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Autore: RomeoEGiulietta    24/01/2014    1 recensioni
Giorgia deve rinnovare la sua camera perciò va nel negozio della sua cara zia dove ha molti ricordi e dove.. succederà qualcosa di... fatale!
Questa piccola storia l'ho pensata mentre compravo alcune stoffe per la mia camera spero non si una schifezza XD commentate!
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era iniziato tutto come una semplice uscita per rinnovare la mia camera ma era diventata qualcos'altro.


Una noia mortale.


Nella piazza della mia città (un piccolo paesino con 500 abitanti) tutti i venerdì si svolgeva un mercatino pieno di bancarelle dove si vendeva di tutto, dal vestiario ai detersivi per la casa. Ed era lì che mi stavo annoiando.


Qualche giorno prima avevo chiesto a mia madre di poter cambiare la mia camera e lai aveva acconsentito.
le pareti della stanza sono sempre state di un rosa molto chiaro, quasi bianco. con degli orsetti sulla carta da parati.
Lo avevo sempre accettato dato che nella mia camera dormiva anche mia sorella minore e che, comunque, anche a me piacevano, ma ora avevo 16 anni e andavo alle superiori non potevo di certo invitare qualcuno in casa e mostragli la cameretta con gli orsetti?!


Così mia madre, capendomi perfettamente, aveva deciso trasformare la soffitta nella mia nuova camera. Idea magnifica, a mio parere!


Vi immaginate? una camera tutta mia! in soffitta! dove potrei portare le mie amiche e stare da sole senza che mia sorella ci interrompa ogni due minuti per prendere una bambola! Proprio come in quei film americani!!


Però, per realizzare questo mio desiderio avevamo passato tre giorni a pulire e gettare tette le cianfrusaglie dalla soffitta. Era stato faticoso, ma eravamo riusciti a pulirla un po’.
Ora stavamo decidendo i colori delle tende e del copriletto mentre, a casa nostra, i muratori rendevano la mia nuova camera un po' più vivibile.


Girammo per ore, senza mai trovare nulla. Alla fine mia madre optò per andare da una sua vecchia parente  che aveva un negozio di stoffe in un vicoletto sperduto tra i palazzi.
Da piccola mia madre ci andava spesso, sia per andare a trovare la zia sia per comprare delle stoffe.
Appena entrati la mia mente si perse nei ricordi e rimasi incantata da quella piccola e vecchia cantina che custodiva i ricordi migliori della mia infanzia.


La stanzetta d'entrata non era molto grande, sopratutto perché parecchio spazio era occupato da stoffe su stoffe. In fondo c'era una piccola porticina che conduceva a dei tunnel che a loro volta conducevano ad altre stanze piene di stoffe.


Adoravo quel posto.


Quando avevo a malapena quattro anni mi addentravo in quei tunnel impaurita ma, allo stesso tempo eccitata da tutta quell'oscurità e quel mistero.


Guardavo mia madre scegliere le stoffe e mi immaginavo storie fantastiche all'interno di quei corridoi bui la cui caratteristica migliore era il pozzo che, al lato di uno dei tunnel, ogni volta che mi ci avvinavo mi affascinava.
Mi a madre spesso era stata costretta a tirarmi via dal bordo per evitare che ci cadessi all'interno.


Quel pozzo.. Avevo rischiato così tante volte di rimanere intrappolata lì dentro!


Adoravo sporgermi a guardare il muschio verde scuro che galleggiava sull'acqua che, al buio, sembrava nera.. ma ero piccola e non sapevo quanto potessi sporgermi prima di cadere.


Mi ripresi dai ricordi scuotendo la testa e mi avvicinai a mia madre che accarezzava una stoffa arancione scuro, quasi rossa. Non avevo idea di che colore volevo la camera così iniziai a guardarmi intorno nella speranza di trovare un colore che mi colpisse sul serio. I miei occhi vagarono ovunque, osservai tutti i colori che c'erano: il rosso, il viola, il blu, il verde, il giallo, il nero... ma nessuna di quelle sfumature o fantasie mi colpiva più di tanto.


Mi voltai per parlare con mia madre e chiederle che colore mi consigliasse ma.. lei non era più dietro di me. Guardai verso la porta che portava ai tunnel e la trovai aperta. Era solo uno il difetto che aveva quella cantina, che quei tunnel erano tutti uguali ed era impossibile distinguerli gli uni dagli altri.


Strizzai gli occhi per cercare di vedere anche una minima ombra che mi facesse capire dov'erano i miei, ma non vidi nulla. Guardai il primo tunnel, quello che conteneva il pozzo, e mi ci addentrai. Spesso mia madre entrava in quel tunnel perciò sperai di sperai di trovare qualcosa. Stavo costeggiando pozzo, intenta a fissare incantata quelle acque scure, quando qualcuno mi venne addosso facendomi perdere l'equilibro e facendomi cadere oltre il bordo. Il pozzo era più profondo di quanto pensassi e l'acqua più fredda perciò, quando ci fu l'impatto con la superficie gelida, i miei muscoli si immobilizzarono e il buio si chiuse sulla mia testa.


Stavo affondando senza riuscire a muovere un muscolo.. stavo per morire.


Avevo gli occhi aperti ma l'unica cosa che riuscivo a vedere era il buio, l'acqua scura che mi avvolgeva.
Non vi nascondo che ero molto spaventata e che il mio cuore batteva all'impazzata.


Dopo pochi secondi sentii un dolore fortissimo al petto e capii che l'aria nei polmoni stava terminando.


Ero stanca, molto stanca..a cosa serviva tenere gli occhi aperti e restava svegli?.. meglio se chiudevo chi occhi e mi lasciavo andare ad un sonno profondo, no?..


Stavo per perdere conoscenza quando un paio di braccia mi avvolsero i fianchi e mi tirarono su, in superficie.


Appena riemersi feci un profondo respiro che però mi provocò una fitta al petto.


''Ma sei matta?!'' urlò una voce maschile nel mio orecchio ''Prima cammini molto vicino al bordo del pozzo, poi non mi senti arrivare, mi trascini con te giù nel pozzo e poi non provi neanche a risalire in superficie?! Vuoi morire o cosa?''


Feci per voltarmi verso quella voce ma i miei occhi erano ancora chiusi e non accennavano ad aprirsi. I vestiti bagnati e freddi aderirono al mio corpo ancora più freddo ed iniziai a tremare.


Il proprietario di quella voce capì che stavo morendo dal freddo e mi strinse tra le braccia per tentare di scaldarmi, ma anche lui era bagnato fradicio perciò fu inutile.


''Ero sovrappensiero'' cercai di dire ma ne usci una cosa tipo: ''E-e-e-er-r-ro-o s-s-so-o-ov-vr-rap-p-p-pensi-ie-e-e-r-ro''


''Stai congelando, Giorgia, meglio che faccia uscire di qui'' rispose il ragazzo.


All'improvviso mi immobilizzai- più di quanto non lo fossi già -.


Come faceva quel ragazzo a conoscere il mio nome? Chi poteva essere? Dovevo aprire gli occhi, dovevo assolutamente aprire gli occhi.


Nonostante le mie palpebre sembrassero pesare quintali riuscii a spalancare gli occhi e a guardare quel ragazzo che conosceva il mio nome.


All'inizio non lo riconobbi ma ritrovai familiari quei capelli rosso fuoco ora acconciati in modo casuale ma che la mia mente ricordava molto corti, quasi rasati; riconobbi quegli occhi azzurri cielo e che ora, lì al buio, brillavano in un modo spettacolare; riconobbi quel naso perfetto, gli zigomi alti, le labbra sempre e costantemente screpolate e riconobbi quel volto che era quello Stefano, il mio fedele amico che, quando ero piccola, mi accompagnava per i tunnel anche lui affascinato come da quel pozzo che ora ci aveva intrappolato e ci stava rubando tutto il calore che avevamo nel corpo.


''S-s.stefa-a-ano-o?''chiesi tremando ancora ''S-s-s-se-e-ei t-t-t-t-tu?''
(che tradotto vuol dire: Stefano? Sei tu?)


''Mi hai riconosciuto finalmente'' sorrise lui con fremito nella voce.


All'inizio pensai fosse per l'emozione ma poi sentii il suo corpo tremare contro il mio e mi staccai immediatamente da lui.


Purtroppo il mio gesto fu troppo repentino perciò quando Stefano lasciò la presa sul mio corpo sorpreso scivolai all'indietro finendo di nuovo sott'acqua. Questa volte però avevo la bocce aperta perciò ingoiai molta acqua e, quando venni riportata in superficie dalle braccia di Stefano, iniziai a tossire e ne ricacciai molta dalla bocca.


''S-s-s-st-t-t-a-a-i-i t-t-t-tre-e-em-m-man-nd-d-do a-a-an-nc-che-e-e t-t-t-t-tu'' (stai tremando anche tu) balbettai tentando di staccarmi di nuovo da lui.


''N-non quanto te'' rispose iniziando a tremare per il freddo come me


Non mi diede neanche il tempo di ribattere, mi afferrò per le braccia e mi issò sulle sue spalle. Automaticamente le mie braccia, senza che io le comandassi, si strinsero intorno alle sue spalle e così fecero le gambe con i suoi fianchi. Mi disse di tenermi stretta poi iniziò ad arrampicarsi sul muro poggiando le mani su alcuni spuntoni. Per fortuna il muro non era molto alto perciò in poco tempo ci ritrovammo stesi l'uno accanto all'altra sul pavimento del tunnel.


Nonostante avesse il fiatone della scalata Stefano si alzò in piedi e si sfilò la maglietta mostrando il petto muscoloso. Lo osservai con gli occhi sgranati mentre si sfilava anche i pantaloni e poi si chinava su di me.


''Alzati forza'' mi disse afferrandomi per le bracci ''Devi toglierti questi vestiti fradici. ''


Senza darmi di nuovo il tempo di ribattere mi sfilò la maglietta lasciandomi solo in reggiseno e pantaloncini. Per un attimo il suo sguardo si fermò sul mio seno poi, arrossendo leggermente, fece per sbottonarmi i pantaloni ma io mi allontanai di scatto.


''M-ma c-c-che f-fai!'' urlai sentendo il tremore scemare.


''Evito che tu vada in ipotermia!'' mi rispose avvicinandosi di nuovo a me


''S-s-spoglian-ndom-mi?'' chiesi cercando di essere ironica ma fallendo miseramente a causa del tremore.


''Si!'' rispose lui ''Cioè no.. insomma se ti togli i vestiti bagnati il tuo corpo inizia a riprendere calore e eviti di congelare. L'ho imparato nei boy scout''


Sapevo anche io che si dovessero togliere i vestiti in caso di contatto con dell'acqua molto fredda perciò, viola in volto, sbottonai i pantaloncini e li lasciai scivolare a terra.


Stefano rimase incantato a guardarmi per un istante ma, quell'istante, bastò a farmi arrabbiare.


''La s-smetti di fissarmi c-come un pesce l-lesso?'' urlai nervosa


Lui sussultò a quell'urlo e alzò gli occhi puntandoli nei miei furenti


''Non ti stavo guardando come un pesce lesso!'' rispose iniziando ad arrabbiarsi anche lui


''Certo, come no'' ribattei riuscendo ad essere sarcastica questa volta ''Solo come un pesce completamente lesso!''


''Per niente proprio! Io..''


''La smetti di negare l'ovvio e mi dici come riacquistare un po' di calore? sai sto ancora tremando!''lo interruppi stringendomi le braccia al corpo.


La rabbia abbandonò i suoi occhi e, tornando a preoccuparsi per me, mi si avvicinò e mi strinse in un abbraccio. Lui era più caldo rispetto a me così mi aggrappai al suo petto come se fosse le mia unica salvezza.


Lo sentii toccarmi i capelli (che per la cronaca erano castani proprio come gli occhi) e capii che cercava di staccarli dalle mie spalle dato che erano anch'essi fradici.


''Prendi i tuoi vestiti'' disse dopo qualche secondo ''Meglio se cerchiamo qualcosa da metterci addosso''


''Si, meglio'' ribattei con una punta di nervosismo


Feci come mi aveva detto e, mentre alzavo il pantaloncini, qualcosa cadde sul pavimento emettendo un suono di vetri infranti.


''Il mio telefono!'' urlai scioccata ''No! Cavolo si è rotto!''


Feci per chinarmi a raccoglierlo ma Stefano fu più veloce di me. Quando se lo portò al viso vidi un fiotto d'acqua scendere dall'interno del telefono e, in più, vidi lo schermo rotto in mille pezzi.


''Ringrazia che non lo hai perso nel pozzo'' ironizzò lui


''Certo, perché se sta in questo stato me ne faccio qualcosa vero?'' ribattei nervosa rubandoglielo dalle mani. Feci per tornare indietro e tornare all'entrata quando una mano di Stefano mi afferrò il polso bloccandomi.


''Dove vai?'' mi chiese senza mollare la presa


''A casa!'' risposi acida 'O vuoi che resti qui a vita?''


''Vuoi davvero uscire in strada con indosso solo della biancheria intima e delle scarpe fradice?'' mi rispose lui con una domanda.


Abbassai gli occhi sul mio corpo (proprio come fecero i suoi) e mi resi conto che non potevo farlo


''D'accordo!'' sospirai infine ''Ti seguo''


Con un sorrisino vincente Stefano si voltò ed iniziò a ripercorrere la strada da dove era venuto prima ed io lo seguii immediatamente.


Stando indietro non potevo vedere il suo petto scolpito però potevo vedere i muscoli della schiena muoversi ma, soprattutto, potevo osservare il suo fondoschiena.


Da quanto tempo non vedevo Stefano? E come aveva fatto a diventare così.. così.. bello! Quando era piccolo Stefano era come qualsiasi altro bambino: vivace e giocherellone, ma non era mai stato così bello! insomma lo sviluppo aveva fatto miracoli.


Stavo ancora pensando a quanto fosse bello quando vidi una luce davanti a noi e, subito dopo entrammo in una di quelle stanzette che conteneva tutti i tipi di stoffe possibili ed immaginabili.


''Siediti lì'' mi disse Stefano senza voltarsi indicando un tavolino infondo alla camera


Feci come mi disse e mi sedetti sul tavolo mentre lui iniziava a rovistare tra le stoffe cercandone una per coprirmi.


Naturalmente i miei pensieri, vedendo di nuovo i suo corpo perfetto, tornarono alle domande di prima solo che, questa volta, una di quelle mi sfuggì dalle labbra.


''Da quant'è che non ci vediamo io e te?'' chiesi ingenuamente


''Sono più o meno dieci anni.'' rispose lui senza voltarsi ''L'ultima volta che tua madre è venuta a comprare della stoffa con te al seguito avevi sei anni.''


La sua risposta mi sorprese.
Come faceva a ricordarsi con esattezza quanti anni avevo? Insomma potevo capire se si ricordava cosa avevamo fatto ma non quanti anni avevo, o almeno io non lo ricordavo.


Forse si accorse anche lui che quello che aveva detto era un po' strano perché si irrigidì e si voltò a guardarmi.


''I - io lo ricordo perché tu sei.. tua madre... no tuo padre... lui disse...avevi compiuto gli anni''


Iniziò a dire frasi senza senso e la cosa si fece ancora più strana, finché non capii.


''Tu avevi una cotta per me!'' dissi sorpresa


''Cosa?! No! Io non avevo una cotta per te!'' tentò di ribattere ma il fatto che le sue guance stavano diventando rosse diceva il contrario
''Oh,che cosa dolce!'' esclamai per provocarlo ''Perché non me lo hai mai detto?''


''Perché non avevo una cotta per te'' ribatte lui facendo un passo avanti


''Oh si che la avevi!'' ribattei.


Continuai a provocarlo finché non ci ritrovammo così vicini che i nostri nasi si sfioravano. Io ero ancora seduta sul tavolo e lui stava d'avanti a me, con gli occhi fissi nei miei e con le mani poggiate ai lati delle mie gambe.


Non so cosa fu, forse i suoi occhi così azzurri e così magnetici, forse le sue labbra screpolate ed invitanti, forse il suo respiro che usciva dalle labbra dischiuse e che si univa al mio, o forse il suo profumo che era un misto di menta e qualcos'altro.. non lo so, so solo che provai una forte voglia di annullare le distanze tra di noi e lo feci, premendo le mie labbra sulle sue.


Lui non si lasciò prendere dalla sorpresa ma mi afferrò immediatamente per la vita spingendomi ancora di più verso di se. Le mie gambe si allacciarono di nuovo ai suoi fianchi, ma questa volta comandate da me, e le mie labbra si dischiusero approfondendo il bacio.


Non sapevo cosa mi stava succedendo, sentivo una specie di morsa allo stomaco che però non mi provocava dolore ma una sensazione piacevole. Le sue labbra sulle mie erano così morbide e la pelle delle sue spalle era così liscia.. tutto di lui era bellissimo, i suoi occhi, le sue labbra, la sua pelle.. lui era perfetto!


Il mondo intorno a me era scomparso, non esisteva più nulla, solo il suo corpo, il mio e le nostre labbra che non accennavano a separarsi. Sentii le sue mai accarezzarmi le gambe mentre le mie scendevano ad accarezzargli il petto.


Era una sensazione bellissima. Il calore che emanava il suo corpo era perfetto per il mio che era ancora freddo e tremante.


Quando però le sue mani strinsero il mio sedere successe qualcosa. Dentro di me tutto andò in pezzi e la sensazione che lui si stesse solo divertendo crebbe fino a diventare una certezza.


Interruppi immediatamente il bacio e lo spinsi all'indietro.


''Non provarci mai più'' urlai lasciando l'impronta della mia mano sulla sua guancia.


''Ma se sei stata tu a baciarmi!'' urlò offeso lui toccandosi la guancia con una mano


''Si è vero io ti ho baciato ma non ti mica dato il permesso di palparmi il sedere!'' urlai saltando giù dal tavolo e incrociando le braccia al petto.


''Però il bacio ti è piaciuto, vero? Se ti bacio si ma se ti tocco il sedere no! Sei proprio una..''


Non lo lasciai finire e gli mollai un'altro schiaffo.


Questa volta cadde un silenzio tombale su di noi mentre entrambi ci fissavamo scioccati e arrabbiati.


''Meglio che torni a casa. Non mi importa se in biancheria intima'' feci di nuovo per andarmene ma la sua voce mi bloccò


''Prendi questo'' disse porgendomi un vestito a fiori ''è di mia nonna, credo, ma può andarti bene per tornare a casa''


Lo afferrai senza guardarlo negli occhi e mi voltai di nuovo ma questa volta mi afferrò il polso per fermarmi.


''Senti Giorgia..'' iniziò ma io lo bloccai tirando via il braccio


''Non toccarmi'' dissi voltandomi verso di lui e lanciandogli un'occhiata di fuoco.


In quel momento i suoi occhi incontrarono i miei e dentro vi lessi un profondo dispiacere. Sembrava pentito di avermi quasi offeso.. ma io non mi lasciai lata imbambolare.


Mi avviai di nuovo verso l'uscita e percorsi metà tunnel in tranquillità. Mi ero già infilata il vestito quando dietro di me sentii dei passi e la voce di Stefano chiamarmi.


Naturalmente non mi fermai ma lui mi raggiunse lo stesso e mi superò costringendomi a fermarmi.


''Lasciami passare'' dissi dura


''Lasciai prima dire una cosa'' rispose lui senza muoversi ''Ok, d’accordo. Lo ammetto avevo una cotta per te quando eravamo piccoli. Ma c'è una cosa che non sai. Tu non mi vedi da  dieci anni, io invece ti vedo, sempre. Ti vedo la mattina, quando esci per andare a scuola; ti vedo a mezzogiorno, quando torni; ti vedo il lunedì, il mercoledì e il venerdì pomeriggio, quando esci di casa, con le cuffie nelle orecchie per andare in palestra; ti vedo il sabato sera quando le tue amiche vengono a prenderti e ti vedo la domenica mattina quando vai in chiesa. Io ti vedo sempre Giorgia perché sono più di dieci anni che sono innamorato di te.''


A quelle parole il mio cuore si fermò per un secondo e poi riprese a battere sempre più veloce.


''C-come fai a vedermi tutti i giorni?'' chiesi scioccata


''Abito accanto a te, Giorgia, ho sempre abitato accanto a te, ma tu non lo hai mai saputo'' rispose chinando il capo e fissandosi le scarpe. ''Preferivo guardarti da lontano, non farmi vedere da te. Tu vai a scuola tutti i giorni, sei studiosa, sei ordinata sei.. bellissima. Io invece la mattina sono costretto a lavorare perché i miei non possono permettermi una scuola, non so nulla di storia,filosofia o tutte le altre materie scolastiche io.. non sono come te. Non ti merito''


Avrei voluto rispondergli, lo giuro. Avrei voluto dirgli che a me non importava nulla di tutto quello che aveva detto, non mi importava che lui non andava a scuola. Avevo provato qualcosa baciandolo, qualcosa che non avevo mai provato e volevo riprovarlo altre 10, 20 mille e mille volte. Volevo dirgli tutto questo ma la comparsa dei miei genitori dietro di noi mandò in frantumi tutta l'atmosfera.


''Ragazzi!'' urlò mia madre venendoci incontro ''Cos'è successo? Perché siete bagnati? E perché tu indossi questo vestito Giorgia?''
''Siamo caduti nel pozzo'' risposi senza staccare gli occhi da quelli di Stefano ''Io ero rimasta indietro e volevo cercarvi ma sono caduta nel pozzo e Stefano mi ha salvata. è stata colpa mia e se non ci fosse stato lui ora sarei un cubetto di ghiaccio''


''In realtà è stata colpa di entrambi'' ribatte Stefano ricambiando il mio sguardo ''Ci siamo scontrati e siamo caduti. Lei stava congelando così le ho dato qualcosa da mettersi addosso''


''Oh, grazie ragazzo!'' disse mia madre stringendolo in un breve abbraccio. Nei minuti che trascorsero dopo mia madre ringraziò sua zia per la stoffa comprata e mi trascinò via tutto mentre gli occhi di Stefano non si staccavano dai miei e viceversa.


Nei giorni successivi all'incidente la mia mente non faceva altro che mandarmi immagini e ricordi su Stefano.


Ricordavo il suo volto mentre mi sorrideva da piccolo, io suoi occhi preoccupati mentre tremavo, la sensazione delle sue labbra sulle mie, le sue mani sulle mie gambe, il suo sguardo dispiaciuto e, soprattutto.. le sue parole.


Quelle le tenevo impresse nella mia mente, non volevano andare via, era impossibile.


Passò una settimana ed il venerdì successivo stavo ancora uno schifo. Non fisicamente, il mio corpo era totalmente guaito dal congelamento della settimana precedente, ma mentalmente la mia mente non abbandona Stefano e le sensazioni che avevo provato quando lo avevo baciato.


Erano le otto di mattina e stavo stesa nel mio letto pensando a quel bacio quando mia madre entrò e, vedendomi intenta a fissare il soffitto si sedette accanto a me.


''Ti sei innamorata di lui vero?'' mi chiese accarezzandomi la testa


''Di che stai parlando?'' chiesi ingenuamente alzandomi a sedere


''Parlo di Stefano'' rispose lei sorridendo ''Quando la settimana scorsa vi abbiamo trovato l'uno di fronte all'altro vi entrambi vi guardavate negli occhi come se non potreste farne a meno''


''Non è vero mamma'' mentii senza guardarlo ''Avevamo appena smesso di litigare perché lui mi aveva baciata senza il mio permesso''


Non era proprio la verità ma non potevo dire a mia madre che mi ero ritrovata in intimo davanti a lui e che, mentre lo baciavo, lui mi aveva toccato il sedere, non potevo proprio.


''E tu cos'hai provato durante il bacio?'' mi chiese lei con un'occhiata complice ''Non non rispondermi, pensaci solo'' mi interruppe quando provai a parlare ''Pensa a quello che hai provato quando ti ha baciata, pensa ha quello che hai provato dopo ma, soprattutto pensa a come stavi prima del suo bacio.''


Detto questo mi depositò un bacio sulla fronte ed uscì dalla mia camera.


''A proposito'' aggiunse prima di chiudere la porta ''Lui lavora nel negozio della zia dalle sette del mattino alle tre de pomeriggio.''


Quando si richiuse la porta alle spalle mi distesi di nuovo nel letto e tornai a fissare il soffitto. Quello che mi aveva detto mia madre mi stava facendo riflettere, anzi mi stava facendo pensare.


Mi stava facendo ripesare per l'ennesima volta alle sensazioni del bacio, a come mi sono sentita quando le sue labbra non erano più sulle mie, a quando mi guardava ma sopratutto a come mi sentivo prima di lui.


Mi alzai di scatto dal letto e tolsi il pigiama infilando il primo vestitino che mi capitava tra le mani poi misi le scarpe pettinai i capelli ed uscii sotto lo sguardo sorpreso di mio padre e quello contento di mia madre.


Appena uscita dal cancello iniziai a correre fino a raggiungere il negozio della zia. Lei stava seduta all'ingresso perciò, quando entrai in fretta e furia, saltò letteralmente dalla sedia.


''Dov'è Stefano?'' chiesi avvicinandomi al bancone ''Ho bisogno di parlarli zia è urgente''


''Ora non è qui tesoro, ma..''iniziò la zia ma io la interruppi


''No zia è importantissimo. Devo dirgli che anche io sono innamorata di lui. devo dirgli che lui è l'unica cosa di cui ho sempre avuto bisogno e ne avrò sempre. Devo dirgli che lui è parte di me e che può smetterla di guardarmi da lontano perché io voglio che mi guardi da vicino, da molto vicino. Voglio che stia accanto a me.''


Avevo parlato tutto d'un fiato perciò mi fermai a riprendere fiato mentre fissavo la zia che ora mi sorrideva.


''Dov'è zia?'' chiesi con il fiatone


La zia non parlò ma guardò oltre le mie spalle e mi indicò la porta che portava ai tunnel.


Mi voltai e lì vidi Stefano che mi fissala con la bocca aperta e delle stoffe ai suoi piedi che gli erano di sicuro cadute.


Non ci pensai neanche un secondo e corsi da lui gettandomi tra le sue braccia.


''Mi dispiace'' gli dissi stringendolo a me ''Mi dispiace tantissimo, non volevo dire quelle cose. La verità è che anche io mi sono innamorata di te. Non con quel bacio, ma da piccoli quando giocavamo insieme. Io mi sono innamorata di te solo che, quando non ti ho più visto ho iniziato a nascondere quel sentimento, perché ero una bambina e non capivo nulla sull'amore. Solo che non ci sono riuscita per niente bene perché sentivo sempre una mancanza, un vuoto dentro al petto che i tuoi occhi hanno riempito quando ci siamo incontrati di nuovo. Un vuoto che le tue labbra e le tue mani hanno riempito quando si sono posate su di me. Mi dispiace di essermi arrabbiata con te perché mi hai toccato il sedere perché in realtà hai fatto di peggio. Tu mi hai toccato l'anima e su questo non mi sono arrabbiata, anzi ne sono stata e ne sono tutt'ora felice. Mi perdoni?''


Per tutto il tempo avevo parlato fissandomi i piedi ma ora la sua mano aveva raggiunto il mio mento, costringendomi ad alzare gli occhi e fissarli nei suoi.


''Certo che ti perdono, ti avevo già perdonata quel giorno quando i tuoi occhi non hanno smesso di fissare i miei. Ho capito che eri innamorata di me proprio come io lo sono di te e non vedevo l'ora che te ne rendessi conto. E anche tu mi hai toccato l'anima lasciandogli un impronta indelebile che ora ha la tua forma. E infine si, smetterò di guardarti da lontano perché inizierò a guardarti da vicino, da così vicino che primo o poi ti stancherai di me e mi manderai via.''


''Non potrei mai stancarmi di te'' risposi sentendo le labbra aprirsi in un sorriso ''Sei troppo importante.''


Avvicinai il mio viso al suo e feci per baciarlo ma lui si allontanò e mi guardò negli occhi ridendo.


''Questa volta non mi darai uno schiaffo, vero?'' disse ghignando ''Sai l'ultimo mi ha fatto male per tre giorni!''


''No, prometto che non ti darò uno schiaffo'' risposi ridendo


''E prometti di non lasciarmi mai?'' chiese ancora


''Lo prometto'' risposi guardandolo seria negli occhi


''Lo prometto anche io'' disse ''Ti amo''


''Ti amo anche io'' risposi e sigillammo la promessa con il bacio più bello di tutta la mia vita.


Lui era la mia vita, ed io ero la sua. E ce lo dimostrammo, ogni giorno, amandoci nonostante le differenze, nonostante i litigi e nonostante tutti problemi che ci capitarono nella vita. Ce lo dimostrammo superandoli insieme e vivendo sempre e comunque nel nostro amore.


******Angolo autrice
Salve!!! Come ho detto prima questa storia mi è venuta in mente stamattina mentre compravo alcune stoffe per cambiare un po' la mia camera (che vado a pensare io eh... xD)
Bhè niente, fatemi sapere cosa ne pensate e se trovate qualche cosa che non va fatemelo sapere!! :D 
Baci :* <3 <3 <3
  
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