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Autore: mirkoismylife    24/01/2014    2 recensioni
Piccola One Shot che racconta in breve la vita del più oscurato tra i Favoriti, Marvel.
//Dal testo:
Se guardiamo nel cielo, di notte, in mezzo a tutte le nuvole, c'è una piccola stella che brilla a stento, quella piccola stella oscurata dalle altre, sempre più grandi e brillanti, degne di essere messe in bella mostra nel cielo, è Marvel.
D'altronde, è sempre stato una piccola stella in mezzo alle altre.
Genere: Avventura, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cato, Clove, Marvel
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Il piccolo Marvel era al Centro Di Addestramento che c'era nel suo distretto.
Ormai quello era diventato come una seconda casa, forse anche come la prima; si allenava al mattino, al pomeriggio e a volte anche di notte.
Suo padre, gli allenatori, i suoi fratelli e i suoi amici pretendevano sempre di più.
Gli amici erano sempre stati il punto debole di Marvel. Era simpatico, tutti ridevano sempre alle sue battute ed era uno dei ragazzi più popolari dell'intero distretto, ma solo perchè tutti erano attratti dalla sua enorme casa e dal suo denaro. Inoltre, quasi tutti lo frequentavano perchè erano obbligati. Suo padre era il capo di un'importante fabbrica che forniva pietre preziose a Capitol City ed aveva una grande importanza. La maggior parte delle persone erano in debito con lui o lavoravano per lui, quindi i figli di questa gente lo frequentavano.
Lui non si sarebbe mai offerto volontario; a lui importavano ben altre cose, tipo la scuola.
Già, la scuola, lui voleva diventare qualcuno, da grande, l'unico problema è che il padre diceva che la scuola non serviva a niente, erano molto più importanti la gloria e il denaro.
Fu questo il motivo per cui Marvel si ritirò da scuola e cominciò a dormire fuori di casa, al Centro di Addestramento.
Non aveva più motivazioni per non offrirsi volontario, ormai aveva diciotto anni ed era arrivato il momento di far vedere al distretto uno, a Capitol City, all'intera Panem, chi era Marvel e di che pasta era veramente fatto.
Ma lui non aveva fatto ancora la conoscenza del tributo del 2.
Il grande Cato, il favorito per eccellenza.
Muscoloso, bello, forte.
E in più c'era lei, Clove.
La ragazza per cui aveva preso una cotta, ma lui non poteva perdersi in queste cose, anche se lo fece.
Lei era abile con i coltelli, estremamente agile.
Non era come Glimmer in fatto di bellezza, certo, ma era comunque bellissima.
Le lentiggini, i capelli corvini e gli occhi scuri le davano quell'aria forte e sicura che la contraddistingueva da tutti gli altri tributi.
Lui sapeva, però, che non era sua e non lo avrebbe mai potuto essere.
Quando lei e Cato si guardavano, anche se avevano entrambi sempre lo sguardo duro e distaccato, si vedeva che tra loro c'era qualcosa che andava ben oltre il rispetto tra due alleati.
Il loro era amore, anche se non compreso, neanche da loro due.
Quando arrivarono le interviste, lui puntò tutto sulle battute, sul divertimento della gente.
Pensava e sperava di aver guadagnato qualche sponsor, anche essendo un Favorito.
E nell'arena, anche se qualche sponsor per Marvel c'era, non ricevette nessun dono al contrario di Cato, che anche mentre mangiava, vedeva cadere qualcosa indirizzato sempre a lui.
Quelli del due primeggiavano su tutto; sulla scelta degli accampamenti, sul cibo, sui tributi da uccidere.
A Marvel fu concesso solo una volta di andare ad uccidere il tributo che aveva appiccato il fuoco, e proprio quella volta fallì.
Quando la freccia trapassò il suo petto, suo padre non emise un suono, non mosse neanche un braccio.
Rimase lì, immobile, ad ammirare il vuoto davanti a lui.
Non poteva essere vero. Non avrebbe più avuto possibilità di tornare a casa, se non in una cassa di legno.
Suo padre era dannatamente amareggiato, ma non perchè il suo figlio più piccolo era morto e non lo avrebbe più rivisto.
Lui era amareggiato perchè non era riuscito a portare gloria alla propria famiglia proprio come aveva fatto lui e i suoi fratelli.
Marvel in quel momento si sentiva completamente l'opposto di suo padre, lui era felice, si sentiva finalmente libero di poter andare in un posto migliore, lontano da Panem, lontano da tutti gli altri.
Sarebbe andato in Paradiso, o forse all'Inferno, ma non importava in quel momento.
Tutto quello che sapeva, è che finalmente il suo soggiorno nell'arena sarebbe finito, l'unica cosa di cui si poteva ritenere triste era che non avrebbe rivisto Clove, ma era la cosa migliore per tutti e due.
Lei e Cato avrebbero vinto, e avrebbero vissuto la propria vita insieme.
Sarebbero stati finalmente felici e pieni di gloria.
Se guardiamo nel cielo, di notte, in mezzo a tutte le nuvole, c'è una piccola stella che brilla a stento, quella piccola stella oscurata dalle altre, sempre più grandi e brillanti, degne di essere messe in bella mostra nel cielo, è Marvel.
 D'altronde, è sempre stato una piccola stella in mezzo alle altre.
  
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