ho paura di poter morire prima di poter avere una
famiglia»
Barney lo guardò stupito per quello era il suo esatto
opposto, lui rifuggiva
una famiglia. Ma il suo compagno di avventure non poteva essere del
tutto
uguale a lui o non sarebbe stato divertente.
«Ho
un dono per voi
signor Miroku» Disse estraendo dalla giacca un libricino nero
«Ecco a voi il Playbook –
Manuale del rimorchio voglio
condividerlo con voi che mi avete permesso di capire e affrontare il
mio
dubbio»
In
quel momento entrò
un’altra ragazza. «Forza mostrami ciò di
cui sei capace!» Lo incitò il suo
maestro. «La sfida è accettata»
Replicò sistemando la giacca.
Lui
le si avvicinò
sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi e sfogliando mentalmente il
suo
Playbook, vedendo la ragazza davanti a lui un po’ in carne
optò per il “Posso
indovinare il tuo peso?”
Il monaco lo vide pensieroso. «Non affidarti alle tue
conoscenze, improvvisa»
Il
ragazzo gli fece un
sorriso.
«Da dove vengo io le donne del suo sembiante e capaci di si
gentili modi le
eleviamo a principesse, sarebbe così gentile da divenire la
mia compagna in
questa notte scura?» La giovane lo guardava perplessa.
«Lei
è un balsamo per
questi occhi stanchi, tutto in lei ispira passione»
La ragazza arrossì all’inverosimile e se ne
andò scusandosi, chiudendo di più
lo yukata.
Lui non seppe come interpretare la risposta e volse il capo verso
Miroku.
«E’ andata alla grande, vedi qui le ragazze penso
siano molto più pudiche che
nella tua epoca, ad esempio, la tattica, “Il mio pene
può esaudire desideri”
qui non funzionerebbe mai, anche se sarebbe bello poterla
tentare» Il monaco si
fece nuovamente serio. «Allora come ti senti ora?»
Il
biondo si guardò
attorno con ritrovato ottimismo. «Benissimo Miroku!»
Lui sorrise contento e gli indicò un futon per dormire.
«Dai corichiamoci che
domani ci attende una giornata di approcci»
Se ne andò a dormire soddisfatto e felice del futuro che gli
si parava davanti.
Il
sole gli stuzzicò
gli occhi, li aprì stancamente. Allungò la mano
per spostare la coperta e si
ritrovò sul divano. Sorpreso e stupito si guardò
attorno. Riconobbe il suo
appartamento, tastò laddove teneva la versione tascabile del
Playbook e non lo
trovò. Si guardò attorno smarrito.
Quando
decise di
alzarsi dal divano era perplesso ma felice, quell’incontro lo aveva risvegliato da un
tepore che lo stava lentamente
pervadendo facendogli perdere il contatto con la realtà.
Andò
in camera gettando
via quella orribile tuta e prendendo in mano il suo completo.
«Come mi eri mancato tesoro mio» Disse
accarezzandolo con cura.
Ripensò all’incontro con quel monaco, non capiva
bene come poteva essere
successo ma la cosa non gli interessava. Era di nuovo lui.
Uscì di
casa urlando
«It’s gonna be Legen… Wait for
it… Dary!»