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Autore: Appleeatyou    24/01/2014    2 recensioni
" Potremmo fare a turni," bisbigliò Pepper, che era appena entrata nella stanza. I suoi occhi erano rossi, a voler usare un eufemismo, e sembrava non mangiare da giorni, anche se erano trascorse solo poche ore dalla notizia. " Entreremo a turno a tenergli compagnia, non è meglio? Non ha senso restare tutti lì, ad osservare Phil come se fosse un fenomeno da baraccone."
Potrebbero volerci ore.
Non ha senso stare tutti lì.
Potremmo fare a turni.
Voglio essere lì, dall'iniezione alla fine.
Tony prese il piatto col pollo fritto al limone. " Vado in officina."
[Death!Character] [Ispirata da Scrubs]
#Tony e Loki fanno scintille nella stessa stanza; # ma a Coulson non importa.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Agente Phil Coulson, Loki, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ciao a tutti!
E' la prima volta che vengo qui, e parto col botto: questa fiction è un 'leggero' what...if che parte dal presupposto che Coulson non sia morto qualche momento dopo che Loki l'ha trafitto, ma che siano riusciti a rianimarlo, anche se non ha molto tempo.

SPOILER!!!

A quanto pare è un what... if NEL what... if, dato che A QUANTO PARE nella miniserie 'Gli Agenti dello SHIELD' vediamo Coulson vivo e vegeto ( 'scusami, quell'angolo era davvero molto buio, si è rotta la lampadina...' oooh, Phiiil <3). Dato che non so se è un'illusione, un cyborg o anche solo un sosia burlone... beh, mi atterrò al film The Avengers.
Okay? Okay.
Qui compariranno più o meno tutti, spero di aver centrato i loro caratteri... anche se non so quanto ci sono riuscita, perché praticamente partire dall'idea di appiccicare una delle morali di Scrubs sugli Avengers è fallimentare di suo. Applicare una qualunque morale sugli Avengers è lollico, poi se vogliamo prendere in esame Tony e Loki... pfffff.

Sì, avete capito bene, la storia si basa su un episodio di Scrubs. Chi non ama quel telefilm dovrebbe essere condannato a vederlo in loop per un anno.
Per essere precisi, la puntata è la numero 2 della stagione 8, My last word ( Le mie ultime parole ), ma tranquilli, nessuno canterà la canzone della Bistecca. Volevo farlo... ma no. Devo resistere!!
Anche il titolo riprende i titoli delle puntate di Scrubs, che iniziano quasi sempre con My... e poi il tema in questione . Altro piccolo cammeo!

I nomi sono quelli usati nella mitologia norrena, ecco quindi che troviamo Mjöllnir al posto di Mjolnir, Ásgarðr invece di Asgard e così via. Perché? Perché mi piace come sono scritti  XD
Penso che si capiscano tutti, l'unico nome che voglio puntualizzare è valkyrjur, che sarebbero le Valchirie.


Vi lascio stare, buona lettura.





Clint lo sapeva, Natasha lo sapeva, Capsicle lo sapeva... diavolo, perfino Hulk l'avrebbe capito, se non fosse chiuso a chiave nel corpo di Brucie.
Anche Tony lo sapeva e ormai ne era sceso a patti, ma sentirlo dire era una pugnalata comunque.

" Non posso fare altro," disse la giovane dottoressa dello SHIELD alla parata di eroi silenziosi davanti a lei;  Morena P. era il nome inciso sulla sua targhetta: la P stava per Paula? O forse per il cognome, come Potswhorty?
Non ha una faccia da 'Morena', pensò Tony: quel nome evocava una seducente bellezza latina dalla pelle scura, gli occhi neri e un sorriso accattivante, da donna che sapeva sempre cosa fare e rassicurava i pazienti con voce profonda e fiduciosa; la dottoressa che invece era lì davanti a loro era piccola e sembrava terribilmente stanca. D'altra parte, nessuno aveva vita facile allo SHIELD.

" L'ho tenuto in vita fino ad ora, ma non ci sono più molte alternative. I danni sono troppo estesi e i farmaci intaccano gli organi ancora sani, e il suo fisico non riesce a reagire a questa aggressione. Posso rivoltarlo come un guanto e non cambierebbe niente, tranne il tempo che passerà a soffrire. La cosa più umana che possiamo fare per lui è lasciarlo andare."

Capsicle distolse lo sguardo, la maschera da soldato salda sul suo volto, eccezion fatta per gli occhi spenti - Tony avrebbe giurato che Cap fosse molto più abituato a quelle notizie di tutti loro, dato che chissà quante volte nell'esercito era stato portavoce di qualche decesso, ma evidentemente la morte di una persona che conoscevi era qualcosa alla quale non ci si abituava mai. C'era da dire che era stato a lungo più un soldato-icona che un vero combattente... non si era fatto le ossa, per così dire.

Clint era calmo, i suoi occhi azzurri limpidi e tremendamente asciutti, quando chiese: " Come intende procedere?"

" Ci sono diversi modi," disse la dottoressa P., " ma il direttore Fury mi ha chiesto di non accelerare troppo i tempi." Tony storse il naso: aveva il suo ben da fare Fury con la sua faccia da duro e i metodi da dittatore, ma perfino lui non era stato in grado di limitarsi a spegnere i macchinari che tenevano in vita Coulson e lasciarlo morire. Voleva negargli quei giorni di inferno assoluto in cui avrebbe annaspato, il suo corpo troppo debole per continuare a resistere, quegli istanti in cui avrebbe guardato con terrore i dottori chini su di lui mentre monitoravano il deperimento del suo fisico, e nei loro occhi avrebbe letto ogni volta la sua condanna a morte. Questo dimostrava che perfino Fury era umano, e Tony non sapeva se rallegrarsene o deprimersi, perché non c'era davvero nessuna via d'uscita se la Furia permetteva alla sua umanità di prevalere.

" Lo addormenteremo pian piano, non sentirà dolore."

Come no. Quante volte hai fatto il giro sulla giostra per esserne così sicura, dolcezza? " Quanto tempo..."

" Due o tre ore, dipende da quanto tempo ci metterà la neurotossina a fermare il cuore e il diaframma. Potrete dargli il suo ultimo saluto, se vorrete. Non si accorgerà nemmeno di..."

" Sì che lo farà," la bloccò Pepper, immobile al fianco di Tony, bianca e triste e sempre sulla sua stessa lunghezza d'onda. " Avrà tre ore per rendersi conto di stare morendo."

La dottoressa Morena si strinse nelle spalle. " Io, da medico, gli ho consigliato un'iniezione letale, che è il metodo più rapido. Ma devo riconoscere che questa non è una condanna a morte, signorina Potts. E' eutanasia. Non stiamo parlando di un supercriminale che vogliamo toglierci al più presto di torno, ma di un agente che si merita tutto il tempo possibile per salutare i suoi cari e fare le sue preghiere, se deve, o semplicemente maledire il suo assassino. Senza inutili sofferenze. Ne ha tutti i diritti."

Tutti loro rimasero in silenzio meditabondo. Dalla faccia di Natasha, anche lei doveva pensare che fosse un'enorme stronzata tutta quella questione del  'prediamocela comoda'.

" Procederemo ad iniettare la neurotossina nel suo sistema domani pomeriggio. Organizzatevi come preferite; se non ci sono altre domande, io tornerei ai miei pazienti."

Nessuno le aveva, e la dottoressa girò sui tacchi e uscì dalla stanza con un breve saluto.


 

My last Budweiser




" Thor ci sarà, domani," disse Clint, entrando nella cucina molto hi-tech di Tony. Aveva in mano cinque o sei buste di cibo cinese, cosa che fece venire voglia a Tony di alzarsi e schiacciarle sotto i piedi, perché erano più di tre ore che gli altri Avengers erano nella sua cucina e nessuno di loro aveva neppure accennato ad avvicinarsi al cibo - e se non hanno ceduto di fronte al mio delizioso tiramisù italiano figurati se vanno in brodo di giuggiole per del cibo da take away.

Quella era una tipica situazione alla sono-troppo-depresso-per-mangiare.

" Domani mattina andrò a prenderlo in New Mexico. Fury ritiene che non ci sia bisogno di aprire un nuovo portale, dato che la base operativa dello SHIELD che è laggiù è ancora attiva."

" Niente fanfare?" Chiese Tony, osservando il liquido ambrato che aveva nel bicchiere, desiderando di limitarsi a buttarlo giù per la gola e lasciare che l'alcool spegnesse i suoi pensieri. " Io avrei optato per il portale di Central Park. Molto scenico, al ragazzone piace fare spettacolo."

Clint lo ignorò completamente, ma era normale: era probabilmente quello messo peggio, dal punto di vista del legame che poteva avere con Coulson. Beh, a parte Steve, ma per lui era più una questione di estrema bontà - e poi Coulson gli aveva chiesto di firmare  le sue figurine, che diavolo.
Nemmeno Tony le aveva più - beh, okay, le aveva ancora nella soffitta della sua casa a Malibu, ma di certo non era qualcosa che voleva tirare fuori dal baule dei ricordi, né tantomeno farle firmare a Cap: aveva già un autografo di Steve, appeso alla parete del suo sgabuzzino alla Stark Tower. A lui non importavano queste cose, era solo un ricordo d'infanzia.
... ricordo d'infanzia che si era portato dietro perfino al college (che cavolo, aveva avuto quindici anni quando aveva finito il college e tutte le persone che aveva conosciuto avevano poster dei loro idoli appesi alle pareti delle loro stanze al campus, che differenza c'era?), e il motivo per cui quell'autografo era nel suo sgabuzzino era che non voleva che Cap lo trovasse, perché avrebbe messo su la sua espressione alla lo-sapevo-che-eri-un-bravo-ragazzo e forse gliel'avrebbe perfino detto, cosa che avrebbe fatto contorcere Tony come l'anticristo davanti alla Bibbia.

Paranoico? Pepper gliel'aveva ripetuto spesso, mentre lui si affrettava a nascondere l'autografo incorniciato nell'unico posto dove Cap non sarebbe mai entrato (perché no, niente avrebbe mai potuto convincerlo che in un futuro prossimo Steve si sarebbe messo a cercare il mocio o un detergente per pavimenti), ma lui aveva preferito affidarsi ai versetti 1-2 del Vangelo Secondo Tony Stark, incluso nella sezione Nuovo Testamento Post Afghanistan: la prudenza non è mai troppa.

Proprio a causa del suo nuovo mantra, Tony stava cercando di spingere nel profondo della sua mente l'idea malsana che si era delineata non appena aveva sentito la dottoressa blaterare sul fatto che era meglio prendersela comoda, 'che tanto non stavi perdendo l'ultimo bus per il paradiso. Poi avuto la conferma che Thor ci sarebbe stato, e quel pensiero era diventato una vera e propria fissazione.
Ad essere completamente sincero era un po' che ci pensava, soprattutto quando visitava Coulson e lo vedeva disteso ed attaccato ai macchinari: ecco, in quei momenti il desiderio di sbattere quel musetto da diva sulle vetrate della stanza d'ospedale fino a rompergli il naso era talmente forte che solo il fatto di vivere in due dimensioni diverse aveva dissuaso Tony dall'attuare i suoi maligni propositi.

" Non ho fame," disse Bruce gentilmente, il tono completamente in contrasto con il colore della sua pelle, che verteva ormai al violaceo. Tutti sapevano che stava ferocemente lottando con sé stesso per tenere Hulk a bada, anche se Tony era certo che - ammesso e non concesso che avrebbe perso il controllo - si sarebbero trovati di fronte un Hulk depresso e no, nessuno di loro voleva avere a che fare con un ragazzone verde di tre metri e depresso.

Clint non smise di disporre i piatti che aveva comprato davanti a tutti gli Avengers, ignorando anche le parole di Bruce.

No, non poteva proporre quella cosa. Anche perché non si sarebbe trattato solo di proporre, perché se la proponeva significava che aveva catalogato quell'idea come fattibile, avrebbe smosso mari e monti per realizzarla e - no.
Sul serio, no.

" Domani voglio essere lì ogni momento," borbottò Cap." Dall'iniezione, alla fine."

" Potrebbero volerci ore," osservò Natasha, piluccando il pollo in agrodolce. " La dottoressa ha detto che dipende tutto dalla resistenza del fisico di Coulson alla neurotossina."

Non pensarci nemmeno, Tony. Cattivo Tony, sei cattivo.

" Non m'importa."

" Potremmo fare a turni," bisbigliò Pepper, che era appena entrata nella stanza. I suoi occhi erano rossi, a voler usare un eufemismo, e sembrava non mangiare da giorni, anche se erano trascorse solo poche ore dalla notizia. " Entreremo a turno a tenergli compagnia, non è meglio? Non ha senso restare tutti lì, ad osservare Phil come se fosse un fenomeno da baraccone."

Potrebbero volerci ore.

Non ha senso stare tutti lì.

Potremmo fare a turni.

Voglio essere lì, dall'iniezione alla fine.


Tony prese il piatto col pollo fritto al limone. " Vado in officina."

Il che significava che aveva già preso la sua decisione, perché l'officina era il luogo dove Tony progettava, che fossero macchine, idee o strategie.

_______________

Erano quasi le tre di notte quando Tony riemerse, tenendo metaforicamente il pugno il suo piano.
Gli Avengers erano ancora tutti lì, nessuno stava dormendo - erano persone che già faticavano a prendere sonno in condizioni normali, figurasi poi con quella sentenza di morte che gravitava sopra le loro teste.

Brucie fu il primo ad accorgersi del suo ritorno. " Tony?"

Il tono interrogativo era velato di preoccupazione, perché sul volto di Stark c'era un'espressione cattiva e risoluta che non spesso mostrava. Non c'era più nessuno che potesse testimoniarlo, ma aveva avuto quella faccia quando, sotto la sua prima armatura, aveva distrutto la base dove erano stati chiusi lui e Yisen, e anche il quel caso era stato un decesso a causare quella risolutezza maligna.

" Torna a meditare, Brucie. Devo parlare con Thor."

" Cosa?"

" Tony, lo so cosa stai pensando," disse Steve. " Ma neppure le tecniche mediche di Ásgarðr posso fare nulla per Coulson, o Thor avrebbe..."

" Non è quello che intendevo fare," si limitò a dire Tony.

Thor aveva uno StarkPhone, perché era leggermente fastidioso dover impazzire ogni volta per aprire un portale e richiamarlo giù - e tutti loro nonostante faticassero ad ammetterlo, non amavano particolarmente l'idea di urlare al cielo per chiedere ad Heimdallr di chiamare Point Break. Era vagamente... er, da pazzi una cosa del genere, considerando poi che due dei portali più vicini erano a Central Park o sulla cima della Stark Tower, cioè nel bel mezzo del mondo - dove chiunque, affacciandosi da una finestra, poteva vedere i difensori della terra sbraitare come galline alle nuvole.

E ci si chiedeva perché la gente era scettica, sugli Avengers.

Tony aveva buttato in faccia a Thor il suo primo StarkPhone non appena era giunto il suo turno di urlare al cielo come un idiota (l'avevano costretto a farlo perché Tony era un essere senza vergogna), e due giorni dopo il dio norreno era piombato sulla Stark Tower (crepandogli il soffitto), mortificato e con i resti dello StarkPhone in mano.

Bruce gli aveva insegnato come usarlo, perché Tony non aveva la pazienza di spiegarglielo, e alla fine si era rivelato decisamente utile poter contattare Thor con una semplice chiamata (non era stato per nulla semplice per lui configurare la rete cellulare per le chiamate interstellari ma, come dicevano gli antichi, la necessità aguzza l'ingegno, e quello di Tony era già straordinario di suo).

Compose il numero - dodici cifre, che cazzo, neppure per chiamare in Uzbekistan c'erano così tanti numeri - e attese il familiare segnale di libero.

Thor rispose al settimo squillo. " Pronto? Proonto?"
La sua voce era lontana però, segno che Thor ancora non aveva imparato a tenere correttamente all'orecchio il cellulare; Bruce aveva provato a spiegarglielo in otto modi diversi, anche con disegni, ma Thor era assolutamente a digiuno di tecnologia midgardiana e, dato che aveva un regno di millemila ettari da governare ( e il fatto di dover essere un re, cosa da non sottovalutare), gli si perdonava il fatto che non si ricordasse di appoggiare correttamente il cristo di cellulare all'orecchio.

Natasha aveva risolto il problema appiccicando un post-it per segnalare il punto in cui il telefono doveva essere premuto contro il padiglione auricolare, ma Thor teneva il cellulare nella sua tunica, anche in battaglia, e quindi il post-it era andato a fanculo già il terzo giorno, probabilmente.

" Thor," disse Tony con calma zen. " Gira il cellulare."

Si accorse che era un errore solo qualche secondo più tardi quando, dopo una serie di angoscianti rumori e fruscii strani e un crack che aveva quasi fatto cadere la linea, finalmente Thor aveva ripreso a parlare. "Stark?"

" Ciao, Barbie," disse il miliardario.

" E' già ora?"

" No, ma ti chiamo per una questione che riguarda domani. Ho una proposta da farti."
______

 Come previsto, Thor aveva risposto prima con un silenzio incredulo, poi con negazioni sempre più decise mentre Tony cercava di farlo ragionare - anche se in quel caso era Thor che cercava di far ragionare lui.
Aveva tirato in ballo ogni possibile obiezione, dal fatto che Odino mai, nemmeno in un milione di anni avrebbe accettato, finendo per asserire che tra tutte le idee stupide, tra tutte le possibili idee idiote...

Gli Avengers ascoltavano Tony in un silenzio scioccato, tranne Clint che sembrava sul punto di vomitare bile sul pavimento, e Stark si era rapidamente stufato delle negazioni di Thor e dei gesti concitati di Steve, che cercava di attirare la sua attenzione (ad un certo punto era perfino arrivato al punto di strappargli il cellulare di mano, ma Tony era un bastardo e aveva finto di lasciar cadere il telefono a terra e, quando Steve aveva fissato con orrore il nuovissimo e interstellarmente modificato StarkPhone che giaceva sul pavimento, Tony si era limitato a raccoglierlo da terra e continuare a parlare come se niente fosse successo. Non era mica fatto di plastica, tsè).

" Parlerò personalmente con Odino." Thor, dall'altro lato della linea, era rimasto in silenzio. " Potresti aprire un portale e farmi venire lì."

" Mio padre potrebbe prenderla come un'offesa da Miðgarðr."

" Io potrei prendere il suo rifiuto come un'offesa," rispose immediatamente Tony.

" Nulla di quello che dirò ti farà cambiare idea, vero?"

Tony evitò di rispondere. " Con te ha funzionato, no? Voglio dire, tuo padre ti ha mandato qui per imparare l'umiltà e per farti abbassare la cresta da galletto, giusto?"

" La situazione è molto diversa, amico mio. Io ero solo arrogante, ma Loki... è perso. Non imparerà nulla da questa visita sulla Terra. Con me ha funzionato anche perché sapevo che mio padre era nel giusto - non ho apprezzato il modo con cui mi ha imposto di comprendere cose che non sapevo, ma non ho mai dubitato della sua saggezza. Per Loki è diverso, la prenderà come una punizione."

" Ed è quello che è."

Thor sospirò. " Proverò a parlare con mio padre, Stark. Non assicuro niente. Comunque, non penso che sia una buona idea."

" Non ti preoccupare, Barbie, sono io quello che sforna le strategie migliori, qui."

" Proprio in questo momento mi sto chiedendo se non ti stai sopravvalutando," disse solo Thor, e chiuse la comunicazione.

Tony ghignò, abbassando il cellulare, pronto a fronteggiare gli altri Avengers e le loro obiezioni. Fu un po' sorpreso quando Natasha disse solo: " non servirà a nulla."

" Già, Loki può solo godere nel vedere il frutto delle sue malefatte," bisbigliò Steve con aria sconfitta, ma il sorriso di Tony si ampliò un poco: certo, anche lui era stato così, almeno prima di finire in quella grotta buia in Afghanistan. Aveva visto ogni giorno al telegiornale cosa le armi della Stark Industries distruggevano, ma la cosa non l'aveva toccato minimamente almeno finquando non si era trovato con una batteria collegata ad una piastra di ferro nel suo petto e le sue stesse armi - le sue bimbe - puntate metaforicamente contro. E finquando non aveva incontrato un uomo misericordioso che gli aveva teso la mano, nonostante lui stesse annaspando nel buio, e gli aveva salvato la vita nonostante quella di lui fosse già finita.

" Non oso pensare alla reazione di Fury," disse Clint sovrapensiero.

" Io ci ho pensato, invece, e non vedo l'ora di dirglielo," rispose allegramente Tony.

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Come aveva di nuovo previsto, nonostante fossero quasi le quattro di notte, Fury aveva risposto al primo squillo senza la minima traccia di sonno nella sua voce, e ovviamente aveva bocciato la sua idea.
Non c'era davvero modo di fermare Tony, però: poteva usare Jarvis e mandare in loop i dispositivi informatici dello SHIELD, e l'unico modo per mettergli il bastone tra le ruote era un raid in piena regola per arrestarlo non appena avesse messo il piede fuori di casa.

Tony poteva sentire le rotelline di Fury cliccare nel suo cervello mentre sbraitava: il direttore si chiedeva se il gioco valesse la candela; poteva permettersi di perdere il maggior finanziatore dello SHIELD, nonché Iron Man, solo per impedirgli di portare sulla Terra un prigioniero di guerra per un metaforico sculaccione?

Oh, non poteva dire che la cosa non allettasse perfino lui. Dopo gli Avengers, Fury era il secondo sulla lista prendiamo-Loki-a-calci-più-spesso-che-possiamo.

Se si fosse trattata solo di una questione personale, Tony sapeva che avrebbe avuto alla sua porta mezza SHIELD pronta ad arrestarlo, ma non era solo una questione personale. Tony non era un agente, era un milionario che poteva sia sbandierare ai quattro venti i peggiori segreti dell'organizzazione sia prenderne il controllo, se voleva.

Nessuno dei due uomini aveva fiducia nell'altro, ma in quel momento era Tony ad avere il coltello dalla parte del manico, come l'aveva avuto Fury quando gli Avengers si erano fatti scappare Loki la prima volta perché erano troppo occupati a lanciarsi merda addosso.

E ci aveva rimesso Coulson, tra tutti.

" Se una sola cosa dovesse andare male, Stark," ringhiò Fury alla fine, " mi assicurerò di bere vino dal tuo cranio prima di domani sera."

" Mooolto shakesperiano," rispose Tony al tuuu-tuu del telefono.

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( Erano le sei di mattina quando Pepper alzò la testa dal tavolo, intontita dalla stanchezza e dalla privazione di sonno. A svegliarla era stato lo squillo di un cellulare, e la sua mano si era mossa automaticamente per afferrarlo, pensando incoerentemente che non le capitava di addormentarsi sul lavoro da quando Tony non aveva deciso di cambiare rotta e smettere di produrre armi e lei cercava di tenere a galla la società.

Non era il suo cellulare, era quello di Tony. Pepper l'aveva osservato mentre ascoltava il suo interlocutore, e con sorpresa vide le sue labbra aprirsi in un sorriso.

" Lo sapevo che tuo padre era un uomo ragionevole, Thor. Ricordami di mandargli un cestino per Natale." Un attimo di silenzio, e poi: " er, lascia perdere è una cosa Midgardiana."

La donna schiacciò i palmi sugli occhi, e si impose di non pensare.)

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Thor giunse nel primo pomeriggio, e la gente che in quel momento era per strada avvertì un rombo di tuono a dispetto del cielo sereno, e poi un fulmine si abbatté sulla Stark Tower.

" Signore," disse Jarvis, " ho registrato centoundici chiamate al nove-uno-uno, e i miei sensori hanno catturato una registrazione dove, leggendo il labiale, posso affermare con ragionevole sicurezza che un giovane caucasico di ventidue anni si sia augurato la sua morte."

Beh, hackerare il callcenter del pronto soccorso non era una cosa buona da fare, ma Tony non era mai stato un fan delle cose buone e giuste. Quello era Steve. D'altra parte, mica poteva permettere che cinque o sei ambulanze giungessero alla porta di casa sua a sirene spiegate, credendo di trovarsi di fronte il suo cadavere semi carbonizzato o la sua carne spiaccicata per terra ai piedi della torre, no?

" Il nome del tizio, Jarvis?"

" Ci sto lavorando, signore."

" Bene. Quando l'avrai trovato, mandagli dei fiori e quella registrazione in cui ripeto per dieci minuti booom, baby."

" Va bene, signore. Ci sono ragionevoli probabilità che la signorina Potts possa trovarlo poco divertente, però."

Tony alzò gli occhi al cielo, muovendosi a passo svelto nel corridoio che dal suo attico portava alla pista d'atterraggio che era sulla sua torre. " Non è una novità. Io e Pepe abbiamo concetti diversi di divertimento."

" Quello della signorina Potts però coincide con l'idea di divertimento della maggior parte della popolazione, signore."

Tony era quasi fuori, ma indugiò in momento di fianco all'ultima vetrata. " Uh, e come lo sai?"

" Mi ha chiesto lei di fare questo sondaggio," rispose Jarvis, " e il risultato è che solo il quindici percento del campione è d'accordo con..."

" Scommetto che quel quindici percento corrisponde al numero di persone che sanno godersi la vita," borbottò Tony.

" Non saprei. C'era però un numero elevato di pregiudicati per rissa e guida in stato d'ebrezza in quel quindici..."

" Muto," gemette Tony, uscendo nella luce del sole. Tzè, sondaggi, non dicevano tutti che la statistica era la scienza più imprecisa che esistesse?

Non poteva preoccuparsi di quello, al momento. Sulla punta della sua torre c'erano Point Break e Trappola Criminale senza la museruola, entrambi vestiti con gli abiti tradizionali di Ásgarðr, che includevano un sacco di spalline in ferro e una tale quantità di pelle vera che avrebbe fatto schizzare fuori dalle orecchie il cervello degli animalisti.

Tony li raggiunse con passo sicuro, chiedendosi se non era il caso di indossare, oltre al suo sorriso stronzo, anche l'armatura... solo nell'evenienza che Loki potesse cercare nuovamente di buttarlo giù dalla torre.
Una caduta di centotré piani a volo d'angelo poteva rendere perfino Tony Stark cauto, senza contare che Loki aveva solo delle manette.
Lui era un dio norreno magico, e tutto quello che lo tratteneva erano manette.
Hulk l'aveva sbattuto per terra come una tovaglia da picnic cosparsa di briciole e si era rialzato cinque minuti dopo con abbastanza stronzaggine da fare una battuta di spirito, e gli Asi lo rispedivano sulla Terra solo con un paio di manette ai polsi.

Fury sarebbe andato fuori di testa.
 
" Stark," salutò Thor con la sua solita faccia corrucciata e seria, Mjöllnir saldamente nella sua mano. " Mi auguro tu sappia cosa stai facendo."

Tony lo ignorò allegramente; certo che sapeva quello che faceva, perché tutti gli davano così poco credito? Aveva creato una batteria infinita con pezzi di ricambio in una cazzo di grotta e con strumenti pre-coloniali, che diavolo. " Ciao, Bambi," disse invece a Loki. " Quelli sono boccoli naturali, o ti sei acconciato per me?"

In effetti i capelli di Loki erano cresciuti abbastanza da non riuscire più ad essere contenuti in irte punte dietro il collo, ma pendevano in flosci boccoli neri sulle sue spalle. Non era esattamente il saluto migliore che Tony avesse mai partorito, in effetti, ma non era neppure il peggiore.

Loki non perse un colpo. " Stark," salutò senza inflessioni nella voce; era ovviamente anche lui cauto, dato che essere richiamato nella casa di una delle persone che l'aveva metaforicamente e non-metaforicamente preso a calci in culo non doveva certamente essere un buon segno.

" Potevate almeno dargli una spuntatina, prima di portarlo qui. "

Gli occhi di Thor si contrassero. " Non è stato possibile."

" Perché? No, non mi dire che i suoi capelli sono come quelli di... ? Mio Dio, è così dannatamente ovvio, nessuno poteva portare una simile acconciatura per scelta... lui è il fottuto Sansone norvegese?"

Thor sollevò entrambe le sopracciglia, dato che non sapeva chi fosse Sansone, ma poi si limitò a borbottare: " non ho idea di cosa tu stia dicendo, Stark, ma in verità nessuno ha voluto provare a tagliargli i capelli."

" Uh?"

" ... Un paio di mesi fa un acconciatore ha provato a pettinarglieli, ma Loki gli ha... mh, strappato due dita con un morso."

Yeuch. Stark lanciò una breve occhiata al dio della menzogna, il quale si limitò a sorridere scoprendo appena la dentatura. I suoi erano denti lucidi e bianchi, certamente forti, ma fino al punto di strappare le ossa di un altro dio...?
Prima era stato Tony a segnare un punto con la battuta sui capelli, ora Loki era in vantaggio di almeno tre lunghezze... e tutto quello che aveva detto, era stato 'Stark'.

Vedremo chi la spunta, bellezza, pensò Tony.

" Va bene, va bene, non lascerò che nessuna delle mie appendici prensili graviti vicino alla sua faccia, ho capito. Ora puoi lasciarmelo." Al primo accenno di protesta di Thor, Tony aggiunse: " è così che abbiamo pattuito con gli altri vendicatori. Nessuno voleva vedere Loki, e comunque non ha senso restare tutti per ore nella stanza di Phil come se fossimo al cinema," continuò, usando più o meno le parole di Pepper.
Senza contare che per dare a Loki la batosta morale sarebbe stato meglio un faccia a faccia con Coulson, cosa che non sarebbe stata possibile se ci fossero gli altri vendicatori a respirargli sul collo. Tony voleva vedere la facciata di Loki crollare, vedendo con i suoi occhi quello che aveva fatto, facendogli passare un pomeriggio immerso nelle ultime ore di un uomo che stava per morire, e se fosse comparso Hulk o chiunque altro si sarebbe messo subito sulla difensiva.

Invece no, voleva che Loki si sentisse sicuro e superiore, almeno finquando Coulson non avesse cominciato a parlare, perché aveva un'abilità straordinaria nel far sentire di merda le persone che era superata solo da Cap - e Tony sospettava che gran parte dell'influenza che lo sguardo deluso di Steve aveva su di lui derivava dalla sua vecchia adorazione infantile.

Thor prese un respiro profondo, chiaramente contrario a tutta la faccenda, ma era un tipo leale che non avrebbe mai cambiato le carte in tavola se tutti gli altri tenevano coperte le loro. " Se pensi che sia una buona idea..." Fece un cenno al fratello dietro di lui, e nel suo sguardo Tony poté quasi leggere un avviso di non fare altri danni.
... Ma che diavolo, Thor lo stava fissando con la sua migliore aria da grosso maremmano depresso, praticamente implorandolo di non causare guai; probabilmente Loki avrebbe fatto lo stronzo solo per togliergli quell'espressione dalla faccia ( era la stessa cosa tra Tony e Steve. Più Cap lo guardava con stampato in fronte non sono arrabbiato, Tony, sono deluso, più ad Iron Man veniva voglia di disubbidire).

Loki non disse nulla, limitandosi a seguire Tony attraverso tutto l'attico con il mento verso l'alto e il suo incedere marziale. Non gli aveva chiesto dove stavano andando, quindi Thor doveva averglielo accennato: era davvero così tranquillo anche se stava per entrare in uno dei settori più protetti dello SHIELD, ovvero l'ospedale?

" Sembri piuttosto tranquillo, Cappuccetto Verde, anche se stai andando dritto dritto nelle fauci del lupo."

Loki ghignò. " Cosa dovrei temere, Stark? La Furia non proverebbe mai a violare il patto che ha con Ásgarðr imprigionandomi di sua iniziativa."

Stark decise di prenderlo un po' in giro. Che cazzo, se lo meritava. " Mi sorprende che Thor non te l'abbia detto: stiamo andando in una camera d'esecuzione. Non hai notato che nessuno degli altri vendicatori è qui? Credo stiano cercando di accaparrarsi i posti migliori in prima fila per guardarti arrostire sulla sedia elettrica."

Loki fece un gesto vago con la mano. " Se credi che basti questo..."

" Cosa posso dirti? Fury è davvero vecchio stile. Io avevo proposto di lasciarti chiuso per un paio d'ore in stanza con Hulk, ma..." Tony non concluse, scrollando le spalle. " Non sono per nulla sorpreso dalla scelta, in fondo la puzza di carne bruciata ha il suo perché."

" Quello che sorprende me, invece, è che l'agente abbia accettato di vedere il suo assassino nei suoi ultimi istanti di vita," disse Loki con voce soave.

Quindi sapeva il motivo della sua visita sulla Terra; peccato, a quel punto Tony era parecchio tentato di cambiare i suoi piani, chiamare tutti i vendicatori e piantarli davanti a Loki, solo per vedere che faccia avrebbe fatto. E avrebbe strillato 'sorpresa, stronzo' solo perché doveva sempre avere l'ultima parola.

Quello che fece, invece, fu prendere uno dei suoi strumenti da lavoro che aveva appositamente lasciato sul piano bar, tagliando le manette col raggio laser. Loki non fu particolarmente impressionato dalle sue azioni, ma disse soltanto: " mi stai offrendo la fuga su un piatto d'argento."

" Non credo," rispose Tony. " Penso che Odino ti stia tenendo d'occhio, no?" Quando Loki non rispose, aggiunse: " non lo chiamate Padre Tutto per niente, mi auguro."

" Ti fulminerà non appena saprà cosa hai fatto."

Tony sollevò entrambe le sopracciglia. " Non era Thor che chiamava i fulmini?"

" Era esattamente a lui che mi riferivo." Rispose Loki.

Tony si augurò che Odino non potesse comunicare con Thor col pensiero o con qualche altra diavoleria da dio nordico, tipo il terzo occhio che tutto poteva e tutto vedeva o chissà cos'altro.

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Giunti allo SHIELD (giungerci aveva implicato un lungo viaggio nella sua Lamborghini durante il quale Loki non aveva fatto altro che studiare il mondo che aveva cercato di distruggere dal finestrino), Tony scortò il dio in vari corridoi strapieni di controlli di riconoscimento della retina, delle impronte e vocali (oltre a vari controlli 'corporali' da parte degli agenti, che non persero occasione di ficcare le loro sonde ovunque fosse possibile ficcarle in Tony, mentre sfiorarono appena Loki con fare molto timido), fino ad arrivare al livello più interno, il settimo, che era sottoterra; lì venivano conservati i vari prigionieri (nella sezione quattro), le sale degli esperimenti (nella sezione tre, sulla quale Tony conservava diversi file recuperati da Jarvis sulle armi batteriologiche messe a punto dall'organizzazione e con i quali aveva ricattato Fury più di una volta) e l'ospedale degli agenti dello SHIELD (nella sezione sei).

Quando arrivarono nella stanza di Coulson, trovarono la dottoressa che lo aveva avuto in cura, intenta ad armeggiare intorno alla sua sacca di soluzione salina che lo teneva idratato. Stava inserendo un liquido trasparente nel tubo che era collegato al braccio di Coulson con una siringa, e una volta finito si girò verso di loro e li raggiunse alla porta.

" Ho appena iniettato la neurotossina. Sarà il sangue a trasportarla al cervello e agli altri organi. Buon pomeriggio, comunque, Signor Stark e..." ci fu una piccola pausa durante la quale P. occhieggiò il dio, indecisa su come chiamarlo, e alla fine optò per un: "... principe Laufeyson?".

Solo dopo qualche secondo si accorse che Loki non era legato. "... E' normale che sia libero, signor Stark?"

" Non c'è problema," borbottò Tony. " Dubito che delle manette avrebbero fatto la differenza. Sì, perché l'hanno portato qui con solo delle manette ai polsi. Manette. Maneee -  la smetto. E in ogni caso, sbaglio o lei ha l'ordine di sparare se esco da questa stanza urlando che sono il re del mondo?"

La dottoressa si schiarì la voce. " In quel caso dovrei valutare attentamente la situazione, signore. Ho sentito dire che lo fa abbastanza spesso."

Tony annuì allegramente. " Bene, mi piace avere le pall - la schiena coperta. Giusto per farti sapere - prima che mi pianti una pallottola in mezzo alla fronte -  non può controllarmi senza il bastone mistico, e anche con quello ha fatto cilecca. Ha problemi di prestazioni, il ragazzo."

La dottoressa cercò di non inorridire troppo mentre Tony prendeva chiaramente in giro Loki, e quando vide che l'altro non aveva nemmeno accennato ad un movimento, recuperò un po' di autocontrollo e disse, a voce molto bassa: " spero di non trovarla a galleggiare a faccia in giù nella piscina."

" Naaah, Trappola Criminale sa stare allo scherz - aspetta. Aspetta un maledetto momento. Avete una piscina, qui?"

Morena sollevò le sopracciglia. " Solo per questioni terapeutiche, signor Stark."

" Il mondo è maledettamente ingiusto," gemette Tony (che non aveva una piscina nei settori sotterranei della sua Torre solo perché l'architetto che l'aveva progettata gliel'aveva sconsigliato. Maledetto. Fury aveva una piscina sotterranea e lui no), entrando nella stanza di Coulson con aria costernata - lasciando la dottoressa alle spalle che lo fissava con aria altrettanto sconvolta.

La camera non era molto diversa da una qualunque altra camera d'ospedale, bianca e completamente priva di qualunque ninnolo alle pareti. L'unica differenza sostanziale rispetto a quelle in cui Tony era stato da bambino (quando si era rotto un polso) era che una delle pareti era in vetro e che c'erano varie attrezzature mediche della Stark Industries collegate a Coulson.
Non era mai riuscito a spiegarsi perché le camere d'ospedale fossero tutte bianche; una parte di lui suggeriva che fosse un modo sornione per abituare la gente all'idea che una volta passati a miglior vita avrebbero vissuto sulle nuvole suonando arpe o corni della vittoria, un'altra parte di lui pensava che la pittura bianca costasse meno, e infine credeva che semplicemente i direttori d'ospedale non avessero gusto nell'arredare.

Era così ovvio che quel tipo di stanza era stata progettata per un uomo che stava per morire, a partire dalle vetrata che aveva la stessa funzione di un una carota sventolata sul muso di un mulo sfinito - una specie di modo per dire ehi, moribondo, vedi quella gente che passa fuori di qui sgranocchiando patatine? Beh, dille addio. Anche alle patatine -  per finire a quei macchinari che, per quanto silenziosi, producevano comunque un lieve ronzio.
Tony sapeva che quel ronzio sarebbe stato l'unico bisbiglio nel silenzio rispettoso dell'ospedale, e il pensiero che il suono che l'avrebbe accompagnato nell'oblio sarebbe stato il debole click delle macchine l'avrebbe fatto impazzire.

Si sedette su una delle sedie e Loki lo imitò, tutto sotto lo sguardo di Coulson. Non stava dormendo, ovviamente.

" Signor Laufeyson," salutò Coulson con la sua solita voce calma, con tanto di aria zen da buddhista incallito che viveva in pace col cosmo. Phil era buddhista? Non gliel'aveva mai chiesto. " Signor Stark."

Non dire cose ovvie, Tony. Non dire cose ovvie. Nemmeno cose stupide, sta zitto e basta. Si era dato un ottimo consiglio, dato che la domanda che premeva sulle sue labbra era 'secondo te, cosa sono stato nella mia precedente vita?', o anche 'come ti senti?', due domande talmente idiote che quasi si vergognava di sé stesso, ma era difficile resistere alla tentazione di riempire il silenzio angosciante della stanza.

" E' molto gentile da parte vostra venirmi a trovare," riprese l'agente con grazia, come se fossero ad un incontro per il tré. Non era una sorpresa, Coulson sarebbe riuscito a rendere pacifico quasi quanto una pausa caffè anche un raid in pieno deserto per scovare il Mandarino.

" Ti annoiavi?" Chiese Tony, alzando un sopracciglio.

" Abbastanza. Non avrei mai immaginato che morire avrebbe richiesto così tante ore di stasi," rispose Coulson, fissando il soffitto. " Avrei preferito andarmene più in fretta. Pensavo di averlo fatto, almeno finquando non mi sono risvegliato qui. E questo non mi è piaciuto molto. Ho avuto più tempo di quanto mi augurassi per... pensare."

Il che era il modo di Coulson per dire che aveva paura della morte, perfino lui. D'altra parte, solo una persona idiota non avrebbe avuto paura di cosa sarebbe successo dopo, avendo a disposizione tempo per pensarci e nessuna soluzione per evitarlo.

" Cosa sono quelle macchine?" Chiese Loki, osservando famelico il gruppo di macchinari. Probabilmente ad Ásgarðr veniva curato tutto con la magia, non erano dozzinali.

" Guarda un po' che fortuna, abbiamo un dio proprio qui che può offrire un po' di rassicurazione," tubò Tony allegro, ignorando Loki completamente. " Avanti, Bambi, deliziaci con la descrizione del paradiso."

Loki lo fissò per qualche secondo, probabilmente valutando se rispondere davvero o restare in silenzio ignorandolo come Tony aveva fatto con lui, ma poi sul suo viso si dipinse un ghigno che non gli piacque affatto.

" C'è un enorme palazzo dorato, nell'Ásgarðr, i cui muri sono fatti delle lance dei guerrieri e il tetto è bagnato nell'oro dei loro scudi. Enormi affreschi coprono il soffitto, e il palazzo è circondato da pianure sterminate dove i guerrieri posso combattere, ed ogni sera vengono organizzati banchetti dove viene offerta carne di cinghiale e idromele prodotto dalle mammelle di Heidrunn, servito dalle Valkyrjur. Questo è il Valhöll, la residenza di coloro che muoiono gloriosamente in battaglia."

Tony doveva ammettere che.. beh, davvero non si aspettava che Loki ne sapesse così tanto, né che fosse disposto a condividerlo con Coulson. Sapere di finire davvero in un posto migliore aiutava molto ad esorcizzare la paura della morte, ed era strano che Loki fosse così generoso da...

" ... ma non è lì che finirai, Coulson," bisbigliò il dio con voce improvvisamente tetra e feroce. E' così bipolare, pensò Tony. " Quello che resterà di te sarà solo un ombra senza gloria, destinata alle lande oscure e desolate di Hel. Non troverai altro che un fiume di lance ad accoglierti, e donne infernali che ti costringeranno a bere urina di capra, e quando i draghi ti avranno strappato le unghie verrai sbranato da loro per l'eternità sulla spiaggia dei morti." Loki si concesse una pausa, e poi concluse. " Se sarai molto fortunato, Midgardiano, potresti addirittura essere scortato nel palazzo di mia figlia."

Con molta fatica, Tony mantenne le mani saldamente aggrappate come artigli ai braccioli della sua sedia, anche se i suoi muscoli stavamo praticamente implorando di essere lasciati liberi per stringersi attorno al collo bianco di Loki. Il cuore era feroce come un tamburo di guerra nelle sue orecchie, ma Tony rifiutava di scattare in un impeto di rabbia: in quel modo gli avrebbe solo confermato di aver fatto centro, che davvero l'aveva impressionato, e non voleva dargli quella soddisfazione.

" Questo te l'hanno raccontato i tuoi?" Chiese Tony, sapendo perfettamente di camminare su una lastra di ghiaccio sottile come un capello, ma questa era la sua natura: andare sulla difensiva, spingendo chi si trovava di fronte a tirare fuori il proprio veleno. " Da noi non si usa essere così drastici - beh, a parte i cattolici più fissati - da raccontare ai bambini di un'eternità di fuoco e dannazione se fanno i cattivi."

Loki lo fissò con aria annoiata, con praticamente stampata in fronte la frase 'devi proprio cadere così in basso?'. " Dimmi, tuo padre era quel tipo di uomo, Stark? L'ultima volta che ho visitato la sua tomba era piuttosto polverosa."

 " Hai fatto bene ad andare a trovarlo," ribatté Tony rigidamente, mostrando un sorriso falso.

" Non ne dubito, dato che il suo unico figlio ha preferito passare diverse notti a bere piuttosto che vegliare sul suo letto di morte o pulire la sua lapide."

Tony scattò, chiedendosi solo alla lontana come lui potesse sapere così tante cose sulla sua vita. Conosci i tuoi nemici, diceva un vecchio adagio, ma questo quasi rasentava lo stalking. Chissà se poteva fare una denuncia interstellare? Dubitava fortemente che per tenere lontano Loki da lui bastasse un'ingiunzione della corte, comunque. " Sono assolutamente certo che veglierai amorevolmente sul capezzale di Odino, quando sarà in punto di morte."

" Oh, ma l'ho fatto," rispose Loki con un ghigno. " Ho vegliato talmente bene sul suo sonno da intercettare Laufey quando ha cercato di ucciderlo. Non mi sembra che tu sia stato così... misericordioso."

La lite sarebbe continuata per molto tempo, perché Tony non sapeva tenere la bocca chiusa e Loki era una partita persa in partenza; probabilmente avrebbero continuato a sputarsi veleno addosso finquando la situazione non fosse degenerata, ma Coulson li interruppe prima che potesse accadere.
Fu il suo sospiro a fermare Tony dal sibilare qualcosa che potesse finalmente far perdere le staffe a Stronzoloki. Spostò lo sguardo su di lui, praticamente certo di udire di lì a qualche secondo l'irritante suono del cardiofrequenzimetro che li avvisava della sua morte, ma l'agente li stava fissando con aria molto presente ed acuta. Quelli non erano occhi di un uomo che sarebbe morto di lì a poco. " Avete una cosa in comune," disse, "... un numero impressionante di cose in comune."

" Yeuch," borbottò Tony, riprendendo in mano il suo autocontrollo, " cosa, esattamente?"

" A parte una dialettica volta a ferire e un rapporto burrascoso con i vostri genitori?" Burrascoso era un modo carino di metterla, pensò Tony. Se avesse dovuto definire il suo rapporto col padre quando era in vita e anche parecchi anni dopo la sua morte, Tony avrebbe optato per rabbiosa indifferenza. Dopo aver scoperto poi il messaggio che suo padre gli aveva lasciato, quando stava morendo per avvelenamento da palladio, avrebbe invece scelto ammirazione furiosa - perché suo padre riusciva ad essere dieci passi davanti a lui anche dalla tomba ma non era stato in grado, quando era in vita, di comunicargli il suo affetto, di dirgli in faccia che era la sua opera migliore - il che era peggio di quando pensava di essere stato solo un errore di percorso nel rapporto tra Howard e Maria Stark.

" Direi una certa tendenza all'autodistruzione e uno strano gusto nel vestire. Oh, avete anche lo stesso colore di capelli."

Come si poteva rispondere ad un'uscita del genere? " E' un modo orribile di metterla," disse Tony. " Sembriamo quasi anime gemelle."

" Il cuore conosce ragioni che la ragione non conosce," disse con convinzione Coulson.

" Credo di avere appena avuto un'epifania," gemette il meccanico. " Non ho nemmeno addosso il mio vestito migliore."

" Sto seriamente considerando l'idea della stanza d'esecuzione," aggiunse Loki lentamente.

" O le due ore con Hulk," lo corresse allegramente Tony. " Posso mettere una buona parola. Garantisco io."

" Non credo Stark," rispose Loki con un sorrisetto. " Per farmi arrivare a tanto dovresti provare a baciarmi. O comporre una ballata in mio onore."

" Oh, Loki, Loki dai fulgidi capelli neri, ultimamente occupi tutti i miei pensieri," cominciò a declamare Tony.

" Sei così privo d'inventiva..."
 
" Potrei continuare per ore."

" Mi piacciono le poesie," confessò l'agente con aria un po' sognante.

" Ne comporrò una anche per te, Phil. Su te e Cap. Potrei intitolarla ' Uniti dalla calzamaglia a stelle e strisce del destino'. O anche ' Ode alle natiche statuarie'."

" Non lo farà davvero," decretò Loki.

" ... sto già cercando una parola che fa rima con natiche. Orgiastiche, forse? Estasiastiche?"

Loki si rifiutò di rispondere, e nella stanza scese un silenzio tranquillo. Per impedire a Coulson di fantasticare troppo sulle natiche di Steve, Tony riprese il discorso dal punto in cui aveva cominciato a vaneggiare.

" Non che io nutra molte speranze in merito," disse piano, " ma se mai dovessi finire in paradiso, e non lo penso, è solo per dire - spero che sia come un grande campo sterminato su cui si affacciano centinaia di nuvole di lesbiche."

Era la cosa più poetica che avesse mai detto, dal suo punto di vista, e rimase molto offeso dalle occhiate degli altri due uomini.

" Nuvole lesbiche?" Disse Coulson con cautela.

" No, nuvole normali con sopra delle lesbiche," rispose convinto. " D'altra parte, sbaglio o qualcuno ha parlato di Valkyrjur? Ecco, spero che ci siano tante Valkyrjur pronte a deliziarmi con le loro conturbanti movenze."

" ..." Fu il commento intelligente di Loki; chi diavolo gliel'aveva detto di essere un mago nel mascherare i suoi sentimenti? Tra poco avrebbe dovuto recuperare i suoi occhi dal pavimento, tanto li aveva spalancati.

" Ho detto, spero che le conturbanti..."

" Per le Norne," bisbigliò Loki con aria lievemente angosciata. " Vuoi davvero morire."

" Sarebbe un modo splendido di andarsene," rispose Tony con convinzione. " Soffocato dal mio stesso testosterone, quale..."

" ... No," gemette Loki. " Le Valkyrjur  puniscono gli uomini che mancano loro di rispetto legando le loro membra ai cavalli alati e li squartano."

" Non mi stupisco più del fatto che tu sia venuto su così pazzo," mugolò Stark. " Sei cresciuto in un mondo di violenza e perdizione. Avete davvero dei problemi nel gestire la rabbia ad Ásgarðr, huh?"

 " ... Evidentemente nessuno ha mai sperimentato la terapia di gruppo," aggiunse Coulson; quando entrambi gli altri due uomini lo fissarono, si schiarì la voce e spiegò. " Per il direttore Fury ha fatto miracoli, con i suoi problemi di... rabbia cronica."

" Queste informazioni sono oro," squittì Stark. " Davvero, la terapia? Ed è ancora così? Non ha funzionato per niente."

" Ti assicuro che l'ha fatto," rispose l'agente pacificamente. " Ora è molto più controllato. Una volta ha preso a pugni il precedente capo dello Shield e ha ficcato la sua testa nel punch. Era la festa per i diciotto anni di sua figlia."

" Gh."

" Quel punch non è più stato lo stesso," sussurrò Coulson meditabondo.

Nessuno degli uomini parlò per qualche secondo, mentre Tony immaginava con vivida crudezza l'immagine di Fury che ficcava la testa di quello che doveva essere stato il suo capo nella coppa del punch, esattamente come i bulli ficcavano la testa dei secchioni nel cesso.

" Grazie," disse l'agente improvvisamente. Tony alzò lo sguardo, incontrando placidi occhi chiari. " La vostra compagnia è davvero piacevole."

" Stiamo farneticando," puntualizzò Tony con aria scandalizzata.

" Ho pensato che avrei passato queste ore nel silenzio completo, contando i minuti. Questo è molto meglio," disse l'altro con semplicità. Eccola, la capacità di Coulson di lasciarti senza parole.

" Non l'avremmo fatto," disse Tony lentamente, spostando lo sguardo sulle pareti disgustosamente bianche. Risparmio o pessimo gusto? Difficile scegliere. " Tutti volevano essere qui, anche se siamo un gruppo di squilibrati che hanno una paura fottuta della morte. Ma non ci avrebbe fermato nemmeno quello. Verranno tutti, anche se c'è Bambi qui presente," continuò, accennando a Loki che aveva ascoltato lo scambio di parole senza parlare. " Non... non c'è nulla di male ad aver paura," perché quello era il problema: Coulson aveva paura, come avrebbe avuto paura un qualunque uomo con un briciolo di intelligenza, ma stava reagendo molto meglio di quanto chiunque dei vendicatori avrebbe mai potuto fare. " Le debolezze ti rendono solo... umano." Finì l'uomo dalle mille debolezze, che partivano dall'alcool e finivano nella copula compulsiva  e nello svegliarsi la mattina dopo con una sbornia o un corpo nel suo letto, tutto solo per guardarsi allo specchio e dirsi che era vivo, ecco, sono sopravvissuto un altro giorno. Sono vivo. Sono vivo.

" Ho paura," bisbigliò Coulson. " Molta." Fu la prima volta che crollò davvero, che la sua facciata calma e placida si dissolse nella liquida rassegnazione delle lacrime. Portò la mano sinistra sul volto, puntando il palmo sugli occhi, ma quando cercò di fare la stessa cosa con la mano destra quest'ultima si alzò solo di pochi centimetri, tremando come un elicottero malconcio in una tempesta; la neurotossina aveva già iniziato a fare effetto. La mano ricadde sul lenzuolo senza fare rumore, e l'agente spostò la sinistra così che le dita coprissero anche l'occhio destro.

Era uno spettacolo penoso.

" Sei una creatura strana," aggiunse Loki a quel punto, dopo parecchio silenzio. " Non conosco molti uomini che ammetterebbero così facilmente i loro timori."

" No, credo che sia solo una questione di... vedute diverse." Quando Loki lo fissò, l'agente si spiegò, la voce molto più controllata di prima. Si era già ripreso, che cazzo, era addestrato a non farsi sopraffare dalla paura, combatteva ogni giorno contro alieni e mutanti che avevano l'unico obiettivo di ballare sulla distruzione creata. " La morte è una componente normale della vita umana. Tutti noi ne scendiamo a patti fin da quando siamo in grado di ragionare. E' certamente diverso per dei che hanno una vita molto lunga e per i quali la morte è solo la radura in fondo ad un lungo sentiero."

" Radura in fondo al sentiero, huh?" Loki mostrò un minuscolo sorriso. " E' piuttosto poetico."

" Da piccolo volevo fare il poeta."

" No, mi riferivo al modo in cui lo accetti così facilmente."

" Non c'è molto che possa fare."

" Tu no," rispose Loki, e il suo sguardo si accese. Fu allora che Tony capì dove voleva andare a parare, e la cosa... non riusciva a decidere se gli piaceva o meno. " Ma io potrei, Phil Coulson. La lunga vita non è un dono che giunge con la nascita, per gli Æsir, ma è possibile grazie a delle mele speciali."

" Ehi, qui esiste il detto della mela che toglie il medico di torno, ma..." Loki ignorò completamente Tony, spingendosi in avanti con enfasi, fissando Coulson negli occhi. " E non solo. Negli altri mondi esistono milioni di radici e incantesimi e pozioni che curano ogni male. Per una ferita come la tua, basterebbero pochi ingredienti. Odino non sarebbe d'accordo nel concedere ad un Midgardiano la sapienza degli altri regni, ma io conosco sentieri che nemmeno Padre Tutto conosce, e potrei portarti lì. Potrei allontanare la falce della morte dalla tua spalla."

" Sei davvero un dio benevolo," bisbigliò Tony, non riuscendo minimamente a prendere una posizione. Quello che Loki aveva detto... c'era una parte di lui che voleva che Coulson accettasse. Come potrebbe non farlo? Lui avrebbe detto di sì senza esitazione anche se l'offerta veniva da un nemico, ma d'altra parte Iron Man non era di certo un uomo d'onore.

" Non lo sono."

" Quindi è un trattamento speciale solo per Coulson?" Scherzò.

" Sì."

Ecco. Cosa doveva rispondere? Non si era aspettato una limpida ammissione da parte del dio.

" E' sopravvissuto fino ad ora, mi ha aspettato e tu mi hai portato da lui anche se non c'era alcuna ragione per farlo. Non sono così stolto da ignorare un simile segno del destino. Senza contare che.." Loki si interruppe per un attimo, poi riprese con un ghigno, "... quest'uomo è interessante, e io non lascio facilmente andare le cose interessanti. Ne ho trovate molto poche, nella mia vita."

Era davvero una bastardata dell peggior specie. La scelta che gli stava chiedendo di fare era tra la morte e un debito con il dio della menzogna.

Loki stava ancora fissando l'agente con quell'aria folle e febbricitante, completamente trasportato da quell'idea che gli sembrava così assurdamente geniale (Tony lo capiva,  ogni tanto anche lui si comportava così quando metteva le mani su un nuovo progetto), qualunque fossero i suoi obiettivi; era praticamente sul punto di ficcare in bocca a Coulson la mela magica usando la forza bruta, il che era...

" Oh, aspetti una risposta?" Chiese Coulson. " Mi vedo costretto a rifiutare."

Oh, la faccia del dio in questo momento. " Perchè?"

" Avrei un debito con te, sbaglio?"

" Stupido, idiota Midgardiano! Ne va della tua vita!"

" Ne sono consapevole. Non accetto comunque."

" Questa è la cosa più stupida..."

" Non lo è," replicò l'agente gentilmente. " Ho paura, ma non sono disperato."

Loki tornò indietro sulla sedia con un ringhio basso, e solo allora Tony capì cosa aveva voluto fare. Non era una questione d'onore, né di pentimento, né di chissà quale machiavellica macchinazione: Loki voleva solo distruggere la convinzione di Coulson, fargli sputare fuori la sua viltà, perché odiava il fatto che un Midgardiano fosse almeno dieci gradini più in alto di lui, perché Loki si era alleato con un mostro - il Titano Pazzo, così l'aveva chiamato Thor - pur di sfuggire alla morte, come la più vile delle creature che non esitava a firmare col sangue un patto col diavolo.
Era il dio del caos, sul suo biglietto da visita probabilmente c'era scritto ' chiamami per scombinare il tuo mondo', e soprattutto il bastardo si sentiva inferiore. E non poteva sopportarlo.

Ecco perché era così maledettamente ansioso di intaccare i princìpi di Coulson.

Tony poteva capirlo, anche lui in passato non aveva resistito alle tentazione di sporcare qualunque cosa pensasse fosse più nobile di lui, che si trattasse di donne virtuose che aveva fatto cadere ai suoi piedi o persone che dal punto di vista morale valevano dieci volte lui - Cap ci aveva visto giusto, quella volta sull'Elivelivolo; era passato come un tornado su quelle vite perché sapeva di essere inferiore, cercando di trascinarle nel suo stesso vortice buio, almeno fino a quando lui stesso non aveva visto la luce dopo tanto scavare ed era tornato a respirare in superficie (almeno in parte, era ben lontano dall'essere un modello di comportamento). Qualcuno gli aveva teso la mano.

Loki stava ancora fumando dalle orecchie ( e la sedia si stava crepando sotto le sue dita),  quando Tony disse: " non so quanto tempo è passato."

" E allora?" Rispose seccamente Loki.

" E allora non so quanto tempo resta."

" Vieni al punto, Stark."

" E' questo il punto. Potrebbe -" morire "- addormentarsi da un momento all'altro."

" Gli ho offerto..."

" Sarebbe bello sentire una storia ," li interruppe Coulson prima che il dio cominciasse ad urlare. " Mi è piaciuta la storia di Valhöll e, beh, anche di Hel. Era interessante."

" Vuoi che ti racconti una storia?" Chiese Loki incredulo. " Vuoi-? Oh, ma per favore..."

" Mi sono piaciute davvero tanto," ripeté Coulson con un sorriso mesto.
 
" A me no," brontolò Tony. " Non erano divertenti."

"... non abbiamo lo stesso concetto di divertimento."

Tony gemette. " Perché continuate tutti a farmelo presente? Non è vero, comunque, quella volta che abbiamo preso in ostaggio la sedia di Fury è stato stellare, e stavi ghignando tanto quanto me."

" Una sedia in ostaggio?" Ripeté Loki con educata incredulità, e Tony non poté fare a meno di raccontare perché, beh, Coulson voleva morire sol sorriso sulle labbra... e perché no, che diamine? " Non sai quanto Fury fosse attaccato alla sua sedia."

Così snocciolò i particolari della mirabolante avventura che aveva visto coinvolti un impeccabile svenimento vittoriano, una sedia con le rotelle e un Tony Stark che sghignazzava sulla suddetta sedia fino a soffocare, chiuso in un ascensore, con Coulson alle sue spalle che cercava di spiegare ad un preoccupato Steve che no, Stark non aveva avuto un vero mancamento e no, non aveva intenzione davvero di costringere Fury ad approvare il suo nuovo progetto sulle War Machine addette alla pesca alle anguille. Era solo uno scherzo (cattivo) che Tony aveva progettato perché si annoiava e al quale Coulson aveva partecipato solo perché si era trovato tra capo e collo uno Stark svenuto addosso e davvero, davvero non aveva avuto altra scelta che adagiarlo sulla sedia preferita di Fury e scortarlo fuori dall'ufficio della superspia come su di un passeggino.

Loki ascoltò in un silenzio stupefatto, riuscendo solo a dire, alla fine: " pensavo che le mie punizioni fossero dure, ma sono nulla in confronto alla condanna di Thor di vivere su Miðgarðr ."

" Noi esseri umani abbiamo enormi colpi di genio."

" Vedo," disse Loki seccamente, un sorriso che gli increspava gli angoli della bocca. " Ammetto che mai avrei pensato che il solo modo di piegare la vostra patetica organizzazione al mio volere era rubarvi le sedie."

La cosa peggiore era che, beh, Loki sembrava davvero interessato alla notizia; Stark si augurò di non dover affrontare nuovamente Stronzoloki in una battaglia epica scatenata dal fatto che il dio aveva rubato le sedie di tutto il pianeta e aveva condannato l'umanità ad appoggiare le natiche su orrendi pouf d'arredamento o per terra. Primo, perché sarebbe crepato dalle risate ancor prima di entrare nella sua armatura, secondo perché sarebbe stata tutta colpa sua. Ma suvvia, chi poteva scaricare una guerra interstellare per delle sedie? Beh, Loki era riuscito a scatenarne una da un cubo, cosmico sì ma pur sempre un cubo, quindi... non c'era da mettere le mani sul fuoco ( e se avesse creato una sedia cosmica?).

E un mondo senza sedie non era un  mondo in cui voleva vivere. Proprio no.

" La Terra non è così male," osservò Coulson con una punta di allegria," una volta fatta l'abitudine. Credo che ci siano persone alle quali è impossibile abituarsi, come il signor Stark, ma non sono tutti così."

" Un sacco di persone si abituano a me. Sono circondato da persone che si sono abituate a..."

" Non è vero, Stark. Sei un uomo dal quale la gente si tiene bene alla larga, come me," intervenne Loki, fissandolo serio negli occhi. " Il fatto che esista qualcuno che nonostante tutto non smette di cercarti non vuol dire che..."

" Ehi, la sentite anche voi questa voce?" Lo interruppe Tony, portando una mano a circondare la conchiglia dell'orecchio mentre si sporgeva in avanti. " Dice: Thoooor, sta parlando di Thooor. La sentite? 

Loki lo fissò dall'alto in basso. " Parlavo di lui. Non è un segreto che sia uno stupido."

" Non è stupido voler bene a qualcuno così tanto da perdonarlo qualunque cosa faccia," disse Coulson, e Tony fu molto indeciso se tapparsi le orecchie per non sentire quelle stronzate hippy sull'amore che abbatte le barriere o se doveva stemperare la situazione con una battuta di spirito, perché la pazienza di Loki aveva un limite e poteva vedere una vena del suo collo gonfiarsi pericolosamente.

" Non parlare di quello che non conosci, agente."

" Va bene," disse Coulson inaspettatamente docile. " Dico solo che non è stupido... no. Devo correggermi. E' stupido e irrazionale amare qualcuno nonostante sia una persona crudele, ma l'amore stesso è molto poco razionale, e molto stupido. Sicuramente non è giusto, ma è questo che succede più volte di quanto sia auspicabile, in ogni parte del mondo e del cosmo."
Loki rimase in silenzio, senza confermare né smentire le parole che aveva sentito, poi riprese. " Potrei averlo trasformato in una rana. Questo è abbastanza terribile?"

" Una rana?" Squittì Tony. " Oh, ti prego, ti prego dimmi che per farlo tornare umano qualcuno ha dovuto baciarlo. Per favore."

Il dio ghignò. " Ovviamente. Volstagg non..."

" Rallenta, chi è Volstagg?"

Il volto di Loki si illuminò di una strano alone dorato, i suoi lineamenti si fusero nell'oro liquido e all'improvviso davanti a loro non c'era più il dio norreno, ma un armadio a quattro ante piuttosto in carne e con una barba color ruggine davvero impressionante.

"  Lui l'ha dovuto baciare?" Loki tornò alla sua consueta forma, annuendo con studiata noncuranza. " Mio Dio, avrei voluto esserci per vedere la faccia di Thor."

" Posso solo dirti che a Volstagg è piaciuto più di quanto fosse lecito," disse il dio con ancora la sua maschera noncurante, e due secondi dopo Tony stava ridacchiando sulla sua sedia e perfino Coulson soffocava sbuffi divertiti. Era bello sentirlo ridere, era giusto, e Tony voleva sentire quella risata il più possibile.

E poi, Stronzoloki gli doveva almeno quello. " Avanti, Trappola Criminale. Non dirmi che un bacio ad una rana è il massimo che sei riuscito a combinare."

E Loki cominciò davvero a raccontare. Narrò di quando i nani avevano voluto tagliarli la testa per un non-meglio-definito torto e Loki li aveva raggirati, il che aveva portato il semidio a farsi cucire le labbra affinché non potesse più mentire, mentre Thor lo teneva fermo ( " Thor piangeva mentre ti teneva fermo?"," La cosa ti sorprende, Stark?  Nei secoli ho versato oceani di sangue per lui, ma le lacrime che Thor ha versato per me potrebbero riempire un grosso lago.", " ... Thor piangeva?" ); narrò del banchetto in cui aveva smascherato i vizi degli Æsir facendo incazzare tutti ( " Tu sì che sai farti degli amici, Holmes." ," Io l'ho detto che avete un sacco di cose in comune." , " Coulson! Non l'avrei mai fatto. Da sobrio." ) ; narrò di quando aveva distratto il cavallo Svaðilfœri per impedire a un gigante di ghiaccio trasformato in umano di finire il muro della reggia in tempo ( " Un... cavallo..." , " Stark, respira, per favore. Stai diventando blu." , " Non capisco cosa ci sia di strano. Mi ero trasformato in una giumenta, ero proporzionale."  ," ... Un... cavallo..." ).
Narrò per più di un'ora, e nella nebbia di divertimento ed incredulità, Tony si rese conto che Loki aveva scelto dei racconti precisi, che miravano a metterlo in una luce di superiorità rispetto agli altri dei che avevano avuto bisogno del suo aiuto per risolvere i loro problemi, come se quelle vicende non fosse altro che un modo di autocelebrare la propria intelligenza (almeno nell'ottica di Loki, perché nulla avrebbe mai convinto Tony che farsi montare da un cavallo fosse un colpo di genio).

Diva fino in fondo, puah, ma almeno Coulson sorrideva.

Mentre Loki narrava, cominciarono ad arrivare gli altri Avengers; il primo fu Steve, che entrò nella stanza con le figurine macchiate di sangue che Nick Fury aveva finto di trovare nella tasca di Coulson. Le aveva firmate, i tratti del suo nome leggermente indecisi (probabilmente non era abituato a firmare autografi), e quando si sedette accanto a Coulson in completo silenzio le infilò dolcemente sotto la sua mano, e poi la strinse. Il secondo fu Clint, che si appoggiò alle spalle del letto di Coulson (il luogo migliore per tenere d'occhio Loki). La terza fu Natasha, che si appoggiò in posizione strategica, anche se ogni tanto un lieve sorriso le increspava le labbra nell'ascoltare i racconti di Loki. Poi arrivò anche Brucie, stranamente calmo e probabilmente imbottito di valeriana, e aggirò il dio della menzogna per giungere vicino al cardiofrequenzimetro.
Giunse Pepper, che si sedette accanto a Tony, e infine Thor e Jane; nessuno dei due guardò Loki mente si sedevano accanto a Coulson, dal lato opposto di Steve, anche se ogni tanto Tony poteva vedere Jane lottare con sé stessa per non ricoprire di domande Loki sui particolari delle sue gesta.

Tutti insieme appassionatamente, pensò Tony senza allegria. Era quasi il momento.

Quando l'ultimo racconto finì, Coulson sospirò e sorrise ampiamente, probabilmente ripercorrendo col pensiero i momenti più divertenti delle storielle, e chiuse gli occhi per qualche secondo. Aveva cominciato ad arrendersi alla neurotossina da tempo, probabilmente solo la volontà di aspettare tutti loro, di aiutarli a rispettare la loro promessa, aveva fatto battere il suo cuore. " Sono stanco," disse gentilmente, mentre Steve accarezzava col pollice il dorso della sua mano destra che era morta ed aspettava che il resto di lui la raggiungesse. " Credo di voler dormire."

" Saremo qui quando ti sveglierai," disse Clint come se davvero ci credesse, ma Jane si asciugò fugacemente la faccia e ruppe l'illusione alla vissero tutti felici e contenti. L'agente non ne aveva certo bisogno, erano loro - quelli che avevano paura della morte - ad aver bisogno di credere in un'illusione.

" Davvero?"

" Sì."

Coulson annuì. Non perse mai del tutto conoscenza, nei suoi ultimi momenti, ma non fu nemmeno completamente lucido - ehi, chi era quel coglione che aveva detto che morire era rapido? Parlò per quasi dieci minuti con persone immaginare che solo lui poteva vedere, sempre a bassa voce e poco comprensibile (Tony poté giurare di sentirgli dire 'quello non mi dice mai niente'), e una volta rise con una tale spensieratezza che Pepper dovette stringere il braccio di Tony per impedirsi di portare la mano alle orecchie e non sentire quella risata così felice.

" E' la birra più buona del mondo," farfugliò ad un certo punto. Bruce era voltato di schiena e fissava i macchinari con una tale intensità che tempo un minuto sarebbe stato in grado di spostarli col pensiero, ma quando parlò la sua voce era controllata. Strettamente controllata. " Che birra è, Phil?"

Tony non si aspettava una risposta, ma Coulson lo sorprese. Era la sua specialità, dire cose che nessuno si aspettava e quando nessuno se lo aspettava. " Budweiser."

" E quando l'hai bevuta?"

Bruce venne ignorato." Mi piacciono i racconti."

" Sì," bisbigliò Tony. " Oggi ne hai sentito un sacco, no?"

" Mi piace il suono della sua voce," disse l'agente. I suoi occhi erano chiusi, dietro le palpebre i bulbi oculari si muovevano febbrili come se volesse guardarli un'ultima volta prima di andarsene, ma erano troppo pesanti per sollevarle. " Voglio che Loki narri ancora."

Il dio sollevò le sopracciglia.

" Sarebbe bello sentire una storia," ripeté Coulson.

Tutti gli Avengers spostarono lo sguardo su Loki, e doveva esserci una minaccia nei loro occhi perché il dio rispose senza fare storie. " Potrei narrare di quella volta in cui Thor si è travestito da donna e si è quasi sposato con un gigante."

" Thor lo ama," bisbigliò Coulson. " Thor lo ama, e lui l'ha trasformato in una rana."

" La vuoi sentire questa storia, agente?" Chiese Loki, e stavolta lo minaccia era nella sua voce.

" Sarebbe bello sentire una storia," ripeté Coulson, appena percettibile perfino nel silenzio.

Loki si schiarì la voce, ma non giunse nemmeno all'antefatto quando il cuore di Coulson si fermò. L'irritante bip colmò la stanza come una sentenza di morte, lo era, e Loki smise di parlare pochi secondi dopo l'inizio.

Bruce si avvicinò al macchinario con movimenti meccanici, come se si fosse trasformato in una bambola di ferro, e spense la ciabatta che lo teneva acceso. Le punte delle sue mani stavano cambiando colore, passando dal viola al verde scuro, e Tony seppe che mai come in quel momento aveva lottato per tenere a bada l'Altro.

" Finisci il racconto," grugnì Bruce.

Loki rispose con cautela ( hah, lo stronzo aveva paura di Hulk, eh?). " Non serve a nulla. Non può sentirmi, è andato."

Cap stava ancora accarezzando la mano di Coulson con i suoi ipnotici centri concentrici, e quando alzò lo sguardo, nei suoi occhi c'era una risolutezza che Tony non gli aveva mai visto. " E' ancora qui. La sua anima resterà con noi, anche ora che ha abbandonato il corpo."

" Sei l'unico cristiano qui, Cap," disse Tony con voce bassa.

" Non avere fede non cambia la realtà delle cose," rispose Steve. " Lui è ancora qui, e ha il diritto di sentire la fine della sua storia. Continua, Loki."

" E' piuttosto imbarazzante per Thor," disse Loki senza simpatia; non gliene poteva importare di meno di mettere in imbarazzo suo fratello, era solo l'ultima obiezione che poteva offrire per non mettersi a parlare inutilmente solo perché un soldato senza tempo credeva che l'anima della gente fluttuasse nell'aeree.

Thor sospirò, stringendo dolcemente la mano di Jane. " Non ha importanza."

Loki si strinse nelle spalle, e ricominciò da dove si era interrotto.
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Thor continuava a lanciargli occhiate a intervalli regolari, come se volesse assicurarsi che lui era ancora lì, ma Loki non sarebbe mai stato così stupido da fuggire quando aveva tutti gli occhi puntati addosso, in un momento così ovvio. Ásgarðr aveva scappatoie molto più semplici da intraprendere. Solo una mente stupida come quella di Thor poteva pensarlo, anche se non stava facendo nulla per rassicurarlo.

Era divertente vedere Thor così ansioso per causa sua, soprattutto col suo lutto ancora fresco nel suo cuore.

" Non so come spiegare l'assenza delle manette," borbottò l'uomo biondo.

Loki stava per scattare e dirgli dà la colpa a me, non l'hai sempre fatto?, quando avvertì una presenza a qualche metro da lui; finse di non accorgersi dell'oggetto che gli veniva lanciato e che lo colpì al lato della testa con un debole clunk.
Afferrò l'oggetto al volo: era piccolo e compatto, dalla vaga forma cilindrica, e all'interno c'era sicuramente qualcosa di liquido, ne poteva sentire lo sciabordio all'interno.

Lanciò una breve occhiata interrogativa a Tony Stark, il Midgardiano che gliel'aveva lanciata, fermo sul bordo della porta. Anche lui aveva in mano un oggetto identico, solo che il suo era aperto e stava bevendo da esso. I suoi occhi scuri lo fissarono freddamente, mentre beveva, poi spostò l'oggetto dalla sua bocca per parlare.

" Ho fatto una capatina al supermercato per trovare quella maledetta birra. Hai idea da quando tempo non andavo al supermercato? Te lo dico io: un sacco di tempo. Però ti avevo promesso un drink, e dato che è in onore di Coulson, mi sono sentito in dovere di prendere questa cazzo di Budweiser." Sollevò le sopracciglia. " Ti assicuro che potrei offrirti di meglio, ma vedi di accontentarti e fartela piacere. O buttala, come ti pare, ma ti ho offerto da bere e quindi, chi se ne importa." Alzò lo sguardo su Thor, e i suoi lineamenti si contrassero. " Portalo a casa. Non voglio vederlo mai più."

Thor annuì, chiamando a gran voce Heimdallr dalla sommità della Stark Tower. Quando il Bifröst si aprì, Loki lanciò un'ultima occhiata al Midgardiano prima di essere risucchiato nel vortice di luce, e ghignò.

Non contarci, uomo di ferro.
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Dopo i dovuti controlli, Loki fu finalmente lasciato solo.

C'era stato un po' di tramestio quando l'avevano visto arrivare con Thor e slegato, ma inaspettatamente il Tonante si era assunto la colpa.
I suoi carcerieri avevano cercato di portargli via la 'birra' e Loki non si era opposto, ma Thor aveva detto che era un oggetto assolutamente innocuo, era solo un contenitore di bevande, e gliel'avevano lasciato.

Ora Loki si trovava solo, nel più completo silenzio della sua prigione d'oro e con l'oggetto cilindrico in mano.

Ci mise pochi secondi a capire come si apriva, e osservò con attenzione la schiuma che si formò sulla parte aperta; la annusò ben bene, e solo quando fu assolutamente certo che non fosse avvelenata decise di prendere un sorso.

D'altra parte, se aveva accettato di visitare di nuovo la Terra, poteva anche bere una bevanda di quel mondo, no? Erano vari i motivi per i quali aveva accettato la proposta dell'uomo di ferro ( non aveva mentito quando aveva detto che Coulson era un umano interessante, con i suoi modi di fare gentili a dispetto della sua incrollabile determinazione), ma il principale era che voleva restituire il favore: i vendicatori l'avevano visto nel suo momento peggiore, quando era stato costretto a mettere la museruola d'argento e Thor l'aveva trascinato a casa come un cane disubbidiente, e sapeva che quella visione gli era piaciuta molto; non c'era modo migliore di risollevare il suo ego ferito ripagandoli con la stessa moneta, ovvero guardare uno dei loro compagni mentre moriva - e aveva avuto più di quanto sperasse, perché aveva visto la sofferenza sui loro volti, li aveva visti crogiolarsi nella loro impotenza umana di fronte alla morte, misere formiche condannate di fronte ad un formichiere che trasportava la sua falce.

Aveva narrato, aveva ascoltato gli insulsi racconti, ma per tutto quel tempo non aveva fatto altro che ballare metaforicamente sulla tomba di un nemico che aveva sconfitto e che era così stupido da servirgli l'occasione di gioire dei risultati delle sue azioni su un piatto d'argento. Nonostante la sua voglia non soddisfatta di vedere quell'uomo prostrato alla sua viltà, era soddisfatto.

Sciocchi Midgardiani.

Alzò la 'birra' come un calice, verso il soffitto della sua cella. " Alla tua salute, Coulson," disse con una smorfia derisoria, come a voler dar credito all'idea dell'uomo senza tempo che l'anima continuasse ad esistere nel mondo mortale, e bevve.

Fine.



Note autore

Da tempo volevo scrivere una cosa del genere.
Coulson mi è piaciuto da morire fin dalla sua prima apparizione, ma purtroppo non sono una fan della resurrezione, quel tipo di twist plot che sorpresa! fa ricomparire un personaggio creduto morto. Avrei preferito che Phil restasse morto, e così ho fatto andare la fiction.
( Senza nulla togliere alla serie dello Shiled, sono stata felice di rivederlo, ma mi sono anche sentita offesa per le lacrime che avevo versato durante la visione di The Avengers. Mi sono sentita presa in giro, ma viva la serie comunque XD)
Non sono nemmeno una fan del Loki redento, perché non penso che potrebbe mai redimersi. Troppo razzismo interiorizzato ed esteriore, è una creatura che non avrà mai pace quel poveraccio. Per narrare una sua possibile redenzione o dovrei ficcare qualcosa di orribile, tipo il Ragnarok, oppure ci vorrebbero millemila capitoli per rendere il suo cambiamento decente e ancora non riuscirei a vederlo buono, sono da un lato diverso ma ugualmente doppiogiochista. Ho un'idea per una fiction IronFrost proprio su questo tema, ma... mh. Non so se pubblicarla, devo pensarci. Insomma, chi vorrebbe mai leggere di un Loki traditore E una storia dark?
Sì, sono pallosa XD In verità no, se vedessi in un film Loki che coglie fiorellini sarei ugualmente soddisfatta... ma spererei che quei fuori fossero carnivori, ecco.
XD

Un paio di precisazioni:
Il discorso iniziale della dottoressa P., quello in merito all'iniezione di cianuro e quello della neurotossina, potrebbe sembrare una sciocchezza dato che sempre di iniezione si parla, quindi uno potrebbe dire 'ma stanno facendo la stessa cosa'. Tuttavia girando tra vari siti ho letto che il veleno usato nelle iniezioni letali è sì rapido ma anche molto doloroso. I condannati a morte semplicemente non riescono ad urlare perché il veleno ha già intaccato gli organi, ma quello che provano nei loro ultimi istanti di vita è indicibile. Per questo ho preferito questa fantomatica neurotossina.
Non so se sia vero (beh, non che ci sia qualcuno che sia tornato dall'aldilà a raccontare quanto sia bella l'iniezione letale), ma ho pensato che anche se fosse vero, nessuno se ne preoccuperebbe. Stiamo parlando pur sempre di un assassino che sa morendo, non credo che a qualcuno importi se soffre o meno in quei quattro secondi prima che il suo cuore si fermi (parlo ovviamente delle esecuzioni nelle carceri americane, non sto parlando di un mio pensiero). Penso sia diverso il composto che usano negli ospedali quando praticano l'eutanasia - non ho trovato informazioni in merito, o meglio le ho trovate in inglese, una lingua che capisco bene, ma in quel testo che ho trovato c'erano anche parecchi riferimenti alla medicina, e io di medicina so poco. Figurarsi spiegata in inglese poi. Quindi ho inventato di sana pianta un veleno lento, la neurotossina, per evitare di dire troppe sciocchezze. Oltretutto mi serviva un po' di tempo in cui sviluppare il plot narrativo.
Non so se Steve sia davvero cristiano, l'unica cosa che me lo fa pensare è la frase detta in Avengers ' Esiste un Dio soltanto, e sono sicuro che non si veste in quel modo'. Concedetemi questa piccola licenza poetica.
Ultima cosa: c'è un pezzetto di dialogo che è ripreso proprio dalla puntata di Scrubs che ha ispirato questa fiction, e un riferimento molto evidente a quella puntata. Chi li indovina? Dai, non potevo non metterli XD
Penso di aver detto tutto, se ci sono errori vi prego di segnalarli, se volete dirmi che ho fatto schifo fatelo pure - come se volete dirmi che vi ho fatte piangere, yepppp! - e basta.
Grazie per aver letto!

E.





 
  
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