Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Yumala    24/01/2014    0 recensioni
" Dalla prima volta che lo vidi, lo detestai.. Ma non sapevo che un giorno mi avrebbe cambiato la vita"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Svizzera, 2011.
Quell’estate, decisi di andare a fare del volontariato. Non avevo mai lavorato con persone disabili ma così per caso decisi che dovevo dare una svolta alla mia vita. Ero al primo anno di superiori, la mia vita era un caos, pensavo sono ad andare a ballare, divertirmi, bere e non studiare.
Così, quasi per punizione, affrontai una nuova realtà, la realtà di persone con disabilità. Non è semplice, una persona, vi affida la propria vita in mano, senza volerlo, senza rendersene conto, ma diventate improvvisamente responsabili di due vite, la vostra e la loro.
Il campo di colonia si svolgeva in un paese di montagna nel Canton Vallese, in Svizzera, faceva freddo, pur essendo il mese di Luglio, io con me non avevo portato neanche una felpa pesante.
Iniziai ad occuparmi principalmente di due persone, un signore con la Sindrome di Down, senza alcun senso ne di pudore ne di igiene, non diceva molte parole, si limitava a rispondere alle mie domande. Dovevo fargli la doccia, in quanto non era in grado di occuparsi della sua igiene autonomamente, dovevo portarlo in bagno e pulirlo.
La seconda persona, era un signora bipolare, le persone bipolari alternano momenti di euforia (in questo caso, cicli di tre settimane) quasi ossessiva, a momenti di depressione maniacale. Fortunatamente era nel periodo “buono” ma anch’essa necessitava di aiuto, per l’igiene, per la soddisfazione dei bisogni, per tutto. Nonostante tutto, mi sentivo bene, stavo facendo una buona azione, ma lo facevo per loro, come dovrebbe essere, o più che altro per un senso di appagamento personale?
I volontari, ovvero i monitori, erano tutti giovanissimi, il più anziano aveva 26 anni, la più giovare ero io, e ne avevo 17. Essendo la più piccola, non mi sentivo a mio agio con loro, per questo la sera, quando tutti erano a letto, noi monitori facevamo la riunione sulla giornata, ma io non mi fermavo mai dopo, scappavo a letto.
C’era un ragazzo, Louis, un monitore di quelli storici, era dentro quella colonia da molti anni, non mi piaceva, aveva l’aria di uno che era li solo per scopare con le monitrici. Passava tutto il suo tempo a urlare e saltare a destra e sinistra, sempre euforico, sempre arzillo e attivo, mi dava sui nervi. Ci siamo scambiati, a dir tanto, tre parole nell’arco delle due settimane.
L’anno dopo decisi di ritornarci, ero riuscita finalmente a farmi qualche alleato tra i monitori, ma c’era sempre lui, quel ragazzo di cui non sopportavo la voce, la presenza e soprattutto l’euforia. Anche per il secondo anno, l’ho ignorato.
Quello stesso anno, arrivò Mattia, un ragazzo bellissimo, biondo con gli occhi azzurri, era fisicamente il genere di ragazzo che mi attraeva. Dal primo giorno ci fu subito intesa, fisica.
Dopo aver passato due settimane a scambiarci battute, sguardi e gesti, qualcosa tra noi successe.
Il problema di queste colonie, è che stando a stretto contatto con ragazzi della tua età, o quasi, si crea un vortice di ormoni incredibile, sono mille le relazioni coloniali, nate e finite in colonia, è quel brivido che ricorderai con piacere, perché più di quello non c’è niente.
Così successe anche con Mattia.
Il terzo anno, quello dell’estate 2013, non lo scorderò mai. Mattia non tornò quell’anno.
Tutti gli anni la colonia si divide in 4 gruppi, a cui appartengono 3 o 4 monitori e 2 o 3 persone disabili. In questo modo, ogni monitore ha il pieno controllo sulle persone a loro “affidate”.
Quell’anno finì in gruppo con Louis, e un altro ragazzo, un ragazzo che conoscevo già da anni prima, Dario. Dario abita nel mio stesso paese e nei due anni precedenti si era creata una complicità magica, era il mio consigliere e colui con cui mi confidavo, tanto è che dormivamo anche nello stesso letto.
Quando ho saputo di essere in gruppo con Louis, mi sono demoralizzata, ho pensato “saranno due settimane d’inferno”.
Successe il contrario ragazzi, da subito notai che Louis era contentissimo del nostro gruppo, eravamo tre personalità molto diverse ma che sarebbero state in grado di regalare due settimane magnifiche alle due persone di cui ci occupavamo, la signora bipolare (in periodo di pre crisi questa volta) e un altro signore molto anziano con la sindrome di Down.
Alla fine quella sua positività, quella sua allegria, finirono per diventare la mia felicità.
Giorno dopo giorno mi sentivo sempre più vicina a questo ragazzo, dentro di me cresceva la voglia e il desidero di stare con lui. Provai a farglielo capire, provai a stare sempre vicino a lui, ma Louis non si accorse di nulla.
In compenso il resto dei monitori si, questa è stata la mia grande fortuna.
Non successe niente.
Pochi giorni alla fine della colonia, solitamente facciamo una “riunione” per valutare come sia andate globalmente le due settimane. Questa “riunione” prevede una notte fuori.
Era la notte del mio diciannovesimo compleanno e vi giuro che non ho mai desiderato compleanno migliore.
Grazie a vari trucchetti del gruppo colonia, io e Louis, finimmo a dormire nello stesso letto, era l’apoteosi. Non mi sono mai sentita il cuore battere nel petto in quel modo. Quando arrivò a letto, io stavo congelando, tremavo, un po`era il freddo, il resto lo faceva l’emozione.
Lui mi strinse da dietro, il mio cuore aumentò il suo battito.
Poco dopo, facemmo l’amore, un amore mai fatto prima di allora, così tanta passione, tanta alchimia, i nostri corpi sembravano così in sintonia, che ci sentivamo a casa.
Dopo quella notte, non vidi e non sentii Louis per una settimana, non volevo rassegnarmi, non potevo permettere al mio corpo di non incontrare più il suo.
Ora siamo insieme, innamorati più che mai.
Tutt’oggi io sono convinta che questo ragazzo, che tanto ho odiato, sia l’uomo che una volta non avrei mai desiderato, ma il destino ha voluto farmi un regalo e oggi sono un’altra persona.
Non so come andrà avanti questa storia, se ci sposeremo o se ci lasceremo.
Adesso ho capito che nella vita, le cose accadono da un momento all’altro, senza che tu lo voglia, senza che tu lo richieda. Succede e basta.

                                                                                                                                            Lara
 
 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Yumala